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Autore: RaspberryLad    01/04/2013    5 recensioni
Dilemmi esistenziali: la pioggia è bella o meno? Giacomo crede di sapere la risposta, ma forse la sua amata Formula 1 e il suo Simone hanno un asso nella manica.
[Partecipante al contest "Everybody Ship Now"]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We all have our flaws that can make us obscene'
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Only Happy When It Rains

(seh, come no)

(o forse sì)

 

 

 

 

 

 

I’m only happy when it rains

I’m only happy when it’s complicated

And though I know you can’t appreciate it

I’m only happy when it rains

– Only Happy When It Rains, Garbage –

 

 

 

 

Roma, 12 Giugno 2011. Ore 19:45

 

Certe volte non sopportava Simone e la sua completa mancanza di comprensione. Si chiedeva quasi perché si frequentassero, prima di vederselo nudo, con quel bel corpo muscoloso, i capelli biondi e i lineamenti duri, naso a patata a parte. In quel momento, comunque, avrebbe anche potuto metterglielo sotto il naso, ma sarebbe rimasto offesissimo. A morte.

« Giacomo, ti prego, la finisci di tenermi il muso? » lo sentì sbuffare, tranquillamente, appoggiato ad un albero.

« Solo se mi spieghi perché hai detto alla Giulia che ce ne saremmo andati. » rispose, sbuffando anche lui. Era seccatissimo. La Giulia era una sua cara amica dal liceo, a Mantova, prima che si trasferissero a Roma, ed era anche la sua coinquilina. Era la sua coinquilina ed era dotata di moroso – cosa assolutamente normale e sana – e il tale moroso aveva deciso carinamente di festeggiare il loro mesiversario in casa sua. Scopando. E in tutto questo, Simone l’aveva tanto carinamente tirato fuori, mentre si preparava con le patatine alla visione del Gran Premio.

« Perché quei due poveretti stavano per scopare, forse? » replicò il ragazzo, senza il minimo ritegno. Si passò le mani sul viso per non girarsi e resistere all’impulso di picchiarlo. Non capiva che il Gran Premio per lui era un’istituzione, né più, né meno. Lui non usciva mai la domenica per vederlo, e l’aveva invitato solo perché erano quattro mesi circa che si frequentavano, un record. L’aveva invitato, e lui li aveva fatti uscire. Aveva tutte le cazzo di ragioni del mondo per essere incazzato.

« Potevano scopare nella stanza da letto mentre noi guardavamo il Gran Premio, no? Mi sembra facile. »

Sentì Simone avvicinarsi e mettergli le mani sulle spalle. Lo urtava vederlo in questa posizione, perché dimostrava quanto fosse più alto di lui e lo faceva sentire un nanetto. Un nanetto moro, peloso e dal carattere isterico. Olè.

« Senti, se tu fossi stato tranquillo, si sarebbe potuto fare. Ma so che sei uno che si fomenta, e te lo dico perché uscivo con un altro ragazzo che guardava la Formula 1, un patito di quelli allucinanti. E fidati, stava completamente fuori di testa, urlava come un ossesso mentre guardava i Gran Premi. Penso che tifasse lo stesso pilota che piace a te, quello tedesco, vecchiotto, com’è che si chiama... » proseguì lui, perdendosi alla ricerca del nome, agitando le dita per aiutarsi a ricordare.

« Schumacher? Davvero? Lo voglio conoscere! » si mise a saltare, peggio di un bambino, a pensare al suo idolo. Simone gli rivolse uno sguardo stranito.

« Cuccia. » disse lui, dandogli un buffetto sulla spalla. « Vedi cosa intendevo? Abbiamo fatto bene ad uscire. »

« Ma il Gran Premio… » cercò di lamentarsi, ma fu zittito nuovamente.

« Te lo vedrai domani, tanto lo stiamo registrando. Calmati e rilassati. » lo vide appoggiarsi ad un albero, accanto al laghetto, e chiuse gli occhi, beato. Non capiva quanto tutto ciò lo innervosisse.

Rimase ostinatamente in piedi ad osservarlo, ma il ragazzo non sembrò battere ciglio. Senza aprire gli occhi, ricominciò a parlare: « Forza, vieni a sederti e finiscila di fare il mona. »

Si sentì catapultato, con quel mona – che, tra l’altro, non era per niente gentile o cortese – a casa, e sinceramente non gli dispiacque.

Anche se in questo periodo a Roma si sta senza dubbio meglio.

« E se scopro come va a finire? »

« Basta, » proseguì, sempre ad occhi chiusi, mentre gli prendeva la mano per stringergliela. « Basta che evitiamo di andare in posti affollati. Poi, quanta gente credi che guardi la Formula 1 apposta per dire a te com’è finita la gara? Soprattutto a quest’ora? »

« Che giornata di merda. » alzò gli occhi al cielo: persino il tempo lo stava prendendo per il culo, era giugno e c’era un tempo coperto degno di novembre. Magnifico.

E Simone lo ignorava, e stava tirando fuori tutto il suo essere drama queen. Non era possibile, né accettabile.

« Mmm, giusto, potrebbe andar peggio. Potrebbe piovere. »

Neanche a dirlo.

Sentì un tuono, appena dopo aver finito la frase. Simone continuò a non battere ciglio, mentre lui si stava agitando. « No, eh, non può anche piovere, che cazzo, non può andare così di merda la giornata. »

E, ovviamente, giusto a fargli uno sfregio, iniziò a piovere, e di brutto, uno dei tipici temporali estivi assolutamente inutili che servono giusto a bagnare il terreno, le persone e che non rinfrescano per niente. Anzi, appena finito, ricomincia a far caldo, e più di prima.

Bestemmiò.

« Finiscila di fare la prima donna e vieni qua. » gli disse Simone, tirandolo per un braccio. Cadde all’indietro, addosso a lui. Si rimise a sedere, sbuffando.

« Non è possibile! Piove pure! Ma come si fa! » continuò a mugolare, quando sentì la mano di Simone prendergli il viso, girarlo verso di sé ed iniziare a baciarlo passionalmente.

« Finiscila. Siamo bloccati sotto quest’albero, non c’è nessuno attorno, per cui vediamo di rendere la situazione un po’ meglio. » sussurrò, malizioso. Aveva uno sguardo magnetico al quale non poteva resistere, ma doveva provarci.

« Ma siamo in pubblico. »

« Me ne fottono cazzi. Anzi, » ammiccò, sogghignando. « mi interessa un cazzo. Il tuo. »

Lo guardò allibito da tanta sfacciataggine. Lo trovava arrapante, sì, ma erano in pubblico, non voleva farsi sgamare così. Cercò di temporeggiare. « Ma c’è questa pioggia di merda! Non possiamo, è tutto bagnato. »

« Quando la finirai di vedere la pioggia come qualcosa di negativo, per curiosità? Finiscila. » lo zittì con un bacio a fior di labbra, prima di diventare molto più spinto.

« La pioggia è negativa. » replicò, staccandosi, ma Simone negò ancora, prima di ricominciare a baciarlo. E a fare cose molto più turpi.

 

 

Ore 21:10 circa.

 

 

Dopo essersi rotolati – sì, vabbè – sotto l’albero a fare cosacce, temporeggiarono un altro po’ prima di decidere di tornare a casa, visto che tanto in tutto quel tempo la Giulia si era fatta dare passata, ripassata e anche una terza botta, eventualmente.

Si era ormai rassegnato alla fine del Gran Premio, ma fortunatamente non aveva sentito nessuno per strada che ne parlava: non c’erano notizie sullo pseudo telegiornale che si vedeva sulla metro, non aveva ricevuto spoiler di niente: bastava barricarsi in casa a vedere la registrazione, senza accendere il telefono, senza aprire Facebook, senza avvicinarsi alla televisione se non per la registrazione. Avrebbe fatto sistemare tutto a Simone, sì, per non rischiare di beccare l’unico momento in cui ci fosse stata una notizia sul Gran Premio. Glielo doveva, doveva assolutamente sdebitarsi per come si era comportato, e neanche il sesso orale all’aperto bastava, col fascino del proibito.

Appena tornò a casa, sentì la porta della camera di Giulia – a logica – aprirsi, come se lo stesse aspettando. La vide arrivare, infatti, trafelata.

« Già, ho dovuto stoppare la registrazione! » disse, e lui sentì l’occhio tremare. Stava per venirgli una crisi isterica.

« Che cosa cazzo hai fatto? » urlò, come un ossesso. Era incazzato nero, e sia Simone, sia Giulia se ne erano resi conto. Il primo lo stava trattenendo, attaccato a sé, mentre la seconda era terrorizzata.

« Ho fermato perché hanno fermato la gara! È più di un’ora che è ferma e era inutile che registrassi la pausa! Avevo la televisione accesa in camera apposta per vedere quando sarebbe ripartita! » la sentì rispondere, e tremava dalla paura di una qualche ritorsione. Doveva essere assolutamente spaventoso in quel momento.

« Aspetta. Cosa? La gara non è finita? » replicò, esterrefatto. La gara non era finita. Non si era perso molto.

« No! È quasi un’ora e mezza che è ferma per la pioggia! Mai vista una cosa simile, dicevano, non stanno neanche a metà. »

« Cazzo. Giulia, scusami per come mi son comportato, ma ne parliamo dopo, ora corro davanti alla tv che devo vedere! » disse, la superò, si tirò dietro Simone – che per poco non cadde per la velocità della situazione – e accese la televisione, di corsa.

« La gara riprenderà tra cinque minuti, ricordiamo che i piloti partiranno dietro la Safety Car, con in testa Vettel e secondo il giapponese Kobayashi della Sauber. » sentì dire alla televisione. Guardò il numero di giri: 25 di 70. Erano a poco più di un terzo. Cazzo.

Simone si sistemò accanto a lui e, ridacchiando, gli diede un bacio sulla guancia. « Hai visto? Te lo dicevo che la pioggia non faceva così schifo, in certi casi. » Lo guardò in faccia, era bellissimo, e non era dovuto solo al fatto che stava vedendo tutto dorato, Simone era davvero bello nel suo fare strafottente. Non gli diede né ragione, né soddisfazione, ma solo un lungo e languido bacio, prima di ricominciare a vedere il Gran Premio.

 

 

 

 

Note dell’autore!

Ebbene sì, son tornato a sfornare boiate. Devo dire che scrivere di una “macchietta”, della serie di un gay parecchio stereotipato mi mancava e mi ha divertito da morire, perché l’ho trattato proprio da stereotipo esagerato (anche se ama la Formula 1. Vabbè, poco importa.)

Ho parecchie cose da dire su questa shot, sinceramente! Innanzitutto, partecipa al contest “Everybody ship now” indetto da Il_Genio_del_Male, col prompt “Potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere.”

L’idea mi è venuta dal fatto che due o tre giorni fa ho letto delle “pagelle” di Formula 1 scritte da un ragazzo che seguo, in cui, parlando della gara di Spa 2011, diceva che la pioggia porta sempre opportunità, e sta ai piloti sfruttarle – nel caso di specie, a Spa la pioggia crea sempre situazioni spettacolari, e parlando di Glock diceva che con la cagata che aveva fatto era stata una fortuna che non avesse piovuto e che non avesse potuto fare recriminazioni. Tra l’altro, ho usato Glock come idea di fondo (estetica) per il personaggio di Giacomo. Questo per quanto riguarda le premesse (trash).

Simone, invece, è una nostra vecchia conoscenza. Per i più svegli, si saranno accorti che è la stessa persona con cui Alessio si trastulla in Adrenalina, e tra l’altro ne parla all’inizio di Web of Lies – quando dice che non gli rispondeva più: ho detto apposta quanti mesi erano che stavano insieme per far capire perché Simone non rispondesse ad Alessio. Anche se non condivido, e lo prenderei a sganassoni per questo – e, ma questo è un piccolo spoiler, tornerà sicuramente un’altra volta ancora. Non sarà mai uno dei personaggi principali, ma tra i guest penso che sia il mio preferito. E parliamone, al momento è quasi apparso più di alcuni personaggi principali, tipo Lucia!

La data non è stata scelta a caso: il 12 Giugno 2011, infatti, ci fu davvero il Gran Premio del Canada e fu davvero fermato un’ora e mezza per la pioggia, risultando la gara più lunga di Formula 1 in assoluto,

   
 
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