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Autore: back to december    01/04/2013    2 recensioni
Un ennesimo litigio tra Lily e James, proprio il giorno prima di partire per le vacanze estive. Ma forse sarà proprio quel litigio a far capire loro l'unica e vera verità, ovvero che si amano e che si aspetterebbero tutta la vita.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Evans”, disse James, prendendole la spalla.
“Cosa vuoi, Potter?” sbottò lei, voltandosi. “Cosa diamine vuoi? Anzi, non rispondermi nemmeno o sarei capace di affogarti con le mie stesse mani.”
James rimase lì, impietrito, per poi sciogliere il suo sguardo in un sorriso divertito che fece avvampare le guance della ragazza.
Lei si voltò nuovamente, cogliendo il divertimento che provava nel vederla arrabbiarsi e sfuriare. Tornò a percorrere quel corridoio, provando a dimenticare l'ennesimo litigio avvenuto in Sala Comune. Era tutta colpa di quell'idiota. Diciassette anni e non riusciva ad usare il cervello.
“No, aspetta, Evans.” provò a dire lui, seguendola.
Lei avanzò il passo, ma alla fine James riuscì a riprenderla comunque tra le sue mani e a voltarla.
“Io... mi dispiace.” affermò, con una serietà che raramente poteva essere colta nelle sue espressioni. Lui era quasi sempre scherzoso, divertito, come se stesse prendendo sempre tutti in giro. Ma adesso era diverso, e anche Lily se ne rese conto, finendo per rabbrividire.
“E' troppo tardi. E poi che me ne faccio io del tuo dispiacere?” Cominciò a divincolarsi, quasi come se volesse scappare non solo da James stesso, ma anche da quel suo nuovo volto.
James la lasciò stare, cogliendo di sorpresa la ragazza che credeva di dover lottare un po' di più per liberarsi.
Lo guardò negli occhi, per la prima volta dopo settimane. Lui ricambiò il suo sguardo, immergendosi in quegli occhi che sognava ogni notte e a cui pensava con costanza. Era come se Lily lo avesse incatenato a sé con quei due smeraldi che si ritrovava nelle orbite.
“Io ti amo.” disse sottovoce, come in un sospiro.
Ma appena pronunciate, si pentì di quelle parole. Non avrebbe mai volute dirle, non in quel modo, non senza averci pensato. Dopotutto, era ovvio che Lily lo attraesse, ma amarla era tutta un'altra storia. Si sentiva come nudo, debole e anche ridicolo. Perché si era lasciato scappare quella frase?
Lily lo guardò, con lo stesso stupore. Capiva che non era uno dei soliti giochi del ragazzo e che questo lo rendeva anche più pericoloso. Dopotutto, era semplice fingere di odiare qualcuno di detestabile. Ma era altrettanto semplice con una persona che ti si stava sciogliendo dinanzi agli occhi?
I loro cuori cominciarono a battere più velocemente. Palpitavano, impazienti che qualcosa di sensato accadesse. La pressione si alzò, i loro visi diventarono rossi come un pomodoro, forse sorpresi dalla veridicità di quelle tre parole.
“Tu non mi conosci nemmeno.” sbottò Lily, prendendo in mano la situazione, come consapevole che toccasse a lei riportarli con i piedi per terra. Quello non era un romanzo rosa o uno stupido film babbano. Quella era la realtà, e non bastava una dichiarazione a cambiare le cose. O forse sì?
James deglutì. Non sapeva come rispondere. Dopotutto, cosa sapeva di Lily Evans?
“Forse non so le cose importanti, come chi è la tua famiglia, a quale tuo genitore somigli, o cosa provi o quali sono i tuoi valori, le tue idee, le tue opinioni, i tuoi gusti. Ma so che sei una ragazza forte, intelligente, divertente, in gamba, tosta e tanto testarda. Una ragazza che non si lascia andare, che non si monta la testa e che non crede alle prime parole che sente. E so che sei leale, con Remus per esempio. Conosco il luccichio nei tuoi occhi quando capisci che ti sto prendendo in giro, o quella strana smorfia che ti affiora sul viso quando vuoi ridere ma non puoi perché altrimenti mi daresti soddisfazioni. Mi piace il tuo modo di vestire o di legare i capelli. Io faccio caso a te, non sto solo qui a romperti ogni volta che posso. Per me non sei solo una delle tante. E so molto bene che tutto quello che ho detto non ha alcun senso, perché non cambia ciò che sono e nemmeno ciò che faccio, che ho fatto e che farò. Però forse era giusto che tu sapessi, che non ti sentissi come una specie di trofeo da vincere per me. E che posso amarti, anche se non parliamo mai se non per litigare.”
Lily guardò James e cercò di elaborare quelle parole nella sua testa, rendendosi conto che anche lei conosceva tante cose di quel cretino, tante cose che potevano essere amate, come il suo sorriso, il suo amore per il Quidditch, la sua lealtà nei confronti del suo gruppo di amici, il modo in cui si sforzava di andare bene in tutte le materie – anche quelle che detestava -, la sua determinatezza e il suo essere spensierato, allegro, anche in periodi neri come quelli.
Non sapeva cosa dire. Era di nuovo a corto di parole. Voleva offenderlo, ridicolizzarlo, fargli del male ora che finalmente poteva, ma non ci riusciva. Si dava della stupida, perché era tutto ciò che aveva sempre desiderato. Che per lui non fosse soltanto uno stupido trofeo.
La cosa peggiore era che il giorno dopo sarebbero dovuti partire e poi si sarebbero rivisti a settembre. E le cose potevano cambiare in estate.
Doveva fare qualcosa adesso, prima che tutto crollasse, prima che tra loro cadesse dell'imbarazzo che alla fine li avrebbe bloccati per sempre.
James sospirò, ma poi si voltò e si avviò verso la Sala Comune dalla quale erano appena usciti. Lily sapeva che era l'ultimo momento che aveva a disposizione. Non sapeva se ne sarebbe valsa la pena, se se ne sarebbe pentita, ma doveva agire.
“Non andare.” disse infine, anche se non erano quelle le parole che aveva in mente ma per il momento era il massimo che poteva concedergli.
James si bloccò e si girò nuovamente, pensando che fosse solo un sogno perché non poteva averlo detto seriamente.
Lily scoppiò a piangere, anche se non c'era alcun motivo. “Ti prego, non andare.”
James si avvicinò a lei, completamente colto di sorpresa. Era impreparato, si sentiva un bambino. Anzi, adesso che ci rifletteva, entrambi erano solo dei ragazzini che dovevano affrontare cose più grandi di loro lì fuori ma che si perdevano ancora nelle piccole cose. Ma forse quel loro strano legame era una delle grandi cose che non riuscivano a fronteggiare, perché forse era più di quello che volevano mostrare.
James le prese il viso tra le mani e la baciò inizialmente con dolcezza ma poi con più passione, con fare quasi impaziente. Lily si perse in quel momento, pensando a quante volte una parte di lei avesse desiderato quel maledetto bacio.
Gli passò le mani tra i capelli, strigendolo ancor di più a sé.
Si staccarono pochi secondi dopo e si persero l'uno negli occhi dell'altra.
“Ci vediamo quest'autunno, Evans.” sussurrò James nel suo stato di grazia.
Lily si asciugò le lacrime che aveva versato e che avevano reso quel bacio quasi amaro. “Ci si vede.”
Era la prima volta nella loro intera vita che si sentivano dispiaciuti per l'arrivo dell'estate. Dovevano ancora parlare, risanare delle ferite, dare una risposta a tutte le loro domande. E non potevano farlo a chilometri di distanza. Dovevano aspettare un paio di mesi.
“Ti... aspetterò, Evans, se tu vuoi.” disse Potter, prima di entrare una volta per tutte nella Sala Comune.
  
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