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Autore: _xharrysdimples    30/03/2013    5 recensioni
"Poi mi ha chiesto di dirgli se lo amavo davvero...e io sono rimasto in silenzio."
"Perchè?" chiese stavolta Liam, ancora più incredulo di quanto lo fosse stato poco prima.
"Perchè lo amo davvero."
[Larry bitches lalala
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad Anna,
che mi sopporta in web e nei messaggi da quasi due anni,
e che mi incoraggia a scrivere queste storie.
Grazie, un giorno ti abbraccerò e saprò ringraziarti come meriti.

 







Udiva le voci dei suoi quattro amici cantare, ma non le sentiva veramente.
C'era un'unica cosa che aveva in mentre di fare, e sorrise nel vedere Louis tanto impegnato a cantare la sua strofa, gli occhi chiusi, una mano a sfiorare lo stomaco.
Era così bello vedere quanto si impegnasse per rendere perfetti i suoi brevi assoli. Se solo avesse potuto, Harry avrebbe rinunciato ad ogni sua singola strofa per farla cantare a lui, per ascoltare sempre la sua voce. Con questi pensieri nella mente, si avvicinò a lui, per abbracciarlo.
Era solo a pochi centimetri da lui, quando ricordò perfettamente chi erano, dov'erano, e cosa dovevano fare.
Ritrasse il braccio già allungato verso Louis con un gesto fulmineo, sperando che nessuno se ne fosse accorto.
Ma come poteva pretendere che le fan non avessero visto?
Si alzarono urla di disappunto da coloro che avevano avuto gli occhi così pronti da vedere il suo gesto.
Ma anche se non ci fossero state le fan, quel comportamento non sarebbe sfuggito comunque. Le telecamere catturavano ogni loro singola mossa. Ma soprattutto, era lui a non poter sfuggire a tutto questo.


S'infilò le cuffiette nelle orecchie, e si lasciò cadere a peso morto sul letto, stringendo forte il suo iPod.
Quella sera aveva commesso un errore lì sul palco; era stato un'attimo di distrazione, un attimo in cui aveva scordato che non doveva avvicinarsi troppo a Louis.
Nelle sue orecchie risuonavano i versi della canzone che stava asoltando.

"For those days we felt like a mistake, those times when love's what you hate,
somehow...we keep marching on."


Harry non era sicuro di odiare l'amore, ma c'era una quantità indefinita di cose che gli faceva pensare fosse così.
La miriade di emozioni che sentiva dentro, il suo dipendere completamente da un'unica persona; l'essere costretto a nascondere tutto, e ancora tutte le lacrime che aveva versato la sera nel suo letto, quando la consapevolezza di non poter amare come avrebbe voluto lo colpiva in faccia come uno schiaffo.
Si, effettivamente l'amore gli faceva davvero schifo.

"There's so many wars we fought, there's so many things we're not,
but with what we have, I promise you that, we're marching on."


Erano molte le cose che lui e Louis non erano.
Non erano insieme, non erano una coppia, non erano liberi, non erano felici.
Harry sapeva che senza tutta la pressione che i manager mettevano loro addosso sarebbe stato tutto completamente diverso.
O quantomeno voleva crederci.
Quella sera, su quel palco, aveva quasi dimenticato che la sua intera esistenza era diventata una grande menzogna.
Ora quando i riflettori colpivano gli occhi di Harry, quelli non brillavano più come un tempo.
Quel luccichio che faceva capire quanto felice fosse, quanto la sua nuova vita lo entusiasmasse.
Ora si vedevano soltanto due voragini color verde smeraldo, completamente vuote.
Perchè aveva imparato che quando i riflettori lo colpivano, quello era il momento in cui cessava di essere il vero Harry.
Si augurava solo di non perdersi, di non dimenticarsi chi era veramente.
Quello che si era presentato a lui come un miracolo, ora minacciava di distruggere la sua vita.
Ma allora, che razza di miracolo era?

Louis entrò nella sua stanza e Harry sussultò.
"Come hai fatto ad entrare?!" chiese con la voce arrochita.
"Le chiavi sotto lo zerbino, Harry." disse Louis, sospirando.
"Ah, si." mormorò l'altro, tornando a rilassarsi. Ogni volta che si trovava davanti all'improvviso Louis, il cuore iniziava ad andare per i fatti suoi.
"I manager l'hanno visto, sai?" chiese Louis sedendosi sul letto accanto a lui, senza però guardarlo in faccia.
Lo sapeva. Lo sapeva che era venuto a parlargli di quello.
"Cosa?" chiese fingendo di non capire. Non sapeva nemmeno lui che gioco stava cercando di giocare.
"Sai benissimo cosa, Harry."
Il riccio abbassò lo sguardo, fermando la musica dell'iPod.
"Cosa dovrei dire, allora?"
"Non lo so. Ma non possiamo continuare così."
Harry sospirò.
"Dobbiamo. Dobbiamo continuare così, Louis. Non capisci? Tra noi non c'è nulla, così deve essere."
Il più grande rise, scuotendo la testa, con sarcasmo.
"Credi davvero di riuscire a continuare a nasconderlo? Sai meglio di me che non puoi. Continuiamo a tradirci in un modo o nell'altro, è solo questione di tempo..."
"Questione di tempo...prima che succeda cosa?" domandò Harry, attendendo una risposta a quella domanda che si poneva da troppo tempo.
"Harry, smettila. Smettila di fingere di non sapere di che parlo, smettila di fingere di non averci pensato fino ad ora. Fa male anche a me."
"Si, ma non sei tu quello che continua a sbagliare davanti a tutti. Non capisci che io non sono capace di tenere su questa storia?"
Louis annuì sospirando.
"Si. Ricordo, che una delle prime settimane dopo esserci conosciuti, tu hai detto 'sono davvero un attore pessimo!' e non per offenderti Harry, ma è così."
Harry iniziò a scorrere l'elenco delle canzoni sullo schermo del suo iPod, per non essere costretto a guardare Louis in faccia.
"Lo so. Odio tutta questa messinscena. Louis, io ti avverto. Non reggo ancora per molto."
"Abbiamo scelta?" chiese l'altro, guardandolo con apprensione, come se fossero chiusi in una gabbia per la quale non esistevano chiavi.
"Si. Vattene. Esci di qui, allontanati da me, una volta per tutte. Fallo tu, perchè io non ne ho la forza." disse Harry tutto d'un fiato. Aveva faticato a trovare la forza per sputargli in faccia quelle parole, e sapeva che non sarebbe servito a molto, con Louis.
L'altro scosse il capo, con vigore.
"Fuori questione."
"Cosa t'importa?"
Louis lo guardò a bocca aperta.
"Scherzi? Io...quello che provo per te...tu lo sai. Io..."
"Tu cosa Louis, cosa?!" domandò con rabbia, torcendo il filo delle cuffiette tra le mani, tanto era nervoso.
"Io ti...ti..." iniziò a balbettare Louis, ma non riusciva a portare a termine la frase.
"Lo vedi? Non riesci nemmeno a dirlo. Tre stupide parole che io ti ho detto un'infinità di volte, ma tu no, tu non sei mai riuscito a dirle. Allora va al diavolo Louis, esci di qui."
"Ma io..."
"Louis, ti prego, vattene."
"No." l'aveva detto con una determinazione sconcertante, tanto che la sua voce non sembrava più nemmeno la sua. Ma Harry non ci fece caso. Harry era stanco. Harry era debole. Harry non ce la faceva più.
Infilò di nuovo le cuffiette nelle orecchie e fece partire la musica al massimo.
"Harry..." un sussurro, e quel nome rimase sospeso tra loro, anche se solamente Louis l'aveva udito.
Harry si rifiutava di ascoltare. Si rifiutava di ascoltare qualsiasi cosa che lo facesse star male, e Louis non poteva biasimarlo.
Così si alzò dal letto, lisciandosi i pantaloni, mentre cercava di guadagnare tempo.
Voleva aggiungere qualcosa, ma tanto Harry non lo stava ascoltando.
"Io ti amo Harry." mormorò, prima di voltarsi, le lacrime che minacciavano di appannargli la vista, e uscire dalla stanza.
Harry chiuse gli occhi e lasciò che la musica gli entrasse dentro.
Ma aveva un solo pensiero in mente, e non riusciva a fare spazio ad altro.
Louis Tomlinson, sei un vero idiota.

Qualche giorno dopo, si scontrarono nel corridoio della sala di registrazione. Restarono in silenzio, poi Harry fece per andarsene, ma Louis gli afferrò il polso.
"Aspetta." non era un invito, era un ordine.
"Che vuoi?" chiese il riccio, con disprezzo.
"Io voglio che tu sappia che quello che provo per te non può essere distrutto così." mormorò guardandolo negli occhi, con la voce abbastana bassa perchè tutti i tecnici della sala non potessero sentirli.
"Allora dimmelo. Dimmi che mi ami davvero. Avanti, fallo." lo istigò Harry, la voce ferma. Eppure le sentiva, le mani che tremavano.
Louis lo guardò in silenzio. Più i secondi passavano, più avrebbe voluto fuggire.
"Lo sapevo." mormorò Harry, il disgusto nella voce, poi si voltò e se ne andò.
Louis rimase immobile dov'era, le parole di Harry che rimbombavano nella mente e i suoi occhi verdi che lo scrutavano con ardore.
'Scusa Harry.' pensò Louis fra sè e sè, come se il ragazzo questa volta potesse udirlo. 'Scusa. L'ho fatto per noi.'

"Mi ha chiesto di allontanarmi da lui." mormorò Louis affranto.
Liam era seduto di fronte a lui, una bottiglietta di acqua minerale semipiena nella mano destra, mentre con la sinistra giocherellava con il tappo.
"E tu hai intenzione di farlo?" chiese Liam stupito.
Louis annuì.
"Perchè?" chiese incredulo, non riuscendo a crederci.
"Perchè lui non riesce a sopportare tutto questo. Forse se riesco a farmi odiare, per lui sarà più semplice."
Liam scosse la testa, con un sorriso triste.
"Non so Louis...non credo sia molto più semplice così. La cosa potrebbe essere ancora più complicata, se Harry non ha più il vostro amore in cui credere."
Louis annuì, sapendo che doveva passare alla seconda parte della discussione avuta con Harry.
"Poi mi ha chiesto di dirgli se lo amavo davvero...e io sono rimasto in silenzio."
"Perchè?" chiese stavolta Liam, ancora più incredulo di quanto lo fosse stato poco prima.
"Perchè lo amo davvero."
Liam sorrise.
"Louis..."
"Si?"
"Vai a dirglielo."

Bussò alla grande porta di legno. Nessuna risposta. Bussò ancora, ma continuava ad esserci un imperterrito silenzio. Eppure lui sapeva, sapeva, che dall'altra parte di essa c'era il ragazzo che amava. L'aveva visto entrare poco prima, e aveva avuto subito la tentazione di seguirlo.
"Harry, ti devo parlare."
Qualche secondo di silenzio.
"Vattene, Louis."
"No credimi, stavolta ti devo dire una cosa importante. Ti prego, aprimi."
Louis udì un sonoro sospiro, uno sbuffo, e poi una chiave che girava nella toppa.
La porta si spalancò, e Louis vide Harry scansarsi per farlo entrare, e poi richiudergli la porta alle spalle.
"Sarà meglio per te che quello che hai da dire sia convincente, altrimenti non ti voglio ascoltare. Perchè io sono stanco di dov..."
"Harry, io ti amo."
Harry ammutolì, le mani ferme a mezz'aria perchè stava gesticolando, un'espressione incredula sul volto.
"Tu..."
"Si, io ti amo, hai sentito bene. E non te l'ho mai detto perchè non credevo ci fossero dei dubbi. Ti ho sempre amato Harry, fin da quando mi sei venuto addosso al Bootcamp, fin da quando mi hai sorriso per la pima volta. Volevo accogliere la tua richiesta all'inizio, e allontanarmi da te. Ma poi ho realizzato che non potevo farlo. Come potevo allontanarmi dall'unica cosa bella che avevo? No, non esiste. Harry sono qui, sono tornato da te, e non me ne andrò mai più. Scusa per il male che ti ho fatto."
Harry lo fissò in silenzio, non sapendo cosa dire. Tutte quelle parole all'improvviso erano come una doccia fredda.
"Io..."
Louis si avvicinò a lui con un scatto, e posò le labbra su quelle del ragazzo, impedendogli di terminare la frase.
"Il nostro amore è tutto quello che abbiamo, l'unica cosa che ci può aiutare a tenere duro e andare avanti."
Harry annuì, con gli occhi lucidi per l'emozione.
"Ora e sempre, okay Harry?"
Il ragazzo guardò in quegli occhi che amava con tutto sè stesso, e sorrise.
"Ora e sempre, Louis."


@Louis_Tomlinson: Always in my heart @Harry_Styles . Yours sincerely, Louis.





My corner.
okaaaaayyy bellezze, sono di nuovo qui con questa inutile one shot (?). Si, so che non è nulla di che, ma l'ho scritta in un momento di noia e mi dispiaceva non pubblicarla, in quanto ritengo che nessuna storia lo diventi veramente fino a quando qualcuno non ci butta un occhio.
Ringrazio tutte quelle che sono arrivate fin qui senza vomitare (?), siete state brave! :D
Ahaha scherzi a parte, amerei alla follia chiunque avesse due minuti da perdere a lasciarmi una recensione, per sapere il suo parere.
Grazie ancora a tutte, a prestooo, vi amo.
Byeeeee peeeeeeepsssssssssss (?).
-Jess.
  
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