Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: _ayachan_    21/10/2007    2 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Naruto-8


Capitolo ottavo

Uno stupido






«Naruto Uzumaki» disse Itachi Uchiha, leggermente accaldato. «Sei migliorato dall’ultima volta. Ma sei anche rimasto lo sciocco di sempre… ti sei letteralmente gettato nelle loro mani»

Sakura lo aveva trovato.
Lui lo stava combattendo.
Per lei, per Sasuke, per sé stesso.
Perché era furioso, e perché... aveva avuto paura.
Paura di perderla.
La pioggia cadeva leggera su entrambi, sparendo nell’oscurità dei capelli di Itachi e sfrigolando sul corpo cocente di Naruto.
Lo aveva tenuto impegnato fino a quel momento, solo per vedere se Sakura stava bene, ma ora… era arrivato il momento di fare sul serio.
«Stai zitto!» ringhiò Naruto con voce vibrante. Il chakra rosso della volpe scorreva nelle sue vene come fuoco, lo ricopriva ribollendo, e solo un leggero strato del proprio chakra impediva alla sua pelle di ustionarsi e corrodersi.
Niente colpi di testa, aveva detto Kakashi. Non c’è nessun bisogno di fare gli eroi… o di lasciarsi prendere dall’emozione.
«Ancora ossessionato da Sasuke…» mormorò Itachi, gli occhi a malapena arrossati, ora che la pioggia aveva lavato la polvere urticante di Sakura. «Questa fissazione ti porterà alla morte, uno di questi giorni. Presto. Molto presto»
Niente colpi di testa…
«Chiudi la bocca!» ruggì Naruto, e si scagliò contro il suo avversario.
Itachi schivò il pugno per un soffio, ma il chakra scarlatto scartò da solo e lo afferrò per il collo del mantello, scaraventandolo a terra. L’asfalto si frantumò ancora di più, sollevando una nube di polvere subito cancellata dalla pioggia, ma l’Uchiha era già in piedi e pronto con la tecnica creata dalla sua famiglia, la palla di fuoco suprema. Le fiamme esplosero riempiendo completamente la strada, e solo la volpe impedì alla vampata di raggiungere e carbonizzare la pelle di Naruto.
Con un ruggito il suo chakra sembro gonfiarsi fino a scoppiare, dissipando il fuoco così come era già avvenuto molti anni prima di fronte a un avversario diverso. La smorfia impassibile di Itachi si incrinò leggermente, mentre faceva un salto indietro per schivare un kunai che andò a conficcarsi in profondità nell’asfalto devastato. Quel giorno era già ricorso allo sharingan ipnotico una volta, non poteva usarlo di nuovo senza stancarsi troppo… e anche se avesse sconfitto Naruto, c’era la sua compagna pronta a sostituirlo.
«Non voglio ucciderti» disse all’improvviso, occhi scarlatti in occhi scarlatti.
«Stai cercando di usare lo sharingan ipnotico?» chiese Naruto con un ghigno. E la sua voce a un tratto fu completamente diversa, distorta. «Oh no, ragazzino… tu non ne sei in grado»
Itachi si accigliò impercettibilmente.
«Nemmeno tu sembri in grado di controllarti…» mormorò.
Naruto corrugò la fronte.
Non era vero.
Stava bene.
Aveva tutto sotto controllo.
A parte quell’unica, strana frase che gli era scivolata di bocca…
Ma quella non contava. Erano solo parole.
Lui era perfettamente consapevole di ciò che faceva.
Anche prima, non sapeva perché aveva detto a Sakura di fermarlo.
Non aveva senso, poteva benissimo bloccarsi da solo.
Fuori controllo.
Che assurdità.
Era soltanto incazzato.
Ed era ovvio e comprensibile, considerato chi si trovava davanti…
Era… naturale che fosse incazzato.
Terribilmente incazzato.
E un po’ divertito.
No, quello no.
Quella era la volpe, non lui… doveva marcare la differenza, ricordarsene. Era la cosa più importante: la differenza. Finché riusciva a sentire la voce della volpe, era certo di non essere lei. Jiraya glielo aveva ripetuto almeno un milione di volte.
La voce. La voce roca della volpe era importante.
Doveva smettere di ripetersi le cose in quel modo.
E perché stava… scodinzolando?
Girò la testa, e vide le nove pallide ombre delle code di Kyuubi frustare l’aria come quelle di un gatto felice.
Sapeva perché era di buon umore.
Perché voleva combattere.
Voleva sentire il sapore del sangue.
Scosse la testa, cercando di snebbiarla.
Stava usando sì e no il settanta percento del potere della volpe, eppure… eppure all’improvviso era difficile.
Perché?
Con Jiraya aveva gestito fino al novantacinque percento, la quasi totalità… cos’era cambiato ora?
Di nuovo, gli risuonò nelle orecchie la voce di Kakashi.
Ne sei certo? Sei assolutamente certo di riuscire a controllare il suo potere, in ogni situazione?
Sì! Lui poteva controllare la volpe, lo aveva già provato a Jiraya! Lui pot…
Anche quando sei arrabbiato?
Un pericoloso silenzio si dilatò nel suo cervello.
Una pausa lunga una vita.
Ma certo.
Certo che poteva.
Lo stava facendo… e poi non era neanche arrabbiato.
Anche se era davanti a Itachi Uchiha…
Okay, okay, era arrabbiato.
Ma la controllava.
Tanto per dirne una, combatteva per catturare il suo avversario, e non per fare a pezzi quei suoi maledetti occhi, e sentirlo gridare mentre gli artigli penetrano nella carne, e affondare i denti nella sua pelle candida, e sentire il sapore dolce del…
«No!» gridò, scuotendo di nuovo la testa.
«Che c’è, Naruto Uzumaki?» chiese Itachi, senza staccare gli occhi dai suoi. Ci voleva tempo. Ancora un po’. «Nutri qualche dubbio?» Silenzio. Naruto non riuscì ad aprire bocca. «Inizi a pensare di aver mirato troppo alto? Inizi a credere di non essere abbastanza forte per controllare Kyuubi…?»
«Stai… zitto!» un ringhio basso, un gorgoglio nella sua gola riarsa.
Niente colpi di testa.
«Pensavi davvero che sarebbe stato facile? Tu e il mostro che ti porti dentro, in un attimo, avreste dovuto atterrarmi?»
Niente colpi di testa!
«Come se tu potessi davvero controllarlo… non ne sei in grado, Naruto. Non lo sei mai stato, né lo sei in questo momento»
I frammenti di asfalto sotto i suoi piedi si creparono, spaccandosi sonoramente.
«Naruto!» gridò Sakura, sentendo il suo chakra aumentare all’improvviso.
Le pallide code sulla schiena di Naruto sferzarono l’aria, sempre più nette.
Niente colpi di testa.
Niente colpi di testa!
Certo che aveva capito.
Non era uno stupido.
E poi, due occhi rossi come braci nell’oscurità più nera.
E un ghigno malevolo.
A chi vuoi darla a bere? Dopotutto, tu sei uno stupido

Finché senti la voce della volpe va tutto bene”
E quando non la sento più, eremita porcello?”
Allora prega di trovarti accanto a qualcuno di forte… e che ti voglia davvero, ma davvero bene”

La voce di Kyuubi scomparve, inghiottita nelle tenebre che celavano i suoi occhi.
Naruto ebbe un ultimo attimo di lucidità prima di precipitare completamente, e il suo pensiero tentò di indirizzarsi verso qualcuno, qualcuno a lui caro… ma non trovò la via, e si disperse nel buio…
Il sottile strato di chakra che lo ricopriva si infranse.

«Naruto!» gridò di nuovo Sakura, quando la bordata di chakra fu così violenta da frantumare i resti dell’asfalto. Anche Itachi dovette riparare il viso, ma bene o male tirò un sospiro di sollievo.
Naruto Uzumaki non era un ninja imbattibile.
Ma era assolutamente imprevedibile.
Il potere della volpe e la sua fantasia avrebbero potuto rivelarsi fatali, se combinati… mentre la volpe da sola…
…era perfettamente gestibile.
Rapidamente unì le mani davanti al petto, storcendo il naso davanti al ruggito di giubilo del demone.
Quando aveva parlato con Naruto, all’inizio, gli aveva detto “ti sei gettato nelle loro mani”.
E in effetti, lui non aveva alcuna intenzione di catturare Kyuubi e consegnarla a Pain. Né l’aveva mai avuta.
Anche per lui, se la volpe fosse stata catturata, le cose si sarebbero fatte più difficili… Doveva limitarsi a neutralizzarla.
Furono poche semplici pozioni delle mani, completate in pochissimi secondi. Una tecnica insegnata appena usciti dall’Accademia ninja, di una banalità estrema ma pesantemente condizionata dal livello di chi la utilizzava.
Quando dall’asfalto si sollevarono lingue di fuoco in forma di corda, Kyuubi non fece in tempo a vederle, impegnata com’era a godere dell’aria che le invadeva i polmoni. La afferrarono, avvolgendosi attorno al suo corpo, stringendola e strinandola, forti, indistruttibili e dotate di vita propria. La costrinsero ventre a terra, le tolsero il fiato, e alla fine la obbligarono a rivolgere gli occhi di brace sull’autore della tecnica.
«Tu…» ringhiò la volpe, con voce intrisa d’odio. «Non puoi nulla contro di me! Nulla!»
Il volume del chakra aumentò di nuovo all’improvviso, e le funi sembrarono cedere per un istante.
Itachi alzò lo sguardo verso il cielo e le nubi da cui la pioggia cadeva monotona.
Era troppo forte.
Di quel passo anche Pain l’avrebbe sentita…
Abbassò gli occhi.
E solo grazie allo sharingan riuscì ad evitare il Raikiri di Kakashi.
Le funi che stringevano Kyuubi si dissolsero in un istante, mentre lui saltava indietro rimediando solo uno strappo sul mantello.
«Naruto!» gridò Kakashi, senza staccare gli occhi dall’Uchiha. «Avevi detto che la controllavi! Sakura! Che cosa stai aspettando?!»
«S-Sì!» balbettò lei, riprendendosi all’improvviso. Scattò in piedi, frugò nel marsupio con le mani tremanti, ed estrasse un rotolo bordato di nero, chiedendosi come avesse potuto essere tanto idiota da scordarlo.
La volpe la vide, e le sue pupille verticali si strinsero ulteriormente.
«Oh, no che non lo farai!» ringhiò scagliandosi su di lei.
Kakashi ebbe un istante di esitazione, anzi meno.
Ma per Itachi fu abbastanza.
Portò due dita sotto il mento, e scomparve nella pioggia.
«Maledizione!» imprecò Kakashi, voltandosi di scatto. «Sakura, attenta!» gridò correndo verso Kyuubi.
Ma non avrebbe fatto in tempo.
La prima coda stava per abbattersi su di lei, fremente di rabbia, quando… semplicemente, scomparve.
Evaporò nell’aria, sollevando un leggero filo di fumo. E con lei anche il resto del chakra del demone.
Sakura, ancora tremante, stringeva tra le dita un rotolo completamente bianco. Quando vide Naruto cadere a terra senza forze, lo gettò da una parte e lo raggiunse di corsa.
Kakashi si fermò, cupo, e inspirò a fondo un paio di volte prima di guardarsi attorno.
La strada era distrutta, la pioggia si accumulava nelle voragini aperte prima da Sakura e poi da Naruto; il cane che lo accompagnava e quello che aveva affidato a Sakura gli si avvicinarono, bagnati e a muso basso. Dov’era Pak?
Si guardò attorno per un istante, cercandolo con lo sguardo, e alla fine vide il manico del kunai che Naruto aveva regalato a Sakura spuntare tra i frammenti d’asfalto. Si chinò e lo raccolse, fissandolo per un lungo istante.
Alla fine guardò Naruto, sotto le mani premurose della compagna. La pioggia lavava il sangue dal suo corpo.
“Allora ce l’hai fatta, eh…” si disse.
Ma sotto la maschera non brillava nessun sorriso.


C’erano molte cose che avrebbe potuto dire.
“Grazie”.
“Scusatemi”.
“Ho fatto male i miei calcoli”.
E invece disse l’unica che poteva essere l’equivalente di: “Non vi fidate di me?
«Cos’era quel rotolo?»
Seduto a gambe incrociate sul pavimento della loro stanza, Naruto fissava le assi consunte del legno sotto di lui, evitando di incrociare gli sguardi degli altri. A breve distanza Sakura curava Sai là dove la spada di Sasuke gli aveva trapassato la spalla, mentre Kakashi rifletteva in un angolo. La pioggia mormorava fuori dalla finestra chiusa.
Dopo le sue parole, tutti lo fissarono. Sakura scambiò un’occhiata preoccupata con Kakashi, e lui annuì impercettibilmente, facendosi avanti.
«E’ stato il grande Jiraya a procurarcelo» spiegò. «Ognuno di noi ne ha uno. Ha detto che sarebbero serviti nel caso in cui tu avessi perso la testa»
Naruto strinse i denti, frustrato.
Neanche Jiraya si fidava di lui?
«Quindi…» disse amaramente, senza quasi volerlo. «Davate per scontato che non sarei riuscito a controllare la volpe?»
«No» ribatté Kakashi. «Ma alla fine è successo. Dovresti essere felice per l’esistenza di quei rotoli, e perché Sakura ha usato il suo»
Naruto strinse i pugni.
Sapeva che il suo maestro aveva ragione.
Lo sapeva perfettamente, dannazione!
Però…
Però…
«E quindi?» se ne uscì, incapace di tacere. «Adesso non vi fidate più di me?»
Silenzio.
Sakura smise di far fluire il chakra nella ferita di Sai, alzando gli occhi allarmata.
«No, questo non è vero!» si affrettò a garantire.
Ma non aveva neanche finito di parlare, che la voce di Kakashi si sovrappose alla sua con un freddo: «forse»
Tutti lo fissarono sbalorditi, Naruto compreso.
«Non fraintendermi» spiegò allora lui. «Io mi fido di Naruto. E’ del Naruto che si affida alla volpe che non posso essere certo»
«Ma si tratta della stessa persona!» insorse Naruto. «Sono sempre io!»
«No. Il Naruto che conoscevo e di cui mi fido combatte con le sue forze: usa il suo chakra, i suoi pugni, i suoi kunai… Non le risorse di un altro. Perché hai deciso di imparare a evocare la volpe?»
Naruto distolse lo sguardo, stringendo i denti. «Perché pensavo di poterla controllare» ammise controvoglia.
«E dunque pensavi di essere più forte di lei» continuò Kakashi. «Perché dovresti servirti di qualcosa che è più debole di te?»
Naruto si bloccò.
Essere più forte… di Kyuubi?
In effetti, anni prima, Yamato gli aveva detto qualcosa del genere. Gli aveva detto che il suo chakra, che riusciva a resistere a quello della volpe, era straordinario…
…e lui all’epoca aveva deciso di non ricorrere più a Kyuubi. Di andare avanti con le sue sole forze.
Perché se ne era dimenticato?
Ricordò cosa aveva pensato quando aveva deciso di iniziare gli allenamenti speciali, e si accorse con stupore che il suo pensiero era stato esattamente quello che lo aveva dominato all’epoca dell’avvertimento di Yamato: “sono disposto a qualunque cosa pur di riportarlo indietro… pur di riavere Sasuke. Userò tutto ciò che ho a disposizione, e anche di più…
L’ultima sconfitta ancora bruciava sul suo orgoglio... e aveva finito per lasciarsi prendere dalla disperazione, dalla smania di raggiungere un obiettivo qualunque.
Dove erano finite le parole che lo avevano tanto colpito?
Perché aveva smesso di cercare Sasuke attraverso i propri occhi, e non quelli di Kyuubi?
Lentamente, portò una mano allo stomaco. Sotto la stoffa, lì sul suo addome, c’era il sigillo con cui il quarto Hokage aveva sigillato la volpe.
Quando Mizuki gli aveva rivelato del demone al suo interno, un pensiero era passato nella sua mente:
Perché a me?
Era andato avanti a rimuginare un bel po’ su quelle poche parole.
Prima si era chiesto perché tutti ce l’avessero con lui, e poi, quando l’aveva scoperto, aveva iniziato a chiedersi perché fosse toccato proprio a lui.
Era l’unico bambino disponibile?
No.
Aveva qualche caratteristica particolare?
No. A quell’età non si può sapere.
E allora perché?
Perché la volpe era stata sigillata dentro di lui?
Perché il quarto Hokage gli aveva fatto una cosa simile?
Se lo era chiesto a lungo.
Ma poi… altre cose avevano riempito la sua testa.
Le missioni, i nuovi incontri, gli allenamenti, Orochimaru, e poi la fuga di Sasuke… la sua nuova vita aveva finito per soppiantare i vecchi timori.
E lui, diventando sempre più forte, aveva finito per dimenticare cosa fosse davvero Kyuubi: non una sorgente di potere cui attingere; non una parte inevitabile di sé; nemmeno uno strumento.
Kyuubi era un mostro.
Un mostro che gli aveva rovinato l’infanzia e che avrebbe gravato sul suo futuro fino all’ultimo dei giorni che gli restavano da vivere.
Strinse le dita sulla stoffa della giacca, frustrato.
Jiraya era stato subito disposto ad aiutarlo, quando lui gli aveva detto di avere intenzione di controllare pienamente Kyuubi.
Perché?
Perché non gli aveva detto di usare le sue sole forze?
Perché gli aveva permesso di appoggiarsi a un mostro?
Aveva sempre avuto fiducia in Jiraya… ma questa volta il sannin aveva sbagliato. Aveva commesso un grosso errore.
Aveva ragione Kakashi, lui doveva contare sulle sue forze.
Kyuubi era un demone, era malvagia. Era un cataclisma.
E nessuno sano di mente avrebbe pensato di migliorare la propria situazione liberandola consapevolmente.
Naruto rialzò la testa, fissando Kakashi dritto negli occhi.
«Cosa devo fare perché vi fidiate di nuovo di me?» chiese.
Kakashi lo studiò per qualche istante.
«Non libererò più la volpe» promise lui. «D’ora in poi conterò solo sulle mie forze»
Il maestro sospirò segretamente. «Limitati a una cosa: tieni la testa bassa» mormorò.
Naruto annuì.
Testa bassa.
Ragionare prima di attaccare. Non lanciarsi senza criterio.
Inspirò a fondo, e prese la sua risoluzione. Un accordo con sé stesso, inscindibile e più forte del diamante.
Non evocherò mai più Kyuubi. Non voglio essere un mostro!
Un accordo perenne... o così pensava...
«Va bene...» Kakashi sospirò piano, e decise di lasciar cadere l'argomento. «Ora c'è un'altra cosa di cui voglio parlarvi» si fece grave. «Siamo stati scoperti»
«Che cosa?» scattò Sakura allarmata. «Da chi? Quando?»
«Calmati... non hanno scoperto la missione» la rabbonì lui. «Solo me. Ho incontrato qualcuno che sembrava conoscermi... ma non ha cercato di uccidermi. Anzi, in un certo senso mi ha aiutato a evitare di incrociare ninja della Pioggia, credo»
«Quindi è qualcuno dalla nostra parte?» chiese Sai piano.
«Non lo so. Però non possiamo rischiare. Per questo ritengo opportuno chiedere al quinto Hokage una squadra di supporto. Rischiamo di diventare più visibili, ma allo stesso tempo aumenteremo le nostre probabilità di trovare Itachi e Sasuke... senza imbatterci in loro da soli» gli caddero gli occhi su Sai, le cui ferite erano di nuovo sotto le cure di Sakura. La mano ustionata dall’inchiostro rovente giaceva posata sul ginocchio, di un rosso lucido e sinistro. «Singolarmente nessuno di noi è in grado di affrontarli: Itachi è troppo forte, e Sasuke ha i suoi compagni; ci serve una squadra di supporto»
«Ma perderemo giorni preziosi» obiettò Naruto accigliandosi. «Prima che arrivino passerà un sacco di tempo! E noi non possiamo permettercelo!»
«Naruto» lo interruppe Kakashi, calmo. «Cosa ti ho detto dieci minuti fa?»
Lui arrossì, abbassando lo sguardo. «Testa bassa...» borbottò tra i denti.
«Bravo» annuì il maestro. «Non possiamo rischiare che le cose finiscano di nuovo come oggi. Questo non possiamo permettercelo»








Nel prossimo capitolo:


«Sasuke!» chiamò all’improvviso Karin, e lui la degnò appena di un’occhiata. Ma, a sorpresa, questa volta la kunoichi aveva notizie utili: «Sono comparsi quattro nuovi ninja nel villaggio! Sembrano forti... potrebbero essere una squadra di sostegno della Foglia?»

Ora la liscia fronte dell’Uchiha dovette corrugarsi impercettibilmente.
Sostegni dalla Foglia?
Dannazione... c’era il rischio che diventassero pericolosi.
«Karin» disse freddo, senza rallentare. «Dobbiamo fare una deviazione
»












*      *     *   *  
  ȣ    *   *     *      *


Spazio autore



Dunque, c'è una cosa che sento l'esigenza di spiegarvi:
sto praticamente aggiornando ogni due giorni, come avrete notato.
La cosa in sé non è buona né cattiva, ma deriva da un piccolo fattuccio:
al momento ho finito di scrivere il quindicesimo capitolo di questa storia.
E sono molto impaziente di portarvelo.
Tuttavia è molto probabile che andando avanti le cose cambieranno... e gli aggiornamenti si faranno più lenti.
Mi scuso in anticipo per quando ciò accadrà, sperando che non avvenga nel bel mezzo di "capitoli interessanti"...
Nel frattempo ringrazio tutti coloro che leggono!
A presto!


Aya
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _ayachan_