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Autore: InuYuriLove99    30/03/2013    7 recensioni
Libertà. La libertà è la cosache Kagome più desiderà al mondo. Nata, cresciuta e pasciuta negli strati più alti della società umana si è sempre sentita in trappola. Pur avendo i suoi amici Sango e Miroku, promessi dalla nascita la solitudine l'attanaglia ongi giorno di più.
E il mistero dell'infinito la alletta come non mai. Nel suo mondo di umani a stento si parla del mondo poco vicino, quello dei Demoni. Tra questi due mondi, elevati a olimpo dagli stessi abitanti si trova un picccolo ghetto, per la gente che non è di quà nè di là.
E Kagome, portandosi dietro Sango e Miroku, curiosa nei suoi 15 anni si inoltrerà in quel piccolo ghettoo di periferia, Dove incontrerà pericoli, nuovi amici e forse, qualcuno che le cambierà la vita.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagura/Sesshoumaru, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

I Want Freedom



Il sole sorse piano quella mattina, illuminando di una luce d'orata il cancello alle porte della città Umana.
Kagome non aveva la minima voglia di alzarsi.
Appena il sole entrò dala sua finestra illuminandole il volto lei si nascose sotto le coperte.
Era di pessimo umore, come tutte le mattina del resto.
Fin dalla sua nascita, aveva vissuto dall'altra parte del cancello. Nel mondo umano, dove doveva stare.
Abitava in una graziosa casetta bianca a due piani, la sua stanza era abbastanza piccola cone un letto dalle coperte rosa appoggiato al muro, una scrivania con sopra una lampada  e un armadio a muro bianco.
Con lei abitavano suo nonno, un vecchietto arzillo e fissato con la religione; sua Mamma, una donna calma e riflessiva sempre pronta a prodigarsi per il prossimo; il suo fratellino Sota, un normale bambino di dieci anni a cui piacevano i fumetti e i videogiochi; e Buyo, il loro gatto grasso.
Sua Madre era la niponte di terzo grado dell'Imperatore King, Capo indiscusso di tutto il genere umano, e per  questo ogni mese recepivano dei soldi con cui comprare da mangiare, ecc.
Kagome mise la testa sotto le coperte e cerco di riaddormentarsi, quella mattina non aveva proprio voglia di andare a scuola.
Ma purtroppo non riuscì a riprendere sonno. Si mise seduta sul letto e si stropicciò gli occhi.
Si guardò in torno, e il suo sguardo si posò sull'orologio appoggiato alla testata del letto.
08:07
Kagome strabuzzò gli occhi e prese in mano la sveglia.
La fissò per parecchio e poi emise un urlo.
"Aaaaah! E' tardi! E' tardissimo!!!"
Si alzò e si fiondò in bagno, in meno di tre minuti si era lavata e messa la graziosa divisa verde.
Corse giù per le scale Afferrando al volo la cartella marrone posata sulla sedia dellla cucina e imboccò l'uscita sotto lo sguardo stranito di una madre in vestaglia.
"Ma Kagome...!?"
"No ma'! Non mangio faccio tardi!!!"
E dicendo questo si gettò fuori correndo a perdifiato sulla strada lastricata.
Svoltò l'angolo e si diresse verso una grande casa gialla.
Entrò dal cancelletto e mussò al campanello.
Drrrriiin!!!
Nessuna risposta.
Ribussò, ansimando per la corsa.
Drrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!!!!!!!!!!!!!
"Arrivo, arrivo!!!!"
La porta si aprì mostrando a Kagome una ragazza mora appena svegliatasi, con indosso una vestaglia verde e in volto un espressione sorpresa.
"Sango!! Ma non sei vestita! E Miroku? Faremo tardi!!!" disse Kagome preuccapitissima.
Sango e  Miroku erano i suoi migliori amici da prima che lei se ne potesse ricordare, erano amici ancora prima della divisione delle classi.
Kagome si divertiva molto a vederli insieme. erano promessi fin dalla nascita e costretti a vivere insieme.
Le loro famiglie infatti erano insieme alla sua tra le più vicine all'Imperatore e questo però le metteva in evidenti difficoltà politiche.
In realtà loro eerano tutti cugini, ma il matrimonio era stato programmato proprio per quello, per far sì che la dinastia continuasse.
Kagome non era daccordo con i matrimoni combinati ma era sicurissima che loro due sarebbero stati benissimo insieme.
Seppure entrambi continuassero a negarlo.
"Kagome..."
"Sbrigati Sango!!! Facciamo tardi!!!"
"Ma per cosa?"
"Per la scuola no?!" disse Kagome alzando sempre di più la voce.
Sango si tappo' le orecchie al suono stridule della voce dell'amica.
"Abbassa la voce gallina stridula!!!!!  E piantala di dire sciochezze!!!"
"Sciocchezze? Quali sciocchezze starei dicendo?!"
"Kagome oggi non si và a scuola! E' Festa ricordi?"
Disse Sango passandosi una mano sula fronte  e lasciandosi ricadere sulla banca sotto al portico.
"ah..." Kagome rimase pietrificata.
"E-ehm...cioè....scusami per averti svegliato." disse poi arrossendo come non mai.
"Fà nulla. Già che ci sei entra che facciamo colazione insieme. E poi come si dice! Chi doorme non piglia pesci...Anche se tu hai preso proprio un abbaglio..."
Entrambe entrarono in casa.
La casa era accogliente, in stile fine ottocento inglese.
Entrarono nel salotto.
Kagome si accomodò sul divano ricamato.
"Ti dispiace se vado un attimo a vestirmi? Sai mi sento un po' a disagio così." Chiese cordiale Sango.
"No, no fà pure con comodo e scusa ancora per la sveglia improvvisa."
Sango sorrise e si diresse s per le scale.
Pochi minuti dopo scese  un Miroku vestito e impomatato.
Sango deve averlo avvertito, pensò Kagome.
"Ciao! Sei Proprio Imbranata, come fai a dimenticarti quand'è festa!?" chiese scherzosamente Miroku.
Kagome arrossì e abbassò lo sguardo.
"Scusate se vi ho svegliato..."
"Non preoccupati! Anche se adesso è Sango quella per cui preoccuparsi."
"E perché mai?"
"Si è chiusa in bagno e si stà rifacendo daccapo,anche se lo fà tutte le mattine mi stupisco sempre."
"Bè dovrai abituarti visto che un giorno dovrete sposarvi!" Disse sorridendo Kagome anche se Miroku arrossì e mugugno un "Si, forse."
Kagome sapeva quanto lo imbarazzasse, anche se era abituatoa chiedere la mano di tutte le ragazze che incontrava quando si parlava del matrimonio tra lui e Sango diventava improvvisamente serio e imbarazza, ed era perché il matrimonio con Sango era l'unico che gli interessasse davvero.
Improvvisamente entrò una Sango molto diversa da prima.
Adesso non aveva più la faccia assonnata, ma un viso sorridente, un velo di trucco. I capelli castano scuro ben pettinati e legati da un fiocco rosso in una coda alta.
Vestiva con dei pantaloni di Jeans e un maglione a collo alto rosso.
Ai Piedi delle scarpe da ginnastica e in mano un vassoio d'argento con sopra tazzine da thè, zollette di zucchero, latte e biscottini.
Lo posò sul tavolino di fronte al divano e si sedette di fianco a Kagome.
Anche Miroku si sedette, non senza prima aver guardato a lungo Sango naturalmente.
Cominciarono a parlare del più e del meno.
"Ma i vostri parenti? Dove sono?" chiese Kagome prendendo un biscotto al cacao con sopra una ciliegia candita.
"Sono fuori, Partiti per il castello dell'Imperatore. Cose Politiche e così via." Rispose Miroku Versandosi del latte nel thè.
"Ah, quindi siete quì soli, soletti eh?" disse Kagome guardando sango e Miroku i quali arrossirono selvaggiamente.
"E-ehm Kagome? Perché non rimani quì oggi? Visto che ci sono le feste potresti anche fermarti a dormire." DIsse Sango rossa come un peperone.
"Ottima idea! Chiamo subito mia madre. Posso usare il vostor telefono vero?"
"certo."
Kagome si diresse verso il telefono nero appoggiato su un tavolino vino al caminetto.
Dopo diversi minuti tornò.
"Tutto a Posto, Posso rimanere."
"Ottimo!" Disse felice Sango.
Passarono il resto della giornata a parlare e a giocare a carte. Kagome stette bene finquando il suo sguardo si posò al di fuori della finestra.
Il sole stava tramontando e la sua luce aranzione illuminava il grande cancello al limite della città.
"Kagome-Chan! Cosa vuoi per cena?" Chiese sango mentre si dirigeva in cucina seguita a ruota da Miroku.
Kagome stava per rispondere di non avere fame quando anche l'ultimo raggio di sole scomparì dall'altra perte del cancello.
Improvvisamente delle luminarie psichedeliche si accesero nel ghetto sotto la città vicino al cancello.
Erano le luminarie della preiferia.
In periferia abitava la gente più malfamata di tutt''è due le nazioni. Lì Demoni, Umani e chissà quant'altro si mescolavano impudemente.
Kagome era semrpe stataattirata da quel luogo così Lascivo che i suoi professori pragonavano così crudamente a Sodoma e Gomorra.
Kagome rimase a fissare le luci colorate provenienti dal quel buco che illuminavano la notte più delle tranquille luci delle case della città.
"Bè Kagome-Chan?" Chiese sango tornando in salotto.
A kagome fù come se gli si fosse accesa una lampadina.
"Sango! Miroku! Ho un idea!" Disse euforica.
"Un idea? di che genere?" Chiese Miroku tornando anche lui nel salotto.
Kagome indicò le luci al di fuori della finestra
"no. No no!" Disse Sango scuotendo la testa.
"No cosa?" Chiese Miroku non capendo.
"Kagome-Chan vuole andare nel ghetto!" Disse Sango indicandola.
"Eeeeeh!?!?! Kagome ma sei impazzita?! Quello noon è posto per noi!" Disse Miroku Assumendo la stessa espressione contrariata.
"Andiamo!"
"No!"
"Forza! Siamo giovani, non lo saprà mai nessuno!"
"E' pericoloso Kagome!"
"Sarà solo un occhiata veloce! Vi prego!"
"Potremo farci male!"
"Non dite sciocchezze, non ci succederà nulla!! E so' che anche voi siete curiosi di sapere cosa c'è laggiù!"
Sango e Miroku si guardarono. Si  erano curiosi, in fondo nessuno che fosse nato nei quartieri alti era ami stato in periferia, anche perché era proibito.
Sangp sospirò.
"Okay, ma solo un occhiata veloce."
Kagome l'abbracciò. Felice di poter spezzare la solita routine.
Si miserò velocemente i cappotti e uscirono di casa.
Si avviarono verso la lunga strada illuminata dai lampioni.
E più scendevano e più il paesaggio cambiava radicalmente.
Dopo diversi minuti di cammino non c'erano più lampioni, e le graziose case e villette erano sostituite da squallidi appartamenti prieni di graffiti e fatti a pezzi.
Più che un ghetto sembrava una discarica.
Poi cominciaronoa sentire della musica e  a vedere delle luminarie.
Come se fosse stato un sogno si ritrovarono in mezzo a della gente che urlava e cantava.
Dovunque c'erano  luminarie al Neon, Alcool e fumo.
E poterono scorgere tra le insegne più di un sexy shop e un bordello.
Per strada c'erano uomini e donne di tutti i tipi e Si accorsero che non erano Solo umani.
Infatti videro esseri disgustosi, simili a rettili ed altri animali.
Forse sono demoni o più probabilmente mezzo-demoni, pensò Kagome guardandosi intorno.
Qualcuno gli si avvicinò ma loro affrettarono il passo.
"Adesso abbiamo visto! Possiamo andarcene." disse Sango stringendosi a Miroku e con voce visibilmente Disgustata e spaventata.
"Guardate lì sembra più tranquillo!" Disse Kagome indicando uno  spiazzo poco distante, quasi completamente buio.
Vi si diressero.
Quando ci arrivarono si accorserò che era una discarica.
"Uaoh!" Disse Miroku "E' proprio un casinò lì" Indicando con il pollice la piccola cittadina festosa dietro di loro.
"Che brutte facce." Disse tra sè e sè  Sango.
Kagome si guardòò intorno. L'imponente figura del cancello si stagliava quasi fino al celo.
Stavano per avviarsi quando sentirono un rumore.
"Chi c'è?" Chiese Miroku Mettendosi di fronte a Sango per proteggerla.
Sisentì una risata.
Kagome Gettò lo sguardo nel buio e vide una figura muoversi verso di loro.
"Chi abbiamo quì?" disse una voce profonda e cattiva.
Dal buio apparvero delle pesone.
Il primo ad avvicinarsi fù quello che sembrava un uomo, abbastanza affascinante ma aveva sulla fronte due corna caprine e due occhi completamente rossi. Dalla bocca uscivano lunghe zanne affilate.
Dietro di lui c'erano altri cinque curiosi personaggi.
Un piccolino, forse un bambino, con capelli rossi ed una coda beige.
Un' anziana donna alta e slanciata. Portava dei vestiti che una volta dovevano essere stati molto costosi ma che ora erano luridi e stracciati. I capelli erano lunghi e stopposi del colore della cenere. Sembravano paglia bagnata. E dal retro del vestito usciva una lunga coda simile a quella di un leone.
Una ragazza estremamente formosa e provocante, il suo abbigliamento lasciava poco all'immaginazione, dai lunghi capelli neri e delle ali da farfalla sulla schiena.
E in fondo Un ragazzo giovane, dai capelli argentati e due morbide orecchie canine, con indosso una vecchia veste rocca, dei pantaloni neri streti e una maglietta nera attillata. Li fissava senza vivo interesse e al suo fianco una ragazzina bassa e non molto carina, Lei sembrava umana in tutto e per tutto ma sul suo viso c'er aun espressione vuota.
Probabilmente era stupida, pensò Kagome.
"Bene bene. Credo proprio che questi damerini abbiano sbagliato ghetto." Disse quello che prima aveva parlato sputanto a terra.
"Ragazzi, mi sà che questa volta siamo proprio nei guai." Disse Kagome Guardando quello strano gruppo che non sembrava affatto pacifico.





SPAZIO AUTRICE

So' che ho tante cose da finire TT^TT ma il mio computer è defunto e ora uso uno di riserva mezzo scassato. Quì non posso salvare i capitoli e li devo scrivere al momento. QUindi non so' quando potro continuare gli altri, questo cercherò di aggiornarlo quanto prima.
   
 
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