capitolo primo: 
I've seen again his eyes.

Il suo sguardo si abbatte sul mio, come una tempesta in piena estate. 
Due occhi freddi come il ghiaccio si contrappongono con i miei: gonfi e lucidi a causa delle lacrime.
Un sorriso maligno spicca nel suo volto e qualche volta, da quelle due labbra rosse, usce una risatina che mi fa raggelare il sangue.
La sua mano stringe energicamente il mio polso e nonostante i miei continui tentativi di liberarmi da quella morsa, non riesco a diminuire quella pressione creata da lui.
‘ti prego, lasciami’ dico a bassa voce, sperando di smuovere qualcosa dentro la sua figura.
Si diverte a leggere la paura nei miei occhi.
Si diverte ad accarezzare la mia pelle pallida.
Si diverte a guardare il mio volto rigato dalle lacrime.
Il cuore continua a battere sempre di più, spero in un miracolo, in un qualcosa che mi faccia sfuggire da lì.
Sento la sua presa farsi leggermente più delicata e ne approfitto per togliere la mano, prima che la sua grande tenaglia si richiuda completamente.
Corro verso l’uscio della porta, ma quando il mio peso si abbatte sulla maniglia, essa non gira.
Rimango lì, con la schiena contro la superficie di legno, con le braccia al petto.
Sono piccola, una minuscola formica, a confronto della possente figura nera che ho davanti.
Sono intrappolata, non c’è vie di scampo.
Vedo il ragazzo farsi sempre più vicino, ride.
Con uno scatto improvviso blocca entrambe le mie mani e mi osserva attentamente.
‘sei mia adesso’ mi sussurra all’orecchio, prima di lasciare un segno sulla mia guancia, provocato da una delle sue mani...

mi sveglio con il fiatone, le gambe tremano e il cuore batte all’impazzata.
Sto sudando ghiaccio.
Quel dannato ricordo si fa sempre più vivo in ogni sogno, ed ormai ho l’incessante paura di andare a dormire per dover rivedere nella mia mente, quei momenti da me odiati.
Gli occhi si fanno lucidi e le lacrime iniziano a scendere.
È un pianto di disperazione.
Sento la mia porta cigolare e aprirsi velocemente.
Un ragazzo corre verso il mio letto e mi abbraccia forte, come per volermi proteggere.
‘calmati, è solo un brutto sogno’
continua a ripetermi lentamente e accarezzandomi la schiena per farla rilassare.
‘l-l-ouis ho paura’ dico stringendomi sempre di più al suo caldo corpo.
‘nessuno ti farà più del male’
continuo a piangere rumorosamente, finchè il mio battito torna ad un ritmo più o meno normale e gli occhi non hanno più lacrime da espellere.
‘grazie louis’ gli dico asciugandomi il volto con il lenzuolo.
‘non devi, supereremo anche questa, insieme. Ti voglio bene sorellina’
e così dicendo, lascia un umido bacio sulla mia fronte, per poi uscire dalla stanza e tornare al silenzio che fino a qualche minuto fa regnava in quella casa.