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Autore: Onlyna    31/03/2013    3 recensioni
Il suo mondo era buio e a pezzi quando Louis vi era entrato, ed era stato proprio lui ad illuminarlo di nuovo, a ricostruire tutto daccapo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il prompt del lunedì.'
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Scritta per l'iniziativa “Il prompt del lunedì.” del gruppo Wanki!Fic.
Prompt del 25/03: Map – Adam Lambert. Pairing libero.






Dedicata con tanto affetto alla mia cara Elena, perché ha deciso di aiutarmi nella gestione della suddetta iniziativa e di essere il mio braccio destro per tutto il resto; e perché sopporta i miei scleri, e non è una cosa che farebbe chiunque (io al suo posto me la darei a gambe). Ti amo, e grazie di tutto.

Dedicata anche alla mia Soulmate, perché è da troppo che non le dedico qualcosa e ieri mi ha fatto prendere un infarto e mi ha scaraventata in una crisi isterica di prim'ordine pubblicando questa storia senza avvertirmi in alcun modo. Ti odio tanto e ti amo di più.




And now I'm laying beside you.

You were a beam of light, lit up my broken sky,
there was just something about you.

Harry sta sorridendo senza saperlo, quando quella mattina apre gli occhi e si accorge di avere le braccia di Louis intorno ai fianchi, i suoi capelli sulla nuca e il suo respiro caldo sulla schiena. È strano, è la prima volta che si sveglia trovandoselo addosso, nudo nel suo letto, ed è uno strano bello: non quello strano fastidioso di quando l'avventura di una notte rimane con lui fino al mattino e le cose si fanno imbarazzanti, sbagliate; è più quello strano di quando si addormenta nella sua casa natale, in visita a sua madre, e si risveglia circondato dai ricordi della sua infanzia e adolescenza.
Uno strano familiare, in un certo senso, ed è assurdo che si senta così dopo la sua prima notte con Louis.
Sono le labbra del ragazzo che lo distolgono dai suoi pensieri, le mani che si spostano più in basso sul suo ventre ed accarezzano piano la pelle nuda, il ginocchio che con delicatezza insistente si infila tra le sue gambe; Louis sta ancora dormendo, Harry ne è sicuro perché il respiro sulla sua schiena è ancora profondo, regolare, ma il suo si mozza lo stesso per un lungo attimo, la mente piena all'improvviso di ciò che è successo prima di quel momento.
C'era qualcosa, in Louis, che l'aveva colpito dal primo istante in cui l'aveva visto: al tempo non sapeva cosa fosse, e tutt'ora non ne è certo, ma si era avvicinato a lui come se una strana forza lo stesse guidando verso il ragazzo con le iridi azzurre e le sottili rughe d'espressione accanto agli occhi, il sorriso luminoso e i capelli castani. C'era qualcosa, in Louis, che gli aveva ricordato com'era ridere, scherzare, vivere; c'era qualcosa, in Louis, che sembrava volerlo portare di nuovo sulla strada giusta, quella che aveva dimenticato. E per questo poche parole si erano trasformate in uno scambio di numeri di cellulare, i messaggi durante le mattine all'università erano diventate telefonate prima di andare a dormire, le scuse per vederlo al pomeriggio appuntamenti.
Louis si muove di nuovo, alle sue spalle, sfrega il naso contro la sua pelle e si sposta appena dalla sua schiena; è sveglio, adesso, e Harry sorride consapevolmente del bacio che gli posa sulla nuca prima di sbadigliare.
Giorno, – bofonchia ancora assonnato, allontanandosi dal suo corpo e girandosi di schiena sul materasso, stiracchiandosi come un gatto e facendo scrocchiare le ossa della colonna vertebrale in un concertino che fa ridacchiare l'altro. Harry si volta verso di lui, allungando una mano per spostargli i capelli dalla fronte, e sorride davanti ai suoi occhi ancora socchiusi.
Buongiorno, – sussurra, la voce più bassa e roca di quanto si aspettasse, e questa volta è Louis a ridacchiare della sua espressione sorpresa. Si avvicina per baciarlo sulla bocca, le labbra chiuse e asciutte, e Harry sente un calore quasi dimenticato nel ventre quando le dita dell'altro si appoggiano al suo collo e il suo sorriso si fa malizioso mentre schiaccia i polpastrelli su uno dei succhiotti che gli ha fatto la notte prima; Harry grugnisce una risata, posando la mano sulla sua e intrecciando le loro dita per portarsele davanti al viso e baciarle, e l'espressione dell'altro si ammorbidisce all'istante.
Hai dormito bene? – gli chiede, sfiorandogli le labbra con gli occhi fissi nei suoi, e Harry annuisce; questa volta è lui ad avvicinarsi al suo viso per baciarlo, e sente la bocca di Louis piegarsi in un sorriso contro la sua.
Era da un po' che non dormivo così bene, – confessa Harry, forse un po' imbarazzato, e l'altro gli bacia la fronte con una tenerezza che quasi lo commuove, come invitandolo a continuare senza parlare per non farlo sentire costretto; la sua gratitudine per quel gesto così da lui è palpabile, – da... dall'incidente, ho avuto incubi quasi tutte le notti, e quando mi svegliavo lui non c'era e rimanevo sveglio a piangere per ore, è... è stato un periodo orribile, non so in che altro modo descriverlo.
Louis annuisce, avvicinandosi nuovamente per abbracciarlo, questa volta, petto contro petto, e preme le labbra sulla sua guancia per rassicurarlo, per dirgli che capisce cosa intende dire e che lo ascolterà ogni volta che sentirà il bisogno di parlarne con qualcuno; è un attimo, e gli occhi di Harry sono pieni di lacrime. Singhiozza, e Louis non dice nulla: lo lascia piangere baciandogli piano la guancia e la tempia, accarezzandogli la nuca con una mano e la schiena con l'altra.
A volte mi mancava così tanto che non riuscivo a respirare, – sussurra, schiacciandosi di più contro il suo corpo, e Louis lo bacia dietro l'orecchio, – rimanevo a guardare il nulla finché non sentivo di soffocare, finché il panico non mi risvegliava e facevo qualcosa, – continua, le frasi spezzate dai singhiozzi e le labbra gentili dell'altro ancora sulla pelle, – era orribile, mi mancava così tanto che pensavo fosse inutile continuare a vivere, senza di lui; lo amavo così tanto...
Louis non dice nulla, di nuovo, Harry gli ha parlato più di una volta di come stesse in quel periodo, e nonostante facesse davvero male sentire quelle cose orrende aveva lasciato che si sfogasse, come in questo momento, offrendogli il suo conforto senza imporglielo.
Harry continua a piangere per qualche minuto, l'unico suono nella stanza i suoi singhiozzi, e Louis aspetta che si calmi, che torni a respirare normalmente, prima di fargli spostare il viso dalla propria spalla e guardarlo negli occhi: sono umidi e rossi, gonfi, e con i pollici asciuga le lacrime ferme sulle sue guance, sorridendo un poco; bacia le sue palpebre chiuse, le ciglia bagnate contro le sue labbra, e con una mano, alla cieca, cerca di prendere il pacchetto di fazzoletti che la notte prima hanno lasciato sul comodino. Harry ride, appena esitante, dell'espressione schifata che fa quando le sue dita si fermano sul fazzoletto in cui hanno infilato il preservativo usato, e Louis la esagera di proposito per farlo ridere ancora; Harry ha anche le guance rosse, e il naso che cola non è certo lo spettacolo più bello del mondo, ma quando Louis sorride e gli sposta con la mano libera i capelli dalla fronte il suo sguardo è innamorato. Tiene un angolo del pacchetto tra i denti, mentre sfila un fazzoletto pulito e glielo porge, e Harry lo ringrazia con gli occhi prima di usarlo e ridere di nuovo della sua espressione disgustata. Abbandonano il letto poco più tardi, mettendosi addosso due magliette e i pantaloni di due tute di Harry che sembrano enormi sul corpo di Louis, e vanno in cucina a fare colazione insieme, le dita di una mano intrecciate come sempre.
Harry si mette ai fornelli, Louis prende i piatti e le posate canticchiando una canzone che l'altro non conosce; non gli chiede cosa sia, non vuole interromperlo, ma sorride soltanto mentre apre le uova sulla padella e con la coda dell'occhio lo vede sedersi sul tavolo dondolando le gambe come un bambino. C'è qualcosa di profondamente suo nelle parole che Louis sta pronunciando a bassa voce, come per non disturbarlo, e Harry torna a riflettere sul loro primo incontro senza quasi rendersene conto: c'era qualcosa, in Louis, che l'ha attirato dal primissimo istante; la sua risata era forte e piena, i suoi occhi chiari e sinceri, puri, e il suo modo di sorridergli era così dolce che si era sentito quasi costretto a conoscerlo. Il suo mondo era buio e a pezzi quando Louis vi era entrato, ed era stato proprio lui ad illuminarlo di nuovo, a ricostruire tutto daccapo.
Prima di mettere la colazione in tavola, Harry si infila tra le sue gambe e lo bacia sulle labbra, tenendo una mano sulla sua nuca e l'altra su un fianco, la bocca di Louis umida e calda e sorridente sotto la sua; ed è proprio in quell'attimo, più che nell'amore che hanno fatto la notte precedente e di cui porta ancora i segni addosso, che Harry capisce di aver finalmente trovato qualcuno che può davvero aiutarlo a non smarrirsi più nella disperazione.

I don't need to wander any more,
I have found what I've been looking for.






Questa cosa si è scritta da sola, giuro! ç^ç
Come ho detto ieri notte a Soulmate (o qualcosa del genere, ho cancellato il messaggio, lol): il concentrato di fluff che sto scrivendo si è trasformato in una cosa angst random e solo adesso sta tornando ad essere fluff. Ecco, parlavo di questa storia.
Perciò non chiedetemi cosa sia successo a Harry, cosa sia l'incidente, chi sia il “lui” di cui era innamorato perché, sinceramente, non ne ho la più pallida idea nemmeno io. Sì, sono una merda.
Il titolo, i versi in corsivo all'inizio e alla fine ed alcune cose nella storia sono prese da/liberamente ispirate alla magnifica Map di Adam Lambert *si prostra davanti al cd*. Ve la consiglio con tutto il cuore, è bellissima, e vi consiglio anche tutte le altre canzoni di questo ragazzo perché meritano, ve lo assicuro. Lo amo troppo, non potete capire.
Buona Pasqua a tutti! :)
   
 
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