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Autore: santacroce_    31/03/2013    3 recensioni
SongFic Klaine. La canzone usata è 'The Lonely' di Christina Perri.
Da quando Blaine e Kurt si erano lasciati, Kurt si vedeva immiserire, deperire. Un disperato sentimento di scetticismo e di gelo si erano impadroniti di lui. Non aspettava con ansia il mattino, quando era il messaggio di Blaine ‘’Buongiorno anima mia’’ a svegliarlo, non aspettava con ansia le feste, per poter tornare a Lima e raccontare col sorriso stampato sul volto a tutti i suoi amici quello che aveva fatto a New York, non aspettava neanche più le lezioni di canto. Perché tutto gli ricordava di lui. [...] E quando si sfiorarono, accadde di nuovo.
S’innamorarono di nuovo, un amore irrazionale, sentito, vero, puro.
Genere: Angst, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: Premessa: è una storia depressa, moooolto depressa. E niente, buona lettura, ci rivediamo a fine pagina!!!

THE LONELY

2am; where do I begin, 
Crying off my face again. 
The silent sound of loneliness 
Wants to follow me to bed.


La voce che tremava, le mani fredde ed intorpidite, ancora bagnate dalla pioggia. Kurt era ritornato dalla NYADA, a piedi, come sempre, solo, come sempre. Neanche Adam si era offerto di accompagnarlo «Ho delle nuove canzoni da provare, ci si vede domani alle 14, Kurt!» Un leggero bacio sulla guancia e poi via, a gambe levate percorse l’interminabile corridoio lasciando che l’eco dei suoi passi colmasse il quasi sovrumano silenzio che lo abbracciava.
E così nel suo cuore; calma piatta, neanche un raggio di sole ad inondarlo col suo calore, gelo, freddo, brividi e pietra, ecco in quali condizioni era in quel momento.
Da quando Blaine e Kurt si erano lasciati, Kurt si vedeva immiserire, deperire. Un disperato sentimento di scetticismo e di gelo si erano impadroniti di lui. Non aspettava con ansia il mattino, quando era il messaggio di Blaine ‘’Buongiorno anima mia’’ a svegliarlo, non aspettava con ansia le feste, per poter tornare a Lima e raccontare col sorriso stampato sul volto a tutti i suoi amici quello che aveva fatto a New York, non aspettava neanche più le lezioni di canto. Perché tutto gli ricordava di lui.
Il pianoforte nero in mezzo ad una stanza vuota, pianoforte i cui tasti non sarebbero mai stati suonati dal ragazzo che amava; i fiori che trovava per strada, agli angoli e ai semafori: fiori rossi, come l’amore, come quello che aveva provato per lui. Persino l’aria sembrava aver assunto l’odore di lui, odore che a Kurt oramai sembrava così estraneo.
Si gettò sul letto, sospirando appena, lasciando che il cappotto si accasciasse al suolo e che le gocce di acqua inondassero la sua fronte.
Come se le lacrime non bastassero.
Sulle guance di Kurt, sembravano essersi formati dei solchi: ogni lacrima era un urlo, una folgorazione improvvisa, esprimeva agonia, apatia verso il futuro, un futuro di cui si era formata l’immagine più nera e desolante, vuota e senza senso. Senza Blaine.
 

I'm a ghost of a girl that I want to be most. 
I'm the shell of a girl that I used to know well.


Kurt aveva smesso di mangiare come prima, aveva smesso di cantare come prima, aveva smesso di vivere come prima.
Rachel era sempre più preoccupata per la salute precaria dell’amico, ormai diventato un completo estraneo, sia fisicamente che moralmente. Dimagrito irreparabilmente, anoressico, con le fosse scavate sotto gli occhi, borse nere o violacee onnipresenti, testimoni di notti insonni e travagliate. Le mani scarne, le ossa che scricchiolavano.
Era invecchiato ancor prima di giungere al traguardo finale, era diventato un fantasma, uno scheletro che camminava.
Stentava a tenere il passo con gli amici quelle rare volte che si recava in un bar, stentava ad eseguire in modo decente gli esercizi di danza, stentava a vivere in quelle condizioni.
 
Dancing slowly in an empty room, 
Can the lonely take the place of you? 
I sing myself a quiet lullaby. 
Let you go and let the lonely in 
To take my heart again. 


Rachel era quasi sempre fuori casa, impegnata con Brody o a starnazzare qualche nuova canzone da musical, e la casa il più delle volte restava vuota.
Vuota nonostante ci fosse Kurt, lì dentro. Ma sembrava non contare, Kurt sembrava essere un alito di vento. Insignificante, leggero, invisibile.
Senza Blaine poco contava, senza amore poco contava, senza vita, senza essenza, anima sciupata e trasandata, poco contava.
La voce ogni giorno diveniva più flebile e delicata, non osava neanche più alzare la voce con Rachel che usava ,di tanto in tanto, i suoi prodotti per il viso.
Cosa che, qualche mese prima, sarebbe stata inaccettabile e avrebbe suscitato in Kurt un grido irritato e una lavata di testa non poco pesante. Invece, si limitava ad abbassare gli occhi e ad annuire, quasi come fosse diventato di piombo, quasi come se le corde vocali gli fossero diventate tanto pesanti da essere conservate in una scatola e sotterrata nel terreno umido di Central Park.
Alla sera, quando si infilava sotto le coperte per cercare di dormire, ripensava agli occhi di Blaine. Ripensava alla sua voce, calda e rassicurante. Ripensava al loro primo bacio, alla loro prima volta. Gemiti e tremolii, e i ‘’Ti amo’’ sussurrati, urlati, futili, veloci. Le corse per i prati verdi e gli abbracci. Ma subito la felicità veniva spazzata via dal maligno, poiché qualcosa di assolutamente futile e irreale. La voce rotta di Blaine, le parole che rimbombavano nella sua mente.
«I was with someone.»
Una nuova morsa allo stomaco lo colpì e lo costrinse a portarsi le mani al ventre e a stringersi forte su sé stesso. Strinse i denti e cercò di respirare più a fondo che poteva. Pugnalate veloci e coltelli e milioni di spade conficcategli nel cuore. Arrancò in avanti e lanciò un grido di dolore. Protrasse le mani verso la porta e ridusse gli occhi a due fessure, non appena la vista cominciò a farsi nebbiosa. Un altro grido, poi la porta si spalancò.Cadde giù dal letto, un tonfo sonoro bastò a Rachel per interrompere l’accesa conversazione con una persona, che ovviamente Kurt non si era degnato di salutare. Non gli importava chi fosse, non gli importava neanche di conoscerlo (in caso fosse stata una persona nuova). Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da una voce pacata e gutturale.  
 
 
Too afraid to go inside 
For the pain of one more loveless night. 
But the loneliness will stay with me 
And hold me til I fall asleep. 


I denti che stridevano e le lacrime che gli bagnavano il volto, inesorabilmente. Preso dai singhiozzi e dai mugolii sommessi, Kurt non era in grado di riconoscersi più.
Troppo diverso e apatico.
Due mani gli presero il viso e lo circondarono.
Il fiato caldo dell’ospite gli scaldò le gote, violacee ormai.
Il corpo di Kurt era per terra, adagiato sul pavimento di legno, e Rachel in piedi, che si sorreggeva alla porta, mentre l’ospite s’occupava di Kurt, s’occupava di calmarlo.
 

Broken pieces of
A barely breathing story
Where there once was love
Now there’s only me and the lonely.

 
 
Respirava a stento, Kurt, coi pugni serrati e gli occhi ancora chiusi. Troppa paura di aprirli e affrontare la realtà cruenta.
Vivere nell’immensa bugia dell’amore, ecco cosa voleva in quel momento.
Amava ancora Blaine, la sua anima gli apparteneva ancora e sempre gli sarebbe appartenuta, fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo battito di ciglia, fino all’ultimo battito del cuore.
«Kurt!! Kurt, rispondi ti prego. » E il ragazzo rabbrividì nuovamente.
Un angelo? Oh, il fatidico momento era giunto.
Blaine.
Blaine.
Blaine era lì.
Blaine lo teneva fra le sue braccia.
Blaine gli stava parlando.
Blaine stava piangendo.
E Kurt non si sentì poi così tanto insignificante come prima. Era tornato, la vita aveva ricominciato a pulsare dentro di lui, la sua essenza era tornata chiara e pura come una volta. Il cuore si era ricomposto e i solchi che sembravano essersi formati sul viso, colmati. Colmati dalla presenza di Blaine, dalla sua luce e dal suo amore.
Erano così, i due. L’uno colmava i vuoti dell’altro.
«B-Blaine…» riuscii a dire il biondo in un sussurro.
L’altro sorrise, mentre tremava e il cuore gli vibrava e scalciava nel petto. Blaine aveva tanto desiderato rivedere il suo amore, l’amore della sua vita, colui che possedeva davvero la sua anima e l’accettava.
Perché in fondo amare è questo.
Assorbire completamente l’altro, nonostante la distanza, nonostante gli errori, nonostante tutto.
«Sono qui amore, non ti lascio, non lo faccio, non ti lascerò mai, sono qui.»
Disse il moro stringendolo in un abbraccio.
E quando si sfiorarono, accadde di nuovo.
S’innamorarono di nuovo, un amore irrazionale, sentito, vero, puro.


Spazio autrice: Eheheh allora? Che ve ne pare!? Innanzitutto, ringrazio tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui, avete coraggio!! Fatemi sapere cosa ne pensate di questa, mhm? E magari provate a rileggerla con in sottofondo la canzone!
Bacioni, alla prossima!!
_falling to the dephts! 
   
 
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