Pensieri sconnessi dati dal momento

Corro sotto la pioggia nella notte per prendere le chiavi del negozio lasciate sulla nissan e un vortice di pensieri troppo enorme mi sconvolge.

Mi parlavi della tua ex, così tranquilla, volenterosa, forse invischiata in troppe imposizioni.

Il punto è.. Io non voglio esserlo.

Non voglio essere la ragazzetta carina, disinibita ma così fragile.

Quella che non guarda mai. Quella egoista. Quella viziata, ma sincera.

Quella della pasta.

Quella che strepita e urla quando la minima cosa la innervosisce, che ha paura dei confronti ma dissimula perché avere paura non ha senso e vuole sconfiggerla, quella paura.

Quella che arricia il naso davanti al formaggio perchè -rovina il gusto delle cose-.

Quella che sente troppo da sempre, che prova nostalgia per un tramonto o per una giornata nebbiosa e pecepisce il dolore degli sconosciuti al punto da restarne scombussolata.

Quella che si inchina davanti alle statue perché non ha nessun dio da pregare.

Quella che teneva a te più di quanto potesse tenere a sè stessa, ma non ti temeva. 

Il punto è, come ti dicevo.. Io non voglio esserlo. Non voglio essere una descrizione, un ricordo. 

E se dovesse esserci, in un ipotetico futuro, qualcuna che ti chiederà -Parlami di lei.-, allora spero che tu non abbia parole nè ricordi per descrivermi.

Che tu tenga ciò che è stato importante chiuso in un angolo intoccabile e segreto della mente, e che il mio sorriso venga a tormentarti. 

Solo così noi non saremo morti.