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Autore: Uptowngirl    02/04/2013    2 recensioni
Una serie di one-shot per la Thadastian Week!
Day 1 Daddies: Il fidanzato no fino a trent’anni! (Come minimo)
Day 2 Alcool:
Day 3 Scandals:
Day 4 Incubi:
Day 5 Ballo:
Day 6 Tatuaggio:
Day 7 Divisa scolastica:
Facoltativi: servo e nobile\ Bad Boy\ Primo bacio:
Dalla
prima one-shot:
"...Ora i due piccolini erano seduti in una panchina e Gordon stava dando un piccolo mazzo di margherite ad Isabelle.
“NO! Che fa quello! Ci prova con la mia piccola! Thad dobbiamo fermarlo!” Ma mentre stava per girarsi verso il suo amato, vide la sua piccola dare un bacio sulla guancia al suo amichetto.
“NO! Dico io l’hai vista gli ha dato un bacio! Non ci posso credere mia figlia che mi fa una cosa del genere!” Sebastian era sconvolto, non ci poteva credere, era così piccola e già si doveva preoccupare di qualcuno che la voleva portare via dalle sue braccia!.."
Il rating cambierà.
Buona lettura!
P.S Mi dispiace per l'Html
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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p>DAY ONE:
Daddies!Thadastian

Titolo: Il fidanzato no fino a trent’anni!
(Come minimo)

Autore: Me ne prendo la colpa io.

Genere: Commedia. Romantico

Rating: Verde

Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood e
(l’unica partorita dalla mia mente) Isabelle Harwood-Smythe

Parole: 1291 secondo Word (cortissima, mi vergogno
a chiamarla one-shot T.T)

Note: E’ tutta colpa mia. E’ la mia prima
storia su questa coppia perdonatemi!

Buona
lettura!

                                              

                                              
Il fidanzato no fino a trent’anni! (Come minimo!)

 

 

Il parco. Un
luogo innocente agli occhi di tutti i genitori del mondo.

Ma non a
quelli di Sebastian Smythe.

Fiero padre
di Isabelle Harwood-Smythe.

Lui era
l’unico ad aver capito che il parco era pericoloso.

Perché era là
che un ragazzino ci provava con la sua piccolina.

Ma torniamo
indietro di tre anni…

Lui e suo
marito Thad erano sposati da circa due anni e non avevano mai parlato di avere
un bambino anche se in entrambi i loro cuori aleggiava questo incombente
desiderio. Un giorno stavano camminando mano nella mano per le vie di New York
diretti verso il loro ristorante preferito a qualche isolato di distanza da
casa loro. Stavano passeggiando lentamente godendo del tepore dei primi e
attesissimi raggi di sole primaverili, quando passarono davanti ad una grande
struttura grigia con molti giochi colorati nel grande e ben curato prato verde.
E tanti, tanti bambini giocare.

Orfanotrofio L. Carrol

Era la
scritta che recitava una grande targa dorata che campeggiava sulla colonna del
cancello di metallo.

Entrambi
sentirono i loro cuori perdere un battito, e quel desiderio aumentare sempre
più nei loro giovani cuori.

Contemporaneamente
si voltarono, intrecciando i loro occhi. Verde nel marrone in una perfetta
intesa. Cominciando a capire il reciproco desiderio.

Però la loro
silenziosa chiacchierata fu interrotta:

“E voi chi
siete?” Staccarono il loro contatto, per prestare la loro attenzione al punto
da cui proveniva quella tenera e dolce voce che era giunta come una dolce
melodia alle loro orecchie.

Dietro al
pesante cancello c’era una bambina di circa tre anni. Aveva dei lisci capelli
castano scuro, simili a quelli di Thad per il colore, la pelle chiara spruzzata
da qualche lentiggine e dei penetranti occhi verdi, tutto e per tutto uguali a
quelli di Sebastian.

La bimba li
guardava dal basso dei suoi tre anni incuriosita, sbattendo le lunghe ciglia e
aspettando una loro risposta.

Thad stava
per rispondere alla tenera bimba quando lei disse:

“Chi di voi
due è il mio principe azzullo?” Chiese lei sorridendo e lisciandosi il
vestitino rosa sulle gambe.

Entrambi la
trovarono sempre più adorabile.

Sebastian si
abbasso al livello della piccola di fronte a loro:

“Si lo siamo.
Ma io sono quello più figo.” Thad alzo gli occhi al cielo teatralmente abituato
dopo tanti anni alle manie di protagonismo del marito e si inginocchio anche
lui avvicinandosi:

“Non lo
ascoltare, comunque come tuoi principi non dovremo sapere il nome della nostra
bellissima principessa?” Il moro sorrise raggiante alla piccola che appena
senti la sua richiesta fece passare la piccola e bianca manina attraverso le
tristi sbarre di metallo.

“Io sono
Isabelle e sono la principessa più bella e più talentuosa di tutte le
principesse, e voi chi siete?” I due risero inteneriti per il comportamento da
primadonna e si presentarono.

“Piacere io
sono Sebastian il principe fico.” Disse afferrando la piccola manina tra le sue
molto più grandi, mentre la piccola era ammaliata dalle parole del francese.
Thad rise della “modestia” di suo marito e poi afferrò anche lui la mano della
piccola e disse:

“Io sono Thad
e sono il poveraccio che sopporta il “principe fico” da dieci lunghi anni.” E
dopo strinse dolcemente la mano di suo marito.

“Voi due
siete innamolati?” Chiese innocentemente Isabelle, guardando le loro mani
intrecciate e con gli occhi che luccicavano e pensando a quanto fossero belli i
suoi principi.

I ragazzi si
guardarono con lo stesso sguardo innamorato di dieci anni prima, sempre uguale
e sempre carico degli stessi sentimenti, che con il tempo erano maturati, da
quelli di due adolescenti a quelli di uomini adulti, ma sempre così forti da
essere sopra ogni cosa.

“Da molti e
bellissimi anni” Disse Thad stringendo ancora più forte la mano del suo amato e
schioccandogli un dolce bacio sulla guancia.

“Se non
potete essle i miei pincipi visto che lo siete l’uno dell’altro, potete essele
i miei papà?” I due  spalancarono gli
occhi alla semplicità con cui gli era stata fatta quella richiesta e
incatenarono di nuovo i loro occhi e in quella perfetta combinazione di colori,
conoscevano già la risposta a quella disarmante domanda. Ma sarebbero stati
anche i suoi principi.

 

Pochi mesi,
molte visite e centinaia di scartoffie dopo Isabelle era Isabelle
Harwood-Smythe e i due neo genitori erano felicissimi della loro principessa e
credevano che nessuno l’avrebbe mai portata via dalle loro braccia.

Forse.

 

Ma ora
torniamo a noi.

Sono passati
tre anni e Isabelle a sei anni ed è meravigliosa. E i suoi papà non sono gli
unici a pensarlo.

Infatti c’era
questo bambino, tale Gordon*, che gironzolava troppo attorno alla loro piccola
e un geloso papà,uno molto alto, stava spiando molto attentamente i due giocare
un po’ troppo vicini nella grande vasca della sabbia.

Infatti il ragazzino
tenta di toccare un po’ troppo spesso la mano della loro bambina. La loro
piccola ed innocente bambina.

Sebastian
stava per picchiare quel bambino se non avesse smesso all’istante.

Mentre Thad
era divertito dal comportamento del marito.

“Amore guardalo!
Le raccoglie la paletta! Ci rendiamo conto la paletta!!” Disse il più alto
sconvolto dal comportamento di quel bambino.

“Certo ‘Bas
che cosa grave! Chiamate la Polizia!” Gli rispose il marito ridendo e fingendo
in malo modo un tono di preoccupazione.

“Si si ridi
pure vedrai quando il biondino ci porterà via la nostra piccola!” Disse
Sebastian sempre più allarmato e fissando dalla panchina con sguardo truce il
povero bambino ignaro del guaio in cui si era cacciato.

“Andiamo
tesoro sono solo bambini!” Tentò di tranquillizzarlo il moro sistemandosi gli
occhiali da sole.

“Bambini?!
Quello ci vuole prendere la nostra principessa! Ah ma fino a che non avrà
trent’anni non la toccherà!” Se le prime due frasi le disse con puro terrore,
l’ultima invece fu pronunciata come se fosse una legge indiscutibile.

“Solo
trenta?” Gli chiese Thad mettendosi gli occhiali sulla punta del naso e
guardandolo dubbioso.

“Minimo
trenta!” Rispose Sebastian al marito per poi tornare a prestare la sua
attenzione ai due bambini.

Ora i due
piccolini erano seduti in una panchina e Gordon stava dando un piccolo mazzo di
margherite ad Isabelle.

“NO! Che fa
quello! Ci prova con la mia piccola! Thad dobbiamo fermarlo!”  Ma mentre stava per girarsi verso il suo
amato, vide la sua piccola dare un bacio sulla guancia al suo amichetto.

“NO! Dico io
l’hai vista gli ha dato un bacio! Non ci posso credere mia figlia che mi fa una
cosa del genere!” Sebastian era sconvolto, non ci poteva credere, era così
piccola e già si doveva preoccupare di qualcuno che la voleva portare via dalle
sue braccia!

“Io li trovo
tanto carini.” L’occhiata che ricevette dopo Thad non la scordò mai.

“CARINI?!
CARINI?! ISABELLE VIENI SUBITO QUA’!” Urlo alla figlia il francese facendo
voltare metà della gente.

La bimba
timidamente e stringendo i fiorellini si avvicinò alla panchina dove erano i
suoi papà un po’ imbarazzata.

“Che c’è
papy?” Chiese Isabelle osservandosi con molta attenzione la punta delle sue
ballerine blu.

“Chi siamo io
e papà Thad?” Disse con un tono più calmo, perché davanti a lei non riusciva ad
essere troppo severo. Era impossibile. Era proprio una Harwood quella bimba.

“I miei papà”
Rispose con ovvietà la bambina.

“E….?”
Rimarcò il padre con un gesto della mano.

“I miei
principi?” Chiese sperando che fosse la risposta che voleva il suo papy.

“Brava.” La
bambina però non capiva ancora il motivo di quella domanda.

“E quindi?”

“Quindi…devi
promettere al tuo bellissimo principe che non avrai un ragazzo fino ai
trent’anni, ok?” E mentre Sebastian aspettava una risposta dalla figlia, Thad
ammirava divertito la sua meravigliosa famiglia, nella speranza che in un
futuro, non troppo lontano, si sarebbe allargata ancora un po’.

 

 

FINE

 

 

 

Note di fine storia:

*IO AMO
GORDON RAMSAY, QUINDI LO METTO DOVUNQUE! <3

 

Voglio
ringraziare tutte le anime magnanime che sono arrivate alla fine di questa
storia!

Ora torno a
fare greco e vediamo se domani sarò ancora viva a pubblicare!

Le recensioni
anche per insultarmi o per dirmi di andare su Plutone sono ben accette!

Ciao ciao

Martina (:

 

   
 
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