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Autore: itsabluelove    01/04/2013    3 recensioni
“Che succede?” chiese Louis, infastidito “Cos’è questa puzza?”
“Niall..” singhiozzò Liam, non riuscendo a trattenere le risate “si è nascosto nel mio armadio per fare pupù” e si lasciò andare sul pavimento, accerchiato dalle risate di tutti gli altri.
AU a random, Baby One Direction
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La casa era grande, le mura racchiudevano in se ben dieci stanze, di diverse misure. Il vialetto del numero 41 di Shorts Gardens era riccamente coperto di fiori lilla, viola e gialli. Un piccolo stagnetto si stendeva a destra, contornato da sassi levigati e rotondi, mentre a sinistra una grandissima altalena era composta da ben 5 seggiolini. La passerella che portava sino al grande portone era macchiata di vari colori che, visti da vicino, si scoprivano essere tante impronte di piedini di diverse misure. La veranda bianca anticipava un’arcata di mattoni rossi, che in un lato si concludeva con una striscia dorata, da cui spiccava un campanello ed il cognome Humberts.
I coniugi Humberts, sposati da ormai ventanni, amanti da trenta, insieme per il resto della loro vita, erano una coppia con davvero tanti soldi. Una ricca eredità era stata affidata completamente alla signora, mentre il marito era a capo di una grossa azienda locale, ma anche internazionale. Avevano comprato casa poco prima del matrimonio, scegliendo accuratamente quella che avrebbe ospitato i loro futuri figli.
Appena il permesso di entrare in quella lussuosa villa ti veniva concesso, un profumo di lavanda e pesca ti solleticava l’olfatto, facendoti inspirare a pieni polmoni. Il pavimento di moquette liscia si distendeva sotto i tuoi piedi, lunghi corridoi bianchi e lucenti si srotolavano davanti ai tuoi occhi. La cucina, di un rosa pallido, era sempre pulita ed ordinata, ma con delle pentole a scaldarsi sui fornelli, da cui provenivano profumi deliziosi che solleticavano l’appetito. Il salotto era spazioso, i colori caldi emergevano dal divano e dalle tende, un po’ di marrone sul camino ardente e un po’ di rosso tra i cuscini. La grande tv era appesa alla parete, completa di impianto stereo di ultima generazione. Una lunga mensola il legno occupava la parte nuda affianco al televisore, riempita di libri ordinatamente messi in base alla gradazione di colore. Il tappeto impediva ai bimbi di prendersi un raffreddore d’inverno e di poter giocare tranquillamente per terra. Usciti dal salotto, appena affianco alla grande scalinata in legno, il bagno era grande quasi quanto la cucina ed il salotto insieme. Appesi ad un asta dorata, ci stavano sette accappatoi, uno blu ed uno bianco da adulto, e cinque celesti da bambino. Rispettivamente, su ogni accappatoio piccolo, erano state cucite delle figure: Woody di Toy Story, un Power Ranger rosso, un trattore marrone, un altro Power Rangers blu e un orsetto di peluche. Una grande vasca stava in una parte della stanza, e sette lavandini ne occupavano l’altra. Le sovrastanti scale portavano al secondo piano, in cui si delineavano tre porte. La prima, quella davanti alla scalinata, racchiudeva la camera dei signori Humberts. La seconda, doppiamente più grande della prima, conteneva cinque lettini, cinque armadi, cinque scrivanie e cinque casse piene di giocattoli. I lettini, attaccati tra loro, erano allineati alla parete, con gli armadi e i giocattoli di fronte. Sopra ogni spalliera, in lettere sagomate in legno, c’erano indicati i nomi a cui appartenevano i letti. Le scrivanie occupavano il resto di parete vuota. Al centro della stanza, un grandissimo tappeto di gomma colorato ricopriva il pavimento.
Quella domenica mattina, al 41 di Shorts Gardens, il piccolo Liam, già sveglio da presto, gonfio d’orgoglio per aver ricevuto l’ennesimo incarico dai suoi genitori, andò a svegliare i suoi quattro fratellini. Iniziò da quello più pigro, sperando che il chiasso riuscisse ad interrompere il sonno degli altri tre.

“Zay, Zay svegliati” Liam strattonò il braccio di suo fratello, che, come ogni mattina, non ne voleva sapere nulla di alzarsi.

Ma non per niente, oltre ad essere fratelli, erano anche migliori amici. Il castano tutto ricci, non indomabili come quelli di Harry ovviamente, saltò sopra il letto del bambino più grande di lui, tirandoli pizziccotti sulle guance ed acciuffando i suoi capelli tirati all’insù, come rendini di un cavallo imbizzarrito. Zayn sbuffò più volte, ma sorrise quando Liam lo afferrò per i fianchi facendoli il solletico.
Niall, con il suo hot dog in peluche stretto tra le braccia, si stroppicciò gli occhi, sbadigliando rumorosamente e stiracchiandosi le membra. Si grattò i capelli biondi, confuso, trovando la fonte di quel rumore in un Liam a cavalcioni sopra Zayn, che strillava e piangeva dal ridere. Di sicuro avrà tutto il panno pieno di pipì pensò, gattonando sino alla fine del suo lettino e scendendo, infilandosi le sue ciabbattine con Scooby Doo sulla punta. Camminando, o meglio trascinandosi verso le scale, si accorse di essere più pesante del solito.

“Mamma!!” urlò, affacciandosi tra le sbarre della ringhiera sulle scale.

La signora Humberts accorse dalla cucina, salendo le scale e prendendo in braccio suo figlio.

“Buongiorno amore mio” lo salutò, stampandogli vari baci sulle guance paffute “Hai dormito bene?”

Niall annuì, sorridente. “Mamma, ho il panno pieno sino alle gengive” si lamentò subito dopo. Con i suoi tre anni, come quelli di Zayn e Liam, Niall era il più mangione e il più coccolone dei suoi cinque figli. La donna annuì, portandolo in bagno e cambiandolo sul fasciatoio, per poi lasciarlo libero a scorrazzare sino in cucina, dove papà Humberts aveva preparato un ottimo latte caldo con tantissimi biscotti da inzupparci dentro.

Intanto Liam, terminata in parte la sua missione, convinse Zayn ad alzarsi dal letto, lasciando Harry e Louis, stretti per mano, a dormire tranquilli. Zayn si grattò l’ombelico scuro, sbadigliando goffamente, e facendo scaturire una grossa risata dalle labbra di Liam. Il castano lo prese per mano, ed insieme raggiunsero la ringhiera che bloccava le scale.

“Aspetta qui, ora chiamo la mamma” gli disse al più grande.

Perché Liam, nonostante fosse il terzultimo in ordine di età dei cinque figli, era molto più maturo di Louis stesso (non che ci volesse molto), il più grande in assoluto. Liam si svegliava da solo ogni giorno, sgattaiolava nella camera dei genitori per farsi accompagnare sino al bagno. Già da un anno non portava più il pannolino, sapeva lavarsi i denti da solo e scrivere il suo nome correttamente e in modo comprensibile. Non piangeva mai, anzi era sempre pronto a consolare chi non riusciva a trattenere le lacrime, come Niall. Si inventava delle storie da raccontare ogni notte ai suoi fratellini, e si emozionava ogni volta che Zayn gli mostrava un disegno che rappresentava la storiella che aveva raccontato. Beh, amava i suoi fratelli, ma in particolare sentiva un legame molto più profondo per il mulato.

I cinque bambini erano fratelli, si, ma non consanguinei. Data l’assente fertilità della signora Humberts, i coniugi avevano deciso di adottare quei cinque bambini che, da appena nati, avevano sempre vissuto assieme. Quando Harry, il più piccolo, compì un anno, firmarono le carte per l’adozione, mentre Louis, di anni, ne aveva già tre. Inutile dire che subito vennero coccolati e viziati, si adattarono perfettamente alla nuova famiglia e non si lamentarono mai di voler tornare in quell’orfanotrofio. Quella era la famiglia più perfetta cha mai avessero potuto desiderare.

La signora Humberts aiutò i piccoli a scendere, servendo loro la colazione e coccolandoli a più non posso.

Louis, con il corpo di Harry steso al suo fianco, la testa sopra il suo petto ed i suoi ricci a solleticarli la guancia, si svegliò a causa del pianto di Niall che, per uno stiracchiamento troppo pomposo, aveva fatto cadere un biscotto a forma di orso per terra. Il maggiore sbadigliò, soffiando via i capelli di Harry dal suo viso, facendo così svegliare anche il riccio.

“Buongiorno piccolo” lo salutò, accarezzandoli una guancia paffuta.

Due fossette gemelle, che intenerivano Louis in una maniera impressionante, fecero la loro comparsa, accompagnate da un sorrisone nelle labbra piene.
“’Giorno Boo” rispose, muovendosi nel suo panno di Winnie the Pooh, per stringersi più forte al suo fratellone.

Louis lo cullò dolcemente, canticchiandoli una melodia inventata sul momento, per poi sorprenderlo con un attacco di solletico. I suoi occhi azzurri si illuminarono quando Harry lo abbracciò, sussurrandoli un ‘ti voglio bene’ dritto dritto dal cuore. Con quasi cinque anni sulle spalle magre e piccole, Louis si posizionò Harry sulla schiena, aprendo la ringhiera e tenendosi stretto al corrimano, scendendo lentamente le scale. Arrivato a destinazione, salutò i genitori con un grande sorriso, posando Harry sul fasciatoio per pulirlo e cambiarlo.

Zayn e Liam, dopo aver giocato insieme con le macchinine sul tappeto del salotto, all’arrivo di Harry e Louis tornarono in cucina, riempiendo di attenzioni il più piccolo, che sorrideva dolcemente ai suoi fratellini. La gelosia si impossessò del più grande, ma non ci diede peso e si gettò sulla sua ciotola di latte e cereali. Gli ultimi arrivati finirono di fare colazione, accompagnati da Niall che finiva la sua seconda razione di latte. Il signor Humberts ripiegò il giornale, fece scendere Harry dal seggiolone e si rivolse a tutti i suoi figli.

“Oggi, bambini miei, andremo a visitare lo zoo.” esclamò, facendo scoppiare i piccoli in tanti gridolini di gioia.

Immersi tutti e cinque nella grande vasca da bagno, Niall giocava con la sua papera gialla, Liam passava la spugna sulla schiena di Zayn e Louis massaggiava i ricci di Harry. La signora Humberts si occupava di aiutarli in caso di bisogno, seduta in terra e giocando con il piccolo biondo.

“Ma ci saranno anche le scimmie?” chiese Harry, con gli occhi chiusi, ma con un sorriso di speranza sul volto.

“Si amore mio” rispose la mamma, sorridente anche lei.

“Anche i canguri?” Zayn parlava raramente, ma l’idea di andare allo zoo lo eccitava davvero tanto.

“Anche gli ippopotami!” confermò Liam, finendo di strofinare la spugna sul moro e passandola adesso sul suo corpo “l’ho visto nel libro che ci ha comprato zia Danielle!”

“Non ci sarà zia Danielle, vero?” domandò il mulato, con un aria quasi triste. Non che la zia Danielle fosse antipatica, ma Liam, ogni volta che veniva a trovarli, passava tutto il suo tempo con lei, facendo sentire Zayn come trascurato.

“No, bambini, vi accompagneremo io e papà” affermò la signora Humberts “adesso Louis, Liam, uscite per primi che vi asciugo.”

Profumati e vestiti comodamente, i sette membri della famiglia Humberts si avviarono verso lo zoo comunale, eccitati come non mai. Papà Humberts comprò loro cinque gelati gustosi e presi per mano, Louis con Harry, Liam con Zayn, Niall con mamma e papà, entrarono allo zoo. Si fermarono ad ammirare la grande vegetazione che ospitava pappagalli e uccelli dai mille colori, si incantarono davanti alla teca di un serpente gigantissimo ed Harry stritolò la mano di Louis quando quello si aizzò contro il vetro. A testa fecero una foto con una piccola scimmietta sulla spalla, si schizzarono con l’acqua nelle grandi vasche contenenti pesci di tutte le grandezze e Liam dovette tenere per il maglioncino Zayn quando quello quasi non ci cadeva dentro, essendosi sporto troppo per schizzare il povero Niall. Osservarono le balene ed i delfini nuotare in una grande piscina, fare acrobazie con degli istruttori e lasciarsi accarezzare dai visitatori. Pranzarono nel ristorante dello zoo, con degli animatori a rallegrare il pasto, che regalarono ai cinque dei palloncini modellati a forma di cagnolini, spade e fiori.

La famiglia felice tornò a casa, i piccoli, appena raggiunsero i loro letti, crollarono nel loro abituale sonnellino pomeridiano. I coniugi Humberts si concedettero un po’ di relax nel loro divano, abbracciandosi e guardando la tv.

Liam, sentendo che qualcosa non andava bene, aprì gli occhi, scorgendo il letto di Niall vuoto. Scattò seduto, attento a non svegliare gli altri, scendendo dal lettino e frugando con lo sguardo ogni angolo della loro cameretta. Non lo trovò. Aprì tutti gli armadi, fin quando il ciuffo biondo spiccò tra le sue magliette di Toy Story. Niall si teneva al guardaroba con entrambe le manine, un’espressione concentrata sul volto, il viso rosso dallo sforzo, i dentri stretti tra loro.

“Niall” Liam si preoccupò ancora di più, tendendo una mano sulla fronte del biondo, così come ogni tanto faceva la mamma quando dichiarava di vederli ‘strani’. “tutto..” ma il suo discorso venne interrotto da un tonfo leggero. Il viso di Niall riprese il suo normale pallido colorito, le mani mollarono la presa dal legno ed un sorriso si distese sul suo volto, soddisfatto. Un odore puzzolente arrivò alle narici di Liam, che subito capì. Rise fragorosamente, svegliando i suoi fratelli e non riuscendo a trattenere le lacrime.

“Non mi prendere in giro, dai” si lamentò il biondo, correndo fuori dalla stanza e richiamando a gran voce la madre.

“Che succede?” chiese Louis, infastidito “Cos’è questa puzza?”

“Niall..” singhiozzò Liam, non riuscendo a trattenere le risate “si è nascosto nel mio armadio per fare pupù” e si lasciò andare sul pavimento, accerchiato dalle risate di tutti gli altri. 
  
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