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Autore: Musca    20/10/2007    17 recensioni
Sono stanca di recitare la parte di Ginevra, aspettando e sperando e pregando, al sicuro dalle battaglie combattute lontano dagli occhi.
“Harry?”
L’ultima volta, Ginny, ultima volta.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola prelibatezza

 

Una piccola prelibatezza, per ingannare il tempo (e dimostrarvi che non me ne sto con le mani in mano^^).

Per tutti i miei calorosi e ormai familiari recensori, perché non si struggano troppo aspettando il prossimo capitolo di January, in particolare per Alisa e la sua Ginny-travestito: spero di averti offerto, con l’aiuto di Musca, una luce nuova per vedere il suo personaggio. E per Wonky, eterna Ron/Herm, che mi segue per affetto, sperando che non sia anche una Ginny/Harry.

E naturalmente per tutti voi, silenziosi lettori, sperando che mi lasciate un salutino nello spazio recensioni.

Buona lettura,

Snivella.

 

 

 

 

Guinevere

“Christmas and whitened winter passed away,
And over me the April sunshine came,
Made very awful with black hail-clouds, yea.

And in the Summer I grew white with flame,
And bowed my head down—Autumn, and the sick
Sure knowledge things would never be the same,

However often Spring might be most thick
Of blossoms and buds…”

The Defence of Guenevere
William Morris


*

Inverno

 

Continua e continua ancora. Più forte cade la neve, più tetra la casa diventa. Più candele accendi, più gli angoli bui si allungano, diventano profondi. Io aspetto e osservo l’Ordine sparpagliarsi dentro e fuori, e le cattive notizie divenire luoghi comuni. Il Natale ha occhi incavati e un cuore di pietra.
I fuochi non sono mai caldi. Nel mio cuore la sua assenza fa splendere il suo sorriso.

 

Non guardo negli angoli bui fra di noi.

 

Il giorno in cui ritorna, la neve cade come una logora grigia coperta, sopra gli alberi scheletrici che rabbrividiscono lungo la strada, ma io quasi non lo noto.

 

Primavera

 

Dicono che i suoi occhi sono verdi, ma per me sono scuri. Non posso vedere sul serio dentro di loro, sono opachi di tutte le sue ferite e segreti, paure e debolezze.

 

“Come stai, Harry?” dico un giorno. La luce del sole arranca nella piazza della strada. Ho sentito tutto sul come la storia è andata a finire per il Bambino Sopravvissuto, da lui o da Ron ed Hermione. Ma non ho idea di come si senta Harry. Sono stanca di fingere di non aver notato i suoi vagabondaggi notturni o il clamore del suo silenzio.

 

Sono anche stanca di fingere di non aver notato che i suoi vagabondaggi notturni sono sempre accompagnati da lei.

 

Mi guarda, sorpreso. Poi distoglie lo sguardo,i suoi occhi sui piccioni che vanno pavoneggiandosi sotto gli alberi, ora tinteggiati di un verde rigoglioso. Un arcobaleno oleoso luccica sulla strada, dove un’auto passa oltre, veloce.  

 

“Sto bene, Gin. Non dovresti preoccuparti.” Mi sorride. Poi mi bacia.

 

Estate

 

Quando cadiamo, lui corre da lei.

 

Io mi raggomitolo intorno alla mia gamba urlante, ma non è lì che fa davvero male.

 

“Gin! Maledizione, va tutto bene?” Fred incombe su di me.

 

“Solo la mia gamba…” mormoro, grata che le mie lacrime abbiano una scusa valida. Lui si volta e grida verso George. “Oi George, di qua! Ginny si è rotta una gamba!”

 

Mi portano di sopra, nella mia stanza, le due scope rotte che ci seguono a distanza, nell’aria.

 

Hermione non è mai stata brava a volare.

 

Ed Harry non è mai stato bravo a mentire, con le parole o con i fatti.

 

Autunno

 

Alla fine, decido io.

 

Sono stanca di recitare la parte di Ginevra, aspettando e sperando e pregando, al sicuro dalle battaglie combattute lontano dagli occhi.

 

“Harry?”

 

“Ciao.” Lui sorride e mi fa spazio sul gradino della soglia di casa. Ron ed Hermione non si vedono da nessuna parte. Io mi siedo giù e lo bacio, risentendo come sempre del suo ardore, la sensazione che stia cercando di convincere se stesso.

 

L’ultima volta, Ginny, ultima volta.

 

Lui aspetta che io dica qualcosa. Fra di noi non c’è silenzio che sia solo silenzio. O è ansioso di essere spezzato, o pieno fino all’orlo di cose non dette.

 

“Che pensi di fare, Harry?”

 

“Riguardo a cosa?” La sua testa è china, le sue dita tracciano disegni nella ghiaia. Io deglutisco e guardo dritta davanti a me. L’autunno ha indorato gli alberi e bruciato l’erba.

 

“Lei sta ancora con Ron. Che pensi di fare?”

 

La sua testa scatta in su, gli occhi spalancati. Poi distoglie lo sguardo. Io vorrei—oh, come vorrei poter dire a cosa sta pensando.

 

“Come facevi a saperlo?” La sua voce è a malapena un sussurro.

 

Io abbraccio le mie ginocchia. “Ho gli occhi.” E un cuore.

 

“Ginny, mi dispiace così tanto. Davvero.”

 

Cade l’ultima foglia. Non sapevo neppure di non aver avuto più alcuna speranza. Sospiro. “Già, lo so.”

 

Lui si appoggia indietro, contro lo stipite della porta. Io nascondo le mie mani tremanti tra le gambe.

 

“Allora, che pensi di fare?”

 

Lui fissa l’orto senza vederlo. “Aspetterò.” Una flotta di uccelli migratori sfreccia lungo il cielo. “Posso aspettare. Per tutto il tempo che servirà.”

 

Poi si volta verso di me. “Ginny, stai—starai bene?”

 

Rabbrividisco al suo tono; io non sono fragile. “Ma certo che starò bene.” La mia voce suona tagliente. Lui si irrigidisce e si tira indietro.

 

Non c’è veramente altro da dire. Sediamo lì per un lungo istante. Il silenzio si ammucchia come foglie morte.

 

Alla fine, lui si muove. “Beh, è meglio se rientro.” Esita, poi si inclina in avanti e bacia la mia guancia. “Mi dispiace veramente tanto, Ginny.” Sussurra. “Non è che tu—non è che io non ti—”

 

“Ami?”

 

Lascia cadere giù la testa.   

 

“Ho afferrato, Harry. Nessun bisogno di spiegare.” Lui fa scorrere una mano tra i capelli e si alza lentamente.

 

Ma ci sono cose che io devo sapere, nonostante i miei migliori giudizi.

 

“Qual è la prima cosa che ti viene in mente, quando pensi a lei?”

 

Lui non risponde per molto tempo.

 

Mi volto per vederlo starsene lì, in piedi, un leggero rossore che sale di soppiatto sul suo viso. Sembra qualcuno che abbia appena aperto i propri occhi, per la prima volta.

 

“Lei mi ha dato il mio primo abbraccio.”

 

Sorride.

 

“Questa è la prima cosa.”

 

 

[NdT: per ogni domanda, curiosità, informazione su di me, l'autrice o come è nata questa ff, ciacciare fra le mie impressioni, avere notizie, scoprire nuovi mondi, clicca pure....QUI. Non mi offendo. Meno ancora se ti fai vivo in qualche modo. O se mandi cioccolatini all'arancia.]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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