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Autore: heuchelei    02/04/2013    12 recensioni
{Storia ad oc}
AU | ESP Powers | Soprannaturale | Sci-fi
[...«Sho.» esclamò Tsubaki senza scomporsi.
«Ricevuto.» con precisione critica, il ragazzo lasciò la propria mano scorrere sul pavimento inondato dalla spuma biancastra, che gelò in qualche istante, bloccando i movimenti degli avversari. La scorta lasciò cadere le armi con un tintinnio fastidioso: ormai resistere era inutile. Col calcio della pistola, Tsubaki disarmò l’uomo più vicino per poi rivolgere un’occhiata suadente a Miura. Il campo di battaglia si era trasformato in una sottospecie di pista da pattinaggio ristretta.
«Allora, signor Miura.» sorrise, accendendo il suo PDA con aria vittoriosa «Le conviene mettersi comodo. La aspetta un lungo ed estenuante pomeriggio.»...]
[...]

♱ ♱ ♱ ♱ ♱ ♱ ♱ ♱ ♱ ♱
La Kirigaoka Academy non è una scuola normale.
Anzi, è una vera e propria scuola per geni, persone dai poteri paranormali e scientifici.
Questi individui sono chiamati ESPer.
E sono proprio loro che combattono contro la criminalità del lato oscuro del Giappone.
Ma nulla è quello che sembra e spesso la luce si confonde con le tenebre. Un misterioso complotto minaccia di distruggere l'Accademia e gli unici in grado di fermarlo sono proprio gli studenti stessi.
{capitoli revisionati e corretti: 1/15}
Genere: Angst, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 1.






«È questa.» borbottò Ayame tra sé, in un patetico tentativo di autoconvinzione. E se poi non fosse stata quella… beh, ci avrebbe provato, no? «Sì, è questa scuola.»
Si passò rapidamente una mano esile tra i capelli sciolti, riflettendo sul da farsi.
Era arrivata davanti all’edificio nella cartina, ma ancora non si vedeva nessuno.
La piazza circolare davanti all'istituzione era stata lastricata con pietre grigie ottagonali, perfettamente incastrate nel formare simboli geometrici complicati. Le piastrelle sembravano brillare di una luce perlacea nei raggi tiepidi del mattino. La scuola non appariva esattamente come nei depliant colorati che le erano stati spediti - aveva un'aria quasi spettrale e... bizzarra.
Il grande spiazzo era circondato da alberi di ciliegio che allungavano le loro scure dita ossute verso l'alto. Gli edifici erano disposti a semicerchio, separati dalla piazza da un basso muretto candido e screpolato ed un cancello in ferro battuto. La cosa balzana riguardante quel complesso di costruzioni erano gli stili architettonici prettamente diversi. Il corpo principale sembrava essere stato costruito in stile gotico, con pennacchi e guglie che si stagliavano contro il cielo troppo azzurro. La facciata era sostenuta da pesanti colonne in granito chiaro, alle quali si accedeva tramite una scalinata ripida e scomoda. Le porte erano in vetro colorato, fulgide e misteriose dietro gli spicchi d'ombra disegnati dai pilastri. In alto, si trovava un orologio con dei numeri romani, che sembrava scrutare austeramente lo spiazzo inferiore.
Ayame rabbrividì lievemente. Nonostante fosse una persona sincera - troppo sincera - non avrebbe mai ammesso di aver inconsciamente sperato di aver sbagliato edificio.
Aveva sempre dubitato che ci fossero persone più incapaci di lei con l’orienteering. E in effetti non era proprio un asso in quel genere di cose.
Si rigirò la cartina tra le mani, appoggiando poi la valigia accanto ad una panchina verniciata di verde foresta svedese.
E il viaggio è appena incominciato pensò.
Ed era vero. Ora che aveva trovato la scuola, la aspettavano pesanti lezioni, interrogazioni, ricerche su dei tizi famosi per qualcosa che mente umana non riusciva a concepire.
Detestava il suo pessimismo cosmico.
Un certo Leopoldi o Leonardi¹ – non ricordava bene – glielo aveva attaccato nel periodo delle medie inferiori², quando studiava letteratura estera.
C’era un’unica spiegazione al fatto che fosse lì. La Kirigaoka Academy non era affatto una scuola comune.
Era speciale.
Speciale allo stesso modo in cui lo era lei e altre poche persone in Giappone.
Li chiamavano esper. O almeno così aveva letto dalla lettera di ammissione che aveva ricevuto qualche mese prima. Accidenti, un esper!
Non era una cosa da tutti, considerato che gli esper erano dei veri e propri geni.
Ed era per questo che da due settimane non era riuscita a chiudere occhio.
Chissà quale potere risiedeva in lei?
Quando lo aveva saputo di avere un potere speciale lo aveva detto immediatamente a tutte le sue amiche, senza esclusioni.
Con un sospiro crollò sulla panchina.
Aveva anche considerato l’opzione che ci fosse un errore, che non appena le avessero fatto il test sarebbe risultata incompatibile e inutile.
E forse era così.
C’era sempre stato qualcosa di incrinato in lei, come se tutto ciò a cui tenesse fosse stupidamente rovinato per qualche assurda ragione. La chiamava sfortuna.
Fu proprio in quel momento che si accorse che qualcosa non andava.
La valigia.
Non era più lì.
Rimase cinque millisecondi ad osservare stupidamente il punto in cui la valigia era rimasta fino a pochi minuti prima. No, non era possibile.
Emise un urlo di frustrazione per poi correre giù per la strada a cercare quel fottuto bagaglio.


Shirō emise un sospiro di frustrazione mentre lo schermo del computer si faceva di nuovo nero. Una serie di codici bianchi cominciò a spuntare sulla superficie ormai scura - una serie di domini dei siti che stava hackerando.
Si passò stancamente una mano sulla fronte, sentendo la testa ciondolargli per la stanchezza. Aveva le occhiaie e molto probabilmente il suo colorito avrebbe fatto invidia al latte, tant'era pallido. Abbassò la zip della tuta da ginnastica che portava quel giorno e ricominciò a maneggiare con aria assorta i fili e le prese di corrente.
«Non pensi che sia uno spreco?» Atsuya poggiò con veemenza la tazza in ceramica smaltata lilla - la preferita d Shirō - sulla sua postazione di lavoro. Il liquido scuro all'interno (qualcosa che doveva somigliare al caffé) sciabordò quasi con aria minacciosa «Sprecare una bella giornata di sole come questa, intendo. Devo ricordarti che siamo in vacanza?»
Shirō gli lanciò un'occhiata indispettita, il suo sguardo glaciale penetrò attraverso le ciglia folte e chiare, per poi saettare rapidamente tra Atsuya e la tazza di caffè annacquato. Infine afferrò il manico del contenitore e trangugiò la bevanda calda senza battere ciglio.
«Non è da me dirlo» osservò mentre una espressione di disgusto gli distorceva il volto «ma fa schifo come al solito.»
«La mensa è chiusa.» si difese Atsuya lanciandogli uno sguardo di sottecchi, domandandosi ancora una volta come - nonostante fossero gemelli - potessero essere così diversi. Alzò le spalle con aria contrita e si acciambellò con nonchalance sulla scrivania «Oh, avanti, preferisci stare in questo schifo di buco per tutto il giorno, piuttosto che goderti le vacanze finché puoi? Con tutto questo smog non si vedono tante belle giornate chiare come questa.»
Shirō si frizionò le tempie, scuotendo il capo con aria di chi stesse spiegando le tabelline ad un alunno recalcitrante. Atsuya tamburellò nervosamente con le dita sulla superficie del banco.
«Atsuya, cosa trovi difficile nelle parole "credito formativo"?»
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli spettinati, si alzò nuovamente, misurando la stanza con lunghi passi ed infine si accomodò sul balcone con aria di superiorità. Sbuffò.
«Ancora con questa storia?» si lagnò mentre appoggiava la schiena contro la parete e faceva dondolare la gamba all'esterno, contemplando con muta meraviglia quella città grande e tecnologica che si estendeva ai suoi piedi.
«Se hai crediti mangi meglio, non vai in ronda e, cosa ancor più bella, troverai un lavoro migliore.» mormorò Shirō con la lingua trai denti, battendo rumorosamente sulla tastiera del computer. Fissò le cifre per qualche istante e poi cliccò il tasto destro del mouse cutting edge.
«Che idiozia. Chiunque pagherebbe oro per aver un Esper a suo servizio.» replicò Atsuya monocorde,  osservando il reticolo di strade incrociate, riempite dalle luci e dagli schiamazzi delle macchine. Si rilassò contro la pietra tiepida e sorrise lievemente.
«Nessuno pagherebbe per averne uno stupido.» esclamò Shirō mentre finalmente riusciva ad accedere ai dati che stava cercando.
Scattò con aria vittoriosa una foto con il suo PDA. Era un elenco di cifre ordinate che illustrava gli introiti anormalmente alti di una società farmaceutica della prefettura di Fukuoka - un'azienda probabilmente finta, con un indirizzo mail delle isole Cayman che aveva rapporti con qualche signore della droga presso il quale presto ci sarebbe stato un raid.
Shirō incrociò le dita e si stiracchiò, ruotando sulla sedia dello studiolo. I suoi occhi scivolarono per un istante sul suo gemello. Atsuya si era assopito sul balcone.
Con tenerezza lo spostò dalla finestra - cercando di non svegliarlo - e lo coprì con una coperta. Nonostante facesse caldo, era ancora marzo, e lui voleva possibilmente evitare di fargli buscare un raffreddore. Infine, Shirō si appoggiò al bancone, puntellandosi con i gomiti per lasciare che il suo sguardo vagasse lontano, sullo skyline freddo e rigido della città.
Poteva vedere gli edifici in cemento antracite, scuri e svettanti come torri di guardia. Già un sottile velo di fumo iniziava a depositarsi a livello del terreno. Lo notò buffo.
La città appariva così moderna e lucida, con le sue vetrate riflettenti e i tetti irregolari, quasi artistici, delle case moderne fatte con prefabbricati. Le strade erano ampie e morbide e si snodavano come grandi fiumi pigri in anse longilinee e grigie. I pannelli solari erano ovunque: spuntavano sui tetti delle case piatte, accanto agli eliporti degli hotel, sui grattacieli dai tetti obliqui ed innovativi.
Le abitazioni erano ammucchiate una vicino all'altra, senza però infrangere una qualche costante misteriosa che sembrava permettere la convivenza civile. I settori più esterni dell'agglomerato urbano erano adibiti alle fabbriche e agli istituti di ricerca. La scuola, invece, si trovava proprio al centro di tutto, come un cuore pulsante, vigile. Lontano, vedeva innalzarsi alcuni archi slanciati che costituivano una scultura di un artista di cui non ricordava il nome.
Da lì non riusciva a scorgere il porto, ma sentiva l'odore della salsedine aleggiare nell'aria umida, appiccicosa. Yokohama era un centro nevralgico per il commercio ed esso era il principale sostentamento per la sua solida e florida economia.
La città sembrava quasi un essere vivente malato, che sembrava respirare a fatica, vittima del proprio progresso tecnologico e dell'ipocrisia umana. Shirō sospirò. Dopo tutte quelle invenzioni, le persone non erano ancora riuscite a mettersi d'accordo per la salvaguardia dell'ambiente. Scosse il capo, esprimendo mutamente la sua indignazione.
Infine afferrò il telefono interno - affetto da un potente jamming³ perché non potesse essere intercettato - e compose con titubanza il numero della preside.

¹ Ayame intende dire Leopardi, ma non se lo ricorda (?).
² Beh, allora. Le scuole giapponesi non sono come le nostre, perciò ho preferito usare quelle della madrepatria, no? Praticamente ci sono vari livelli. Potete considerare la Kirigaoka come una scuola superiore-università se preferite. Per maggiori informazioni cliccate qui.
³ Il jamming è una sorta di, uhm, tecnologia che permette di criptare o disturbare (con lo scopo di impedire) le comunicazioni in un certo range d'effetto. Se vi state guardando Aldnoah.Zero avrete capito :3

A n g o l o :
the blitz loop this planet to search way
only my RAILGUN can shoot it imasugu
̴
// nessuno la caga perchè evidentemente non sapete cosa stia dicendo.

quanto amo railgun
je sais, ho chiuso le iscrizioni un po’ presto, mi spiace
non sarei riuscita, in senso che se mi fossero arrivati altri oc non avrei saputo cosa fare.
ne ho scartati, uhm… undici c:
mi spiace. se me ne fossero arrivati altri sarei stata indecisa e non volevo proprio esserlo
ne ho scelti pochi infatti. otto, per la precisione.
certi erano davvero improponibili e certi altri… mi hanno lievemente infastidita :3
lo dico ridendo, ma sapete leggere?
oppure vi preme più prenotarvi hiroto kiyama così avete un trombeur des femmes?

Nomi Giapponesi, ho detto tutto.
e visto che questa idiota qui non sta a farsi prendere per i fondelli ed ha ripetuto un milione di volte che voleva oc giapponesi (per non venire fuori con le solite boiate tipo ‘Charlotte star’ o ‘Jessica sunshine’) ha deciso di non ripetere più e eliminare gli oc che non avevano le caratteristiche richieste c:
e nonostante avessi richiesto fantasia per i poteri, pochi di voi l’hanno avuta.
Un grazie particolare a Flock e la nee-san (Obviousely Sum).
La trama è ancora segreta, ma è già programmata, don’t worry. Ed è per questo che ho scelto la metà degli oc di Underworld, perché li gestirò meglio. infatti il plot è un po’ complicato, con tanti personaggi, una cattiva psicopatica etc.
nill aveva pensato di fare anche una seconda stagione.
Ayame è il mio oc ed a me appartiene.
non vi dirò il suo potere, lo scoprirete tutti nei prossimi capitoli c:
anyway, come già saprete, io non sono una maniaca delle recensioni. mi avete già aiutata molto con gli oc che mi avete donato. non mi interessa se non passate a recensire ogni santo capitolo, non vi penalizzerò. a me piace scrivere e mi diverto facendolo, le recensioni sono solo una conseguenza.
nel prossimo capitolo introdurrò gli oc, quindi se volete che il vostro pg abbia una compagna/o di stanza particolare, you can ask me. .u.
E niente. mi complimento con quelli scelti per l’oc. spero riuscirò a renderli bien. :D
mi spiace, so di averne scartati alcuni di davvero validi, ma non ho potuto farci nulla. o li prendo tutti o continuo la storia.

eccoli qui:

Oc Scelti:
Yuki Suzuhara {Violence Doughnut} – Inazuma Sisters
Makoto Ishii {Syncrothon} – Gelb_
Megumi Furukawa {Teleport*} – NipaH_Girl
Tsubaki Kino {Chiaroveggenza} - _Aurara
Rin Megurine {Trick Art} – Summer38
Sho Shibuya {Variazione della temperatura} – FaGammaVoloso
Minako Shinju {Telecinesi} – Directioner_Inazumiana
Yoshiko Nishimura {Insulation} – Carly_chan

più aya-chan fanno nove tondi tondi (?).
vi spiacerebbe confermare il ragazzo, please?
così sono più sicura. basta che scriviate nella recensione: ‘Il mio oc sta con…’
oh, e compilate questo form (Che rompipalle che sono, right?):

Io, vostro nick, concedo i diritti sul mio oc a Rie
autorizzo Rie a inserirlo/a nella storia
autorizzo Rie a fargli stringere amicizie con altri oc
autorizzo Rie a ferirlo, torturarlo ed ad ucciderlo solo sotto richiesta (non credo farò, ma ucciderò i canon)
autorizzo Rie a inserirlo nella trama e farlo muovere come meglio crede, sempre rispettandone il carattere.


* Per Asia, o meglio NipaH_Girl: ho assolutamente bisogno di una Teleporter, perciò le ho messo teletrasporto, anche perché l’altra abilità era già stata scelta. e avrà un ruolo molto importante nella storia. va bene?
-Nota bene: dato che quest’opera è parzialmente ispirata a To aru majutsu no index, è possibile che compaiano dei personaggi di questa serie-


EDIT: allora, cosa ne dite? ho aggiunto la parte dei gemelli fubuki per descrivere meglio la città e i luoghi in cui si svolgerà l'azione ;) vi è piaciuta la descrizione? se volete potete modificare la recensione per farmelo sapere. comunque, questa è yokohama del futuro - la storia è ambientata nel futuro - come me la sono immaginata io. hahaha, lo so, gioco troppo a ratchet e clank, lol.


  
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