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Autore: ViveViveVive    31/03/2013    0 recensioni
Vi presento Hippolite, un personaggio di mia invenzione.
E' nato a Parigi ma lavora a Londra.
Queste sono tutte le sue stranezze.
A voi.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che leggi per ore e ore di fila, cominciano a bruciarti gli occhi, anche se sei abituato, da questo punto di vista.
Già, hai iniziato quando sapevi appena camminare, eh, Hippolite? Prima s’impara a leggere e poi a camminare, perché leggere è vitale per vivere, camminare no.
Devi molto ai libri, che maneggi ogni giorno, non sono stati proprio loro a impedirti di fermare le litigate fra i tuoi? O forse preferivi far finta che non ci fossero? Infondo non sentivi nulla di quello che si urlavano contro: incredibile come un libro possa attutire il mondo esterno con i suoi problemi e le sue gioie.
La tua infanzia non è poi stata così negativa, dopotutto, sei andato in ottime scuole, hai il tuo giro di amicizie che è rimasto sempre lo stesso nonostante tu sia in un altro stato, non hai particolari antipatie ma solo durature amicizie.
Eppure, in Inghilterra, ti viene così difficile comunicare, anche se parli un inglese perfetto, non è vero?
Qui hai solo un amico, Gareth, pochi nemici e tanti visi sbiaditi che compaiono e scompaiono dalla tua vita appena finisci di parlare, tutti vanno troppo veloci per i tuoi gusti, e tu? Tu stai pian piano diventando un prolungamento della biblioteca, il mondo esterno ti tocca poco anche perché non sei un personaggio di spicco, ma non ti lamenti, perché c’è sempre qualcuno che sta peggio.
Il vecchio te non sta più male, però, almeno la sofferenza di qualcuno è stata alleviata, hai fatto bene a lasciare la Francia: è meglio la monotonia inglese che quella francese.
Eppure cos’è andato storto?
Bhé, i tuoi genitori sono morti in un incidente in auto, i medici hanno detto che non hanno sofferto, ma sappiamo entrambi che non erano loro il problema.
Il problema eri tu, tu e le tue stranezze. Hai fatto bene a lasciare Parigi, anche se non hai fatto bene a chiedere a Gary d’accompagnarti in patria, per quelle due settimane.
Parigi rende tutti un po’ strani, non è vero?
Come ha fatto con te, del resto. Ma non ti dispiaceva più di tanto, almeno finché non lo sono venuti a sapere gli altri e hanno fatto girare la voce e, a quel punto, tutti i parigini ti seguivano con lo sguardo, attenti, come se volessero constatare le voci assurde che giravano.
Ora non t’importa più perché lavori e vivi in Inghilterra, ma prima sì che t’importava, prima eri davvero importante nella capitale: organizzavi sistematicamente la ricostruzione della rivoluzione francese, programmavi gli spettacoli dell’Opera, lavoravi nella grande biblioteca di Parigi e ti sentivi libero, nel vero senso della parola, e anche felice.
Ora ti senti per metà libero e per metà felice, l’altra metà sai bene che si trova sull’altra sponda della Manica, magari un giorno ci tornerai.
Le tue stranezze, comunque, sono continuate finché non ti sei trasferito, anche se tutt’oggi continuano quando torni.
Lunedì: andare all’ABC Cafè, guardare un film, sventolare la bandiera del tricolore francese sul balcone.
Martedì: andare al Cafè di Amelie Poulain, parlare con Hippolyte lo scrittore fallito e prendere i suoi manoscritti, passando poi dalle case editrici che gli devono favori e costringendoli a pubblicarli.
Mercoledì: passare nell’altro tuo appartamento, quello a Montmartre, per dare una ripulita e far visita al pittore dalle ossa di vetro, facendogli da modello per uno dei suoi quadri.
Giovedì: andare alla ricerca dei libri più sperduti del mondo e cercare anche i libri per arricchire la biblioteca di Londra, passare dal Moulin Rouge e salutare le amiche, ma non rimani mai per uno spettacolo perché t’imbarazza vedere le tue amiche nude.
Venerdì: andare alla Gare du Nord e aggiungere a ‘Gare’ un ‘th’ così da formare il nome del tuo amico scozzese, fare un po’ di parkour.
Sabato: comprare dei tulipani, incontrare les amis e fare qualche battuta ‘aulica’ che loro aggiungono nel loro taccuino ‘che un giorno lo pubblicheremo e lo intitoleremo “gli aforismi di Hippolite Bourgeois pubblicati da Les Amis, anche se li ha detti Hippolite Bougeois”, è un bel titolo.’
Domenica: se non ha piovuto per tutta la notte svegliarsi tardi e mangiare una baguette con la nutella, distendersi sul prato di fronte la Tour Eiffel,  visitare tutti i musei. Se ha piovuto tutta la notte, svegliarsi alle quattro e tentare il suicidio buttandosi, in stile Javert, dal ponte della Senna sperando che il collo ti si spezzi velocemente. Però deve piovere, altrimenti niente, che vedere il fondale ciottoloso non ti piace.
Peccato, però, che la morte non ha ancora deciso di prenderti far le sue scheletriche braccia e sei costretto ancora a vivere, giorno dopo giorno.
Anche se infondo tutto quello che chiedi è una morte veloce e indolore, come quella dei tuoi genitori.
Ai tuoi piani, comunque, si aggiunge sempre qualcosa come fermarsi a comprare qualche opera d’arte di un artista di strada, andare a teatro e assistere alle prove –questo ancora non te l’hanno impedito, mh?-, comprare una crepe al cioccolato bianco e tante altre piccole cosette più normali.
E se Gareth scopre quello che fai alla stazione del treno? Anche se ogni volta trovi di nuovo tutto normale, i parigini non apprezzano molto questi ‘scherzetti’, sarà per questo che lo cancellano subito.
Bhé, oramai è fatta, non puoi far altro che aspettare una risposta. Che poi non ti dispiace neanche tanto, se viene.
Chissà come va la battaglia fra Gary e Luke, quest’ultimo si è presentato in biblioteca, qualche giorno fa, chiedendo di una rivista cinematografica del 1992, ce l’avevano, ma tu hai detto di no, come hai detto di no a tutte le altre sue richieste, anche se avevi in magazzino ogni singolo pezzo di carta citato.
Ci tieni davvero tanto allo scozzese mammone e cattolico fino all’osso, vero?
Speriamo solo che lui tenga anche a te, Hippolite, e che non sia solo un’amicizia ‘passeggera’, speriamo che diventi come un les amis ma versione britannica.
Meglio dormire, ora, che domani devi cominciare a fare l’inventario e Lily è stata licenziata, finalmente qualcuno si è accorto che non faceva nulla tutto il giorno. Si è alzata e se ne è andata, non credi che le sia dispiaciuto molto, anche perché il suo fidanzato è un manager, quindi ha di che vivere.
Buonanotte, Hippolite, sogna tante storie a lieto fine e spera che la tua sia anche così.
   
 
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