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Autore: Bluesun    30/03/2013    7 recensioni
Vi siete mai chiesti il motivo per cui Gajeel tiene tutti quei piercing sparsi per il corpo?
Io ho provato a dare la mia plausibile interpretazione.
Genere: Commedia, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Metallikana, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Più lo guardo e più mi credo stupido

Sto veramente per abbandonare l’unica persona che mi ha fatto sorridere almeno una volta?
L’unica persona che mi ha sciolto il cuore spezzando il resistente scudo di ferro che lo avvolgeva?

Più lo guardo e più mi credo stupido

I suoi occhietti rossi sangue quando mai li rivedrò?
Quando mai potrò ridere nuovamente insieme a lui come solo noi sappiamo fare?
Quei canini aguzzi che spesso mi mordono le scaglie e mi fanno quasi il solletico, le risentirò mai più sulla mia fredda corazza d’acciaio?

Più lo guardo e più mi credo stupido

Sì, lo sto per abbandonare. Lo sto per lasciare nuovamente solo.
Lui dorme, ignaro di cosa sto per fare, ignaro sorride nel sonno avvolto fra le braccia di morfeo.
Da ora in poi non ci sarà più la mia ala ad avvolgerlo nascondendolo dal freddo pungente dell’inverno o dal caldo afoso dell’estate.
Da ora in poi dovrà mangiare, giocare, saltare, correre e allenarsi da solo.
Non potrò più cantare con lui e anche se insieme formiamo il duo più stonato e più pazzo di tutto il regno di Fiore, devo ammettere che lo adoravo fare

Più lo guardo e più mi credo stupido

Mi chino con il muso su di lui, mentre dai miei occhi color acciaio scende una specie di bullone a forma di goccia. Uno solo. Un bullone che va a posarsi vicino al suo musetto dormiente.
I suoi capelli nero pece ricadono disordinati sul suo volto e sulla terra su cui sta dormendo. Il visetto è appoggiato sul suo piccolo braccio mentre l’altro è adagiato sopra la sua pancia che si alza e si abbassa in tempi regolari. Un’espressione dolce gli illumina il viso, una boccuccia deliziosa e semi aperta, gli occhietti rilassati e chiusi, la guancia su cui è appoggiato è deformata dal suo stesso braccio rendendolo ancora più docile di quanto è mentre l’altra è bella paffutella come al solito.

  Più lo guardo e più mi credo stupido 

Come ho fatto a crescere una creatura in questo modo?
E pensare che non meno di nove anni fa era un cucciolo d’uomo disperso nella montagna. Piangeva e si dimenava come una bestiolina. Appena mi vide mi ringhiò feroce e ogni volta che lo afferravo con la coda esso tentava di mordermi con la sua boccuccia formata da solo due canini da latte e altri piccoli dentini reputati inutili. Avrà avuto due anni, forse meno ma era già un ragazzino tutto pepe. E adesso guardalo, dorme fiero e senza timore. E’ diventato fortissimo e se la cava benissimo anche da solo.

     Più lo guardo e più mi credo stupido

Se penso che tutto questo è successo grazie a me mi viene la pelle d’oca. Sono io che ti ho addomesticato? O sei stato tu, cucciolo d’uomo?
Sospira e si volta cambiando posizione. Adesso dorme a pancia in su. Non faccio a meno di sorridere quando mi accorgo che ha iniziato pure a russare in maniera al quanto bizzarra e infantile.

Più lo guardo e più mi credo stupido

Sono le sette. Sono le 7 di mattina, del giorno 7, del mese 7 e dell’anno 777. Sapevo che ti avrei abbandonato eppure ti ho allevato lo stesso. Volevo darti una seconda possibilità di vita. Eri così piccolo che lasciarti da solo su quella montagna equivaleva a regalarti una morte più che certa. Eri ferito, eri mal nutrito ed eri stanco eppure sei ugualmente riuscito a sopravvivere. Che grande forza di volontà risiede nel tuo piccolo corpicino, che grande voglia di vivere risale dal tuo cuore, ragazzo mio.

Più lo guardo e più mi credo stupido

Ti lecco leggermente la fronte, passandoci sopra anche il mio freddo e liscio muso. Rabbrividisci appena faccio ciò ma continui a dormire lo stesso. E’ l’ora che io ti lasci camminare. E’ l’ora di lasciarti andare. Mi volto e comincio ad incamminarmi verso l’uscita della nostra grotta. Piccole gocce di ferro mi scendono dagli occhi, tutte simili a dei tondini, chi più piccoli chi più grandi. Esco alla luce del sole e mentre sollevo la testa mi accorgo di altri draghi pronti ad emigrare. Devo andarmene e ti devo abbandonare ancora una volta a te stesso.

E più ci penso e più mi credo stupido

Apro le ali e mi lancio dalla vetta in cui sono salito. Non ti rivedrò mai più, cucciolo d’uomo, ma ricorda che io sarò sempre con te in qualsiasi momento.
“Non avrei mai creduto di essere diventato così debole a causa tua, Gajeel”
E con questo breve sussurro uscito dalle mie fauci me ne volo via insieme ai miei compagni.
E più ci penso e più mi accorgo di quanto sono stupido…



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“Gajeel?” sussurra la ragazza dai morbidi capelli azzurri, appoggiata contro il petto del ragazzo moro sotto di lei mentre gli sfiora quei bulloni che sono immersi nella sua pelle. Un mugolio di domanda esce da quelle labbra fredde come il ferro. Sono entrambi distesi su un bellissimo prato verde insieme a tutta la gilda lì intorno, l’uno disteso completamente mentre l’altra distesa ma con la testa sul suo torace. Il braccio robusto del ragazzo l’avvolge posandosi delicatamente sulla sua pancia mentre le esili dita dell’azzurra vanno ad avvolgersi sul suo braccio possente.
“Perché hai tutti questi piercing?” chiede all’improvviso la ragazza voltando leggermente il collo verso il volto rilassato del ragazzo. Tutti intorno a loro si accorgono di un momento privato fra quella strana coppia “di amici” o “nakama” e ovviamente, essendo la Gilda più casinista e curiosa di tutto il regno di Fiore, si voltano per ascoltare quella bizzarra conversazione accorgendosi di un piccolo particolare che non solo li sorprende ma li commuove: lo sguardo che ha appena riaperto il Dragon Slayer di Ferro. Tutti sono abituati a quello sguardo duro, a quello sguardo privo di tristezza o nostalgia, a quello sguardo pieno di coraggio, strafottenza e ironia e vederlo tutto l’opposto è uno shock per tutti. Gli occhi rosso sangue sono rivolti al cielo, tristi e nostalgici e quasi lucidi. Stringe lievemente le palpebre e sospira. Tutti pendono dalle sue labbra e restano con i fiati sospesi per un lungo intervallo, la curiosità li erode e quello sguardo li mette in confusione. Intanto l’uomo richiude gli occhi e con voce roca e profonda, la sua solita, carica di tristezza e di nostalgia e seppur di poco anche di rabbia afferma la tanto agognata risposta:
“Li ho trovati quel giorno. Il 7, del mese 7 dell’anno 777” fa una breve pausa tanto per far capire agli altri Dragon Slayer di che giorno sta parlando, un giorno che anche loro conoscono bene.
“Uno era vicino al mio viso e gli altri erano più o meno disposti in fila e raggiungevano l’uscita. Hanno il suo odore… sono le ultime cose che mi rimangono di quel bastardo”
E detto ciò tutti si voltano verso Natsu notando che anche lui sorride guardando il cielo e stringendo in una mano un lembo di stoffa della sciarpa che porta al collo.
“Chissà dove stanno ora…” sussurra provocando anche un piccolo ruggito di fastidio dal parte del moro
“Non mi interessa”
E la vicenda finisce qui, con la bugia più grande del mondo detta dal Dragon Slayer di Ferro.
   
 
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