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Autore: Hysterisch    29/03/2013    0 recensioni
“Non tutti gli angeli sono invisibili”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Guardian Angel'
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Ciao, Io sono Tomja ma non mi prolungherò in stupide presentazioni, mi conoscerete man mano che la storia va avanti.
 
Sono nata il 1 Settembre del 1989 a Lipsia assieme al mio gemello Bill, ma volete sapere la cosa più divertente? Mia madre credeva di aver partorito solo un figlio ed invece sono spuntata anche io, chissà perchè. Nel bene e nel male comunque, io e Bill crescemmo insieme ma non fu lo stesso per mia madre e per mio padre, divorziarono quando avevamo appena sei anni, mia madre trovò un nuovo compagno subito dopo, si chiamava Gordon Trumper ed era un musicista, assieme a lui Bill ed Io prendemmo delle lezioni di musica, io suonavo la Chitarra e il pianoforte, invece Bill amava cantare e suonare il piano, aveva una voce stupenda, per lui era suonare era una valvola di sfogo, a scuola era vittima del bullismo, venne picchiato un paio di volte ma dopo mi assicurai che non accadesse più, come? Semplice, combattevo io al posto suo, ero quella più forte tra i due e poi per lui avrei dato la mia vita, sempre e comunque. Resta il fatto che pur volendo, quei tre avevano sempre la meglio su di me.
 
"AHAHAHAHAH, FAI TANTO LA DURA E POI NON VALI NIENTE AHAHAHAH"
 
Era l'intervallo, Bill era fuori in cortile a prendere una boccata d'aria, io invece ero nei bagni con il solito gruppetto.
 
"Io v-vi ammazzo...." 
 
Ero sdraiata sul pavimento gelido, il sangue mi scorreva sul viso assieme alle lacrime ed al sudore, vedevo sfocatamente, ormai ero k.o
 
"Tranquilla, ti aiutiamo noi! AHHAHAH"
 
Stavo cercando di rialzarmi ma prima che io lo potessi fare venni buttata di nuovo per terra, affondarono allo stesso tempo i loro piedi nel mio stomaco, pensavo davvero di morire.
 
"Andiamo via, dai AHAHAHAHAH a domani rapper sfigata!"
 
Uscirono dal bagno lasciandomi da sola nel mio dolore, mi chiamavano Rapper sfigata perchè mi vestivo appunto da Rapper, mi piaceva tanto quello stile. A fatica mi rialzai dal pavimento, barcollavo, tremavo come una foglia, mi avvicinai al lavandino, rabbrividì al contatto con l'acqua fredda ma almeno mi fece svegliare, raccolsi il mio New Era che avevo perso per terra durante la lotta, lo spolverai un po' con le mani e lo rimisi in testa. L'intervallo finii, l'incubo era finito, uscii dai bagni sperando di non incontrare Bill, non poteva vedermi in quelle condizioni.
 
"Kaulitz! La prossima volta scatta la nota!" Il mio professore di matematica era uno stronzo, non mancava mai un giorno, non era mai in ritardo ed odiava i ritardatari ma odiava sopratutto me per il semplice motivo di trovarmi sempre in mezzo alle liti, sapeva per quale motivo lo facevo almeno? "Mi scusi" Senza fare storie mi sedetti al mio banco in fondo alla classe, non ero accanto a nessuno, preferivo stare sola. Appena il prof iniziò a spiegare io mi addormentai sul banco, speravo di svegliarmi l'ora seguente ed invece mi svegliai direttamente all'ultim'ora, presi di svelta la mia tracolla e scappai verso l'atrio, Bill non sarebbe mai andato via senza di me ed io ero in ritardo di dieci minuti. << Ora mi romperà immensamente il cazzo >> In effetti lo fece.
 
"Hey scusami bro, mi ero addormentata in classe" Arrivai al suo fianco correndo, sembrava essere nervoso. "Si ma cazzo, dieci minuto di ritardo, D-I-E-C-I!" Anche Bill odiava i ritardatari ma lui era il primo ad esserlo. "Scusami, davvero, come posso farmi perdonare?" Odiavo vedere Bill incazzato nei miei confronti, lui era l'unica ragione per cui vivevo, non poteva farmi il muso, mai. "Dai, ti perdono ma..." Solo questa volta, oh quante volte diceva quella frase, 'quella volta' doveva essere infinita. Ci incamminammo verso casa, andavamo a piedi, non importa se pioveva,nevicava, grandinava, ci toccava comunque andare a piedi, la nostra famiglia non poteva pagare due abbonamenti per il pullman. 
 
"Hai freddo?" Era una giornata freddissima, Bill indossava la sua solita giacchetta nera dell'Adidas, era troppo leggera, stava sicuramente morendo di freddo. "Un po' " Senza esitazioni mi levai la mia giacca e gliela misi addosso, era l'unica giacca che avevo ed era equivalente ad un cappotto, anche quella era larga ovviamente, era divertente vedere Bill con una giacca così larga. "Ti prego riprendila! Morirai di freddo" Avevo la solita t-shirt larga, stavo congelando ma feci finta di sentire caldo. "Ma no, tienila tu, io ho caldo!" Finsi un sorriso così da rendere Bill tranquillo.
 
Arrivammo a casa dopo una ventina di minuti, il cancello, come al solito, per essere aperto doveva essere calciato, credo risalisse alla prima o seconda guerra mondiale o forse no.....boh, era comunque vecchio. "Mamma! Siamo a casa!" Dopo essere entrata in casa poggiai la mia tracolla per terra vicino la porta, Bill si fiondò nella nostra cameretta per cambiarsi, io invece andai in cucina, avevo fame ma scommettevo che qualcuno doveva fare digiuno, come al solito. "Digiuno anche oggi, Mamma?" Lei non rispose. "Lo prendo come un si quindi" Non ero arrabbiata ne offesa, fare digiuno era una cosa normale nella nostra casa, salii le scale che conducevano alla cameretta, bussai alla porta visto che la porta era chiusa ma quel dolce celebroleso non rispose quindi entrai lo stesso.
 
"DIAMINE! Potevi dirlo che ti stavi rivestendo" Razza di idiota, era completamente nudo nel momento in cui aprii la porta, voltai il mio viso verso destra così da non vederlo. "Ma sei mia sorella! Che vergogna c'è?" Lui non era per niente imbarazzato dalla mia presenza, non so come facesse onestamente. "Comunque puoi voltarti, mi sono rivestito" Mi voltai lentamente, appena mi assicurai che Bill fosse rivestito mi tuffai nel nostro lettone, non era comodissimo però mi accontentavo lo stesso. "Vieni a mangiare?" Mi chiese lui mentre era sull'orlo della porta "No....non ho fame, resto su in camera a suonare un po la chitarra, magari mi viene in mente qualcosa" Feci un debole sorriso e Bill scese giù in cucina, non so cosa stava succedendo ma improvvisamente tutto ciò che era attorno a me iniziò a girare, non so cosa successe dopo perchè mi addormentai o svenni, non lo so, la mia vita era troppo pesante per una semplice tredicenne ma non tutti i mali vengono per nuocere, giusto?
 
"Tomi! Tomi, sveglia!" Riaprii lentamente i miei occhi, attorno a me c'erano mia madre, Gordon e Bill. "CHI è STATO A FARTI TUTTO QUESTO?! CHI TI HA RIDOTTA IN QUESTE CONDIZIONI TOMI?!" Bill continuava a strattonarmi mentre urlava nel mio orecchio, ero svenuta e lui non avendo sentito nessun suono provenire dalla mia camera salì sopra e notò che ero svenuta sul letto, avevano notato anche le mie ferite ed i miei lividi a quanto pare. "RISPONDI! R-rispondi ti prego...." Stava quasi per piangere ed io ODIAVO vederlo piangere, non doveva più succedere. " Sono stati i tre figli della famiglia Brouni, non è così?! " Si, avevi ragione Gordon ma non lo avrei mai detto di fronte a mio fratello. "No...no, hanno smesso di perseguitare me e Bill da tempo, è stata solo....una lite" Credo che Gordon e Bill se la bevetterò ma non fu così per mia madre "Ah si? Ed uno può farti queste ferite se è solo una lite?!" Bill stava cominciando ad agitarsi ed io stavo iniziando ad innervosirmi. "Andate fuori per favore, TUTTI!....no Bill, tu no" Lo presi per mano e lo riportai accanto al letto. "...Ti ascolto" si sedette sul fianco del letto, cominciò ad accarezzarmi la guancia destra, non mi aveva mai accarezzata, era una sensazione strana ma bellissima. "Ecco....ehm....sai per quella audizione a Berlino per il programma tv...." Non mi diede nemmeno il tempo di finire la frase che la sua negatività  rese la situazione ancor più depressa "Non abbiamo soldi Tomi, non possiamo andarci" "Ma cazzo fammi finire prima!" Controllai con lo sguardo se Mamma e Gordon erano andati via per davvero poi ripresi a parlare. "Noi andremo a Magdeburdo a fare quel casting, ho due amici li che ci possono ospitare" "Ma come-" "Non fare domande, si parte domattina all'alba, fuggiremo da questa casa, io ti porterò al sicuro, ti farò vivere la vita che meriti, però ti devi fidare di me, okey?" Lo fissai negli occhi, sapevo di essere un punto di riferimento per lui, sapevo che era una mossa azzardata scappare di casa ma se volevamo inseguire il nostro sogno dovevamo farlo. "....Okey.." Alzò timidamente lo sguardo, era impaurito, lo potevo leggere nei suoi occhi. "Fidati di me." Lo strinsi fortemente a me, poggiai la sua testa sul mio petto "Ci sono io per te, ci sarò sempre, non avere paura" Bill ricambiò l'abbraccio "Ti voglio bene" è l'unica cosa che riuscì a dire prima di scoppiare a piangere "Shhhh...è tutto okey, va tutto bene" Era un momento strano ma bello, sentivo quanto mi volesse bene, lo sentivo dal suo abbraccio.
 
La notte arrivò, mamma e Gordon andarono finalmente a dormire. "Hey Bill, prepara i borsoni e prepara anche il mio se ci riesci, io vado a procurarmi i fondi" Lui annuì ma prima che io mi lanciassi dalla finestra mi fermò "Non fare niente di male ti prego, lo sai che ho bisogno di te" << Anche io ho bisogno di te. >> Gli sorrisi e scesi dalla finestra, scavalcai il cancello e corsi a tutta velocità verso casa di Andreas, lui era il mio migliore amico e speravo con tutto il cuore che quella sera non facesse lo stronzo. Arrivai sotto casa di Andreas, stavo per suonare il campanello ma poi mi ricordai che era notte fonda "Ah cazzo,è vero" Iniziai a lanciare dei sassolini verso la finestra di Andreas sperando che sentisse. "Andreas! Cazzo, svegliati!" Dopo svariati tentativi la finestra si aprì e vidi la sua testa sbucare al di fuori. "Tomi? Cosa cerchi a quest'ora?" "Devi accompagnarmi al capannone abbandonato dei Brouni, tu sei l'unico a saperne la via" Lo sapevo, era una cosa azzardata andare rubare dei soldi ai Brouni, quelli già desideravano vedere me e mio fratello morti, mi picchiavano e figuriamoci cosa avrebbero fatto se rubavo loro dei soldi. "Hai per caso bevuto il tuo cervello?" Forse. "Davvero Andreas, quei soldi mi servono, giuro che mi prendo qualsiasi responsabilità nel caso qualcosa vada storto" Lo sapevo che comunque in futuro mi avrebbero comunque scoperta, ma non importava. "E per quale motivo ti servono quei soldi?" "Devo portare Bill a delle audizioni a Magdeburgo poi magari restiamo li....ma non a lungo, credo." Lui esitò alcuni minuti, diedi un'occhiata furtiva al mio orologio analogico, erano le due, per le cinque dovevamo essere già in viaggio. "Ti prego Andrè" "Okey, d'accordo, però non prendere troppi soldi" Andreas uscì di nascosto, mi diede un casco ma prima di metterci in cammino verso il capannone lui portò a piedi con se il suo scooter. "Non credo che da qui possano sentire il rumore del motore, sei pronta?" Cazzo se lo ero. "Sempre" Montammo sullo scooter e sfrecciammo via alla massima velocità , dovevamo fare in fretta. 
 
Dopo dieci minuti Andreas fermò lo scooter in una foresta. "Siamo arrivati?" Andreas annuì, All'inizio non vedevo nessun capannone poi riuscii a notarlo, era veramente ben nascosto tra gli alberi. "Tu prendi quello che ti serve, io faccio da palo, fai in fretta Tomi!" Corsi verso il capannone guardandomi sempre attorno, non c'erano delle trappole e tutto sembrava troppo strano, arrivai di fronte al capannone, spostai a fatica la grandissima porta fatta di ferro inossidabile, entrai nel capannone e dentro c'erano dei borsoni stracolmi di banconote, era un paradiso, ma non dovevo perdere tempo in cose inutili, presi quattro o cinque blocchetti di banconote, non so quanti soldi erano ma so che erano parecchi, uscii dal capannone correndo a tutta forza verso lo scooter di Andreas. "Dai dai dai dai, VAI VAI!" Scappammo via da quel brutto posto, io odiavo le foreste di notte. "Volete che vi accompagno anche alla stazione dopo?" Non sapevo come faceva a saperlo ma comunque accettai l'offerta volentieri. "Ci faresti un gran favore" "Sempre a disposizione".
 
Si erano fatte le quattro, arrivammo sotto casa mia, decisi di chiamare Bill senza rientrare dentro casa. "Bill! Lancia i borsoni, muoviti!" Senza esitare Bill buttò di sotto due borsoni che Andreas poggiò tra le sue gambe sopra lo scooter. "Ora scendi Bill, sbrigati" Mio fratello non aveva mai fatto cose del genere, ci mise un po' di tempo per scendere dalla finestra e saltare il cancello resta il fatto che lo fece, prima di mettermi di nuovo in sella lasciai dei soldi nella casella postale per Gordon e mia Madre, non ero tanto bastarda alla fine. "Ci vediamo" Sussurrai guardando casa, salì in sella dietro Bill ed Andreas partì facendo attenzione a non perdere i borsoni per strada ed a non farci cadere. Arrivammo alla stazione, Andreas era l'unico maggiorenne tra di noi quindi fu costretto a fare i biglietti al posto nostro. "Grazie Andrè, tieni" gli misi in tasca delle banconote come ringraziamento. "Prendilo come risarcimento per la benzina, okay?" Lui mi sorrise e mi abbracciò "Ci rivediamo" mi sussurrò dopo di che abbracciò anche Bill. Ci rivediamo ragazzi, buona fortuna Bill" A nessuno piacevano gli addii quindi ci salutammo con il gesto della mano, ero sicura che ci saremmo rivisti un giorno.
 
Il treno arrivò dopo un'oretta quasi, Bill era indeciso se salirci o no ed alla fine fui costretta a tirarlo su in carrozza con me. "Questa è la tua occasione Bill, devi crederci, non devi preoccuparti di lasciare casa, se le cose vanno male possiamo sempre ritornarci, no?" Lo abbracciai ed entrammo nella cabina che ci fu assegnata, non c'era nessuno, meglio così. Bill si addormentò dopo una ventina di minuti, io invece ero ancora sveglia ma ero stanca morta, guardavo al di fuori del finestrino, sapete com'è, non ero mai stata al di fuori di Lipsia, per me e per Bill era una nuova esperienza ma non avevo molta paura di lasciare casa perchè sapevo che potevo contare su Bill, e lui sapeva di avere me, non c'era niente di cui avere paura.
   
 
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