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Autore: yellowsubmarine_    30/03/2013    1 recensioni
[Harry Styles + Nuovo personaggio]
La prima volta che lo vidi fu in prima media, e devo ammettere che ero un tipino particolare già allora: vestivo come una tatuatrice, i capelli erano neri come la pece.
Solo ultimamente ho imparato ad apprezzare la mia ingestibile chioma bionda.
Ad ogni modo, lui era sempre lì, pronto a prendersi gioco di me: aveva solo un anno in più, eppure si dava talmente tante arie! Quasi come se fosse stato designato come erede al trono d'Inghilterra.
In particolare, amava darmi della vampiressa misantropa: "Corinne, temo che la luce del sole potrebbe incenerirti la pelle, forse è meglio che resti dentro!". Logicamente, la sua popolarità era alle stelle: prenditi gioco degli sfigati e sarai eternamente glorificato, diceva il Gesù dei giocatori di football.
Per grazia divina, l'anno successivo si diplomò e non seppi più nulla di lui.
Almeno fino a qualche mese fa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mio nome è Corinne. 
Madre inglese, padre francese. Fortunatamente, i miei genitori hanno ritenuto opportuno educarmi in Inghilterra: i francesi non li sopporto proprio.
 
La prima volta che lo vidi fu in prima media, e devo ammettere che ero un tipino particolare già allora: vestivo come una tatuatrice, i capelli erano neri come la pece.
Solo ultimamente ho imparato ad apprezzare la mia ingestibile chioma bionda.
Ad ogni modo, lui era sempre lì, pronto a prendersi gioco di me: aveva solo un anno in più, eppure si dava talmente tante arie! Quasi come se fosse stato designato come erede al trono d'Inghilterra.
In particolare, amava darmi della vampiressa misantropa: "Corinne, temo che la luce del sole potrebbe incenerirti la pelle, forse è meglio che resti dentro!". Logicamente, la sua popolarità era alle stelle: prenditi gioco degli sfigati e sarai eternamente glorificato, diceva il Gesù dei giocatori di football. 
Per grazia divina, l'anno successivo si diplomò e non seppi più nulla di lui.
Almeno fino a qualche mese fa.
 
 
Cinque anni più tardi dagli episodi narrati precedentemente, frequentavo un college rispettabile e avevo trovato lavoro in una caffetteria della periferia londinese: non era certo il massimo a cui potessi aspirare, ma la paga era più che dignitosa e avevo deciso di accontentarmi, almeno per il momento.
I miei migliori amici d'allora mi avevano proposto una serata in una delle discoteche più rinomate del centro, ed io avevo accettato. Da qualche anno, ormai, avevo smesso gli abiti dell'adolescente depressa in favore di quelli della ragazza che si gode la vita.
Abbigliata di tutto punto, avevo messo piede nell'affollato locale intorno alle undici e mezza.
Qualche drink più tardi, mi accorsi che non riuscivo più a trovare i miei amici: che si fossero trovati tutti un partner con cui proseguire la serata? Bah.
Ero lì che tentavo di salire i gradini dell'appariscente scala del locale quando, da un minuto all'altro, mi ritrovai a terra: stramaledetti tacchi!
Nonostante la mia vista fosse offuscata dall'alcool, riuscì ad intravedere un ragazzetto con i capelli ricci che sedeva all'altra estremità del gradino. Piangeva.
"Ehi, amico, tutto okay?" Quel Long Island mi aveva reso particolarmente loquace ed amichevole.
"Per niente. Non si vede?" La voce sembrava inispiegabilmente familiare, ma non potevo fare affidamente sulle mie capacità cognitive. Non quella sera.
"Un po' sì. Ti dispiace se mi siedo qui? Non vorrei infrangere la drammaticità del momento, ma questi tacchi mi stanno distruggendo le caviglie."
"Certo che sei stronzetta, eh?" Ridacchiò.
"Mi hanno insegnato ad esserlo."
"Almeno sei sexy. Con quel vestito attizzeresti persino un frocio!"
"E il tuo linguaggio metterebbe i brividi persino ad uno scaricatore di porto. Senza contare che hai ancora le guance umide, proprio come un bimbo dopo essere scivolato al parco giochi."
"Vuoi essere tu ad asciugarmele?" mi provocò. Non feci in tempi a controbattere che lui fu su di me, la sua lingua nella mia bocca.
Fossi stata sobria mi sarei tirata indietro, ma non era quello il caso.
Continuammo a pomiciare per circa dieci - quindici minuti, e le sue mani s'insinuavano sempre di più sotto il mio mini abito.
"Vuoi farlo qui?" mi chiese, la voce roca dall'eccitazione.
Per tutta risposta, affandai le unghie nei suoi jeans attillati.
Lesto come un borseggiatore, sfilò le mie mutandine e mi prese proprio lì, sulle scale buie di un locale in cui non ero mai entrata prima.
Venni stringendo i suoi riccioli e mi trattenni più che potei.
"Vuoi dirmi il tuo nome?"
"Harry. Harry Styles."
Il mio cuore perse tre battiti. Era lui, il bullo delle scuole medie! Lo stronzetto presuntuoso che non faceva altro che prendersi gioco di me mi aveva penetrata, lì sulle scale! Cristo santo!
Ero fuori di me, ma ci tenni a vendicarmi in onore della Corinne del passato.
"E il tuo nome? Qual è?"
"Corinne. Corinne Bideaux. La vampira, hai presente?"
  
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