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Autore: Bef EK    01/04/2013    0 recensioni
Quattro ragazzi. Diversi fra loro ma uniti dallo stesso sentimento.
Passione,amore,dolore,gioia,rabbia saranno vissuti in una Milano che farà da sfondo alle loro vicende.
In che modo? Basta solo entrare nelle loro vite e scoprirlo.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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  Capitolo 1.

  

DRIIIN…DRIIIN… La sveglia non smette di suonare, e la mia voglia di alzarmi è pari a zero. Perché diamine hanno inventato questi aggeggi infernale che non fanno altro che aumentare il malumore la mattina? Non capisco nei film come fanno. Suona la sveglia e puff si svegliano magicamente senza un lamento, senza nessun minimo segno di stanchezza. Per non parlare di come si svegliano le ragazze: perfettamente truccate e con i capelli a posto. Tutto il contrario di come sono io la mattina, con i capelli tutti fuori come se avessi fatto chissà quale lotta durante la notte e con il viso uguale a quello di uno zombie. Si direi che la mattina sono proprio uno splendore. DRIIIN DRIIIIN, non smette di suona e nemmeno mettere il cuscino sulla testa per attutire il suono serve in qualche modo ad alleviarlo. Troppo assordante, troppo acuto, troppo fastidioso. Mi chiedo chi cavolo l’abbia inventata. – SE NON TI TROVO SVEGLIA TRA 10 MINUTI CON LE BUONE TI FACCIO SVEGLIARE IO CON LE CATTIVE – ecco ci mancavano solo le urla di mio padre per completare il bellissimo risveglio. Meglio non provocarlo e alzarmi, purtroppo per me questo pazzo padre che mi ritrovo è capace di far di tutto pur di farmi svegliare e questo lo so molto bene. Un giorno perché non volevo alzarmi dal letto mi ha buttato dell’acqua fredda addosso e mi sono beccata la febbre a 40 quindi preferisco non sfidare la sorte con lui. Così con poca voglia e ancora tutta assonata, mi alzo dal letto e vado dritta in bagno dove mi guardo allo specchio. – oh mamma cos’è sto coso enorme?! – non poteva andare meglio di cosi, mi ritrovo sul mento un enorme brufolo sembra quasi un vulcano. Dopo essermi fatta una doccia veloce e truccata mettendo un filo di matita e un po mascara per far risaltare i miei occhi chiari e un po di lucido per le labbra (tralasciando il fatto che ho usato ogni sorta di correttore, fondotinta e cipria a mia disposizione per coprire quell’orrore) ,filo dritta in camera per vestirmi. Scelgo un paio di jeans, una maglietta un po larga a strisce bianche e grigie e metto un ciondolo a forma di cuore. Passo ai capelli, questa chioma mossa che nn ha proprio voglia di essere domata questa stamattina, cosi presa dalla poca pazienza che ho, faccio una coda di lato e scendo in cucina dove trovo già mio padre e mia madre intenti a fare colazione.
– Dov’è Alessandro? –  avrei detto ‘ quel pigrone di vostro figlio’ ma se lo avessi fatto mi sarebbe toccato sentire i miei che mi dicevano di non chiamarlo cosi considerando che è il loro piccolo Ale tutto casa, studio e chiesa, peccato che è il tragitto che lo frega.
Ha 21 anni e frequenta la facoltà di Economia Aziendale, mentre io frequento il quarto anno della ragioneria. Mio padre ha uno studio contabile molto rinomato in città e dopo gli studi sia io che mio fratello lo affiancheremo nel lavoro.
– E’ già uscito, ha detto che doveva fare una cosa in università e doveva andare presto – a rispondere è mia madre, povera mamma se sapesse che il suo caro figliolo in questo momento di sicuro non è all’università, visto che le sue lezioni oggi iniziano alle 10, ma chissà in quale posto a fare le sue porcherie con la sua attuale ragazza. Ne cambia una ogni 2-3 mesi. Di certo la schiera di ragazze che gli muoiono dietro non gli manca. Modestamente mio fratello è un gran pezzo di ragazzo. Alto, occhi verdi, c apelli biondi, un fisico pazzesco e un sorriso da lasciare tutti senza parole. Il contrario di me che sono mora, diversamente alta con i miei bellissimi 162 cm di altezza e  un fisico non perfetto ma ho le curve al posto giusto ma non in modo eccessivo. L’unica cosa che abbiamo in comune sono gli occhi verdi, ereditati da nostra madre.
– Mmmm ok volevo farmi dare un passaggio da lui a scuola, vabbè vorrà dire che andrò a piedi – . Faccio velocemente colazione, prendo la giaccia di pelle ed esco.
Anche se è già novembre non fa particolarmente freddo, anzi ci sono ancora persone che vanno in giro con le maniche corte. Prendo il mio amato mp3 e inizio ad ascoltare qualche canzone. Niente è meglio di un po’ di musica per poter riprendere il buon umore. Umore che svanisce subito però a causa di una persona. Ma no di una persona qualsiasi, ma niente poco di meno dal più odioso, arrogante, stronzo ragazzo che possa esistere. Lui Stefano Mancini nonché amico di mio fratello. Chi si assomiglia ,si piglia. Mai frase stata più vera. Mister universo qui presente è uguale a mio fratello no di aspetto visto che lui è moro,(anche se in comune hanno gli occhi chiari) ma di carattere.  Puttanieri incalliti tutti e due. Ma lui è peggio di mio fratello, una diversa ogni sera mentre almeno mio fratello una ragazza se la tiene finchè non si stanca e non decide di passare  alla prossima ‘preda’. Mi chiedo quando metterà la testa apposto. Comunque ritornando a noi, non potevo fare incontro più spiacevole. Io e lui non ci sopportiamo, ci odiamo soprattutto considerando il fatto che i ragazzi come lui mi fanno letteralmente schifo ma lui in modo particolare. Diciamo che i nostri trascorsi non sono dei migliori, insomma sono successe cose fra noi che hanno peggiorato questo stato di totale odio.
– Mancini oggi non sono in vena di litigare con te e prima che tu me lo possa chiedere, mio fratello non è a casa. – vedo che fa il suo solito ghigno su quella brutta faccia che si ritrova. Em cioè tanto brutta non è, insomma è indiscutibilmente un bel ragazzo, insomma ha un sorriso che ahimè devo ammetterlo è stupendo, ma ciò non toglie il fatto che è e resterà uno stronzo.
– ma come, cosi mi ferisci Rinaldi. Io che ti voglio cosi bene. Pff non merito questo trattamento da te sai?- si avvicina a me anzi più che altro si abbassa un po per potermi guardare meglio in faccia.
–Per caso sei in quel periodo del mese? Sei più acida oggi, nemmeno mi hai fatto parlare che già hai pensato a male.- ed ecco che ricompare questo suo dannato ghigno sulla faccia. Grrr che nervi. – Intanto uno se ho il ciclo o meno non penso che siano affari tuoi, secondo ho un nome cioè Federica ma a te non è concesso chiamarmi né per nome e né per cognome, purtroppo non ne sei ancora degno. Terzo:  vaffanculo- gli mando un bacino col l’ultima frase.  
– Miao, come siamo agguerrite stamattina, tirato per caso fuori gli artigli? Mmm sai la cosa è piuttosto eccitante, ma poi faccio caso  a chi mi ritrovo davanti e penso: ‘più che eccitante sembra quasi una puffa che si infuria’. Sai ti manca soltanto il colorito blu e ti potrebbero prendere per fare il secondo film dei puffi - ,boccheggio perché sinceramente non so che cavolo dire, cioè questo grrr non trovo nemmeno parole per definirlo, inizia già dalle 8 della mattina a darmi su i nervi. Mi concentro meglio e faccio caso all’ora. Le 8?! Oh merda oggi farò tardi di sicuro e tutto per colpa di chi? Giuro se avessi una gomma formato gigante lo cancellerei dalla faccia della terra.
– sai mi piacerebbe molto restare a parlare con te per ore per ore ma purtroppo devo andare visto che per colpa di qualcuno sarò di sicuro in ritardo quindi con ahimè tanto dispiacere ti devo lasciare. A mai più – gli faccio un occhiolino e inizio a correre in direzione della scuola.
Oggi sono morta, alla prima ho quello di economia aziendale, un bastardo assoluto. E’ bravo come professore, spiega in un modo in cui è facile capire una materia che è parecchio complicata ma purtroppo il lato peggiore arriva alle interrogazioni e ai compiti in classe. Per non parlare delle regole su cui non transige cioè: 1. Niente uso di cellulari durante la lezione altrimenti l’unico modo in cui lo rivedremo sarà col binocolo. 2 puntualità quando la lezione è alla prima ora 3. Farsi trovare in classe. Chi non rispetta queste tre, a parer suo, semplici regoli avrà conseguenze. Una volta si dice che abbia fatto sospendere un ragazzo per uno di questi motivi e sinceramente non ci tengo ad avere una sospensione ma cavolo se non arrivo in tempo temo davvero che capiterà. Ma forse per grandissima fortuna o perché magari da lassù c’è qualche Santo che ha un po di simpatia verso questa povera ragazza, arrivo davanti scuola appena suona la campanella, così smetto di correre e inizio a camminare normalmente. Davanti al cancello trovo i miei due migliori amici: Matteo e Bianca. Cosi tutti e tre ci dirigiamo in classe dove ci mettiamo ai nostri posti: io e Bianca all’ultimo banco vicino la finestra mentre Matteo di fronte a noi.
– Ti vedo parecchio stanca, corso anche stamattina per non beccarti un ritardo? – se la ride mentre me lo chiede. Tsk . Lei non fa mai ritardo, il padre l’accompagna sempre a scuola visto che per andare a lavoro deve fare questa strada.
– oh bhe, le altre mattine era per colpa della mia poca voglia di alzarmi, stamattina per colpa di qualcuno che avrei preferito non vedere – . Gli occhi color cioccolato della mia amica in quel momento sembrano quasi illuminarsi dalla curiosità ma soprattutto perché sa benissimo a chi mi riferisco e muore dalle risate ogni volta che mi irrito per colpa di quel coso, e le sue risate mi fanno irritare ancora di più e arriviamo alla conclusione che io mi irrito ancora di più e che a lei escono le lacrime per le troppe risate.
– ti dico già da adesso che se inizi a ridere, i tuoi genitori si ritroveranno con un figlio in meno da dover sopportare – fa una smorfia, segno che la cosa non le va tanto a genio, visto che sono sicura avrebbe voluto prendermi in giro per chissà quanto, ma stamattina non è proprio giornata.
– uff antipatica, solo perché Stefano non ti va proprio a genio, anche se ancora non capisco il perché, non vuol dire che tu debba fare sempre la stessa sceneggiata ogni volta, che poi ti lascia di malumore per tutto il giorno e ti scarichi con questa povera anima innocente – ecco che inizia a fare la melodrammatica, dovrebbe fare teatro secondo me, sarebbe una perfetta attrice.
– finiscila di renderla una tragedia, semplicemente tu essendo colei che mi sopporta da ben tre anni, è tuo dovere essere come una sorta di valvola di piccolo sfogo e poi il mio odio per lui è generato dal fatto che si crede un Dio sceso in terra quando non è nessuno. Andiamo ti sembra normale quello che fa? Cambia le ragazze come se fossero paia di mutande.- prendo il libro e inizio a sfogliarlo visto che sono proprio sicura che quello di economia mi interroga..
– bhe cara per le voci che girano non è un Dio sceso in terra, ma sceso nelle lenzuola, e poi è padrone della sua vita no? E poi prima o poi si ritroverà anche lui incastrato da una ragazza che gli farà mettere la testa apposto.- questi ragionamenti della mia amica mi lasciano di stucco. Dio sceso nelle lenzuola? Ma da dove cavolo gli è uscita sta frase? Mha.
–adesso la fai esagerata, andiamo non penso che sia poi questo granchè come tutti dicono. Si sa che le voci molte volte non sono veritiere e poi non penso che questo miracolo potrà mai avverarsi. Ricorda il lupo perde il pelo ma non il vizio.- vedo la mia amica che sta per ribattere, ma le sue parole vengono interrotte dall’ingresso in classe del professore che ha ben 15 minuti di ritardo e poi pretende da noi di essere puntuali. Bhe il suo ingresso in classe ha ufficialmente dato inizio a una giornata scolastica disastrosa. Si perché in cinque ore di scuola non me ne è andata una giusta: a partire dalla bellissima notizia di un compito in classe a sorpresa al 4 e mezzo al compito di matematica. Meglio di cosi non poteva proprio andare. All’uscita da scuola mi dirigo a casa e non poteva mancare la ciliegina sulla torta, cioè uno Stefano in salotto a ridere con mio fratello e mio padre. Può andare peggio di cosi? – Amore oggi Stefano mangia con noi – Si a quanto pare può andare peggio di come stava già andando. Oggi è sicuramente la mia giornata no.
– oh ma che bello -. Mi fingo entusiasmata da questa ‘bellissima’ sorpresa anche se l’unica cosa che vorrei è quella di sbatterlo fuori da casa mia, l’unico posto in cui ho un po di pace e tranquillità, anzi credevo.
 
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Le giornate oramai erano tutte uguali, tutte monotone. La scuola mi rovinava sempre il divertimento, erano ormai tre mesi che era ricominciata, e già me n’ero stufata. Avrei decisamente preferito tornare nel mio paese per stare con i miei amici d’infanzia, Ryan e Clove, e con mia sorella Jane, piuttosto che continuare questa vita così grigia. Mi ricordo quest’estate quanto ci siamo divertiti lungo le coste dell’Inghilterra, inoltre tutte le sere andavamo allo Starbucks e poi discoteca. Quella sì che era vita. L’unica cosa che mi tiene attiva qui in Italia è il mio ragazzo, Luca [nome consigliato da Fede, ci tengo a precisarlo lol], con cui cerco di uscire ogni giorno per non rimanere in casa a deprimermi.
Comunque. Questa non era di certo una giornata diversa dalle altre, come ogni ‘buon giorno’ mi alzo alle 7, e inizio a prepararmi. Entro in bagno e mi faccio una doccia, per poi tornare in camera dove indosso jeans e felpa. In seguito torno in bagno, dove inizio a truccarmi e a sistemarmi i capelli. Finiti i ‘preparativi’ prendo il giacchetto e lo zaino, e mi dirigo al piano inferiore dove i miei genitori e mia sorella stanno finendo di fare colazione.
-Buongiorno tesoro- saluta mia madre, mentre le mollo un bacio sulla guancia, per poi passare a mio padre e infine a mia sorella. Sì, teniamo molto alla famiglia noi quattro ed è raro che io e mia sorella litighiamo.
-Buongiorno a tutti- rispondo, dirigendomi poi verso l’ingresso dove indosso le mie Converse.
-Nemmeno questa mattina fai colazione, sorellina?- mi chiede Jane. Nonostante mi chiami sorellina, dovete sapere che siamo gemelle e, anche se abbiamo entrambe 17 anni, lei ama dire in giro che io sono la più piccola, visto che sono nata due minuti dopo.
-No. Lo sai che odio mangiare la mattina.. Dopo mi va tutto di traverso- nell’istante in cui finisco la frase, mi arriva un sms. E’ di Luca: ‘’Amore, tra due minuti sono da te.’’
Letto ciò, mi sbrigo ad indossare il giacchetto, prendo lo zaino e dopo aver salutato tutti, mi dirigo fuori, dove vedo che mi sta aspettando Luca. Come sempre andiamo a scuola a piedi insieme, visto che non è lontanissimo. Di solito sarebbe venuta anche mia sorella ma, purtroppo, ha l’influenza che la blocca in casa. Infatti non capisco perché diamine si svegli così presto.
Luca è un ragazzo stupendo, è dolcissimo e tenerissimo, nonostante certe volte si incazzi parecchio e diventi un po’ violento (non con me, non fraintendete). E’ poco più alto di me, ha capelli mori che gli coprono leggermente gli occhi neri come la pece; frequenta il quinto anno di liceo linguistico, la mia stessa scuola, mentre io frequento il terzo.
Arriviamo a scuola circa 15 minuti prima del suono della campanella, perciò decidiamo di andare insieme al nostro gruppo che si riunisce ogni mattina dietro la scuola. Quando arriviamo troviamo Lorenzo, Giulio, Michela, Francesca, Alex e Riccardo che stanno ridendo come degli idioti. Come sempre, d’altronde. Appena arriviamo, Riccardo mi salta addosso avvolgendomi in un abbraccio, e mi saluta calorosamente. Lui è il mio migliore amico qui, visto che è il primo che ho conosciuto quando sono arrivata e colui con il quale ho legato di più.
Luca intanto sorride e va a salutare gli altri. Ecco una cosa che un po’ mi da fastidio di lui: non è geloso. Non mi dice mai nulla degli altri ragazzi, basta che non si spingano troppo. Però un po’ di gelosia fa sempre comodo, non mi darebbe molto fastidio..
Dopo aver salutato tutti, continuiamo a parlare mentre aspettiamo l’ora di entrare nell’edificio. Io frequento la stessa classe di Lorenzo, Francesca e Michela, perciò quando sentiamo il suono infernale che indica l’inizio delle lezioni, ci dirigiamo tutti e quattro insieme in classe, dove ci sediamo ai nostri posti.
Ed ecco che iniziano 5 ore infernali. Alla prima c’è Storia, materia che detesto perché non so a che diamine possa servire nella mia vita. Non me ne frega niente di tutta quella gente, sapere o no cos’hanno combinato non mi migliora o peggiora la vita. Alla seconda ora Inglese, e facciamo conversazione e, come sempre, chiama sempre me a fare esempi davanti a tutta la classe, visto che sono madre lingua. Terza ora: matematica, una gran rottura di scatole, visto che non ci capisco una mazza.
Fortunatamente, dopo, ci sono i dieci minuti di ricreazione, durante i quali il nostro gruppo si riunisce lungo il corridoio del nostro piano.
Come sempre la ricreazione passa più in fretta di una ferrari (?) e noi dobbiamo tornare in classe, dove ci aspetta il professore pronto a torturarci con due ore di letteratura italiana.
Le ultime due ore sono sempre quelle più complicate, purtroppo, perché sembrano durare un’eternità, soprattutto quando guardo l’orologio ogni minuto, e il tempo sembra non voler mai passare. Fortunatamente ormai sono uscita, e mi so dirigendo con Lorenzo, Francesca e Michela fuori dall’edificio, nel posto dove ci dovremmo incontrare col resto del gruppo, per poi andare tutti insieme a mangiare al Mc Donald’s.
Quando arriviamo troviamo solo Riccardo, intento a parlare al telefono con non so chi. Appena arriviamo dice frettolosamente che deve staccare, e dirige tutta la sua attenzione su di me.
-Chi era?-gli dico subito, incuriosita
-Jane.. Dice che si sente meglio e che oggi vuole uscire con noi, ma secondo me è una pazzia. Se si sentiva bene, sarebbe potuta venire anche a scuola..-ah, giusto. Riccardo, il mio migliore amico, è anche il ragazzo di mia sorella. Sì, lo so, sono tutte storie intrecciate, ci capisco poco persino io.
-Tranquillo, mamma e papà non la lasceranno uscire, sanno che lei anche se si sente male vorrebbe stare comunque sempre con te. Semmai, se le fai una visita stasera e stai un po’ con lei, forse si tira un po’ su e non pensa più a uscire con il raffreddore che ha-.
-Sì, dopo la chiamo e le dico che stasera le faccio una visita- dice il ragazzo con un sorriso, per poi mettermi il braccio intorno alle spalle –Fino ad allora me la spasso con la sorella- e inizia a ridere.
- Haha che demente che sei.. ma Luca?- domando io guardandomi intorno per vedere se il mio ragazzo arriva o no.
-E’ dovuto rimanere in classe con la professoressa, Alex e Giulio, a cui doveva dire qualcosa non so cosa, e mi hanno detto di aspettarli qui fuori, che sarebbero arrivati immediatamente-
-Ah va bene- negli ultimi tempi la professoressa tratteneva sempre quei tre, e non so per quale diamine di motivo. Luca mi dice sempre che stanno organizzando una specie di accoglienza per uno studente straniero che arriverà in classe loro. Non so quando, spero presto, così non saremo più costretti ad aspettarli sempre, ogni fottuto giorno a stare lì fermi, 10 minuti, per aspettare i tre principini. Che poi non so nemmeno perché debbano dare l’accoglienza loro tre, non potevano scegliere qualche ragazza o qualche altro ragazzo?
Comunque, come ogni giorno stiamo lì fermi e aspettiamo, e solo dopo ben quindici minuti vediamo i tre moschettieri avvicinarsi a noi.
-Finalmente- dicco io, andando incontro a Luca che mi abbraccia baciandomi la fronte
-Scusa piccola, sai com’è.. quella Lagna della Vermini.. Ora però sono tutto tuo- lo adoravo quand’era così dolce da togliermi il fiato..
Dopo essere stati altri 5 minuti lì davanti a chiacchierare un po’, decidiamo che è ora di andare a pranzare, e ci avviamo verso il Mc Donald’s, dove arriviamo pochi minuti dopo.
L’ora di pranzo passa in fretta, ma noi decidiamo di rimanere ancora un po’ insieme, perciò andiamo a fare un giro della città, e restiamo insieme fino alle 17.45, ora in cui mia madre mi invia un sms dicendomi di tornare a casa.
Nel corso della giornata, Riccardo ha anche chiamato mia sorella dicendole che quando sarei tornata a casa, lui mi avrebbe accompagnato, e sarebbe rimasta un po’ con lei, perciò quando dico agli altri che mi sarei dovuta allontanare per rientrare a casa, Riccardo mi tiene compagnia assieme a Luca. Camminando notiamo che inizia a fare sempre più buio, perciò allunghiamo il passo, finché non giungiamo di fronte a casa mia dove notiamo un ragazzo vicino al mio citofono.
-Ehm.. scusa, stai cercando qualcuno?- appena si gira e mi mostra il suo meraviglioso sorriso, ho un colpo al cuore.
-Ryan-.



Angolo Autrici :)

ecco qui il nostro primo capitolo della nostra prima storia, nostro sì, perché siamo due autrici, F. ed S., se ci volete contattare siamo anche su Twitter: @Locked_Heaven_B e @xbullshit_ .
Questo è una sorta di capitolo di prova,per vedere se la nostra idea vi piace e sapere se continuare a scrivere oppure no.
Fateci sapere che ne pensate con una recensione e in caso ci saranno responsi positivi pubblicheremo ogni domenica.
Speriamo allora di pubblicare.
Un bacio da F e S :)
  
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