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Autore: JudithlovesJane    01/04/2013    2 recensioni
"A volte, parlare di una questione di cui non si riesce a venire a capo con una persona...esterna ai fatti, diciamo, aiuta a vedere le cose da un'altra prospettiva"[...]"Perciò, qualunque cosa ti sia successa, ti andrebbe di parlarne?"
Tra gli episodi 42 e 43. Ripensando al litigio con Charlotte, Lizzie non riesce a girare un video. Una motivazione in più per continuare arriva dalla fonte più inaspettata.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lizzie Bennet, William Darcy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Everyone Deserves Tea
Un'Altra Prospettiva

Lizzie Bennet stava seduta su una panchina, guardando le persone che passavano lungo la strada, senza veramente far caso a nessuno. Stava lì, praticamente immobile, i gomiti appoggiati alle ginocchia e il viso tra le mani da un tempo non precisato, ma abbastanza a lungo da vedere le ombre cambiare almeno un paio di volte.

Era domenica e avrebbe dovuto essere in camera sua a girare un video, ma non aveva nè la forza nè la voglia di alzarsi e tornare a casa. Dopotutto, era uscita di lì proprio perchè la sola idea di sedersi di fronte alla telecamera e parlare come se nulla fosse successo le aveva causato un attacco di panico come mai ne aveva avuti. Non avrebbe nemmeno avuto la pazienza di sopportare la voce stridula di sua madre per più di cinque minuti, nè tantomeno voleva che Lydia entrasse come un tornado nella sua stanza nella speranza di sabotare il video, di nuovo...

Charlotte se n'era andata e Lizzie si sentiva come se non avesse più una ragione per continuare.

Le lacrime le riempirono di nuovo gli occhi al ricordo della discussione che avevano avuto mercoledì; si conoscevano da ventiquattro anni e non avevano mai litigato così violentemente. Charlotte era partita sabato e non si erano nemmeno salutate...Com'era potuto succedere? Qual era stato l'esatto momento in cui la sua vita aveva iniziato ad andare a rotoli? Perchè la sua migliore amica, la persona che sembrava in grado di leggerle nel pensiero anche meglio di Jane, la sua quasi gemella, come l'aveva definita una volta in un tema sulla famiglia alle elementari, non aveva capito i suoi motivi per essere arrabbiata? Perchè non si era resa conto...?

"Lizzie? Stai bene?" Una profonda voce maschile interruppe il flusso dei suoi pensieri, facendole alzare la testa di scatto verso l'origine del suono. Si trovò di fronte all'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in un parco pubblico, con un'espressione di sincera preoccupazione nei confronti di un altro essere umano.

William Darcy.

Immediatamente raddrizzò la schiena e cercò di coprirsi il volto con i capelli, asciugandosi rapidamente le guance. Se c'era una persona che non doveva vederla in quelle condizioni era proprio quel dannato robot con il papillon! "Sì, tutto bene..." Disse, cercando di sembrare il più convincente possibile. Evidentemente non ci riuscì molto bene, perchè Darcy, invece di andarsene come lei sperava, si sedette accanto a lei e le offrì un fazzoletto.

"Stavi piangendo." Replicò lui, con quella sua voce monocorde che lei tanto detestava e si mise a fissarla. Lizzie strinse i denti. "Perchè continua a guardarmi in quel dannato modo?!"

"Quello che stavo o non stavo facendo non è affar tuo, Darcy!" Sibilò lei in risposta. Una piccola parte della sua coscienza la rimproverò per essere stata così maleducata: per quanto lui la facesse infuriare, in quei due minuti in cui era comparso non aveva ancora fatto o detto niente per offenderla. Perciò, anche a rischio di passare per una bipolare, accettò il fazzoletto che Darcy ancora le porgeva. Solo quando lo accostò alle guance si accorse che non era un fazzoletto di carta, ma di tessuto. Lizzie credette addirittura di vedere le lettere WFD ricamate su un angolo.

-o-

William guardò Lizzie asciugarsi le lacrime che ancora rigavano il suo splendido viso, chiedendosi che cosa potesse aver indotto una donna tanto solare a piangere così. Stava passeggiando per il parco nel tentativo di sfuggire alle lamentele di Caroline riguardo alla "criminale assenza di caffè biologico in questo buco dimenticato da Dio", quando l'aveva riconosciuta, seduta su una panchina a fissare il vuoto.

I suoi piedi si erano mossi prima ancora che lui potesse decidere se fosse più opportuno avvicinarsi o lasciarla in pace e andarsene.

E quando aveva visto i suoi bellissimi occhi verdi, gli occhi che lo tenevano sveglio la notte da quasi due mesi, lucidi per le lacrime e quell'espressione così...persa sul suo volto, gli era stato impossibile controllarsi. Doveva fare qualcosa per farla sorridere di nuovo, qualunque cosa!

Offrirle il fazzoletto era stato un gesto istintivo, almeno quanto fissarla, come al solito; gli si era stretto il cuore a vederla così triste, ma nonostante le lacrime, Lizzie sembrava aver mantenuto il suo temperamento combattivo, oltre alla sua pessima abitudine di fraintendere volontariamente tutte le sue interazioni con lei. Quando vide che aveva finito di asciugarsi il viso, decise di riprovare a parlarle, sperando che il mento non gli si affossasse di nuovo nel collo, tic involontario che rendeva la sua voce inespressiva.

"E' successo qualcosa?"

Lei lo guardò come se fosse impazzito e lui pensò di aver detto la cosa sbagliata. Gli sembrò di sentire la voce esasperata di Fitz rimbombargli nella testa: "Gesù, Darce, un'aragosta se la caverebbe meglio!"

Lizzie rispose di nuovo con un tono acido, ma stavolta sembrava quasi stanca. "Non vedo come la cosa possa interessarti, Darcy...E anche se mi fosse successo qualcosa, cosa ti fa credere che ne parlerei con te?"

"Già, cosa?" Pensò William, abbassando lo sguardo verso i lacci delle scarpe. Le parole che pronunciò dopo furono poco più che un borbottio. "A volte, parlare di una questione di cui non si riesce a venire a capo con una persona...esterna ai fatti, diciamo, aiuta a vedere le cose da un'altra prospettiva." Fece un profondo respiro e alzò lo sguardo, per guardarla negli occhi. "Perciò, qualunque cosa ti sia successa, ti andrebbe di parlarne?"

-o-

Il mondo doveva aver iniziato a girare al contrario: era l'unica spiegazione che Lizzie riusciva a dare al comportamento così assurdamente gentile e premuroso di Darcy. Non era possibile che uno come lui potesse essere minimamente interessato alla sua vita senza avere un qualche secondo fine! Eppure, l'espressione nei suoi occhi azzurri era così sincera che nemmeno lei, per quanto lo odiasse, poteva dubitare dei suoi motivi. Abbassò lo sguardo per qualche istante, torturando il fazzoletto che ancora teneva in mano; alla fine, prese un profondo respiro e raddrizzò le spalle.

"E va bene. Vediamo qual è la tua...prospettiva, Darcy." Si alzò, si mise le mani sui fianchi e tornò a guardarlo negli occhi, portando in avanti il mento a mo' di sfida.

Lui si alzò in piedi, si passò le mani sui pantaloni e si schiarì la voce, per poi dire: "Beh, forse sarebbe meglio andare in un posto...più comodo, per discutere; posso offrirti qualcosa da bere? Del the, magari?"

Lizzie non ricordò di aver accettato, ma si ritrovò comunque nell'unico negozio della cittadina che vendesse the in foglie invece che in bustine; Lizzie non c'era mai entrata, ma sapeva che quello era il luogo dove Jane comprava i suoi the dai più vari aromi. "Come fa Darcy a conoscere questo posto?" Non sembrava tipo da frequentare negozi del genere.

Darcy l'accompagnò ad un tavolino vicino alla finestra, scostando una delle sedie per farla sedere; si avviò verso il banco, parlò per qualche minuto con il cassiere, che sembrava conoscerlo abbastanza da sorridergli e offrirgli vari tipi di the, per poi tornare con due tazze, una teiera e un portazucchero. Lizzie sollevò un sopracciglio quando lo vide portare lui stesso il vassoio. "Che cosa si è fumato? Dov'è finito il vero Darcy?"

Ora che non era più occupata a cercare di mandarlo via, Lizzie potè osservarlo meglio, mentre si sedeva di fronte a lei. Rimase a dir poco sconcertata quando vide che non indossava una cravatta di qualche genere, nè una camicia, ma una semplice polo a maniche corte e che i pantaloni erano sospettosamente simili ai jeans...E poi, dov'era quella ridicola sciarpa che indossava benchè fosse estate? Non l'aveva mai visto vestito così casual, nemmeno quand'erano a Netherfield e Bing praticamente girava in pigiama, mentre lui sembrava sempre sul punto di andare ad un meeting con il Presidente.

Una parte del suo cervello non potè fare a meno di notare che Darcy aveva delle spalle decisamente...affascinanti, oltre a dei bicipiti non eccessivi ma ben delineati...e delle belle mani...e gli zigomi...e il profilo...

Scosse la testa e smise di guardarlo, come a scacciare una mosca: "Sono impazzita?! Che mi prende? Devo essere stata troppo tempo al sole..."

Darcy mise le foglie in infusione, dicendo: "Mi sono permesso di scegliere il the nero alla vaniglia..." Allungò le mani verso una delle due tazze e continuò. "Latte, zucchero o limone?" Dopo qualche secondo, Lizzie replicò: "Nessuno dei tre, grazie." Lui si limitò ad annuire, poi mise un po' di zucchero nella propria tazza e versò il the ad entrambi.

Dopo il primo sorso, Lizzie dovette ammettere che era delizioso. "Darcybot sa fare un the come si deve...sono sconvolta!" pensò, ancora incredula. Lo guardò sorseggiare il suo the, poi non riuscì più a trattenersi. "Non avrei mai immaginato che tu fossi un tipo da the...Gli uomini d'affari non sono tutti caffeina-dipendenti?"

William alzò lo sguardo, stupito che Lizzie lo immaginasse un bevitore compulsivo di caffè solo perchè lavorava molto. Non ricordava di averne mai bevuto di fronte a lei, quindi cosa poteva averle dato quell'idea? Sollevò un sopracciglio e disse: "A dire la verità, Lizzie, a me il caffè non piace molto. E' Caroline quella che ne beve in quantità industriali. Ho sempre preferito il the, anche perchè..." Abbassò lo sguardo e l'ombra di un sorriso apparve sul suo volto. "...Quando io o mia sorella avevamo avuto una brutta giornata, mia madre metteva su il bollitore e tirava fuori dal nascondiglio i biscotti al cioccolato più buoni del mondo per tirarci su di morale. Diceva che nei momenti peggiori tutti meritano un po' di sano the caldo."

Lizzie faticò a richiudere la bocca quando vide un sorriso sul volto di Darcy ed era certa che gli occhi le sarebbero usciti dalle orbite quando lo sentì parlare di un ricordo d'infanzia. Si sentì terribilmente a disagio quando si rese conto che la madre di Darcy si comportava come Jane. Che a Darcy piacevano i biscotti al cioccolato. "Sto sognando...Questo è un incubo e quando mi sveglierò, lui sarà di nuovo un robot con il farfallino e Charlotte starà bussando alla porta della mia camera per dirmi che dobbiamo girare il video per lunedì!"

Rimasero in silenzio per qualche altro minuto, poi Darcy sembrò ritornare il solito pezzo di legno e disse: "Come mai stavi piangendo, Lizzie?"

Lei sospirò, specchiandosi nel the rimasto nella tazza, prima di iniziare a parlare del diverbio tra lei e Charlotte.

-o-

Gli disse tutto. O meglio, quasi tutto. Omise completamente la parte che riguardava i video, semplicemente nominandoli come un vago "progetto di tesi" che Charlotte l'aiutava a realizzare, ma raccontò di Ricky Collins e della sua azienda di comunicazioni web, dell'offerta di lavoro che lei aveva rifiutato ma che Charlotte aveva accettato e del litigio che ne era seguito. La sua formidabile memoria, così utile quando si trattava di ripetere conversazioni drammatizzate di fronte alla telecamera, le ricordava con terribile chiarezza ogni parola dolorosa che si erano gridate contro. La voce le tremava quando finì di raccontare, quindi bevve un po' per calmarsi.

William l'aveva ascoltata in silenzio, senza interromperla. Dovette trattenere l'impulso di mettere la propria mano sopra quella di lei quando vide i suoi occhi ridiventare lucidi. Sapeva come ci si sentiva a litigare con una persona a cui si teneva così tanto e anche se non poteva certo dire di conoscere per esperienza i problemi di debiti scolastici che Charlotte e Lizzie stavano attraversando, poteva immaginare che cosa l'amica di Lizzie dovesse aver pensato prima di prendere una decisione così seria.

Il silenzio tra i due si protrasse per quasi cinque minuti, tanto che Lizzie si ritrovò a picchiettare il tavolo con le dita, impaziente. Alla fine, stanca di aspettare, sbottò: "Niente da dire, Darcy?" Si era già pentita di avergli parlato della sua situazione finanziaria e dei suoi problemi con l'università. "Gli ho solo dato un motivo in più per considerarmi indegna della sua nobile presenza!" Pensò, acida.

Darcy raddrizzò le spalle, si versò dell'altro the e si schiarì la voce. Infine, si decise a parlare. "Non pretendo di capire esattamente la situazione economica che state passando, Lizzie, ma da quello che mi hai detto, la famiglia di Charlotte è in una condizione meno...ottimistica della tua, esatto?" Lizzie annuì, assottigliando lo sguardo sospettosa. "Immagino che Charlotte, di fronte alla possibilità di guadagnare un salario che potesse aiutarla a...pagare i debiti scolastici senza ulteriormente pesare sulla sua famiglia, abbia preferito questa opzione a quella di dover sostenere un altro semestre di università, con il rischio di veder passare molto tempo prima di avere un lavoro soddisfacente."

Lizzie avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. "Hai ragione, Darcy, tu non puoi capire e soprattutto, tu non conosci Charlotte come la conosco io! Non avrebbe mai gettato all'aria i suoi sogni per un lavoro come quello! Ha troppo talento per sprecarlo producendo pessimi reality e...e...ridicoli video istruttivi!"

William sospirò. Per quanto Lizzie diventasse adorabile quando si inalberava in una discussione, in quel momento stava vedendo tutta la questione in un'ottica utopistica, la stessa che aveva avuto lui quando aveva iniziato l'università, prima che il mondo gli crollasse addosso. Forse, se fosse riuscito a farle capire, poi non sarebbe stata così dura per lei affrontare la vita e accettare i cambiamenti.

"Lizzie, non metto in dubbio che Charlotte sia una persona di talento, nè che il suo attuale ruolo nella...Collins&Collins, giusto? ti possa sembrare piuttosto sminuente, ma devi renderti conto che le sarebbe potuta andare molto peggio! Pensaci, se ti avesse detto che l'alternativa era, diciamo, lavorare come cameriera da Carter's per dieci anni per ripagare i debiti senza poter finire il college, saresti stata ancora così contrariata all'idea che lavorasse per un'azienda che si occupa di ciò che effettivamente lei ha studiato negli ultimi cinque anni? E' vero, non è il massimo, ma se la Collins&Collins si sta ancora sviluppando, c'è una buona probabilità che Charlotte possa farsi strada e plasmare il proprio ruolo all'interno dell'azienda, se non addirittura agire attivamente per migliorarla!"

Si fermò, per lasciare che Lizzie assimilasse tutto ciò che le aveva detto. La vide mordersi il labbro inferiore, ma nei suoi occhi leggeva ancora molto sospetto verso le sue parole. Alla fine, lei voltò la testa verso la finestra e mormorò: "Ho sempre pensato che io e lei saremmo state sempre insieme...Che avremmo affrontato anche l'ostacolo dei debiti e della disoccupazione post-laurea unite, ma così..." Scosse di nuovo la testa e il sole fece risplendere i riflessi ramati nei suoi capelli.

Lizzie si girò di nuovo verso di lui quando lo sentì rispondere, anche lui con lo sguardo perso nel vuoto, un'aria di nostalgico rimorso sul suo volto. "Non è mai così facile seguire i propri sogni, soprattutto quando sono coinvolte altre persone...Fidati, lo so bene; a volte semplicemente le cose non vanno come ti aspettavi." Si fermò, poi alzò lo sguardo e la fissò, com'era solito fare, ma con un'intensità che non gli aveva mai visto prima negli occhi. "So poco di voi due, ma è chiaro che siete molto più unite di molte coppie di amici di mia conoscenza. Pensaci su, ma non tagliare i ponti con lei; so come ci si sente a perdere un amico ed è una sensazione che non augurerei a nessuno, men che meno a te."

Si alzarono quasi in simultanea, ma William insistette per pagare; in un'altra occasione il gesto l'avrebbe irritata, ma non era uscita con il portafogli, quindi era un bene che saldasse lui il conto. Le aprì la porta del negozio, ma prima che potesse offrirsi di riaccompagnarla a casa, Lizzie si girò e disse: "Devo ammettere che è stato...istruttivo, Darcy. Grazie per il the. Ci si vede in giro." Dopodichè, si girò e si avviò verso casa, senza quasi lasciargli il tempo di salutarla.

-o-

Quando fu di nuovo sulla soglia di casa, Lizzie si ritrovò di fronte Lydia e Jane, la prima pronta a lamentarsi perchè avrebbero già dovuto girare il video e la seconda con una tazza di the al profumo di lampone in mano, pronta a consolarla. Alla fine, si sedette di fronte alla telecamera e cominciò a dire che Charlotte le mancava da morire, ma poi Lydia entrò nella camera e si intromise nella discussione, distraendola e togliendole dalla testa la bizzarra conversazione con il Darcy più umano con cui avesse avuto a che fare da quando l'aveva incontrato la prima volta.

Tornato a Netherfield, William cercò di evitare sia Bing che Caroline, troppo confuso riguardo alle emozioni che quell'inaspettato incontro con Lizzie aveva sollevato nel suo cuore per poter sostenere una conversazione coerente, o per lavorare. Non era mai stato così vicino a confessare a qualcuno che non conoscesse da sempre la sua storia con Wickham, nè aveva mai parlato a nessuno di quel particolare su sua madre, eppure gli era bastato vederla triste per quasi abbattere tutti i muri protettivi attorno alla sua privacy. Sperò che Lizzie si fosse accorta che non era normale per lui aprirsi così. Chissà se avrebbe ascoltato le sue parole? Aveva letto tra le righe? Aveva capito che era attratto da lei in modo quasi inesorabile?






Nota dell'Autrice: Salve a tutti! Non l'avrei mai immaginato, ma a quanto pare la mia ossessione assoluta per The Lizzie Bennet Diaries si è attenuata a sufficienza per permettermi di scrivere qualcosa di coerente e sensato, anche se una semplice one-shot...Normalmente scrivo di Orgoglio e Pregiudizio, ma quando ho visto che esisteva un reparto italiano per le fanfiction di TLBD mi sono detta: "Prima o poi scriverò qualcosa anche qui!"
Lo spettacolo è finito da meno di una settimana e già ho avuto un attacco nostalgico, quindi mi sono riguardata un po' di episodi...Mi ha colpita di nuovo la forza dell'episodio 42 e la mia vena artistica ha colpito inaspettata! Questa one-shot è ambientata nel breve lasso di tempo tra il 42 e il 43 e non sono riuscita a NON mettere un momento Dizzie, per quanto poco fluffy perchè è ancora troppo presto...(DIZZIE FOREVER!)
Spero vi piaccia!
Beijos
JudithlovesJane


  
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