Ritratto
la mia essenza,
la decenza
di esser stata in un mondo
che non mi voleva.
“Mi andava!”,
dissi guaendo disperata
sulla tua anima ingrata.
Ritratto
il mio esser donna,
la mia gogna,
il mio tormento
nel cercare un diversivo
al brutto tempo.
E quando mi sentivo in fermento
per una parola sfuggita.
Ritratto
la mia vita,
la partita
che ho giocato con
la morte
(tirando calci di punta
sul mio cuore e sulla sorte
che mi ha ritrattato così tante volte
da rendermi
incoerente,
questa notte).
E non mi vergogno per
tutte le botte
che ho preso sul petto,
semmai me ne pento.
Ritratto ciò che ho detto
e ciò che ho fatto,
ma ciò che ho scritto me lo tengo
per dispetto.
Riappendo le mie asce
al muro.
E tutto è tutto!
Chi tra noi è il Matto?
Riprendo col tempo
il mio bistrattato
andamento
distratto.
Solo con due parole assonanti
so farmi un ritratto.
[Al prossimo capitolo ringrazierò per bene chi ha recensito, purtroppo ora sono un po’ di corsa. Sappiate comunque che mi avete resa estremamente felice e vi sono grata per i commenti lasciati, sebbene le mie 'poesie' non meritino tanta benevolenza. Spero comunque che questo pezzo non vi deluda.]