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Autore: lickmelyca    31/03/2013    3 recensioni
[Questa storia partecipa al concorso "Parallel Times", indetto da Fay e Zael]
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Crack. Piacevole quanto brutale, anzi... Spietato.
"Se la vita è spietata con te, sii spietato con la vita", questo era il suo motto. Sarebbe andato avanti con quel crack fino alla fine, era il suo destino.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gamma, Zanark Abalonic
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Sølveig

Titolo: Cruelty

Prompt: //

Epoca: Discesa degli unni

Pairing: Nessuna. Forse un brevissimissimo e insignificante accenno alla ZanGamma.

Note: Premetto che non mi piace per nulla, ma ci ho provato. Non mi aspetto granché, ma sono felice di esserci riuscita. Non aspetto molte letture, poiché ciò che non è una fic ad OC o simile tende ad essere beatamente ignorato. Comunque, passando alla shot... Io adoro Attila, il signore degli unni. Non so neanche perché, ma lo adoro. Mi ha fatto molta pena. Adoro anche Zanark e ce lo vedo molto in queste vesti (anche se all'inizio la mia idea era di usare Kyousuke). Bene, non sono di ottimo umore al momento quindi è meglio se la pianto di ciarlare. Enjoy! (?)

 

 

 

Spietato.

Era la sua definizione per eccellenza. Di spietati come il signore degli unni non ce n'erano e, se per puro caso ci fosse qualcun altro che deteneva un simile titolo, di lui non sarebbero che rimaste un cumulo di ossa. Fatte completamente a brandelli.

Dietro a questo velo di crudeltà, Zanark era un uomo colto. Non era solo la sua forza bruta a spaventare innumerevoli persone, ma anche la sua notevole capacità di apprendimento. In pochi lo sapevano e lui stesso mai ne parlava, ma la vita di colui noto come Flagello Divino era stata alquanto travagliata. Il padre era morto poco dopo la sua nascita, perciò il piccolo dovette subito apprendere l'arte della guerra al posto suo, imparando addirittura ad andare a cavallo prima di camminare. Nonostante i suoi sforzi e i suoi enormi progressi, però, il favorito restava suo fratello. Non aveva mai avuto veri rapporti con lui, non provava niente nei suoi confronti, non gli appariva come una persona speciale... Eppure, tutti dicevano che era il migliore. Zanark restava indietro, come un'ombra per sempre ignorata anche se era lui a sforzarsi -e ad eccellere- sempre di più. Fu quello il momento in cui nacque la spietatezza.

Una notte, la più tranquilla che si ricordasse, l'unno si avvicinò quatto ma furtivo al fratello dormiente per sfogare tutto il suo sconforto. Lo prese per una gamba e tirò con forza, per poi fare lo stesso con un braccio e, pian piano, con tutti gli arti rimanenti. Non cessava finché non udiva un secco crack, per lui decisamente rassicurante. Lo stesso rumore che aveva fatto la sua coscienza prima di spezzarsi. Crack. Piacevole quanto brutale, anzi... Spietato.

Se la vita è spietata con te, sii spietato con la vita, questo era il suo motto. Sarebbe andato avanti con quel crack fino alla fine, era il suo destino.

 

"Scusa? Ti spiacerebbe lasciar stare la mia frutta? Sto lavorando!"

La fama di Zanark era conosciuta nonché temuta per tutto il Mediterraneo, ma lassù nelle campagne dei monti Balcani qualcuno ancora viveva nell'ignoranza. Mentre il Flagello Divino attraversava quelle vaste montagne lasciando dietro una scia di desolazione, si era imbattuto proprio in tre di quei fortunati, intenti a lavorare nei campi. L'esercito unno si era fermato per rifocillarsi saccheggiando il raccolto, ma il proprietario dai capelli bianchi all'insù aveva una faccia decisamente contrariata. Zanark non poté che scoppiargli a ridere in faccia.

"Sempliciotto, hai idea di chi sia io?"

"Una persona molto maleducata, mi sembra. Di solito la gente chiede prima di togliere i beni degli altri!"

Il paesano si mise una mano tra i capelli, sfoggiando un gesto che esprimeva sicurezza completa. Il cuore dello spietato unno invece provava il contrario alla frase appena udita. A lui era stata tolta la figura di riferimento paterna e la stima di chi aveva vicino e, per compensare, aveva tolto la vita a milioni di persone, poiché fa male quando qualcosa viene tolto. A lui faceva piacere sentire quel crack, ma agli altri? Avevano forse volutamente tolto a Zanark ciò che gli era caro? Se lui fosse stato meno orgoglioso, forse avrebbe potuto esprimere in modo diverso il suo stato d'animo, forse sarebbe stato trattato meglio. Forse quel crack sarebbe stato un rumore straziante. Forse la spietatezza gli avrebbe fatto impressione anziché gola.

"Hai ragione" Pronunciò con voce particolarmente roca "Non è bello. Provi dispiacere se prendo due mele?"

"Aaah, così va meglio!" Il bracciante fece di nuovo quel gesto, sorridendo "Ma sì, prendine quante ne vuoi, tanto il mio mestiere è far crescere mele. Il vero guaio sarebbe se arrivasse quell'unno di cui chiacchierano tanto a devastarmi il campo... Allora sì che sarei perduto!"

Non era bello sentirsi perduti. Era come se tutto andasse in frantumi facendo crack. Quel rumore non piaceva più così tanto a Zanark. Posò la mano possente sulla fronte del lavoratore, scuotendo la testa.

"Sai una cosa? Non credo che lo farà."

Prese poi una manciata di mele e ripartì con il suo esercito, ringraziando mentalmente colui che gli aveva fatto capire che non era necessario essere spietato. Almeno, non sempre.

 

"Gamma!"

I due compagni del bracciante, un maschio e una femmina, lo raggiunsero in tutta fretta. Il giovane dai capelli bianchi era rimasto confuso, ma al contempo divertito.

"Si può sapere cosa voleva quello lì da noi?" La ragazza sbuffò "Che tipo strano..."

L'interpellato rise, compiendo quel gesto un ultima volta.

"Hai ragione, Beta" Mormorò "Ma sai una cosa? Sento che questa brutta situazione che domina i paesi vicini finirà prestissimo."

   
 
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