Frank era steso nel letto, al buio. Si era rifugiato nella stanza, prima degli altri, che erano rimasti a discutere gli ultimi dettagli del piano per salvare Grace. L'indomani sarebbero partiti, e lui era in ansia. Si rannicchiò nel letto, troppo grande senza Gerard, e strinse con forza la coperta: come avrebbe fatto se fosse dovuto tornare al Diner senza lui? Non voleva nemmeno pensarci, e per fortuna i passi pesanti di Party Poison interruppero quel corso infelice di riflessioni. Sentì il peso del rosso sul materasso, il suo spostarsi goffo, il braccio che lo cingeva e lo attirava verso lui. Rimase immobile, assaporando quel contatto: in tutto quel tempo in cui erano stati insieme non aveva mai dato per scontato nulla, tutti loro gesti non erano abitudinari. Però quel contatto, a così poco tempo dalla loro possibile morte definitiva, era prezioso quasi più del respiro, del cuore che batteva. Sentì Gerard sollevarsi, e scostare i capelli neri troppo lunghi, per baciargli delicatamente la punta dell'orecchio. Frank non si mosse, a mala pena prese la mano del ragazzo.
“Frank?” sussurrò Gerard. Frank strinse ancora di più la presa sulla mano, e se la portò alla bocca, per baciarla.
“Non lasciarmi mai” mormorò, mentre la voce gli si spezzava. Gerard lo prese per le spalle e lo voltò, guardandolo negli occhi scuri, che scintillavano umidi nella poca luce della stanza.
“Non pensarlo nemmeno, Frank” disse sicuro, senza distogliere lo sguardo. La verità era che si sentiva di star mentendo: niente gli assicurava che domani l'uno non sarebbe sopravvissuto all'altro, che sarebbero morti o scampati insieme. Frank si asciugò una lacrima con il dorso della mano, e tirò su con il naso.
“E' che sono spaventato” piagnucolò. “Ho paura, paura da morire di non farcela”. Gerard lo strinse a sé, e posò un lieve bacio tra i capelli che sapevano di polvere e sabbia. “E' un mondo orribile questo, non ce la faccio più”.
Gerard si sentiva stringere il cuore: era proprio questo ciò di cui aveva parlato a Jill quella volta, la sensibilità di Frank. Quando Ray e Mikey erano scomparsi, aveva avuto una paura terribile di essere completamente solo, senza più suo fratello gli restava solo Frank, e se Frank fosse scomparso avrebbe voluto morire.
“Gerard” la voce di Fun Ghoul gli arrivò ovattata a causa del fatto che stava premendo il volto contro il suo petto.
“Dimmi”.
“Vorrei solo che tu sapessi che anche se questo mondo è orribile, tu sei bellissimo per me”. Frank si morse le labbra non appena finì di pronunciare quelle parole, e chiuse gli occhi. Si sentiva come una ragazzina che confessa il proprio amore; eppure era diverso tempo ormai che stava con Gerard. Il fatto era che non glielo aveva mai detto, e l'idea che forse non c'era un domani sera in quel letto lo stava distruggendo.
Gerard lo allontanò un poco, e gli alzò il volto con entrambe le mani, baciandolo forte sulle labbra. Sentì il sapore delle lacrime, quelle che stava versando per lui; il sapore del deserto, la pelle screpolata, la loro vita di sempre; e poi il sapore di Frank, quello che non poteva descrivere ma sapeva solo di loro.
Gerard lasciò scorrere le mani lungo il corpo di Frank, sollevando appena la maglia e toccando quella pelle chiara. Sentì il ragazzo rabbrividire al quel gesto, e approfondì il bacio. Le loro lingue si rincorrevano con foga, quasi avessero paura di perdersi anche loro. Piano, Gerard costrinse Frank sulla schiena, e lo sovrastò con il proprio corpo; gli tolse la maglia, e lasciò che lui facesse la medesima cosa. Le mani di Frank si fermarono sulla sua schiena, artigliandosi quasi alla pelle, e la sua bocca cercò quella di Gerard, per coinvolgerlo ancora in un bacio. Sentiva i pantaloni estremamente stretti, ma quello che in quel momento gli importava davvero era che lui fosse lì, vero, tangibile. Gerard cominciò a slacciare i pantaloni di Frank con una mano, mentre si sosteneva sull'altro braccio. Anche il moro aveva iniziato a fare la stessa cosa, e entrambi sapevano come sarebbe andata a finire. Forse era la loro ultima notte, forse no, ma tanto valeva giocarsela bene, bruciare insieme, sentirsi vivi sul serio.

La mattina arrivò troppo presto, mentre Gerard stringeva ancora la vita di Frank con le braccia. La luce entrò nella stanza, e gli ferì gli occhi: quella sera sarebbero andati a Battery City. Sollevò il capo, e guardò il suo compagno. Frank dormiva tranquillo, sembrava che i suoi tormentati pensieri si fossero dissolti almeno in parte; e per un attimo Gerard pensò che forse quella mattina potevano non alzarsi, rimanere così, intrecciati tra loro a scambiarsi lievi carezze tra labbra. E il mondo brutto che c'era lì fuori si sarebbe annullato. Si sollevò, e strisciò verso il viso del moro.
“La verità è che sei tu ad essere bellissimo nonostante questo brutto mondo” soffiò sulle labbra di Frank, prima di abbassarsi a baciarle.

I just wanted you to know
That the world is ugly,
But you're beautiful to me.

 

Angolino dell'autrice

Intanto, la dedico a Evazick, la mia amata recensitrice (?) e compagna di svagellamenti! Angst ovunque, lo avevo promesso, ma lo sai che non resisto al fluff!

Bien, come ho già detto in realtà si inserisce tra gli ultimi due capitoli della long che ho scritto, per chi leggesse questa Oneshot e non lo sapesse!
Per il resto, nulla da dire, era un po' che volevo scriverla, e ora l'ho pubblicata alla fine :3
Tanti cari bacini, and stay strong! ♥

Red Rope