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Autore: boobearandhiscurly    29/03/2013    2 recensioni
Ci sono inferni personali che quasi ci possono fare sentire protetti, al sicuro, inferni che sono allo stesso tempo la nostra più grande tragedia e fonte di vita. Ed Harry questo lo sapeva bene, ogni volta che cercava di togliersi quegli occhi folgoranti di dosso e non ci riusciva, ogni singolo mattino della sua vita quando quegli occhi erano la ragione per cui inforcava quelle sue Converse forse da buttare via e si incamminava con lo zaino in spalla, pronto per l'ennesima tortura. E lui se lo chiedeva proprio perchè tutto questo fosse toccato proprio a lui.
Ma si sà, il destino a volte sceglie vie piuttosto improbabili...e questo l'avrebbe capito anche lui, con il tempo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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*questa ff è stata pensata con questa (http://www.youtube.com/watch?v=V55LRVfPMKU) come sottofondo.



Ci sono inferni personali che quasi ci possono fare sentire protetti, al sicuro, inferni che sono allo stesso tempo la nostra più grande tragedia e fonte di vita. Ed Harry questo lo sapeva bene, ogni volta che cercava di togliersi quegli occhi folgoranti di dosso e non ci riusciva, ogni singolo mattino della sua vita quando quegli occhi erano la ragione per cui inforcava quelle sue Converse forse da buttare via e si incamminava con lo zaino in spalla, pronto per l'ennesima tortura. E lui se lo chiedeva proprio perchè tutto questo fosse toccato proprio a lui.
Ma si sà, il destino a volte sceglie vie piuttosto improbabili...e questo l'avrebbe capito anche lui, con il tempo.
 
L'aria gelida di quella mattina invernale sembrava essergli entrata perfino dentro alle ossa, pensò Harry all'ennesima folata. C'era odore di neve, e chissà che per una volta l'uomo delle previsioni del tempo non ci avesse azzeccato. Per quanto amasse la neve, però, si ritrovò a sperare con tutto se stesso che il cielo non decidesse di esplodere all'improvviso proprio quel giorno in cui lui aveva sbadatamente e per la troppa fretta dimenticato sciarpa e guanti. Non che fosse in ritardo, s'intenda: Harry "la femminuccia" Styles, come l'avevano soprannominato i suoi 'aguzzini', non poteva essere mai umanamente in ritardo; solo ogni mattina cercava di prepararsi il più alla svelta possibile per non dover essere costretto ad incontrare il suo patrigno, oramai divenuto suo tutore dopo la morte di sua madre Anne e della sua unica sorella, Gemma.
E doverlo vedere ubriaco alle 7 di mattina era troppo anche per lui, che oramai a cose del genere era sin troppo abituato.
 
Giunto ai cancelli della scuola svoltò verso destra per poi proseguire fino ad una delle tante panchine disseminate per tutta l'area ricreativa della scuola. Era una specie di rituale il suo, svegliarsi presto, arrivare a scuola prima di tutti, sedersi su quella che oramai era la sua panchina e stare lì per tutto il tempo che gli veniva concesso prima che il giardino cominciasse ad essere gremito di studenti, prima che a fare il loro ingresso fossero loro.
Al solo pensiero di rivederli un brivido di terrore avrebbe dovuto attraversare la schiena del ragazzo, portandolo a guardarsi intorno. Ma oramai la fase della paura era passata, lasciando spazio solo ad un'amara rassegnazione, la stessa che, nei suoi giorni più buii, lo portava a fare strani pensieri su come tutto sarebbe stato più semplice se lui l'avesse fatta finita lì, su due piedi, senza lasciare neanche un biglietto. Tanto non ci sarebbe stato nessun caro a cui indirizzarlo, nessuno l'avrebbe mai ricordato. Nessuno. Perchè Harry Styles non aveva davvero nessuno a cui aggrapparsi, se non un mucchio di fotografie sgualcite di quella che una volta era stata la sua famiglia, felice. Ma in certo senso gli andava bene così, le persone non si dovrebbero mai affezionare ad una granata, pensava. E lui lo era.
 
Ed eccoli varcare i cancelli di scuola con una puntualità quasi impressionante: Liam Payne, con quel suo sguardo da cucciolo che sembrava mascherare alla perfezione la crudeltà celata nei suoi occhi; Niall Horan, che ogni giorno vedeva più figa di un ginecologo; Zayn Malik, forse il più innoquo del gruppo se preso in disparte, ma che diventava al pari dei suoi fedeli compagni, una volta insieme a loro; ed infine c'era Lui, con quegli occhi freddi come il ghiaccio, quegli stessi occhi che quando si posavano con scherno su Harry lanciavano sulla sua pelle come migliaia e migliaia di piccoli dardi infuocati. Lui dalle labbra sottili sempre incurvate in un sorriso malizioso ed ostile, mai accogliente e caldo. Lui dall'ego ingombrante, almeno all'apparenza, e il nome sempre sulla bocca di tutti.
 
Louis Tomlinson, il più peggiore e dolce tra i suoi mali.
 
Distolse lo sguardo appena vide che quegli occhi erano puntati sui suoi. Lo aveva sfidato, guardandolo, e sapeva bene cosa spettava a tutti quelli che sfidavano Louis Tomlinson...e, ancora meglio, sapeva cosa sarebbe spettato proprio a lui, preda preferita dei suoi giochetti sadici ed umilianti. E appunto perchè sapeva che, in un certo senso, se l'era andata a cercare, non si soprese più di tanto quando sentì qualcosa di duro scontrarsi contro la sua guancia fredda. Un calore per niente piacevole cominciò ad espandersi dal punto colpito per tutta la parte sinistra della sua faccia, ed un dolore insopportabile cominciò a prendere piede su tutta la zona, ora di un colore rosso acceso. Non ebbe neanche il tempo di passarsi una mano sulla guancia, nel vano tentativo di placare in qualche modo il dolore, che due mani lo afferrarono saldamente per la bocca del maglione e lo fecero alzare, prendendo a spintonarlo con forza fino a che la schiena del ragazzo non si trovo costretta contro la vetrata della serra della scuola. Ed Harry, in tutto questo, non aveva mosso un dito, tenendo il suo sguardo inchiodato sull'erba sotto i suoi piedi. Non aveva certo bisogno di alzare lo sguardo per capire chi fosse.
 
Louis, perchè mi fai questo?
 
"Entra, alla svelta. Ho solo 10 minuti per ammazzarti di botte" disse il moro ad alta voce, scatenando occhiate divertite da parte dei suoi amici, che erano poco distanti da lì, mentre faceva saettare i suoi occhi di quell'azzurro impenetrabile sul ragazzo riccio di fronte a lui.
Con mosse lente e stanche, Harry tastò dietro di sè alla ricerca della maniglia attraverso la quale avrebbero potuto accedere alla serra e, una volta trovata, ci avvolse la mano facendo una leggera pressione per farla aprire. Una volta aperta, senza guardare nemmeno per un secondo quegli occhi che lo stavano trapassando da parte a parte, si introdusse a passo pesante dentro. Non sentì la porta chiudersi se non dopo una serie quasi infinita di secondi.
 
Delle mani calde lo costrinsero a girarsi e lo spinsero contro uno dei pilastri che sorreggevano l'intera baracca. Un corpo caldo entrò a contatto con quello di Harry, tremante,come ogni volta.
Il viso di Louis si cominciò a fare strada tra i pensieri di Harry quando se lo ritrovò, come ogni volta, a pochi centimetri dal proprio. E per quanto fosse tutto così sbagliato, non resistette quando le labbra bollenti di Louis si posarono sulle sue.
Come ogni volta Harry era così impotente e...così innamorato.
 Inconsciamente, Harry portò le sue mani tra i capelli arrufati dell'altro e cominciò a stringerli tra le sue dita affusolante: quello era il suo modo di fargli del male, di equiparare tutto quello che gli faceva passare, davanti agli altri. Ma anche Louis sapeva che non era giusto quello a cui lo sottoponeva ogni giorno, e si sarebbe presto a calci da solo se solo ne avesse avuto la possibilità ed il coraggio. Ed allora, mentre lo baciava con dolcezza e mentre, con il pollice, toglieva tutte le lacrime che rigavano il viso di Harry, ogni volta si fermava e ad un soffio dalle sue labbra gli chiedeva scusa, perchè poteva leggere nei suoi occhi smeraldo tutto il male che gli faceva.
 
Ma poi tutto finiva nel giro di pochi minuti e Louis tornava ad avere quella sua maschera impenetrabile. E anche quel giorno successe: con riluttanza Louis si staccò dalle labbra carnose ed umide del suo amante e, dopo aver sussurrato un ultimo "scusa", chiuse il pugno destro e sferrò un colpo nello stomaco del riccio, che si accasciò a terra con le lacrime agli occhi.
Louis non poteva andarsene da quella serra, ogni giorno, senza lasciargli almeno un livido: gli altri se ne sarebbero accorti e avrebbero cominciato a chiedersi cosa facessero quei due quando erano soli. E loro non potevano venire scoperti. Chissà cosa avrebbe fatto il patrigno di Harry o i genitori di Louis se avessero scoperto cosa fossero i due ragazzi.
Questo era il patto, e ad Harry andava bene fintantochè aveva Louis. Perchè avere lui, con i suoi baci, le sue carezze, le sue voci cretine, i suoi sorrisi e i suoi occhi era anche più di ciò che il riccio avrebbe potuto desiderare.
 
 
Erano passati parecchi minuti da quando Louis aveva lasciato la serra, la loro serra, per fare ritorno dai suoi amici e lui era ancora lì sdraiato, che come ogni giorno sperava che da un momento all'altro irrompesse di nuovo il suo Louis e lo salvasse dall'inferno che si erano creati.
 
"It's like screaming, and no one can hear. You almost feel ashamed that someone could be that important that without them you feel like nothing. No one will ever understand how much it hurts. You feel hopless, like nothing can save you. And when it's over, and it's gone, you almost wish that you could have all that bad stuff back so that you could have the good. "
 
Ma Louis non sarebbe tornato indietro, almeno non ora.
                                                                                                                                                   
 
                                                                                                                                                       *           *           *             
 
Harry si lanciò pesantemente sul suo letto e si ritrovò, come ogni giorno, a pensare a quei suoi occhi azzurri come il cielo primaverile, a quanto chiunque -persino i suoi migliori amici- non sapessero di quanto amore fosse capace.
Perchè la verità su Louis Tomlinson era completamente un'altra , ma questo ovviamente nessuno lo sapeva. La verità era che ogni sera, dopo che il patrigno di Harry se ne era uscito per farsi la sua solita sbornia in giro per qualche bar, Louis si infilava dalla finestra e restava con Harry fino alle prime luci dell'alba. E lo baciava così dolcemente, così intensamente, che il riccio a stento si reggeva in piedi. E finivano a fare l'amore sul suo letto, e Louis era così delicato. E facendo l'amore con lui, faceva l'amore con tutti i lividi, i pugni, ed il dolore che gli procurava... ed i suoi baci potevano curare ogni cosa.
E poi passavano il resto della notte abbracciati, a parlare di quanto volessero scappare, a piangere, asciugandosi reciprovamente le guancie.
Ma alla fine, come sempre, tutto finiva quando il sole cominciava a sorgere. E ogni volta Louis non ne voleva sapere di andarsene, voleva fosse quello il giorno in cui tutti i loro piani diventavano realtà,  ma Harry lo convinceva baciandolo ovunque potesse farlo.
Quante volte si erano giurati amore eterno su quel davanzale, suggellando questa intima promessa con il più dolce dei baci.
 
toc toc toc
 
Tre colpi secchi alla finestra preannunciarono l'arrivo di Louis.  Il riccio si alzò dal letto e corse ad aprire la finestra. Al contrario di tutte le altre sere, però, Louis non si era arrampicato sull'albero. Era sotto la finestra. Vide nell'oscurità le sue labbra incarnarsi in un sorriso  e le sue mani alzarzi al cielo, verso di lui.
 
"Vieni via con me, sarò una persona migliore. Ti prego, ti suppico. Ti amo, Harry" la sua voce tremò un poco nel pronunciare il suo nome.
 
E quella fu la sera in cui ogni maschera venne gettata via, la sera in cui Harry raccolse le sue cose e se ne andò via assieme all'unica persona che potesse essere davvero suo riparo e casa.
 
"Vorrei che fosse oggi in un attimo già domani, per riniziare, per stravolgere tutti i miei piani, perchè sarà migliore e io sarò migliore, come un bel film che lascia tutti senza parole."
 
 



Questa è la mia prima OS pubblicata, spero vi sia piaciuta e non so, fatemi avere qualche feedback se avete gradito (o se vi ha fatto completamente schifo).
Alla prossima storia, lettrici! :)
  
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