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Autore: PotterGleeBeatles    29/03/2013    0 recensioni
Beh questa sarei io ad Hogwarts. Come si può ben capire molta gente esiste davvero e dato che è importante per me l'ho voluta aggiungere. Ma molti sono anche inventati! Mh, è molto importante per me che mi diciate cosa ne pensate. Buona Lettura ^^
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 1
La ragazza aprì gli occhi, il collo dolente e la gola secca. Fuori dalla finestra era buio e lo scompartimento era totalmente vuoto. Guardò l’orologio. Dovevano essere quasi arrivati. Con fatica prese il baule, abbassò le tendine della porta e si cambiò vestiti. Un’ imprecazione a bassa voce. Tre anni, erano passati tre anni e lei non aveva imparato a fare il nodo alla cravatta. Dopo vari tentativi venne fuori qualcosa di molto simile all’originale. Le andava benissimo. Rialzò le tendine e si mise a sedere. Da sotto il sedile tirò fuori una bottiglia e ne bevve il contenuto avidamente.
D’un tratto qualcuno aprì la porta dello scompartimento.
“Eccomi! Scusami tanto! L’ho cercato per tutto il treno fino ad ora. Ti ho lasciata da sola quasi per metà viaggio, ti sarai annoiata a morte!” Una ragazza non molto alta per la sua età, con i capelli rosso rame ed un gatto grigio dal pelo lungo tra le braccia era entrata per poi sedersi sul sedile.
“Oh, non ti preoccupare Marta, ho dormito circa fino ad ora” disse l’altra sorridendo.
“Io mi devo assolutamente cambiare. Mi prendi il baule, non ci arrivo!”
“Eccolo! Però fai veloce che comincio a vedere qualche luce, mancheranno dieci minuti!”
Marta si cambiò velocemente e il treno con un suono stridulo si fermò.
Presero i bauli e uscirono nel trambusto.
“Alice!” Una ragazza biondo platino le corse incontro abbracciandola
“Costanza! Non ti avevo visto al binario e ci sono rimasta male! Com’è andata l’estate? Hai ricevuto le mie lettere?” domandò la ragazza raggiante.
“Sì ma non sono riuscita a risponderti, devi perdonarmi! Non è che hai visto Vittoria in treno?”
“L’ho vista io!” Si intromise Marta “Era in fondo, nell’ultimo vagone!”
Dopo varie chiacchiere le ragazze si incamminarono. Solo a quel punto Alice guardò in alto e  la vide. La sua casa. Hogwarts.
Finalmente ci tornava. Dopo tre mesi di vacanze estive ci tornava.
“Non è bellissima?” disse
“Come sempre” rispose Costanza “Ma ora vieni che perdiamo le carrozze”
Le carrozze che si guidavano da sole erano lì, le tre ragazze non fecero in tempo a sedersi che ne arrivò un’altra correndo. La cravatta verde e argento spiccava nel completo nero
“Posso venire con voi?” Disse con il fiatone. “Certo che puoi salire Vitti, vieni!”
Tutte insieme sul loro carro si avvicinarono al castello fino ad arrivare ad un alto cancello, ornato di cinghiali alati. Da lì continuarono a piedi fino al grande portone della loro immensa scuola.
Alice e Marta salutarono le amiche delle altre case e si sedettero nella tavola dei grifondoro.
La prima fece in tempo a vedere la sua migliore amica che le accennava un saluto dalla tavolata dei corvonero, Irene. L’aveva vista quell’estate ma le era mancata.
Una donna con un grande cappello a punta e i capelli grigi raccolti entrò in Sala Grande con, al seguito, dei nuovi studenti. Pian piano vennero smistati e il cappello parlante fece il suo solito discorso raccomandando sempre le stesse cose. La professoressa McGranitt, preside di Hogwarts, disse le quattro parole e ogni tipo di cibo addobbò la tavola. Affamati, gli studenti iniziarono a mangiare, ridere e parlare della loro estate. Alice era in silenzio. Sorrideva. Pensava a quando le era arrivata la lettera, due anni prima. Stava leggendo quando qualcosa si era schiantato contro la sua finestra. Un gufo. Aveva una lettera in bocca e la ragazza era convinta fosse uno scherzo. Ma quando aveva preso in mano la lettera, beh... Lo aveva semplicemente capito. Ed era fuori di sé.
“Sei stata a Londra quest’estate? Alice? Ci sei?” la risvegliò qualcuno con queste parole
“Eh?” Disse lei  “Ah sì sono stata a Londra, bellissima” Rispose poi rivolgendosi ad Elena, una ragazza che aveva conosciuto a scuola.
Cercando Irene guardò nel tavolo dei corvonero dove invece incrociò lo sguardo di un ragazzo. Biondo, con gli occhi verdi  che le sorrise. Alice distolse immediatamente lo sguardo cercando di non arrossire, ma ormai era color pomodoro.
Le dispiacque che dopo la cena fu costretta ad andare in sala comune. Si sedette ad un tavolo ed accettò di giocare a scacchi magici con una ragazza del sesto anno, di nome Camilla. Marta era intenta a parlare con due del primo anno a cui stava spiegando un po’ come andavano le cose nella scuola. Scacco matto. Maledizione. Aveva perso. Ovunque posava lo sguardo vedeva solo quegli occhi verdi e quel sorriso...
Cercando di non finire in una specie di paralisi come prima chiese la rivincita e cercò di impegnarsi a fare delle mosse sensate.
Dopo un’altra sconfitta salutò tutti e si avviò verso il dormitorio dove c’erano i suoi gatti che dormivano sul letto. Infilò il pigiama, buttò i vestiti sulla sedia e di stese. Aveva voglia di pensare, riflettere ma il sonno ebbe il sopravvento.




  
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