Anime & Manga > Pollon
Ricorda la storia  |      
Autore: telesette    30/03/2013    5 recensioni
Pollon annuì con un lieve cenno del capo ed un sorriso.
Eros non sembrava troppo convinto delle sue parole ma, dopo che lei si avvicinò per baciargli affettuosamente la guancia, in un attimo si levò ogni dubbio. Pollon gli voleva bene sul serio, tanto quanto gliene voleva anche lui, e il bello di certi sentimenti è che non si fermano mai di fronte alle apparenze. Voler bene a qualcuno significa accettarlo così com'è, coi suoi pregi e coi suoi difetti, perché ognuno di noi occupa sempre un posto importante nel cuore dell'altro...
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eros, Pollon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa. 
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazioneDISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore... 
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era. 
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme. 
Ciao Gina!

***

 

Ti voglio bene pennuto

 

Euripide in una delle sue note tragiche narrava di una piccola creatura bionda, le cui grida strazianti e abominevoli nulla avevano di umano, che era solita aggirarsi nel bosco ai piedi del monte Olimpo a varie ore del giorno.
Probabilmente il grande poeta greco, dopo aver ascoltato quell'orribile verso mentre era appunto in cerca di ispirazione, pensava di utilizzarne il dettaglio per una delle sue tragedie immortali sul "canto della cornacchia" o "l'abominevole ninfa delle stecche". Fortunatamente per i posteri ( e per le loro orecchie, soprattutto! ) al tragediografo mancò il coraggio di riproporre una simile sofferenza al suo pubblico... e a giudicare dai frammenti rinvenuti di recente, gli storici non possono certo dargli torto.

- Sono la figlia di Apollo! Sono la figlia di Apollooo e mi chiamo Pollooon, la figlia del Dio Soool...
- Accidenti a quella dannata poppante - imprecò il Dio dell'Amore, furioso perché interrotto nel bel mezzo di un sogno.

La stonat... ( ehm! ) "l'avvenente creatura", figlia del divino Apollo, muoveva leggiadra i suoi passi elevando nell'aria i suoi miràbili gorgheggi. Gli animali erano rapiti dal suo canto ( per non dire agonizzanti e ormai prossimi ad attraversare il Regno di Ade! ) e costei continuò imperterrita finché, dall'alto del suo giaciglio sugli alberi, il nobile Eros espresse melodiosamente il suo personale apprezzamento...

- Smettila di gracchiare, poppante - urlò Eros, agitando minacciosamente il pugno sopra la testa. - Mancano ancora secoli alla televisione e alla CORRIDA, per cui piantala di tormentare le nostre orecchie!
- Ignorante pennuto, cafone e maleducato - rispose la figlia di Apollo, afferrando qualcosa di pesante da scagliare addosso al divino denigratore delle sue note. - Prendi questo!

Colpito in pieno da una sedia, neanche l'avesse scagliata Eracle in persona, il povero Eros si ritrovò a sorvolare buona parte della foresta all'indietro e senza nemmeno dover sbattere le ali. Zeus volle che, pur andando a cozzare sulla schiena del gigantesco Poseidone, il dio del Mare si dimostrò sufficientemente comprensivo con lui.

- Eros - esclamò il gigante infastidito. - Ti spiacerebbe spiegarmi che accidenti stai combinando?
- E' fuffa folfa di fuella foffanfe - gemette Eros, la sedia ancora incastrata nella bocca.
- Parla più chiaro - tuonò Poseidone. - Non capisco niente, con quella sedia in bocca!

Con molta fatica, Eros riuscì a liberarsi, malgrado un paio di incisivi rimasti attaccati al legno, e poté spiegare per sommi capi chi aveva avuto la sfrontatezza di colpirlo con quella dannata sedia.
Nel momento in cui Poseidone realizzò che la sua nipotina era nei paraggi, pronta ad emettere fiato da quelle specie di Trombe del Giudizio che natura le aveva impiantato in gola, malgrado non sapesse nuotare si rintanò velocissimo in una delle caverne subito sotto la costa.

- Ricorda: "tu non mi hai visto" - si raccomandò il dio marittimo, prima di scomparire con la testa sott'acqua.
- Quella poppante è un pericolo pubblico - osservò Eros, sbattendo le palpebre. - Ma che aspetta Zeus Onnipotente a rinchiuderla?

Deciso a dirne quattro alla piccola bisbetica stonata, Eros si sollevò in volo e seguì a ritroso la scia di note e stecche che provenivano dal cuore della foresta vicina. Qui Pollon stava dando libero sfogo a tutto il suo repertorio, come testimoniavano i corpi esausti degli animali che avevano avuto la sfortuna di ascoltarla, allorché Eros atterrò furibondo accanto a lei per costringerla a smettere.

- Falla finita subito con questa lagna oppure ti faccio smettere io - esclamò. - Sono stato chiaro, poppante ?!?

Pollon si limitò a squadrare Eros da capo a piedi e, incapace di trattenersi, scoppiò a ridere a crepapelle. Eros dapprima non comprese il motivo di questa sua ilarità ma, poiché costei non accennava a smettere, alla fine si disse spazientito e inveì furibondo perché la piantasse di prenderlo in giro.

- Insomma, si può sapere che hai da ridere?
- Come sei buffo, pennuto - rispose Pollon, continuando a ridere fino alle lacrime.

Improvvisamente Eros comprese.
Pollon aveva ragione a ridere di lui, come tutti coloro che lo vedevano del resto, e arrabbiarsi non serviva certo a risolvere le cose. Oltretutto Eros, col fisico ingrato che aveva, non poteva certo permettersi di incutere paura a nessuno. L'unica reazione che poteva suscitare anzi, pure mostrandosi in tutta la propria rabbia, era quella di fare ridere tutti dai polli alle galline.
Nessuno lo rispettava.
Nonostante fosse il dio dell'Amore, il suo aspetto era quello di un brutto nanerottolo da bistrattare e umiliare a piacimento. Così avvilente era la sua condizione che, affranto dalla sì triste realtà, sentì venir meno anche la sola forza di arrabbiarsi. Era così abbattuto che, vedendolo in quello stato, persino Pollon si sentì in colpa per avergli riso in faccia.
Non è certo una colpa essere brutti, malgrado sia comunque una condizione pesante da sopportare.
Molti non si fermano mai a riflettere sulla cosa, seppure senza malizia il più delle volte, e il massimo che gli si può rimproverare è niente di più che un'inopportuna mancanza di tatto. Tutti possono sbagliare, sia volontariamente che involontariamente, ma l'importante è prendere coscienza dei propri errori per non ripeterli. A volte per esempio, attraverso una mancanza di sensibilità che può sembrare innocua, è possibile ferire una persona molto più duramente di quanto si possa credere.
Nel caso di Eros, non era certo facile per lui convivere con quella triste condizione: sentirsi rinfacciare da tutto il mondo antico di essere sì il dio dell'Amore... ma brutto come la fame.
essendo sua amica, Pollon era consapevole di scherzare bonariamente sull'aspetto del suo amico pennuto. Il punto era che non sempre Eros poteva dirsi disposto ad accettare lo scherzo, specie quando questo andava a risvegliare in lui ricordi assai più sgradevoli e tutti legati allo stesso identico motivo: una madre dea della Bellezza che si vergognava di essere associata ad un figlio simile; i rospi e le rane dello stagno che si divertivano a creare buffe filastrocche per umiliarlo in pubblico; per non parlare poi del famoso Minotauro, grato agli dei di NON assomigliare ad uno scherzo della natura come appunto il piccolo Eros...
Questo e altro era il fardello che il dio dell'Amore portava pesantissimo sul suo cuoricino.
Fortuna che Pollon aveva imparato da tempo a capire e comprendere i suoi sentimenti.

- Non piangere, pennuto - esclamò lei sottovoce, cercando di consolarlo. - Non sarai alto, né bello né intelligente... però ti voglio bene lo stesso!
- Eh, dici sul serio?

Pollon annuì con un lieve cenno del capo ed un sorriso.
Eros non sembrava troppo convinto delle sue parole ma, dopo che lei si avvicinò per baciargli affettuosamente la guancia, in un attimo si levò ogni dubbio. Pollon gli voleva bene sul serio, tanto quanto gliene voleva anche lui, e il bello di certi sentimenti è che non si fermano mai di fronte alle apparenze. Voler bene a qualcuno significa accettarlo così com'è, coi suoi pregi e coi suoi difetti, perché ognuno di noi occupa sempre un posto importante nel cuore dell'altro.

FINE

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pollon / Vai alla pagina dell'autore: telesette