Prima storia che scrivo su questi due personaggi, spero vi piaccia:)
Se
si potesse non morire
Avessi
il tempo per pensare
Un po’ di più alla bellezza delle cose
Mi accorgerei di quando è giallo e caldo il sole
Di quanto è semplice se piove e ti regali una finestra
Solamente per guardare
Stava
piovendo, a poco a poco e solo da poco, ma c'era il sole ancora che si
intravedeva velato dalle nuvole nel magico momento del tramonto. Era come se
tutta la tragica bellezza della natura si fosse compendiata in quell'istante
per offrirsi alla vista di una donna che non avrebbe avuto più occasione per
guardarla, perché quello era anche il tramonto della sua vita.
Il bussare
della porta, lo sguardo ancora dubbioso delle tre dame che loro malgrado si
trovavano a condividere con lei la prigionia nella Torre e poi una voce
familiare che si insinuava nei suoi pensieri che correvano lontani oltre
quell'unica finestra.
"Fatelo
entrare!!"
E questa era
la sua di voce che lei non credeva potesse suonare ancora autoritaria.
Se potessi mantenere più promesse
E in cambio avere la certezza
Che le rose fioriranno senza spine
Cambierebbero le cose…
Era cambiata
in un certo senso durante quei giorni, perché trovarsi di fronte alla morte
cambia tutti. Aveva iniziato a guardare tutto con occhi diversi, non solo la natura,
ma tutta la sua vita improvvisamente da spettatrice; avrebbe potuto viverla
diversamente, fare scelte più sagge, apprezzare di più le cose, preferibilmente
le più semplici e accontentarsi semplicemente di essere "la più felice".
Ma a patto
di esserlo per davvero.
Spostò lo sguardo dalla pioggia e si mosse un
po' esitante verso l'ingresso della cella. Sapeva chi era quell'ospite, tutti
lo sapevano, perlomeno chi le era stato a contatto e si era reso complice di
quel suo ultimo desiderio. Perché non si nega una piccola gioia ad un
condannato a morte, nemmeno se si tratta di una presunta strega adultera,
nemmeno se si tratta di Anna Bolena.
T'immagini se con un salto si potesse
Si potesse anche volare
Se in un abbraccio si potesse scomparire
E se anche i baci si potessero mangiare
Ci sarebbe un pò più amore e meno fame
E non avremmo neanche il tempo di soffrire…
Se fosse
rimasta in Francia, se avesse sposato Percy, se
avesse dato un figlio al Re... Tutte quelle alternative sembravano prive di senso
adesso e l'unico se che contemplava
era quello di non soffrire più, di volare via per quella finestra, di evitare
l'inevitabile.
"Giorgio!"
Aveva corso
quasi nel piccolo spazio e si era buttata tra le sue braccia, incurante di ciò
che si sarebbe potuto pensare. Del resto l'impensabile era diventato opinione
comune.
"Non...voglio...morire"
singhiozzo contro la sua spalla.
Anche adesso
lui era la sua roccia, il suo rifugio, la sua speranza. Era l'unico vero amore
che avesse mai conosciuto, quello indissolubile tra fratello e sorella.
E poi
t'immagini se invece
Si potesse non morire
E se le stelle si vedessero col sole
Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre e un padre
Le
fischiavano le orecchie, si riempivano di voci lontane mentre lei si faceva
piccola piccola nell'abbraccio di Giorgio: la regina Anna scompariva e
ritornava bambina. Era l'eco delle risate di loro due che si inseguivano e non
erano soli nel prato di quei ricordi, c'erano anche Maria e i loro genitori, ma
apparivano come comparse sfocate. Avevano loro voltato le spalle, li avevano
lasciati soli, ancor prima della caduta in disgrazia, forse da quando erano
cresciuti ed erano diventate mere pedine della famiglia.
Un tuono
squarcio il cielo, ma lei non sobbalzò come quando era bambina, aveva imparato
a non temere il cielo tempo prima, e grazie a suo fratello. Lui la consolava,
la sosteneva, la proteggeva e avrebbe continuato a farlo ancora per tutta la
vita che erano naturalmente stati destinati a vivere. Se si fosse potuto non
morire.
La piccola Anna urló
spalancando gli occhi dal terrore. Non era stata una buona idea eludere alla
sorveglianza della bambinaia e restare alzati a giocare fino a tardi; Lady Joan
era a dormire da un pezzo, non c'era verso di calmare la piccola Bolena e per un bambino di soli otto anni rischiava di
essere un'impresa ardua da compiere da solo.
Giorgio si alzò dal divano e si
avvicino alla sorellina rannicchiata sul pavimento, prendendole le mani tra le
sue.
"Non devi avere paura Anna, ci
sono io" le disse come se fosse la cosa più semplice del mondo.
In effetti era una cosa molto
semplice, ma a lei la sua presenza era bastata, era bastato il suo abbraccio
per vincere ogni paura.
…Dormire
al buio senza più paure
Mentre di fuori inizia il temporale…