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Autore: danhausers    29/03/2013    7 recensioni
Esaminai di nuovo i quattro volti. Niall, il biondino dall’aria simpatica. Liam dagli occhi color cioccolato e il sorriso sempre stampato sulle labbra. Zayn con la sua pelle color cappuccino e il suo sguardo irresistibile. E Louis, con quegli occhi azzurri che farebbero innamorare chiunque. Frequentavo sempre lo stesso gruppetto. Matt, Alan, Bruno e Josh. Insieme a Guido avevano una piccola band, suonavano in un locale della città, ogni sera. Ma Harry, non sopportava Guido. Ogni volta si giustificava dicendo che mi avrebbe fatta soffrire. E pure, stavamo insieme da più di un anno.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le sue labbra si posarono sulle mie. Erano calde, al contrario delle mie, ormai fredde e secche. Restò fermo poi, come se mi stesse chiedendo il permesso. Dentro la mia testa era in corso una guerra, una parte voleva che baciassi Niall, l’altra voleva me ne andassi.
Per qualche strana ragione lo baciai. Avevo voglia di baciarlo. Volevo baciare Niall.
La sua lingua iniziò ad esplorare la mia bocca, io ero sempre più partecipe. Avevo le mani sulle sue guance come per impedirgli di muoversi.
Solo poco dopo mi accorsi di quello che stavo facendo, e di quello che avevo fatto.
Mi staccai, con gli occhi lucidi. Con le poche forze che avevo riuscii ad alzarmi e con le stampelle, tornai dentro, senza guardarlo.
Cercavo di non pensare, cercavo di oscurare tutto ma era impossibile. I sensi di colpa mi stavano assalendo. Presi l’ascensore e schiacciai il pulsante per arrivare al secondo piano. Saltellai velocemente su un piede cercando di arrivare in fondo al corridoio, dove c’era la mia stanza. Frugai nelle tasche ma non trovai la chiave. Scoppiai in una crisi di pianto e mi accasciai a terra piangendo. Ero sbagliata. Meritavo di rimanere sola. Avevo illuso tutti. Per sino mio fratello non voleva rivolgermi la parola.
«Kristen!»
Alzai la testa e vidi Niall corrermi contro.
Strinsi i denti e chiusi gli occhi. Avrei voluto pregarlo di lasciarmi sola ma non avevo più forze.
Si sedette accanto a me. Sentivo il suo respiro pesante e affannato. Guardava avanti a sè, con un mezzo sorrisetto stampato sul viso.
Lui non capiva. Non capiva il disastro che aveva creato. Non capiva la confusione alla quale mi aveva condannata. Ai sensi di colpa, ai rimorsi.
«E’ stato fantastico», mormorò.
Increspai la fronte e lo guardai, un misto tra rabbia e delusione. «Fantastico? Ti rendi conto di cos’hai combinato?» avrei voluto dirlo in tono minaccioso invece che da bambina che si è appena persa in una piazza affollata.
«Oh scusa», sembrò pentirsi un attimo e tornai a nascondere lo sguardo.
Stesi la gamba con il piede fasciato e sospirai.
«Scusa Kristen ma dovevo baciare la ragazza che amo e giuro che lo rifarei un milione di volte, anche ora…»
Appoggio una mano a terra e riavvicinò il suo volto al mio.
«No», implorai. «Ti prego»
«Louis non lo deve venire a sapere», si alzò.
Sentii lo stomaco reagire con una fitta. Non ce l’avrei fatta a tenerglielo nascosto. Mi morsi un labbro poi afferrai la sua mano pronta per aiutare ad alzarmi.
La cosa migliore da fare?
Non ne avevo idea.
La cosa peggiore?
Nemmeno.
Chi amavo?
Louis, di questo ne ero certa.
E perché non avevo respinto Niall?
Questo non riuscivo a capirlo.
Ma c’era un abisso tra loro. Beh con Louis era tutto totalmente diverso. Non riuscivo a stare senza di lui. Anche in quel momento, lo stare sola, senza le sue braccia pronte a stringermi, senza lui che mi rassicura, senza i suoi baci sulla fronte.
Non avevo idea di dove fossero tutti in quel momento, nemmeno di dove fosse Faith. Afferrai il telefono, almeno quello lo avevo, dalla tasca dei jeans e composi velocemente il numero di Louis.
Tornai seduta contro la parete e portai il telefono all’orecchio. Dopo tre squilli rispose.
«Oh Kristen amore dimmi», lo sentii ridere tra le parole.
«Niente, volevo solo chiederti dove sei», mi resi conto di quanto fosse flebile la mia voce e tossii.
«Sono appena tornato! Sono andato in città con Zayn e mi dispiace, ho io la tua chiave, anzi ho anche la copia»
Sorrisi e sospirai. «Già, grazie genio»
«Un minuto e sono da te», e riattaccò.
Asciugai il viso con le lacrime della maglia e aggiustai i capelli. Mi trascinai fino alle scale e mi appoggiai alla ringhiera per rialzarmi. Odiavo quello stupido piede fasciato che mi impediva di fare tutto regolarmente.
L’ascensore si aprì e mi venne in contro stampandomi un bacio sulle labbra. Non credo avrei retto se fosse andato oltre. In quel momento era tutto così sensibile. Mi sentivo il mostro. Forse lo ero.
Entrammo dentro e mi sedetti, mentre lui si tolse il giubbino e mi mostrò una piccola scatolina decorata con un nastro rosa.
Deglutii silenziosamente.
«Che cos’è?» chiese entusiasta.
«Ho fatto shopping», e scoppiò a ridere. «No ho comprato qualcosa per il mio cerotto vivente»
Feci una smorfia per come mi aveva chiamata e rise.
Me lo porse e delicatamente lo aprii. Alzai gli occhi e lo guardai. «Stai scherzando spero, dei calzini con la faccia di un orso?»
«Sono pelosi! Ti terranno caldo il piede, non è colpa mia se sei un cerotto vivente», enfatizzò le ultime due parole.
«Smettila di chiamarmi così!» strillai mentre mi calzava quei calzini ridicoli.
«Nervosa oggi», alzò un sopracciglio e si stese accanto a me. «Successo qualcosa?»
Non arrossire, non arrossire, non arrosire.
«No perché?»
Alzò le spalle e iniziò a canticchiare. Forse non si era accorto di nulla, ma io non ero molto convincente. Facevo casini poi speravo nel meglio.
«Tu invece? E’ successo qualcosa?» gli chiesi.
«Sono solo felice di stare di nuovo con te», ammise prendendomi la mano.
Rabbrividii.
«Eddai», rise. «Ti faccio ancora questo effetto? Reagivi così i primi i giorni, quando dovevo proteggerti da Guido uuuh»
Gli tirai un cuscino e mi infilai cautamente sotto le coperte. «Ho sempre reagito così e penso che lo farò per sempre», borbottai.
«Potrebbe piacermi, mi ispira dolcezza, visto che non lo sei quasi mai»
«Io sono dolce, coglione. Ops», mi tappai la bocca con le mani e avvampai all’istante.
Rise e iniziò ad accarezzarmi i capelli. Appoggiai la testa sul suo petto. Riuscivo a sentire il suo cuore. La sua mano si allacciò dolcemente sul mio fianco.
«Devo parlarti di una cosa seria ora però», sussurrò con un tono di voce completamente diverso.
Non lo interruppi. Spostai lo sguardo verso la vetrata ben visibile dato che avevo lasciato le tende aperte. Era già calata la notte. Benché non fosse piena, la luna era bellissima.
«Tra due giorni tutto questo finirà»
«Cos’intendi con tutto questo?» lo fermai prima che continuasse la frase.
«Non entrare nel panico, tranquilla, intendo la vacanza.
Beh ecco, volevo chiederti cos’hai intenzione di fare»
«Io in realtà non ci ho pensato, ma penso che tu sappia già la risposta»
La sua risata risuonò nel mio orecchio. «Voglio che sia tu a dirmelo»
Sbruffai. «Devi rendermi sempre le cose difficili… io voglio rimanere con te»
Mi strinse a sé e inspirai il suo profumo.
«Per me è lo stesso», mi sussurrò.






 

COWABONGA SONO QUIIIIIII
DAI LO SO CHE MI AMATE FOREVEEEEEEER
SCUSATE IL RITARDO MA E' UN PERIODACCIOOOOOOOO
SAPPIATE CHE NON MI SONO DIMENTICATA DI VOOOOOOOOI
SPERO DI AVER RIMEDIATO ALMENO UN PO' CON QUESTO CAPITOLOOOOO
DOLCE PIU' O MENOOOOOOOO
okay basta parlare così. 
davvero, spero vi piaccia, lo scritto con tutto il mio corazon che batte per le mie krouis shippers
(PERCHE' VOI SIETE KROUIS SHIPPERS, EH?)
SHAMALAYA TORNO PRESTOOOOOOOOOOO

   
 
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