La Scogliera sul Mare
La
casa silenziosa si avvicinava sempre di più, fatta di pietre bianche che
risaltavano alla luce del sole di quella calda giornata.
Più
la ragazza si avvicinava alla casa più sentiva
l’impulso di andare via e non tornare mai più.
Il
grande portone di legno della casa si aprì lentamente
e alla porta appari una donna sulla cinquantina con il viso corrucciato ed
evidentemente troppo truccato.
“Sei
in ritardo, Lucy” disse quando la giovane fu entrata in casa.
La
donna la superò e salì le enormi scale che portavano ad un salone silenzioso.
Quando
la donna sparì sulla sommità della rampa, la giovane si concesse di sbuffare, ma
fece appena in tempo prima che la madre riapparisse con
uno sguardo feroce sulla scalinata.
Lucy
la seguì arrivando nello studio del padre al piano superiore.
La
stanza era in perenne disordine e la donna non smise di avere uno sguardo disgustato
mentre tentava di ritirare sulla scrivania le infinite cartacce sul pavimento.
“Insomma,
dov’è quella dona quando c’è ne bisogno” sbuffò “Nora, Noraaaa”
gridò
Poco
dopo si affacciò con sguardo timoroso una signora sulla sessantina con indosso
una divisa bianca e nera che rimase a guardare la padrona con occhi sgranati.
“Su
forza, rimetti a posto” le gridò.
L’anziana
si accinse a tirare su le carte che la padrona aveva bene pensato di riabbandonare
per terra.
Lucy
aveva guardato la scena con la solita noncuranza che sembrava caratterizzarla
quando entrava nella casa dei suoi genitori.
Lo
studio di suo padre era sempre in quel disordine perché come la figlia, l’uomo
adorava fare diventare matta la moglie maniaca dell’ordine e del buon gusto.
La
giovane, mentre la madre gridava addosso alla domestica, passava in rassegna le
foto tra gli scaffali, sembrava che il padre avesse conservato intatte quelle
che ritraevano loro due insieme, mentre quelle del
matrimonio dei genitori avevano tutte, le cornici rovinate e il vetro coperto
dalla polvere.
“Cosa stai facendo? Sei sempre in giro a
perdere tempo” le gridò la madre dietro dopo aver smesso di torturare
Nora.
La
giovane rassegnata si sedette alla scrivania e la madre incominciò a tirare
fuori, da una borsa un infinità di biglietti d’invito,
pezzi di stoffa, immagini di torte e non smise finché la scrivania non fu di
nuovo piena.
La
giovane era sempre più atterrita, tanto che la madre se ne accorse.
“Insomma,
cosa credevi, che organizzare un matrimonio fosse cosa
facile, qui sto facendo tutto io!!”
“Ma ti vuoi calmare!” le gridò di rimando la ragazza.
La
donna si risedette e rincominciò sempre più alterata a sciorinare infiniti nomi
di posti per la celebrazione, invitati sempre più illustri e così via per una
buona mezz’ora”
Gli
occhi di Lucy si fecero sempre più pesanti, tanto che per tenersi sveglia
incominciò a fissare le labbra della madre alla ricerca di un possibile
intervento di plastica appena fatto.
La
madre dopo un po’ se ne accorse, il labbro inferiore
della sua bocca incominciò tremare e la
giovane si riscosse dalla visione e si ritrovò nel bel mezzo di una sfuriata.
“Allora
non ti importa niente di questo matrimonio, cosa ne
sarà della reputazione della famiglia. E al tuo Chris,
e a me non ci pensi? Come portò guadare ancora la faccia di sua madre alle
partite di bridge. Dopo che la cerimonia si sarà rivelata
pessima. Sarà tutta colpa tua!!!” concluse
mettendosi in modo melodrammatico le mani sul viso; un gesto che lasciava
spazio solo al finto compianto di se stessa.
Fu
allora il turno di Lucy di alterarsi.
“A te non va mai bene niente, anche le cose
alla perfezione non ti piacciono”
Uscì
dalla stanza sbattendo al porta, scese per le scale
mentre Nora la guardava sbigottita.
Appena
fuori dalla porta della casa si fermò e corse dal
padre che sembrava essere tornato dal lavoro; lo intercettò prima che arrivasse
nel vialetto e con un sorriso si fece dare un mazzo di chiavi dall’uomo e dopo
averlo baciato sparì nel giardino, mentre l’uomo sorrideva divertito.
La
madre che intanto si era gettata all’inseguimento della giovane, giunse in
giardino proprio mentre il marito salutava qualcuno.
La
donna spostò lo sguardo e vive una moto nera che si allontanava a tutta
velocità dalla casa con alla guida un esile figura dai
lunghi capelli biondi.
La
donna guardò con occhi di fuoco il marito che sembrava sempre
più divertito.
Lucy adorava guidare quella moto; la leggera
frenata prima della curva e poi l’accelerazione costante prima della seguente.
Percorse sempre più velocemente le curve della
costa, sentiva le onde del mare infrangersi sulle scogliere sotto la strada.
Tutto ciò che importava in quel momento era il
rumore dell’aria che filtrava nel casco, e il profumo del mare, queste due cose
sembravano allontanare i problemi che tentavano d’invadere la sua mente ma essi
erano tenuti lontani e sembravano soltanto impercettibile
come se non fossero importanti.
Ormai al tramonto la ragazza vide avvicinarsi il
paesaggio che andava cercando; era rimasto uguale ai suoi ricordi di bambina.
La moto si fermò sulla riva del mare; Lucy si
tolse il casco e sentì una fresca brezza scompigliarle i capelli.
Abbandonò la moto sul lungo mare e scese in
spiaggia; tutto davanti a lei era scuro, nessuna linea di confine tra il cielo
e il mare solo un nero tutt’uno
davanti a lei.
Si svesti velocemente e sentì la finissima
sabbia sotto i piedi, corse verso il mare senza fermarsi al freddo contatto con
l’acqua.
Nuoto e galleggio per molto
tempo prima di sentire freddo in tutto il corpo, decise di uscire dalle
acque nere e si trascinò stanca verso la riva; ma qualcosa la fermò a meta tra
i suoi vestiti e il mare.
Vide una figura bianca di un giovane avvicinarsi
ai vestiti e infine porgerglieli.
La ragazza li prese titubante e il viso dell’uomo
davanti a lei sembrò emergere da vecchi ricordi, capelli scuri e scompigliati e
occhi di cui s’intravedeva l’espressione e il colore anche in quella notte di
luna piena.
“E’ tanto che non ci vediamo, Lucy” disse il
giovane con una voce venuta da lontano
La ragazza rimase perplessa e prima di riconoscere
quel volto guardò ancora gli occhi del ragazzo e infine gli si gettò al collo.
“Will, da quanto tempo” rise abbracciandolo sempre
più forte
“L..ucy..”
“Si?”
“Mi…stai….stroz…zando” mormoro Willam con un filo
di voce.
La ragazza si ritrasse dalla stretta imbarazzata vergognandosi
del proprio corpo che s’intravedeva sotto la sottile canottiera bianca;
Will si sedette sulla sabbia vicino a dove, senza
guardarlo, si stava vestendo Lucy, quando la giovane ebbe finito lo raggiunse.
“Non avrei mai pensato di ritrovarti qui” disse lei
Il giovane guardò con aria triste il mare dove si
trovava un grande scoglio.
“Per me non è così facile andarmene” disse
guardandola “Ma dimmi per quale motivo ti trovi qui, saranno dieci anni che la
tua famiglia ha lasciato la casa e dall’ora non vi ho più visti.”
“Nulla di particolare, solo per mettere qualche pensiero
a posto” disse sopra pensiero gingillando con la mano.
Quando però vide il giovane
osservare meglio la mano destra, la ritrasse alzandosi in piedi.
Corse verso la moto mentre Will tentava
di raggiungerla ma non fece in tempo, sentì soltanto la moto azionarsi.
“A domani, all’ora di
sempre” gridò ridendo prima di sparire.
Lucy attraverso il paese illuminato e arrivò
davanti al cancello di quella casa che era stata sempre nel cuore suo e di suo
padre, tanto che non fu mai venduta.
Entrò tentando di non farsi sgretolare tra le mani
il cancello arrugginito e giunse dentro la casa.
Non si vedeva altro che polvere, ogni cosa era
sommersa dall’oscurità finche aprendo le
finestre uno spiraglio di luna non entrò nella casa, delineando
i contorni vittoriani della struttura.
Salì le enormi scale che le ricordarono con nausea
la casa di sua madre; e si addentrò, orientandosi con il contatto delle pareti,
attraverso i corridoi polverosi che portavano alla camera che le era tanto
cara.
Li si addormentò cullata dal rumore del
mare che si sentiva in lontananza.
I prima raggi del sole le illuminarono
il viso e Lucy si alzò stiracchiandosi; fu un’impresa arrivare in bagno dove
immancabilmente mancava l’acqua.
Non si perse d’animo e rovistando tra i tubi sotto
il lavandino riuscì a far scendere un filo d’acqua con cui tentò l’impresa di
lavarsi.
Accortasi dell’ora tarda uscì di corsa dalla casa,
e saltò sulla moto in direzione della spiaggia.
Vide la figura che sia
avvicinava velocemente di Will e la moto si fermò rombando.
Will sorrise e il sole gli illuminò il viso del
ragazzo che, vestito di bianco, risaltava nella luce del mattino.
Lucy gli si gettò ancora al collo finendo quasi
per strozzarlo un’altra volta; tornata improvvisamente bambina correva per la
spiaggia deserta con il suo leggero vestito raccontando al ragazzo quegli
ultimi dieci anni che non avevano potuto condividere.
“Così sei sposata” se ne uscì Will.
La ragazza smise ci camminare e lo guardò.
“Come te sei accorto”
“Metti sempre gli anelli nella mano sbagliata”
disse camminando all’indietro e guardandola mentre osservava l’anello bianco.
“Veramente…non sono ancora sposata”
“Ah, No?” la guardò malizioso.
“Beh, diciamo che ci sto lavorando!!” disse Lucy
partendo di corsa per sottrarsi ad altre domande.
“Ehi, aspetta” gridò il ragazzo correndole dietro.
Passarono così parecchie mattine, ogni giorno
divertendosi su quella spiaggia senza che nessuno toccasse il lato dolente
dell’altro.
Finché una mattina dal cielo
nuvoloso Will ritornò sul discorso.
“Sono passasti dieci anni
dall’ultima volta che ti ho visto, perché sei tornata proprio adesso?”
Lucy prese della sabbia tra le mani.
“ Le persone cambiano, Will. Non sono più capace di gestire…tante cose”
“Una di queste sarebbe quell’anello”
La ragazza lo guardò con finta incredulità “Ma
quanto sei perspicace” disse scherzosa mentre che il giovane la spingeva verso
la sabbia.
“Ehi!”
“E così te ne sei andata.
Paura del focolare?”
“No…è che.. non ti sembra
assurdo affidarsi completamente ad un altro per l’eternità. Basta
guardare i miei genitori ogni momento è buono per beccarsi, soprattutto
mia madre è…”
“Quella cara dona di tua madre, con i suoi fianchi
sinuosi e i capelli lunghi…”
Questa volta finì Will con la testa nella sabbia.
“Smettila di fantasticare su di lei, dovresti
vedere com’è diventata, sembra la vecchia matrigna della
fiabe. disse sbuffando.
“E poi…c’è lui” Lucy guardò
l’anello con un diamante incastonato sopra.
“Deve valere molto quel coso” Will finì ancora
nella sabbia; si alzò ridendo e fece per allontanarsi quando gli corse incontro
un bambino che lo atterro saltandogli addosso.
“Ciao Dan, ti
dispiacerebbe levarti di dosso” chiese Will al bambino che gli si era seduto
sopra.
Il bambino si alzò ridendo ma improvvisamente
serio squadro Lucy.
“Chi è lei?” chiese puntandole il dito contro.
Lucy stava per presentarsi ma Will la precedette.
“Una mia vecchia…” Lucy lo guardò male “….amica”
Il bambino la osservò più da vicino e Lucy si
abbassò alla sua altezza arrivando a guardarlo negli occhi.
“Mi piace…” sentenziò il bambino “…questa vecchia
signora”
La ragazza lo stava per strangolare quando Will…
“Dan ma non dovevi andare a scuola” il giovane lo acchiappò
per la collottola e cose via, ma il bambino dimenandosi tornò dalla stizzita
Lucy e facendole un segno si avvicinò.
“Devi essere una persona importante se riesci a
vederlo” le sussurrò piano all’orecchio e poi corse via verso Will che da
lontano li guardava interrogatorio.
Lucy rimase per un po’ perplessa, ma decise di non
fare troppo caso alle parole di un bambino, tanto che il giorno dopo si trovava
di nuovo sulla spiaggia.
Lei e Will passeggiavano
lentamente sulla battigia finché non raggiunsero l’alta scogliera nera.
Lucy intraprese l’ardua scalata della
roccia ma si fermò quando si accorse della titubanza di Will.
“Dai forza, vieni, avrai
mica paura di salirci. L’abbiamo fatto un sacco di volte” gli gridò
“Già, che altro può succedermi, peggiori cosi. E poi con una pazza scatenata come te alla guida…”
“Cosa hai detto?” grido
lei tra il frastuono delle onde
“Niente…niente. Ora ho capito perché il tuo
fidanzato ti ha lasciato”
Lucy rise
Con gesto teatrale, arrivati sulla sommità delle scogliera, indicò il suo corpo “Non è lui che mi ha
lasciato, chi mai lascerebbe una bellezza come me”
“Allora sei stata tu?!” chiese Will sdraiandosi
sulla roccia
“Pausa di riflessione prima del fatidico, si”
“E lui che ne pensa?”
“Non l’ho sa” Will che si era disteso si alzò sui
gomiti e la guardò stupito.
“Non guardarmi così è un ragazzo forte, capirà lei
mie ragioni?” disse poco convinta.
“Ma se non le conosci
nemmeno tu? Sei venuta qua, ma non mi vuoi dire il
vero motivo, vuoi parlarmi ma alla fine non lo fai. Perché?”
la ragazza lo guardò fredda.
“E tu? Che
sei fermo in questa città da dieci anni, non pensi di avere sbagliato qualcosa;
o sono solo io a commettere errori?”
Will si sedette e avvicinò le gambe al petto.
“Non è così semplice. Quando si è oltrepassato un
certo limite non si può più tornare indietro; si
rimane come si era prima di superarlo e non si cambia più”.
Lo sguardo di Will corse verso la sommità della
scogliera e si fermo come incantato, ma fu riscosso da
Lucy.
“Lo vedi non sono solo io a non sapere cosa
voglio, sei sempre così enigmatico. Sei così da quanto
ti ho incontrato, ti ricordavo diversamente.” Gli voltò le spalle e prese a scendere.
Lucy aveva appena disceso
la roccia quando sentì Will arrivare dietro di lei; prese a camminare più velocemente ma la mano
del ragazzo afferrò la sua.
“Perché te ne sei andata?” Lucy guardò per un po’ la
sabbia prima di rispondere
”Una mattina, non mi ricordo neanche quando, mi
sono svegliata e non l’ho trovato accanto a me, sentivo ancora il calore del
suo corpo sul cuscino, ma lui non c’era” Gli occhi chiari di Lucy si riempirono
di lacrime.
“Se n’era semplicemente
andato via. Lo cercai disperata finché non lo trovai. Mi guardò come se non
capisse perché lo avevo cercato fin li.”
Will le lasciò la mano e si avvicinò ancora di
più.
La strinse a se.
“Sei venuta qui per cercare delle risposte, ma non
le conoscerai se non dici la verità almeno a te stessa.”
“Perché te ne sei andata?
“ ripeté Will.
“E se, se ne andasse via ancora? Questa volta potrebbe non tornare….”
“Perché ti preoccupi di
questo?” Lucy lo guardò in un modo strano come se stesse ricordando.
“Anche la mamma lo ha
fatto e quando è tornata non era…”
Will le fece cenno di tacere “Però sono tornati tutti e due, loro sono vicino a te”.
Lucy sorrise e lo abbracciò, ma sentì
qualcosa di diverso nello sfiorare il corpo di Will.
“Sei freddo...Will”
Il ragazzo si scostò con uno strano sorriso, fece
qualche passo all’indietro tenendo la mano di lei
finché non furono troppo lontani, si girò e prese a camminare per la via ritta
davanti a lui.
Lucy lo chiamò ma riuscì a sentire solo alcune
parole tra il fragore del mare.
“Tu non sei come me, puoi ancora cambiare. Fare di
questa vita qualcosa; prima che tutto finisca e l’unica cosa che ti rimanga da fare sia guardare indietro” .
Lucy rimase sulla spiaggia finché la sagoma del
ragazzo non scomparì, aveva dentro di se una strana sensazione…quando sentì
qualcosa avvicinarsi a grande velocità e girandosi
vide il bambino che girava sempre in torno a Will.
Il bambino si fermò affannato “Che cosa gli hai detto? Perché se né andato via
così?”
Lucy rimase e perplessa, ma si affrettò a
consolare il piccolo posandogli una mano sulla fronte.
“E solo tornato a casa,
domani lo rivedrai, non ti preoccupare”
Il bimbo scostò arrabbiato la mano e si ritrasse.
“Non lo hai ancora capito, lui non tornerà, se ne andato via”
Gli occhi gli si riempirono di lacrime e corse via
piangendo.
Lucy visto il piccolo Dan proseguire per la via da dove spesso lo vedeva arrivare,
non si preoccupò, ma ripensò a ciò che Will le aveva detto e tornò velocemente a
casa.
Rovistò parecchio nella polvere e nelle scartoffie
prima di trovare ciò che cercava, finché da un cumulo di fogli non spuntò la
cornetta di un vecchio telefono.
Compose trepidante il numero, e sentì
squillare…una voce preoccupata le rispose.
“Pronto?”
“Sono io” rispose Lucy
“Lucy, maledizione ma dove sei finito, sono giorni
che ti cerco. Stai bene…vero?”
La ragazza si riscosse dal familiare suono della
voce.
“Si non preoccuparti,
io…”
“Ti vengo a prendere. Dove ti
trovi?”
“Non. Torno da sola. Ti ho chiamato…quella
mattina…”
“Lucy di cosa stai parlando?” chiese Chris
preoccupato.
“Quella mattina, quando ti sei alzato e mi hai
lasciato da sola. Perché l’hai fatto?”
“Lucy, ancora quella storia. Non avevo nessuna intenzione di lasciarti. Ho solo voluto avere un po’
di tempo per me. Come credo abbia fatto tu in questi giorni” disse
la voce con una punta di malizia.
Lucy sospirò “Mi prometti
che troveremo un modo di trovare tempo per noi stessi anche dopo?”
“Lo prometto, ma non credo che prima dovremo
trovare il tempo di stare insieme! Anche quello è un bel
problema!” Lucy rise e sentì la voce cristallina dell’amato ridere con lei.
“Mi prometti ancora una cosa? Il matrimonio...solo
io e te…nessun altro, non m’importa di quello che vogliono gli altri quello
sarà un giorno tutto per noi!”
“Lo sa che ci faremo dei nemici!” le rispose Chris
“Amo il pericolo” disse scherzosa.
“Lucy?”
“Mhh?”
“Ti a…”
Era tempo di ritornare.
La ragazza lo sentiva dentro di se, come quando prima
di andarsene aveva sentito che era il momento giusto
per farlo.
Ma prima doveva fare una cosa; camminando sulla
spiaggia, segui il mare finché non trovò una casa poco distante dal lungo mare,
dove Will e il bambino solevano dirigersi.
Vide il i cognomi sbiaditi degli inquilini scritti
su una targa di metallo e suonò al portone che fu aperto da una donna.
La ragazza la salutò.
“Vorrei poter incontrare Will, dove si trova in
questo momento?” chiese con un sorriso.
La donna la guardò rabbuiata.
“Signorina se è uno scherzo sappia che è di
cattivo gusto”
L’espressione di Lucy cambiò.
“Io non capisco”
La donna uscì dal portone, seguita da un bambino
che Lucy conosceva molto bene; guardò verso la scogliera distante poco più di
un miglio dalla casa e la indica con una mano; mentre con l’altra accarezza la
testa di un bambino che Lucy conosceva molto bene..
“Mio figlio, Dan, va
sempre su quella scogliera ormai è il suo divertimento preferito, anche se io
non voglio più”
“Un
mese fa si trovava vicino a quelle rocce, ma è
scivolato. Fortunatamente la c’era Willam
con lui, è risuscito a trattenerlo, salvandolo. Ma un
onda troppo alta ha colpito al scogliera e ha trascinato il ragazzo
nell’acqua.
Il
battito del cuore della ragazza rallentò un attimo e poi prese a correre più
veloce.
“Signora
io…io non capisco” disse Lucy tremante.
“E’
morto un mese fa, tra quelle onde”
Lucy
non poteva crederci, corse disperata finché arrivò
alla scogliera.
Sperando
di poterlo rivedere ancora una volta, guardò a lungo le onde infrangersi sui
grandi scogli; fissò l’alta scogliera davanti a lei, lì aveva incontrato Will la
prima volta dieci anni prima.
Ora
capiva cosa doveva fare.
Abbandonò
le antiche rocce che erano state fine e inizio di
molte cose, di molti incontri, di vite ancora da scoprire.
Andò
via per tornare dove qualcuno da tempo l’aspettava.