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Autore: Iridescent Flame    29/03/2013    1 recensioni
Dalla storia:
"Insieme non eravamo più i resti di una famiglia distrutta ma semplicemente due anime che, ripudiate da inferno e paradiso, trovavano pace solo tra loro.
Non c’erano speranze di redenzione, non ne cercavamo e non c’illudevamo. Bastavamo a noi stessi, sarebbe stato così in eterno."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adrian Blackmore, Cain Blackmore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stay Mine

 

 

La carezza della luna dava alla sua pelle pallida una sfumatura che la faceva sembrare di perla, una lucente perla liscia e fredda.
Posai il palmo sul suo viso e accarezzai il lieve rossore che gli colorava le guance. Il calore sotto le dita e quel colorito che gli addolciva i tratti era testimone che la vita di qualcuno si era spenta sotto le sue labbra.
“Avevi detto che mi avresti aspettato per cacciare, stanotte” gli sorrisi e lui rispose con una risata cristallina che fece vibrare e tendere le ombre intorno a noi.
“Ti sei fatto attendere fin troppo, preferirei occupare in altro modo il tempo insieme visto che da un po’ mi stai privando della tua presenza” disse e la sua voce argentina si velò di malizia, i suoi occhi di smeraldo mi osservavano con qualcosa di simile all’aspettativa.
“Eppure, Cain, quello sempre preso a rincorrere qualcosa o qualcuno sei tu” il tono era gentile e divertito, le ombre che si avvicinavano a noi due, manipolate da un potere che a volte sfuggiva, attratte dai nostri sentimenti come spettatori incantati da un’opera particolarmente avvincente, mentre i nostri respiri si fondevano.
“Da quando Sophia è costretta a restare alla Reggenza ho poco da fare, troppo poco Adrian” il sorriso che accompagnò quelle parole era un misto di dolcezza infantile e provocazione che avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi chiunque si sarebbe arrischiato a lasciarsi incantare.
Congelato nel fiore degli anni, Cain era come un perfetto bocciolo di rosa, cristallizzato e meraviglioso.
“Avresti potuto cercarmi” riposi senza  cedere alle sue provocazioni, incuriosito dalla strana calma che aveva.
“Ero curioso di scoprire quanto avresti resistito, quanto sarebbe passato prima che fossi tu a cercare me”
“Sei soddisfatto, dunque?”
Si fece pensoso ma il sorriso rimase sulle sue labbra, poi scosse la testa: “Sei qui ma non mi hai ancora baciato, non posso reputarmi soddisfatto. Mi spiace”
Risi e lui con me, la gioia sul suo viso che mi faceva sentire vivo in un senso piuttosto personale.
Il peso dei secoli si dissolveva in sua presenza, i ricordi di sofferenza e sbagli diventavano nulla se non parole vuote, e lui ne prendeva il posto. Cambiava il dolore, la tristezza e la paura… Trasformava tutto in qualcosa di più coinvolgente, di più luminoso e più invitante.
In genere viene chiamato amore ma sapevo, come lo sapeva Cain, che era qualcosa di più di quello.
Ciò che avevamo era oltre l’amore.  Insieme non eravamo più i resti di una famiglia distrutta ma semplicemente due anime che, ripudiate da inferno e paradiso, trovavano pace solo tra loro. 
Non c’erano speranze di redenzione, non ne cercavamo e non c’illudevamo. Bastavamo a noi stessi, sarebbe stato così in eterno.
Per una seconda volta Cain si liberò in una risata leggera, allegra e spensierata che gli illuminava il volto, l’espressione angelica gli si addiceva poco.
“Permettimi di mostrarti quanto tengo a prendermi un tuo bacio, Adrian” il suo sussurro fu delicato e suadente insieme, le sue mani fino a quel momento intrecciate sul petto si spostarono sul mio viso.
La mano che avevo tra i suoi capelli li strinse più forte, l’altra andò a posarsi alla base della sua schiena così da spingerlo verso di me. Lo strinsi e avvicinai il volto al suo, sorridendo poco lontano dalle sue labbra che si avvicinavano lente.
Continuavo a tenere gli occhi nei suoi, fino a che non sbuffò piano sulla mia bocca, una smorfia dolcemente contrariata: “Chiudi gli occhi e fammi reclamare il mio bacio, lasciami prendere quello che mi spetta e pure di più”.
Feci come diceva e nello stesso momento in cui le mie palpebre oscurarono la sua figura, le sue labbra furono sulle mie, dolci e prepotenti.
La sua lingua delineò più volte il profilo delle mie labbra fino a che non furono umide del suo sapore, succhiando poi il mio labbro inferiore.
Schiusi le labbra e sospirai piano, sfiorando la sua bocca impegnata sul mio labbro con la lingua.
Sentii i suoi denti che lasciavano morsi lievi sulla mia lingua intrecciandole e sciogliendole più di una volta prima di staccarsi di poco da me.
Un sorriso gli illuminava occhi e labbra, ed io sorrisi di rimando prima di ridere a voce bassa.
“Sei soddisfatto ora?”
“Non del tutto, manca ancora qualcosa” sussurrò lui, carezzandomi le labbra con la punta di un dito.
“Cosa manca?”
“Cosa sono io per te, Adrian?” domandò, tenendo incatenati gli occhi ai miei.
Tutto, pensai ma non trovai il coraggio di dirlo a parole. Essere così, espormi in quel modo forse era troppo oltre.
Non era da me.
“Adrian, dimmelo” insistette.
“Sei ciò che mi rende reale e che cancella tutto il resto, Cain. Sei la cosa più importante che mi sia rimasta, oltre queste mura antiche che urlano silenziose il loro dolore.”
Lui restò in silenzio, continuando a sorridere: “Mi sei mancato”.
Non mi fece replicare e si sporse per baciarmi di nuovo, prendendosi tutti i baci che non avevo potuto donargli in quelle notti senza di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA:
Non ho molto da dire su questa ‘cosa’ in realtà, forse perché non c’è niente di speciale. Stavo ascoltando una canzone ‘Kiss me slowly” dei Parachute e mi è venuta voglia di scrivere, ho aperto word ed è spuntata questa.
Un grazie a Francesca che non ha avuto neppure il tempo di tornare dal Belgio e mi ha fatta da beta... Ti voglio bene cara :3
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, se avete qualche suggerimento su come migliorare la scrittura o qualche consiglio sullo stile :3

  
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