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Autore: _ruth    30/03/2013    0 recensioni
Una telefonata nel cuore della notte, Kurt è in ospedale.
Nessun danno fisico troppo rilevante,ma qualcosa non va e Blaine lo sa bene, non è la stessa persona di sempre.. 

Cosa sarà successo, pronti a scoprirlo?
[Storia classificatasi quinta al contest "Il primo bacio non si scorda mai" indetto da Clover _ Armstrong sul forum di EFP]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: _ruth (EFP, forum)
Titolo: Memories
Fandom: Glee
Pacchetto scelto: Cookies (Dedica, Hoplessly devoted to you-Grease)
Personaggi: Blaine, Kurt
Rating: Verde
Genere: Malinconico
Avvertimenti: What if
Introduzione: Una telefonata nel cuore della notte, Kurt è in ospedale, nessun danno fisico troppo rilevante, ma qualcosa non va e Blaine lo sa bene, non è la stessa persona di sempre..

Cosa sarà successo, pronti a scoprirlo?

 

Memories

 

Driin Driin

Mi svegliai di soprassalto, erano le cinque del mattino chi mai poteva essere? Mi schiarii la voce ed alzai la cornetta.

-Pronto?

-Blaine, Kurt è in ospedale, ha avuto un brutto incidente...

Il telefono mi scivolò di mano, sentii la voce di Rachel in lontananza che mi chiamava, ero ancora mezzo stordito per il sonno e avevo una gran confusione in testa, ma mi alzai lo stesso dal letto, dovevo andare a New York, il prima possibile.

 

Avevo sempre odiato gli ospedali fin da bambino, detestavo tutto quel bianco e soprattutto lo sgradevole odore che emanavano, ma appena entrai al Bushwick Health Center non ci feci neanche caso, all'entrata trovai Rachel, Brody e Santana, la prima appena mi vide mi gettò le braccia al collo, gli altri due si limitarono ad annuire.

-Ci sono novità?- Chiesi anche se sapevo benissimo che la risposta era negativa, ero rimasto in contatto con loro durante tutto il viaggio.

-No, ma l'infermiera ha detto che sta ancora riposando e che appena si sveglierà potremo andare a trovarlo.

Aveva riportato numerose lesioni, ma lo avevano preso in tempo per limitare grosse emorragie, l'unico problema è che aveva battuto forte la testa, apparentemente nessun trauma cranico, ma per sicurezza lo avevano tenuto sotto osservazione non facendo entrare nessuno tutta la notte.

Ci dirigemmo in silenzio verso la stanza in cui era ricoverato e aspettammo.

Dopo qualche ora la porta della stanza si aprì e l'infermiera ci fece entrare, mentre mi alzavo la vidi sibilare qualcosa all'orecchio di Rachel, all'improvviso sentii la tensione salire, non c'era motivo di essere nervoso, ma non potevo evitarlo.

 

Mi tirai su per mettermi a sedere, mi faceva male la testa ed ero molto confuso, l'infermiere aveva detto che c'erano delle visite per me e il medico aveva acconsentito a farli entrare, aveva detto che vedere gente mi avrebbe aiutato, ma io ero terrorizzato. Li vidi entrare e all'improvviso una vertigine mi avvolse, rimasi immobile e li squadrai uno per uno, ma niente. Il medico osservava attentamente la scena come rapito dal mio comportamento, poi fece cenno all'infermiera di farli uscire. Vidi la porta che si chiudeva e poi più nulla. Mi risvegliai qualche ora più tardi, incontrai altra gente e poi ancora il nulla. Lo stesso procedimento si svolse per molte volte, non so per quanti giorni la cosa andò avanti, le persone continuavano ad entrare io continuavo a fissarli per qualche secondo per poi vederli scomparire, a volte mi chiesi se stessi sognando o se fosse la realtà. Un giorno fui svegliato da quello stato di nulla da delle voci in lontananza, una era sicuramente del dottore, l'altra non sapevo di chi fosse.

-Signor Hummel gliel'ho detto, non so quando potrà tornare a casa, dipende da lui e da quando si riprenderà. Stiamo seguendo il protocollo alla lettera e appena si sveglia procederemo con la seconda fase, stia tranquillo e vada un po' a casa a riposare.

-Io non posso riposare con mio figlio in ospedale!

Alla parola figlio un brivido mi percorse la colonna vertebrale, aprii piano gli occhi per vedere che faccia avesse l'uomo che aveva parlato, l'uomo che diceva esse mio padre, ma nessun moto di affetto, nessun ricordo a lui legato mi riaffiorava alla mente, sentii una lacrima calda rigarmi la guancia, ad un tratto il vuoto dentro di me si colmò di tristezza, per quanto mi sforzassi di ricordare l'unico pensiero che riuscivo a rievocare ero io che camminavo per la strada prima di essere investito. Il medico mi aveva spiegato che avevo rimosso tutto quello che era successo da prima dell'incidente, era una cosa rara, in genere le persone non ricordavano solo alcune cose gran parte delle quali legate al trauma subito, ma nel mio caso nessuno sapeva esattamente il perchè ma era andata a finire in questo modo. Non mi avevano raccontato nulla del mio passato, ma mi avevano solo detto che il mio nome era Kurt e che avevo diciannove anni, questo era tutto quello che sapevo di me, oltre al fatto di conoscere in qualche modo quelle persone che mi erano venute a trovare.

Appena i due finirono di parlare sentii dei passi e la porta della mia stanza che si apriva.

-È sveglio, avanti il primo- disse la voce del medico aprendo la porta- hai dieci minuti.

 

Fui spinto all'interno della stanza e la porta venne richiusa all'istante, mi avvicinai lentamente al letto, lui era seduto in attesa che fossi io a parlare per primo, ma non ci riuscii, presi una sedia per sedermi e cercai il coraggio di iniziare.

-Ciao Kurt, io sono Blaine e ero..- una pausa, non riuscii ad andare oltre, quelle poche parole non ce la fecero ad uscire, per fortuna lui mi aiutò..

-Eri un mio amico?

-Si be' una specie, diciamo migliore amico- per il momento poteva bastare, il dottore aveva detto non troppe cose tutte insieme.

-Come ci siamo conosciuti?

Mi ci vollero parecchi minuti per elaborare una risposta soddisfacente ma non troppo complessa, ma lui mi fissò pazientemente.

-A scuola, facevamo entrambi parte del Glee Club.

-Cos'è il Glee Club?

-È un corso di canto corale coreografato, sai eri molto bravo a cantare...

-Canto corale? Che cosa stupida..

-Eppure ti piaceva molto, dicevi..- Non feci in tempo a finire perchè fummo bruscamente interrotti dall'entrata del medico che segnava la fine del nostro incontro.

 

La volta successiva che lo andai a trovare, ero ancora più impacciato della precedente, mi scocciava tenergli nascosta la nostra storia, mi sembrava di mentirgli, ma ero d'accordo con il medico che era un po' prematuro.

-Ciao- disse appena mi vide entrare nella stanza.

-Ciao, come stai oggi?

-Bene. Senti l'altra volta mi hai detto che mi piaceva la musica, ti va di cantare per me?

-Si certo!- dissi entusiasta, pensai che potesse essere una buona occasione di ricordare. Ci misi un po' per iniziare a cantare, potevo scegliere la canzone della prima volta che l'avevo visto, o quella che avevamo cantato insieme alle regionali due anni prima, ma l'unica canzone che mi venne in mente in quel momento fu Hoplessly devoted to you da Grease, la stessa che avevo cantato quando c'eravamo lasciati, forse perchè era l'unica canzone che davvero rispecchiasse il mio stato d'animo, forse perchè volevo ricordare a me stesso come si stava senza di lui e lasciarmi alle spalle tutta la tristezza di quei giorni per trasformarla in voglia di riprendermelo.

-Guess mine is not the first heart broken,
my eyes are not the first to cry I'm not the first to know,
there's just no gettin' over you-

Mi interruppi, una lacrima calda mi rigava il viso, dovevo mostrarmi forte ma non ci riuscii, lui mi guardò titubante con la sua solita faccia da cucciolo che assumeva in quelle situazioni, d'un tratto sentii l'impulso di baciarlo, ma grazie al cielo ci fu l'intervento del dottore che aprì la porta per annunciare la fine del nostro incontro.

 

Ce ne furono altri di incontri del genere, parlammo del più e del meno, non gli raccontai nessun momento particolare passato insieme, ne chi fui io veramente per lui, sembrava un'altra persona, non era più il mio Kurt, però tutto sommato pareva felice e non ebbi il coraggio di turbare questo suo equilibrio. Il dottore dopo qualche giorno decise di dimetterlo, così Burt lo riportò a Lima pensando che lì avrebbe avuto più occasioni per ricordare, lo andavo a trovare ogni giorno, come gli altri del resto, eppure sembrava che tutti i nostri sforzi fossero vani, sembrava che la sua memoria se ne fosse andata per sempre.

 

Appena entrai in quella che doveva essere la mia vecchia casa sentii la presenza di un luogo familiare, ma anche in questo caso non me ricordavo niente, Burt mi fece fare il giro della casa, rimasi particolarmente stupito dallo stile delle mia camera, dovevo avere un gusto piuttosto bizzarro per averla arredata in quel modo, ma non feci domande. Nei giorni successivi andai da una psicologa per cercare di capirne di più, ma anche lei si mostrò piuttosto sorpresa dalla situazione, iniziammo a vederci una volta alla settimana, e la cosa tranquillizzò molto tutti, ma non me. Intanto i miei amici continuavano a venirmi a trovare e ne conobbi addirittura di nuovi è impressionante quanta gente tenesse a me, ogni giorno avevo almeno cinque visite, Blaine veniva tutti i giorni, e piano piano iniziammo a diventare amici di nuovo.

Un giorno stavo curiosando tra le varie cianfrusaglie di camera mia quando mi imbattei in uno scatolone con su scritto “Da tenere” lo aprii e mi trovai davanti tutti i ricordi degli ultimi anni che avevo conservato, esitai un attimo poi iniziai a tirare fuori il contenuto. Esaminai il contenuto con cura, c'erano vecchi libri e altre cose incomprensibili, speravo di trovarvi qualcosa di più interessante come foto o magari un diario, ma niente, stavo per riporre tutto a posto quando un quaderno con la copertina rigida rossa catturò la mia attenzione, lo estrassi e lo iniziai a sfogliare. La prima pagina recitava: “Anno accademico 2011-2012 Liceo William McKinley” sfogliando le pagine trovai le foto di quelli che dovevano essere gli studenti, alcune erano facce note altre non le avevo mai viste, poi vidi qualcosa in mezzo all'albo, c'era un foglio inserito a mezzo, sfogliai le pagine fino ad arrivare alla segnata, era la sezione dedicata ai vari club della scuola, in particolare quella era la pagina del Glee Club.

Riconobbi molte facce note anche se alcune erano coperte dalle firme delle stesse con, in alcuni casi, una dedica. Le lessi velocemente tutte e notai che ne mancava una quella di Blaine, mi sembrava strano così cercai la sua foto magari per mancanza di spazio l'aveva scritta lì, ma non c'era. Solo dopo capii che era stata scritta nel foglio così lo aprii e lessi.

Caro Kurt,

è difficile dire in poche parole quanto io tenga a te,

ma penso che il modo migliore per farlo sia semplicemente dirti che tu sei l'amore della mia vita e sono molto fortunato ad averti incontrato..”

La dedica poi continuava, ma non andai più avanti, improvvisamente mi fu tutto chiaro, ecco perchè Blaine era sempre così triste, ecco perchè sembrava sempre trattenersi dal dire qualcosa.

 

Il giorno dopo chiesi a Blaine di noi, all'inizio si mostrò sorpreso del fatto che sapessi e che non fossi rimasto per niente scioccato dalla notizia, mi raccontò che non me lo aveva raccontato prima per paura della mia reazione, ma poi si mostrò anche molto sollevato.

-Vieni con me, ho una sorpresa per te..- mi disse poi, così lo seguii.

Mi portò in una scuola non troppo lontana da casa mia, dall'esterno sembrava molto grande, ma fu l'interno che mi sorprese di più, era davvero lussuosa e arredata alla perfezione. Mi condusse per i corridoi, fino a quando non raggiungemmo un piccolo salottino che in quel momento era deserto perchè probabilmente gli altri studenti erano a lezione.

-Che ci facciamo qui?

-Kurt arriva un momento in cui diciamo a noi stessi: “eccolo lì, cerco uno così da una vita” vederti cantare Black Bird mi ha davvero aperto gli occhi, ho capito una cosa, tu mi emozioni Kurt e questo duetto..

-Sarebbe una scusa per passare più tempo insieme a te..- conclusi io, improvvisamente mi tornò alla mente tutto, il vuoto che fino a quel momento avevo si colmò e mi sentii di nuovo completo, sentii che le lacrime iniziavano ad affiorare, ma non erano lacrime di dolore, solo di felicità, felicità di essere tornato me stesso.

Ricordai il nostro primo bacio proprio lì in quel salottino a quanto fu inaspettato, ma altrettanto magico, e ricordai tutti gli altri momenti passati insieme.

Lo baciai e come la prima volta mi sentii vivo, e fu in quel momento, quando passato e presente si unirono che capii che non potevo fare a meno di lui neanche un attimo e che saremmo stati io e lui per sempre.

 


Di seguito il giudizio e il punteggio ottenuto dalla storia:

 

Grammatica/sintassi 15.7/20
I verbi sono ben curati, così come la consecutio e la concordanza, l'unico, enorme problema è che in questa storia c'è un incalcolabile numero di errori di punteggiatura, che ti sono costati quattro punti. Usi troppe virgole e le frasi risultano troppo veloci, oppure non le usi affatto, e ci sono degli scompensi nel periodo. In più, hai mancato una d in “ed ero”, hai scritto più volte perchè anziché perché e, last but not least, hai sbagliato “né” (e non) con “ne” (di cui) nella frase “non gli raccontai nessun momento particolare passato insieme, ne chi fui io veramente per lui”

Linguaggio/stile 18/20
Sul tuo stile non c'è molto da dire, è solido e gradevole. L'unica pecca è la velocità del testo: tutti quegli errori di virgole et similia lo accelerano troppo, rendendolo un pochino sgradevole.
Oltre questo, però, non ho trovato altre cose errate da segnalarti, quindi l'errore è pressoché minimo.
Per quanto riguarda il linguaggio, invece, l'ho trovato molto, molto azzeccato e ben strutturato. Ottimo lavoro!

Originalità 5/5
Non so che dire. L'idea di scrivere di un bacio che è il primo perché il protagonista ha perso la memoria è la cosa più geniale che abbia letto all'interno di questo contest.
Cinque punti pieni e un abbraccio *abbraccia*

Utilizzo del prompt 5/5
Non c'è niente da fare, la dedica è lì e, se non ci fosse stata, avrebbe compromesso lo svolgimento della storia. Un utilizzo magistrale :)

Utilizzo della canzone 3.5/5
Meno ben svolto dell'utilizzo del prompt, perché la canzone ha poco a che vedere con la trama. Buono, comunque, perché Blaine la canta, quindi è ben integrata con la storia. Le parole, se posso, non sono perfettamente centrate, visto che dalla strofa citata non scaturisce niente, né un pensiero importante di Kurt, né altro. “Solo” qualche lacrima di Blaine, che non basta ad arrivare al punteggio massimo.


Caratterizzazione 9/10
Nove punti perché Blaine è sicuramente Blaine, con ogni più mera sfaccettatura di carattere al suo posto, ma Kurt perde la memoria, non il carattere, e quindi non direbbe mai che il canto coreografato è una “cosa stupida”

Gradimento personale 4.5/5
Dannatamente adorabile, come storia ** Hai ripetuto anche le stesse, precise parole che Blaine ha detto a Kurt in Original Songs **
Mezzo punto in meno perché mi sono quasi “stancata” a leggerla, visto che è troppo veloce, dal punto di vista stilistico. Ma è veramente l'unica pecca


Per un totale di 60.7/70 punti 

 



  
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