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Autore: AlexEinfall    29/03/2013    2 recensioni
Il padre gli dice sempre che i cacciatori non piangono e che la tristezza è per le vittime. Dean non è triste, non deve esserlo, quindi può piangere.
[Questa storia partecipa al "Contest dei permessi e dei divieti" indetto da M4RT1 sul forum di EFP]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Titolo: I cacciatori piangono
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, John Wincester, Bobby Singer.
Generi: Generale
Avvertimenti: Nessuno
Introduzione: Il padre gli dice sempre che i cacciatori non piangono e che la tristezza è per le vittime. Dean non è triste, non deve esserlo, quindi può piangere.

Questa storia partecipa al Contest dei permessi e dei divieti indetto sul forum di EFP da M4RT1.



I cacciatori piangono



Dean strinse i denti e si morse il labbro gonfio, aggrappandosi con le mani sottili al bordo del tavolo, mentre il padre fasciava il ginocchio con ben poca delicatezza.
"Ho fatto, puoi scendere."
Il bambino guardò preoccupato la distanza tra i suoi piedi penzolanti e il pavimento, calcolando velocemente che se fosse atterrato male con quella gamba malandata avrebbe finito per strillare.
Non voleva fare la femminuccia.
John comprese e lo afferrò sotto le ascelle, posandolo a terra in un sospiro.
"Sei magrolino, Dean."
Lui si accigliò e strinse i piccoli pugni, con lo sguardo fisso a terra.
"Dagli pace, John" sbruffò Bobby, con la testa china su un libro e un bicchiere mezzo colmo di whisky a portata della grossa mano. "Scommetto che alla sua età eri un fruscello."
John lo guardò con rimprovero e Dean saettò lo sguardo tra i due, portandosi una mano alla bocca per coprire una grossa risata.
L'uomo si sedette malamente sulla sedia, di fronte all'amico.
"Non vuol dire nulla."
Bobby alzò lo sguardo dal libro e lo fissò truce, mormorando appena percettibilmente: "Già, infatti, perché alla sua età tu non eri un cacciatore."
"Basta, Bobby. Non voglio discutere dei miei figli con te."
Il cacciatore tornò al suo libro, sibilando a denti stretti un "idiota" che giunse appena alle orecchie di Dean.
Non comprendeva bene perché ogni volta che si parlava di lui e Sammy, il padre e lo zio finissero per litigare. Ma preferiva che non succedesse, perché si sentiva teso e doveva cercare di mettere pace.
La tristezza è per le vittime.
Raggiunse il padre per attirare il suo sguardo, perché ogni volta gli veniva da dire "papà", ma non sembrava che gli facesse piacere.
"Do da mangiare a Sammy?" chiese in un grosso sorriso.
John annuì e distese stancamente le labbra, perché proprio in quel momento il figlio minore si stava agitando nel piccolo box di fortuna allestito da Bobby.
"Mi raccomando, con delicatezza."
Dean annuì e si diresse alla cucina, dove la pappa del fratello era già pronta nella scatola di latta.
Alzò il naso e storse la bocca, consapevole che il tavolo fosse troppo in alto per raggiungerlo. Si voltò a cercare lo sguardo dei due cacciatori, del tutto incuranti delle sue difficoltà.
Per nulla al mondo avrebbe chiesto aiuto ai grandi. Invece, cercò con gli occhi un appiglio e trovò uno sgabello accessibile. Lo trascinò attento a non far rumore e si aggrappò al legno come poteva.
Ce l'aveva quasi fatta quando sbadatamente battè il ginocchio contro un angolo del tavolo. Le lacrime salirono spontanee al volto, mentre fissava la macchia di sangue allargarsi nella benda bianca. Appollaiato sullo sgabello, si tenne la gamba finché il dolore non scemò un poco, anche se continuava a bruciare. Si morse tanto il labbro da farlo sanguinare.
Strusciò i palmi sugli occhi e poco a poco le scarse lacrime si asciugarono.
I cacciatori non piangono.
Ignorando il dolore, aprì la scatoletta e mise nella ciotola colorata la brodaglia appiccicosa.
Scese e tornò in salotto, dove il padre e lo zio erano ancora chini sui libri e bevevano whisky come fosse l'ora del tea.
Si affacciò al box, salendo su un micchio di libri messi lì per lui. In quell'atto il ginocchio cedette e lui si sbilanciò. Riuscì a tenersi in equilibrio sul bordo gommoso, trattenendo la coppetta. Ma quando aprì gli occhi si accorse che la brodaglia verde aveva ricoperto i capelli biondicci del fratellino che, con gli occhioni rivolti a lui, rideva a singhiozzi divertiti.
Dean sentì ogni freno allentarsi e scoppiò in una fragorosa risata, nella quale tutte le lacrime trattenute trovarono modo di uscire e inondargli le guance.
Si può piangere se non si è tristi.
"Ma che-?" sbottò John alzandosi così in fretta da far cadere la sedia, seguito a ruota da Bobby. I due cacciatori raggiunsero il box e fissarono l'intera scena.
Dean si bloccò e si voltò lentamente, con il fiato in gola e le guance umide, verso il padre che sgranava gli occhi.
Dopo un breve silenzio, la bocca del rude cacciatore si distese in un sorriso.
Bobby gli diede una pacca sualla spalla e ridacchiando pose l'altra tra i capelli arruffati di Dean, che non riusciva proprio a frenare le lacrime e il sorriso.
"I tuoi figli sono bellissimi quando fanno i bambini."






  
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