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Autore: sushiprecotto_chan    31/03/2013    1 recensioni
“Lee, abbassa immediatamente quella bottiglia!”
Rock Lee sussultò al sentire la voce profonda di Neji, e per poco non gli venne meno la presa sul sake.
“Non è un’arma…” protestò, lievemente corrucciato.
[Neji/Lee] [Ispirato ai deliri della serie "Naruto SD: Rock Lee and his ninja pals".]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'About Lee's Pairings'
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Titolo: Just a little desire
Personaggi/Pair: Rock Lee, Neji Hyuuga; Neji/Lee
Prompt: #01 – Bottiglia (Pacchetto: Colourful – Green)
Note: 1. Seconda di una serie di 10 storie Neji/Lee basate sui prompt della community Dieci&Lode su livejournal. Se volete dare un’occhiata alla mia verdissima tabella, potete andare qui.
N/A: Quest’idea balzana l’ho presa direttamente dall’altrattanto malsana serie “Naruto SD: Rock Lee and his ninja pals”, in cui Lee ha la fissazione per Neji in drag e il suo segreto più imbarazzante è che lo obbliga continuamente a travestirsi da donna perché lo trova carino (citazioni testuali, io non c’entro niente…). Sì, insomma, non potevo non sfruttare tutto questo! XD Quella serie è una provocazione per le fan Neji/Lee (e Lee/Ten, e Neji/Hina, e Orochimaru/Kabuto – sì, avete letto bene , etc), capitemi!
Per non parlare del fatto che Lee s’immagina lui e Neji spesso in coppia, e Neji finisce per travestirsi di propria stessa volontà da donna un paio di volte… ma stiamo divagando.
È una profonda cavolata. E non è niente di che. Ma avevo bisogno di scrivere sul mio OTP e di togliermi un prompt dalla verderrima tabella e quindi eccola qui. :) Buona lettura.
 
 
 
 
 





 
 
 
 
 
 

Just a little desire.

 
 
 
“Lee, abbassa immediatamente quella bottiglia!”
Rock Lee sussultò al sentire la voce profonda di Neji, e per poco non gli venne meno la presa sul sake.
“Non è un’arma…” protestò, lievemente corrucciato.
“Lo è, nelle tue mani!” Neji si alzò dal banco e gli prese velocemente l’ampolla. “Senti, sono disposto a fare qualsiasi cosa purché tu non beva. Vuoi sfidarmi? Vuoi che dica qualcosa a Sakura da parte tua? Che – nel pronunciare questo Neji tremò appena – mi travesta da donna per una delle tue idee balzane? Bene, lo farò, ma per stasera niente sake.”
Neji sapeva bene che non era affatto saggio affidarsi al volere del suo compagno di squadra, ma non avrebbe mai permesso a se stesso di lasciarlo bere e di rovinare così la festa di compleanno di Hinata-sama. Erano presenti quasi tutti i parenti illustri degli Hyuuga, e sarebbe stato davvero troppo vergognoso e disastroso se Lee d’un tratto fosse impazzito ed avesse cominciato ad attaccare qualsiasi mobile o essere umano presente. Hiashi lo avrebbe ucciso.
Lee guardò Neji. La seconda bestia verde della foglia aveva gli occhi ben aperti, il viso illuminato e, sebbene non stesse sorridendo, sembrava incredibilmente curioso e… interessato.
“Di-Dici davvero?” Deglutì.
Neji annuì, grave.
“Oh, mio giovine amico! Siamo d’accordo, allora; ti prometto che non ti deluderò! Non berrò una goccia!” Lee esibiva un sorriso a trentadue denti e stava facendo la sua posa da bravo ragazzo con fare fin troppo entusiasta.
“Bravo; ora posa quell’intruglio…”
E, stano a dirsi, Rock Lee riuscì a trattenere la sua beneamata ingenuità ed i suoi bollenti spiriti, e quella sera non bevve neppure un sorso di alcool.
 
 
Aspettare si stava rivelando qualcosa di semplicemente insopportabile.
Lee non riusciva a fare a meno di torturarsi le mani, disfando e rifacendo le bende. Avrebbe avuto il coraggio per chiedergli una cosa del genere? Ma soprattutto, avrebbe avuto la faccia tosta necessaria ad ammettere ad alta voce i suoi desideri?
Neji si mise nel posto accanto al suo, appoggiandosi senza grazia allo schienale della panchina, sospirando e chiudendo un momento gli occhi.
“Allora, la festa è andata bene?”
“È filato tutto liscio. Hiashi-sama non si è accorto né dei tentativi di Kiba di far entrare Akamaru alla festa in incognito né che Choji per poco non si stava finendo tutto il rinfresco, alle spalle del clan Hyuuga al completo.”
“Oh. Perfetto, allora! Hai fatto un bel lavoro, Neji!”
“Grazie.”
La giovane bestia verde della Foglia fece passare qualche minuto, poi balzò su dal suo posto a sedere e puntò l’indice destro in direzione del suo rivale, buttando fuori quel che aveva da dire con voce squillante.
“N-Neji!”
Le iridi dello Hyuuga si allargarono lievemente, sorprese.
“Avrei una richiesta!”
“Dimmi.”
Rock Lee si fece coraggio, poi:
“Ti prego, vestiti da donna!”
A questo punto, se Neji Hyuuga avesse avuto del liquido in bocca l’avrebbe sputato di colpo, e se avesse avuto delle pupille, queste sarebbero diventate enormi.
“P-P-Prego?!?!?!”
“Onegaishimasu!”
“N-Non ci penso neanche ad assecondare ancora i tuoi deliri!”
“Neji, onegai!”
Si guardarono. Lee insistente e disperato, Neji imbarazzato e molto dubbioso.
“Avevi dato la tua parola che ti avrei potuto chiedere qualsiasi cosa se non avessi bevuto stasera.”
Gli enormi occhi di Rock Lee erano diventati ancora più grandi, mentre la bocca tentava un broncio. L’insieme faceva una pessima imitazione degli “occhi da cucciolo” che in teoria avrebbero dovuto convincere il razionale Neji Hyuuga.
Ma convincerlo di cosa, poi?!
“Confermo.”
Lee liberò un sorriso a trentadue denti più venticinque stelline – perché lui poteva.
“Allora lo farai!”
“Aspetta, aspetta, non ancora ho detto che accetto! E poi, per che cosa dovrei umiliarmi ancora una volta davanti a tutti?”
“Ah- no-, ti assicuro che non ti vedrà nessuno; saremo solo noi due, nessuno ti riconoscerà!”
Neji si corrucciò, sospettoso.
“Non mi hai ancora detto perché.”
Rock Lee prese un bel respiro. Ispirò, espirò, ispirò, espirò.
“Un- appuntamento. Ti prego, vieni vestito da donna ad un appuntamento con me.”
“Cos’hai in mente? È- per un tuo teatrino?”
Lee negò col capo.
“Allora è per qualche tuo piano.”
Lee negò ancora.
“Una scommessa?”
Il sopracciglione negò ancora una volta, poi chinò il capo e arrossì come un peperone.
Oh.
Oh, beh, in questo caso si spiegavano un sacco di cose.
Neji continuò a guardarlo inebetito, per poi sentirsi pronunciare un “Allora va bene. Domani alle sedici, qui. Arriva puntuale”.
E se ne andò in direzione di villa Hyuuga, sentendosi gli arti intorpiditi per la stanchezza procurategli dalla festa.
“Neji, arigatou gozaimasu!” si sentì urlare da dietro alle spalle.
Ancora allucinato, ma col cuore che – traditore – si sentiva stranamente felice, pensò che quella era stata davvero una faticosa e strana, strana giornata.
 
 
 
 





 
 
 
Onegaishimasu / Onegai: Ti prego.
Arigatou gozaimasu: Grazie mille.

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