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Autore: L_O_V_E Girl    31/03/2013    3 recensioni
un amore che va oltre la morte... oltre i rischi, oltre tutto!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Soohyun
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice!

Ed eccomi qui con un'altra oneshot... questa è stata ispirata dalla caonzne degli U-Kiss "0330" (ma vah!) ed è mnata così, senz aun motivo, diciamo che mi sentivo un po giù e avevo bisogno di sfogare questi sentimenti un po negativi!!! Spero davvero vi piaccia e di aver almeno in parte racpito i caratteri dei ragazzi, seguo da poco gli U-Kiss, ma li amo già alla follia!!!

Solo una piccola accortezza, vi prego di sentire la canzone mentre leggete!!!

con affette!!! Valy!!! ♥♥♥

0330


Ero rinchiuso nella mia stanza come succedeva ormai da settimane, piangevo fissando la finestra e la pioggia che quasi tutte le notti veniva a farmi compagnia. Fondendosi con le mia lacrime e la disperazione che si era impossessata di me.

Non ero più lo stesso, non potevo esserlo.

-Hyung?-

La voce di Kevin mi arrivò alle orecchie costringendomi a portarmi una mano sul viso cercando di cancellare le lacrime.

-Si...-

Risposi continuando a dargli le palle. Tutti i ragazzi si erano uniti intorno a me da quel giorno, quel maledetto giorno che aveva cambiato tutta la mia vita.

-Vieni a mangiare?-

Chiese Kevin dolcemente avvicinandosi, lo sentivo vicino, sentivo il suo profumo e tutta la preoccupazione che si portava dietro, mi voltai incontrando i suoi occhi e mi limitai a scuotere la testa, non avevo fame, mi limitavo a mangiare il minimo indispensabile, ma avrei volentieri fatto a meno anche di quello.

-Abbiamo preso la pizza...-

Insistette lui afferrandomi il polso, mi limitai ad osservare la sua mano senza reagire.

-Ti prego...-

Aggiunse poi osservandomi, sospirai cercando di trattenere le lacrime, qualsiasi piccolo gesto mi ricordava lei, provocandomi disperazione.

-Voglio solo stare qui...-

Risposi spostando il braccio che Kevin mi aveva afferrato, poi ci osservammo sorpresi sentendo il rumore di piatto che si infrangeva a terra e vedendo la figura di Dong Ho correre via. Un tempo sarei corso dietro a lui cercando di capire cosa stesse succedendo, ma non ora, sapevo che qualsiasi problema potevano risolverlo da soli, il mio dolore invece era incolmabile. Kevin mi osservò ancora una volta e corse via, probabilmente seguendo il più piccolo.

Mi limitai a raggiungere il letto, sentivo la stanchezza accumulata, ma non potevo fare niente, non riuscivo a dormire, non senza rivivere quei tremendi momenti.

Rivedevo davanti a me la donna che amavo, quella che senza un motivo mi aveva distrutto il cuore ed era scappata via, senza una spiegazione, senza un motivo valido.

Rimasi li a fissare il soffitto, senza nemmeno piangere, cercavo una spiegazione che non esisteva da nessuna parte. Dopo diverse ore la casa divenne completamente silenziosa, mi alzai allora, deciso a bere un po di te.

Arrivato in cucina notai un cartone di pizza sul tavolo.

Hyung per favore mangia... siamo preoccupati e ti amiamo!”

I ragazzi, come ormai tutte le sere, mi avevano lasciato la cena, lessi il biglietto senza una minima reazione, non che non fossi felice o non fossi commosso dai loro gesti, semplicemente ormai, l'unico sentimento che riuscivo a dimostrare era la disperazione.

Preparai il te e decisi di berlo li, osservai la parete davanti a me, piena di foto di gruppo, eravamo tutti sorridenti e felici, anche lei, che ormai era una sorella per i ragazzi, oltre al mio amore. Ripresi a piangere, senza contegno, quando improvvisamente delle braccia mi avvolsero, continuai a singhiozzare, avendo riconosciuto quel tocco. Eli mi costrinse ad alzarmi portandomi in camera sua, mi fece sdraiare sul letto e mi strinse forte. Sentii il calore delle sue lacrime sulla spalla, sapevo di devastarlo in quel modo, ma riuscivo a sfogarmi solo con lui.


Correvo come un disperato, dovevo raggiungere l'ospedale, dovevo parlare con Yong Ja, volevo che una volte per tutte spiegasse a Soo Hyun la verità, ero stanco di vederlo soffrire a quel modo. Mi fermai a un semaforo rosso cercando di riprendere fiato e di non farmi investire quando la voce di Kevin a la sua mano mi lasciaro impietrito sul posto.

-Dove corri Dong Ho?-

Chiese sorprendendomi, perchè aveva seguito me invece di pensare al nostro hyung?

-Kevin torna a casa...-

Mi ritrovai a rispondere, dovevo mantenere il segreto e sopratutto la promessa, nessuno doveva sapere la verità dietro a quel gesto così estremo della mia noona.

Tutti sapevamo quanto entrambi si amassero alla follia, lei tirava fuori tutto il meglio di Soo Hyun, lo rendeva una persona più splendida di quanto non fosse già da solo, lui, era la forza di Yong Ja. Ma lei aveva deciso di lasciarlo andare per non farlo soffrire, non approvavo, ma riuscivo a capire il motivo di quel gesto.

-No... devi prima dirmi dove stai andando, cosa sta succedendo!-

Continuò lui, Kevin era dolcissimo, ma quando si metteva in testa una cosa doveva per forza portarla a termine. Sospirai, anche se ero deciso a non dire niente, forse lui poteva aiutarmi. Lo presi per mano, intrecciano le mie mani alle sue e iniziai a camminare in silenzio, lui mi seguì senza fare domande.

Lo sentì fare un'esclamazione di sorpresa solo quando raggiungemmo l'ospedale, si mise al mio fianco sempre tenendomi per mano, mi osservò per un istante e attese che continuassi a camminare, non avevamo bisogno di parlare, capivo perfettamente tutti i suoi pensieri. Entrammo nel grande edificio e presi direttamente l'ascensore arrivando al reparto di cardiologia. Una volta dentro tutte le infermiere mi sorrisero e salutarono silenziosamente, avevo iniziato a passare li gran parte del mio tempo libero.

-Lascia parlare solo me!-

Dissi stringendo più forte la mano del mio hyung.

Aprii la porta, trovandola invasa dalla luce, c'era un ragazza sorridente vicino alle finestra, era la migliore amica di Yong Ja, che passava anche lei li la maggior parte del tempo, poi spostai lo sguardo sul letto candido al centro della stanza, lei era seduta sul letto e mi osservava contrariata. Era sempre più pallida e le occhiaie aumentavano a vista d'occhio, ma mi sforzai di sorriderle.

-Ciao bellissima!-

Dissi come sempre, lei però spostò lo sguardo su Kevin senza rispondermi, l'avevo fatta davvero arrabbiare, ma anche lei faceva arrabbiare me.

Mi voltai anche io verso Kevin, avevo lo sguardo fisso su di lei, la guardava sorpreso e preoccupato, teneva stretta la mia mano, ma iniziò a camminare verso il letto, lo seguii senza proferire parole. Si inginocchiò a terra appoggiando delicatamente una mano sul letto che Yong Ja afferrò, accarezzandola.

-Tranquillo!-

Disse lei, come sempre era sempre pronta a confortare tutti, anche quando era lei l'unica ad aver bisogno di affetto e di essere rincuorata.

-Che... che ci fai qui?-

Chiese Kevin, senza allontanare mai lo sguardo da quel viso visibilmente provato.

Osservai il suo viso, ero abituato a vederlo sorridere e notare tutta quelle tristezza sul suo bellissimo viso mi provocò una stretta al cuore.

-Aspetto un cuore nuovo...-

Rispose lei semplicemente, sorridendo. Anche se sarebbe stato normale vederla piangere ed essere preoccupata, lei continuava a sorridere, Kevin appoggiò la testa sulla sua mano iniziando a piangere, il suo core così sensibile non aveva resistito a quelle parole.

Yong Ja iniziò ad accarezzare i suoi capelli morbidi e castani, senza perdere il sorriso.

-Dong Ho... mi hai fatto una promessa!-

Disse poi tornando a guardare me, mi sentii avvampare ma non distolsi lo sguardo.

-Lo so bene... e mi maledico ogni giorno!-

Affermai facendo scoppiare a ridere tutte e due le ragazze, poi la sua amica si avvicinò al letto dandole un bacio, salutò anche me e andò via, doveva tornare a lavoro e sapeva che ora Yong Ja non era sola.

-Non maledirti... semplicemente non dire niente a nessun altro, lui non deve saperlo!-

A quelle parole Kevin alzò la testa di scatto osservandola, si alzò, si vedeva anche dalla mia posizione, in cui non riuscivo a vedere il suo volto, che fosse furioso.

-Lui sarebbe Soo Hyun?-

Chiese con la voce piena di rabbia, lei annuì semplicemente abbassando lo sguardo.

Il solo sentire il suo nome la faceva soffrire.

-Perchè? Hai idea di quanto stia soffrendo?-

Chiese Kevin alzanodo un po troppo la voce, lo raggiunsi, mettendo una mano sulla sua spalla tentando di calmarlo.

-E tu hai idea dei rischi che comporta un trapianto di cuore? Hai idea di cosa vorrebbe dire per lui se morissi? Hai idea di cosa comporterebbe restare con me in queste condizioni?-

Chiese lei di risposta osservandolo dritto negli occhi, vedevo le lacrime pronte ad uscire fuori dai quegli occhi castani e dolci, gli occhi più innamorati che avessi mai visto, quelli di una ragazza che stava rinunciando ad essere supportata dal suo amore, pur di farlo stare bene.

Kevin rimase a guardarla a bocca aperta, come avevo fatto anche io prima di lui, non sapeva come reagire a quelle parole, non si poteva fare molto per farle cambiare idea, aveva preso la sua decisione e non aveva intenzione di tornare indietro.

Alla fine, con la complicità delle infermiere, passammo la notte in quella camera d'ospedale, cercando di far passare una serata tranquilla e felice alla nostra noona.


La mattina dopo Eli si svegliò di scatto, come se avesse fatto un brutto sogno, lo osservai cercando di capire cosa avesse.

-Tutto bene?-

Chiesi preoccupato sedendomi al suo fianco, lui mi osservò con gli occhi spalancati, poi mi abbracciò.

-Niente... è tutto ok!-

Disse, mi limitai ad annuire, dovevo fidarmi di lui, tanto sapevo che non sarei riuscito ad aiutarlo anche volendo. Ci alzammo raggiungendo la cucina, dove Kiseop era intento a preparare la colazione. Mi appoggiai la tavolo osservando i suoi movimenti, lui mi osservò attentamente, sapevo cosa stesse per chiedermi, quindi scossi la testa, ma lui, sorprendendomi, mi puntò contro una forchetta.

-Meglio per te se ti vedo mangiare... o è la volta buona che ti inforchetto una mano!-

Disse Kiseop facendo scoppiare a ridere tutti i presenti, tranne il sotto scritto, mi limitai a sedermi e ad obbedire, mi sentivo una specie di vegetale, con l'unica differenza che potevo muovermi.

Portai a termine tutti i miei impegni lavorativi con i ragazzi, e prima di tornare a casa decisi di farmi una passeggiata da solo. Mi ritrovai sotto casa di Yong Ja, la finestra di casa sua che dava sulla strada era chiusa, non ci vedeva nessuna luce e la sua macchina non era li, sospirai, forse c'era solo un tradimento di mezzo. Mi ritrovai a sperarlo, se era solo quello sarei riuscito a sopportarlo, ma le lacrime che rigavano il suo volto il giorno in cui mi aveva lasciato mi avevano fatto capire che c'era qualcosa di molto grave dietro quella decisione, ma io non avrei dovuto saperlo. Mi allontanai da quel portone, con le lacrime agli occhi, che coprivo con gli occhiali da sole, anche se era sera non avevo intenzione di toglierli e di rischiare di essere riconosciuto da qualche fan in quello stato, volevo solo comportarmi da un qualsiasi ragazzo con il cuore infranto.

Camminando mi ritrovai davanti alla pasticceria che aveva dato inizio a tutto. Entrai, a differenza del giorno in cui avevo incontrato il mio vero amore, ero triste e depresso. Quel posto era rimasto identico. Mi sedetti allo stesso tavolino di quel giorno e ordinai la stessa cioccolata calda e lo stesso pasticcino, che questa volta mi venne servito da una ragazza qualunque, quel giorno di quattro anni prima invece, era stata Yong Ja a portarmeli.

Ricordavo perfettamente il momento in cui i miei occhi si erano posati su quel corpo perfetto. L'avevo osservata dal basso verso l'alto, prima le gambe snelle nascoste da dei pantaloni neri classici, poi il grembiule bianco, sporco qua e la di cioccolata, la camicia bianca con il gilet nero, quei seni piccoli e perfetti, nascosti da quella divisa così seria e in fine il volto perfetto. Tondo e delicato, dai lineamenti dolci e gentili. Il sorriso sincero e luminoso, il nasino piccolo e delicato, gli occhi, di un castano chiaro, quasi mieloso, e i capelli castani, con la frangetta e due codine sbarazzine, era la ragazza più bella che avessi mai visto. Rimasi incantato a fissarla mentre aspettava che ordinassi, ma per fortuna, Dong Ho, notando la mi espressione aveva preso la parola ordinando per primo, seguito da tutti gli altri. Il nostro era stato amore a prima vista. Per il resto della nostra permanenza li aveva continuato a fissare il nostro tavolo e spesso i nostri sguardo curiosi si erano incontrati, ogni volta lei arrossiva e distoglieva lo sguardo cercando di non far notare il fatto che mi stesse osservando.

Quel giorno pensai a quel volto bellissimo per tutto il giorno, dovevo scoprire il suo nome, dovevo chiederle il numero, dovevo raggiungerla in qualche modo. Ma il destino si intromise tra di noi. Uscendo dagli studi televisivi un gruppetto di fans ci circondò, sorrisi a tutte cercando di raggiungerle l'auto, quando notai quel volto. Rimasi a fissarla incredulo, era una nostra fan? Prima che potessi reagire, Dong Ho intervenne ancora trascinandola verso di lui, le diede un bigliettino e sorridendo entrò in macchina. Rimasi sconvolto, che anche lui si fosse preso una cotta per quella ragazza? Una volta in macchina rimasi in silenzio, non volevo chiedere spiegazioni, mi sentivo solo amareggiato, Dong Ho, però, continuava a fissarmi divertito, cosa aveva da ridere quel nanetto? Pensai, con cattiveria, così distolsi lo sguardo, ma improvvisamente il mio cellulare squillò, mi era arrivato un messaggio, lo lessi sotto lo sguardo attento del maknae.

ciao Soo Hyun... sono Yong Ja... la ragazza della pasticceria! Dong Ho mi ha dato il tuo numero... spero non ti dispiaccia...”

Mi ritrovai a sorridere emozionato, alzai lo sguardo verso il più piccolo e mi fiondai contro di lui, schiacciando Kiseop sotto il mio peso e lo strinsi forte.

-Grazie!-

Mi limitai a dire, poi corsi a rispondere al messaggio.

Osservavo la cioccolata e mi ritrovai, dopo tanto tempo, a sorridere. Sorridevo, mentre dagli occhi le lacrime continuavano a scendere copiose. Avevo sempre ritenuto il nostro incontro e il nostro amore come un segno del destino, allora perchè ora, lo stesso destino, stava facendo di tutto per dividerci?

Mi alzai dal tavolino lasciando li i soldi, non avevo consumato niente, ma pagai lo stesso ed uscii, deciso a tornare a casa.

Una volta aperta la porta, mi ritrovai davanti ad uno spettacolo strano, Dong Ho era seduto sul divano, piangeva disperato tenendo stratta una lettera, che non aveva nessuna intenzione di lasciare andare. Chiusi la porta attirando l'attenzione di tutti, che osservavano il Maknae preoccupati, notai però, che Kevin non c'era. Prima che potessi parlare Dong Ho mi osservò, cercò di trattenere le lacrime e si alzò raggiungendomi.

-Que-questa... è per... te...-

Disse porgendomi la lettera, era sigillata, la rigirai tra le mani e prima di chiedere di chi fosse lessi quella semplice frase.

al mio amore!”

Riconobbi subito la scrittura tondeggiante e imprecisa di Yong Ja. Sgranai gli occhi osservando il più piccolo che aveva ripreso a singhiozzare forte. La paura si impossessò di me e corsi in camera, chiusi la porta a chiave, avevo bisogno di stare solo, forse finalmente tutto avrebbe avuto senso.

Aprii piano la busta, mi tremavano le mani, non riuscivo a calmare le mie emozioni, il cuore sembrava intenzionato a scappare via dal petto. Alla fine però, riuscii a prendere il foglietto contenuto in quella busta.

ciao amore mio!

So che in questo momento non capisci perchè non stiamo più insieme, so che probabilmente mi stai odiando e so che stai soffrendo. Ma ho intenzione di raccontarti tutto, dal principio è giunto il momento di farlo.

In questo momento osservo la pioggia dalla finestra della mia stanza d'ospedale, prima di correre e cercarmi, leggi tutto, ti prego!”

Ero già in piedi, ma leggendo quelle parole decisi di tornare sul letto e di finire di leggere.

Quando sono nata hanno scoperto che avevo una piccola malformazione al muscolo cardiaco. Inutile dire che per i miei genitori è stato uno shock, ma i dottori gli dissero di stare tranquilli, dissero che crescendo si sarebbe aggiustato tutto! E così era sembrato per anni.

Non sapevo nemmeno io di questo problema, quindi ho sempre vissuto tranquillamente, facendo sforzi, provando emozioni forti, trascurandomi anche a volte. Nessuno pensava che avrei avuto di nuovo problemi.

Ti ricordi due anni fa?

Avevamo un appuntamento a casa tua, ma poi ti ho mandato un messaggio avvertendoti che avevo avuto un contrattempo a lavoro... Mi dispiace vita mia, quella è stata la prima volta che ti ho mentito.”

Mi sentii spiazzato e ferito, non ne capivo il motivo, ma scoprire che due anni prima mi aveva mentito, mi fece soffrire.

in realtà a casa tua c'ero stata. Ero arrivata prima per farti una sorpresa, ma avevo trovato Dong Ho in casa, avevamo preso a giocare e a rincorrerci, finchè non mi sono accasciata a terra, priva di sensi. Il maknae mi si è caricata in spalla e mi ha portato in ospedale spacciandosi per mio fratello. Quello è stato l'inizio dell'incubo.

Quella sera hanno scoperto che il mio cuore era malato, era tremendamente malato e andava sostituito.

Quella sera, ho fotto promettere a Dong Ho, di essere per sempre il mio fratellino obbediente, gli ho fatto promettere di non dire niente a nessuno di voi... ti prego, non arrabbiarti con lui...Ti scongiuro, cerca di capire!

Sai meglio di me che quando ami una persona non vuoi farla soffrire, sai meglio di me, che quando c'è dell'amore vero tra due persone l'uno cerca sempre di difendere l'altro, mettendosi da parte. Ecco amore mi, non volevo farti soffrire, ho deciso di affrontare tutto da sola perchè non voglio farti soffrire, sei la mia vita, sei il mio mondo, sei il mio tutto! Non sono riuscita ad essere egoista, ho preferito rinunciare a te e farti essere felice, ho preferito tenerti lontano da questo stupido ospedale e da tutti i rischi della mia operazione.

Se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono già in sala operatoria, in questo momento forse sono già addormentata e forse un bisturi stà già tagliando la mia pelle chiara, quella che ti è sempre piaciuta tanto... sai, in questo momento sono sicura che sto rivivendo tutti i momenti felice che mi hai regalato. Sto pensando alla nostra prima volta, alle nostre promesse di amore eterno, ai nostri anelli, il mio in questo momento è nelle mani si Kevin... Si, lo sa anche lui, Dong Ho aveva sperato che in due mi avrebbero convinto a dirti tutto, ma alla fine sono solo diventati entrambi miei complici! Ho ordinato a Dong Ho di restare a casa e di darti questa, ma Kevin ho deciso di tenerlo qui con me, sarà lui a dirvi come sarà andata l'operazione... Amore mio a te posso dire tutto, sai... ho una strana sensazione, credo che non supererò questa operazione, non credo di essere così forte... sto confessando solo a te i miei veri pensieri, questa lettera è il mio modo di salutarti. Spero che potrai farti una nuova vita, spero che troverai ancora l'amore, un amore che potrà restare sempre con te, spero che quando sarai un uomo, sarai padre e marito, ti ricorderai di me con un sorriso, voglio solo sapere che non hai smesso di sorridere, che quel sorriso che amo tanto, che mi ha sempre dato forza, rimanga per sempre su quelle labbra, voglio che me lo prometti amore mio!

Ti amo Shin Soo Hyun!”

Leggevo quell'ultima frase con gli occhi pieni di lacrime, stavo piangendo così forte da non riuscire nemmeno a respirare. Mi alzai dal letto e raggiunsi gli altri, il pianto di Dong Ho era cessato, ma le mie lacrime avrebbero potuto allagare l'intera città. Lanciai la lettera addosso al maknae e presi a correre. Correvo a perdifiato, sentivo le lacrime soccorrere via dagli occhi andando a mischiarsi con i miei capelli.

Avevo pensato a qualsiasi cosa, ma non ero pronto a una notizia simile, non potevo perderla, non le avrei permesso di abbandonarmi così, senza darmi nemmeno la possibilità di baciarla ancora. No, non sarebbe morta, non glielo avrei mai permesso.

Raggiunsi l'ospedale, avevo il fiatone e continuavo a piangere, mentre correvo per le scale cercando di raggiungere il piano giusto, mi ritrovai immobile a fissare Kevin, era appoggiato alla porta che portava al reparto e piangeva a dirotto, lo raggiunsi stringendogli le spalle.

-Dov'è?-

Urlai sbattendolo con violenza contro la porta, lui mi osservò disperato.

-Il dottore... ha appena detto... che è a rischio... è appena entrata in terapia intensiva...-

Mi spiegò singhiozzando, d'istinto, lo spostai dalla porta ed entrai nel reparto, incontrai lo sguardo di sua madre, piangeva e si stringeva forte a suo padre. Prima che potessi raggiungerli, una mano mi afferrò il polso, trascinandomi verso un corridoio.

-Non possiamo entrare, ma possiamo stare qui fuori!-

Disse Kevin, stava ancora piangendo ma mi trascinò fino davanti alla porta della terapia intensiva. Mi lanciai contro la porta e iniziai a riempirla di pugni.

-Yong Jaaaaaaaa.... Yong Ja, non ti permetterò di morire hai capito?-

Urali a pieni polmoni riprendendo a piangere, speravo solo che la mia voce fosse arrivata fino a lei, speravo che mi avesse sentito.


Vedevo la luce, vedevo la famosa luce che tutti dicevano, avevo ripercorso tutta la mia vita e ora mi stavo apprestando a raggiungere quella luce, che mi attirava come niente prima, ma improvvisamente sentii quella voce e fu come se una mano mi stesse trascinando indietro.

-sono passati trenta minuti... sono le 03:30...-

Sentii molto debole e in lontananza la voce del dottore, poi improvvisamente altre mille voci.

-Sta battendo... ha iniziato a battere!-

Sentivo quelle parole, poi improvvisamente il buio. Ero tornata nel sonno profondo e incontrai i suoi occhi finalmente, il suo viso sorridente e le sue mani mi tenevano stretta.

Non parlavamo, semplicemente eravamo abbracciati.

Dovetti concentrarmi davvero per riuscire ad aprire gli occhi, erano incollati e non volevano saperne di muoversi, ma alla fine ci ero riuscita, aprii gli occhi e mossi appena la mano, sentendola stretta di una presa, poi improvvisamente la sua voce angelica.

-Amore? Sei sveglia?-

Il mio angelo era li, mi stringeva la mano e mi parlava, mi voltai incontrando i suoi occhi pieni di lacrime. Non riuscivo a parlare così mi limitai ad annuire.

Lo osservavo sorpresa, era più bello che mai, anche se notavo i segni delle occhiaie e del poco riposo, lo trovavo più magro e pallido, ma era li al mio fianco, era di nuovo al mio fianco.

Sentii il rumore del campanello che lui stesso aveva suonato e lo osservai, cercavo di sorridere e di fargli capire con il mio sguardo che ero di nuovo li, che grazie alla sua voce avevo riaperto gli occhi, avevo trovato la forza di risvegliarmi.


L'infermiera mi costrinse a lasciare la sua mano e ad uscire dalla stanza, erano giorni che non uscivo da li, che tenevo semplicemente la sua mano, ma ora, dovevo lasciare che la controllassero, ero disposto a lasciarla sola per poco tempo però. Andai verso il corridoio per chiamare i ragazzi, ma una volta arrivato al bancone delle informazione li notai, c'erano tutti, erano tutti li, tranquilli e silenziosi, non ero abituato a vederli così, li raggiunsi sorridendo.

-Ragazzi!-

Dissi per attirare le loro attenzioni e mi osservarono tutti, Dong Ho fu il primo a raggiungermi, seguito da Kevin e da tutti gli altri.

-Allora?-

Chiese il più piccolo, osservai tutti, erano preoccupati e ansiosi.

-Si è appena svegliata... gli infermieri e il dottore stanno controllando che sia tutto a posto!-

mi sentii improvvisamente stretto, ero al centro di un abbraccio di gruppo, esattamente quello di cui avevo bisogno.



-Amore dai, non possiamo fare tardi!-

Osservavo la mia ragazza, stretta nel suo vestito nero, con i capelli raccolti, truccata perfettamente e un po incerta su quei tacchi.

-Yong Ja, è il mio premio, so che non posso fare tardi!-

Dissi raggiungendola e dandole un bacio sulla fronte. Eravamo tutti vestiti eleganti, stavamo andando a ritirare uno dei premi più importanti che avessimo mai vinto e quella stessa sera avrei presentato a tutto il mondo la mia fidanzata, la donna che avrei sposato.

Raggiungemmo la cucina dove erano tutti riuniti e finivano di sistemarsi.

-noona!-

Trillò Dong Ho raggiungendola, lei sorridendo gli accarezzo il viso e poi prese a sistemargli la cravatta.

-Ma sei bellissimo!-

Disse lei, passando poi in rassegna tutti gli altri. Ormai la nostra vita era tornata quella di sempre, eravamo uniti e indissolubili più che mai. L'operazione alla fine era andata bene, lei continuava a dare tutti i meriti del suo risveglio a me e alla mia voce, ma io ero solo grato che fosse tornata da me.

Prima di uscire tornò da me e mi strinse forte la mano, io la baciai dolcemente e partimmo. Eravamo seduti tra gli altri gruppi premiati e lei era sempre al mio fianco, sapevo che tutti i fotografi erano curiosi di sapere chi fosse quella ragazza seduta la nostro tavolo, ma avrei parlato solo alla consegna del premio. Dopo qualche ore di attesa ci chiamarono sul palco. Fu l'unico momento in cui la lasciammo sola al tavolo. Ricevemmo il premio e poi fu il momento dei ringraziamenti, mi avvicinai al microfono e dopo essermi schiarito la voce presi a parlare.

-Vorrei ringraziare prima di tutto le nostre KissMe, senza di voi noi non esisteremmo! Poi vorrei ringraziare la mia famiglia, la casa discografica e dio... vorrei ringraziare il signore che per tutti noi a fatto tanto... sopratutto per me, mi ha donato nuovamente la donna che amo... Yang Ja questo è per te!-

Dissi, piegando il premio verso di lei. Sul grande schermo alle nostre spalle apparve, emozionata e bellissima, tutti la fissavano a bocca aperta, tutti, me compreso. Insieme agli altri che annuivano dietro di me, ci lasciammo andare ad un applauso che coinvolse tutti, tornammo al nostro tavolo e subito abbracciai e baciai la mia fidanzata davanti a tutti, davanti alle telecamere e al mondo, tutti dovevano sapere della nostra unione.

  
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