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Autore: redeagle86    30/03/2013    3 recensioni
Tutto taceva, nessuna porta si apriva e lei restava sola in mezzo al corridoio, indecisa.
Dietro quello strato di legno riposava, o tentava di farlo, il croupier di Regalo, il capo della sezione Denaro... e forse la maschera migliore all'interno della famiglia.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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resta
Resta bambina


Felicità si guardò attorno in attesa che accadesse qualcosa. Qualsiasi cosa.
Ma tutto taceva, nessuna porta si apriva e lei restava sola in mezzo al corridoio, indecisa.
Non era stata un'impressione o un rumore proveniente dall'esterno, eppure pareva l'unica ad averlo udito. Che l'Arcana Duello, e la festa che ne era seguita, avessero stancato tutti al punto da avvolgerli in un sonno tanto profondo?
O, più semplicemente, avevano finto di non sentire?
La figlia di Mondo era immobile davanti alla porta della camera da cui, poco prima, si era levato un gemito. Dietro quello strato di legno riposava, o tentava di farlo, il croupier di Regalo, il capo della sezione Denaro... e forse la maschera migliore all'interno della famiglia.
Già una volta la giovane l'aveva sorpreso in balia dei suoi incubi e ora si chiedeva se l'amico stesse bene, se potesse fare qualcosa per aiutarlo. Fosse anche solo svegliarlo e riportarlo alla realtà.
Esitò prima di bussare, aspettandosi qualsiasi tipo di accoglienza: erano pur sempre le 3 di notte.
-E sto bussando alla porta di Debito... A Luca verrebbe un infarto- pensò.
Sentì cigolare le molle del materasso, poi un tonfo seguito da delle imprecazioni soffocate.
-Ma chi dia... -esordì Debito, aprendo e bloccandosi nel vederla. -Bambina... - mormorò incredulo, abbandonando il suo classico atteggiamento strafottente.
Per un attimo nessuno dei due parlò: Felicità lo guardava in silenzio, dimentica di ciò che la circondava, del motivo per cui si trovava lì, del fatto che indossasse una camicia da notte e, soprattutto, che le sue intenzioni potevano essere facilmente fraintese. Lo fissava come se fosse la prima volta che lo vedeva e, a conti fatti, era seriamente la prima volta che le appariva così diverso dall'uomo a cui era abituata.
Non che ci fosse qualcosa di molto strano in lui: indossava una camicia bianca e dei pantaloni scuri, come tutti i giorni, mentre i capelli erano lasciati liberi di ricadere sull'occhio che di solito era nascosto dalla benda nera. La contraente degli Amanti non capiva perché le apparisse più affascinante in quella circostanza, rispetto a quando sfoderava la sua sensualità o si circondava di belle donne.
-Che sorpresa, bambina- disse l'altro, recuperando il suo sorriso malizioso. -Se volevi dormire con me bastava dirlo: sarei venuto a prenderti nella tua stanza senza farmi notare da Luca.
La fanciulla tornò con i piedi per terra, avvampando al semplice pensiero: abbassò di scatto la testa, grata alla sua chioma cremisi che le copriva il viso in fiamme.
-Io... io pensavo... mi chiedevo se... insomma... stessi bene... - balbettò. -Ti ho sentito lamentarti e...
Felicità non riuscì a concludere la frase: improvvisamente venne tirata dentro la camera e si ritrovò con la schiena alla parete. E con il corpo di Debito premuto contro il proprio.
-D... Debito... - tentennò.
-Bambina- sussurrò lui con voce roca, soffiandole quell'unica parola sulla pelle del collo e facendola tremare. Felicità era una creatura innocente, pura, gentile; una creatura ingenua che non era stata ancora toccata dagli orrori e dalle crudeltà del mondo. Non conosceva il dolore e la rabbia senza fine, il rancore e la sete di vendetta. Era un foglio bianco con una storia ancora tutta da scrivere.
Una ragazzina che Debito trovava eccitante nella sua fresca innocenza, ma che non avrebbe mai trasformato in una donna.
Né quella notte, né in quelle a venire.
Era fortunata ad essere ancora una “bambina” come la chiamava sempre, a non sapere cosa potesse accadere a una ragazza che di notte si presentava alla porta di un uomo. A non sapere che la sua fortuna era quella di aver bussato alla sua porta e non a quella del mostro che abitava in quella casa.
-Grazie- bisbigliò, scostandole alcune ciocche e baciandola sulla fronte.
Felicità osservò quell'unico occhio dorato, leggendovi una profonda malinconia: nessuno le aveva mai raccontato cosa lo tormentasse da sempre, perché odiasse Jolly al punto da volerlo uccidere. Allungò timidamente le dita verso quel ciuffo di capelli argentei che coprivano la verità, ma Debito le prese la mano e la portò alle labbra.
-Non sono cose che una bambina dovrebbe vedere- pronunciò, scostandosi per liberarla e permetterle di andarsene. -Torna a letto prima che Luca arrivi qui pensando che abbia fatto chissà cosa.
-Sì... sì, è meglio- ammise, tornando velocemente nel corridoio. -Buonanotte, Debito.
-Buonanotte, bambina. Cerca di non sognarmi anche se so di essere il sogno di ogni donna- la salutò, mettendola nuovamente in imbarazzo. Rise nel vederla correre verso la sua camera e chiuse la porta, appoggiandovisi con un sospiro: non era davvero uno spettacolo adatto a una bambina. Perfino lui aveva smesso di guardarsi allo specchio per non vedere quell'ametista che brillava al posto del suo occhio.
Per non ricordare il dolore folle che quel pazzo gli aveva inferto e gli causava tutt'ora.
Strinse la mano a pugno tentando inutilmente di soffocare la rabbia: c'erano giorni in cui era certo che fosse solo l'odio a tenerlo in vita, a permettergli di compiere il suo lavoro malgrado le notti insonni, a dargli la forza di scherzare quando desiderava soltanto sparare un colpo in testa a Jolly e distruggere la sua sala di torture.
Scosse il capo, sedendosi sul letto e gettando un'occhiata al comodino: l'aveva urtato nell'alzarsi e la foto era caduta a faccia in su. Un Debito bambino gli sorrideva dietro la polvere degli anni, in un epoca in cui tutto pareva un gioco e l'ombra della Luna non si era ancora allungata su di lui.
Restituì per un attimo lo sguardo, poi rimise la cornice al suo posto, rivolta verso la parete. Per non vedere ciò che era stato, per non ricordare che un tempo diverso dal presente era esistito.
Pensò a Felicità, alle sue guance rosse, al suo dolce modo di preoccuparsi per tutti, al suo cuore generoso.
Era un'immagine che gli scaldava il cuore.
-Resta una bambina ancora per un po'- sussurrò nel silenzio della sua camera.
  
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