Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Bibbs    02/04/2013    1 recensioni
"gli occhi non ingannano e tu non sei di ghiaccio." mormorò.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Suonò la sveglia. Dischiusi gli occhi, ancora gonfi dal pianto della sera prima e la luce del telefono che squillava mi accecò.
Ecco che cominciava un’altra giornata di merda. Dovevo proprio alzarmi? Nah.
Dopo dieci minuti sentii mia madre urlò che era ora di alzarmi, ma io mi rigirai nel letto tirandomi su le coperte fino alla testa.
“Annie, Annie? Alzati! Farai tardi a scuola e mi avevi promesso che saresti tornata oggi!” urlò mia madre mentre saliva le scale “Annie, non costringermi a buttarti giù dal letto con la forza!” strillò facendo ingresso in camera mia e accendendo la luce.
“Hmm” mormorai e mi arresi, aveva ragione “Va bene, mamma”. Mi alzai svogliatamente dal letto e salutai mamma con la mano.
“Amore, tutto bene? Non hai una bella cera” mi disse scrutandomi.
“Hm? Sì, mamma, tutto okay. Ho solo dormito male” non volevo che si preoccupasse, quindi le mentii. Odiava quando piangevo e se avesse saputo della mia situazione si sarebbe preoccupata troppo.
Andai in cucina e feci per prendere un biscotto, ma ci ripensai. Niente cibo. Corsi in bagno per lavarmi i denti e pettinarmi poi mi preparai, mi vestii e controllai la cartella.
“Mamma vado, buona giornata!” urlai mentre chiudevo la porta. Camminai velocemente, la mia svogliatezza nell’alzarmi mi aveva fatto tardare e dovevo muovermi, non che avessi fretta di tornare a scuola. Era il mio inferno. Non avevo amici, mi prendevano tutti in giro, mi odiavano. Ero sola.
Quando arrivai a scuola entrai e abbassai lo sguardo per non farmi notare, non volevo che mi vedessero o che cominciassero a prendermi in giro come al solito così mi diressi frettolosamente verso l’aula ma all’improvviso volai a terra. Un dolore alla caviglia mi impediva di alzarmi e una voce rauca, ma dolce parlava a vanvera senza che io capissi una sola parola. Quando cominciai a connettere che ero caduta a terra come un pero ascoltai le parole di chiunque stesse blaterando.
“Ehi, ehi? Tutto okay? Oddio scusami, scusami!” continuava.
Mi aiutò ad alzarmi e si mise il mio braccio intorno al collo “Ehm...Sì, credo” replicai “Ma mi fa male la caviglia”.
“Siediti a terra, fammi vedere”. Obbedii e mi alzò il pantalone. Fu solo ora che lo vidi. Faccia angelica, capelli biondi, occhi color nocciola. Il classico fighetto stronzo, gente con cui mai avrei avuto a che fare. Ma non lo avevo mai visto prima, chi era? Come si chiamava?
“Ahi!” urlai.
Tutto il corridoio si era fermato per osservare la scena. Ridevano.
“Scusa devo andare” cercai di alzarmi velocemente, ma caddi e lui mi tenne la mano.
“Non puoi camminare, ti do una mano” rispose sorridente.
“Non serve, grazie, faccio da sola”.
Lui mi guardò perplesso “Okay, se è questo che vuoi...Mi dispiace ancora tanto, perdonami, non volevo...”
Lo interruppi e finsi un sorriso “Sto bene, passerà, non è nulla di grave”.
Sorrise a sua volta e fece per andarsene quando si girò “Comunque piacere, Justin”.
“Annie” gli sorrisi di nuovo e me ne andai saltellando su un piede verso il bagno per mettere la caviglia sotto l’acqua fresca.
Era un sollievo percepire lo scorrere dell’acqua, anche se era quella del sudicio bagno della scuola, e mi sentivo meglio. Forse era meglio l’infermeria, ma avrei rischiato che vedessero.
Zoppicante andai in classe e mi sedetti al mio posto. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, lo odiavo e odiavo anche che bisbigliassero fissandomi non appena distoglievo lo sguardo, come se pensassero che fossi cretina da non capire che parlavano di me.
“Sfigata” disse Megan “Attenta a cadere addosso le persone, non c’è sempre il disinfettante a portata di mano”.
La ignorai, non ne valeva la pena arrabbiarsi. Aveva un cervello grande quando una noce, non dovevo abbassarmi al suo livello. Eppure sentivo che mi veniva da piangere e che volevo sparire. Tanto non sarebbe cambiato nulla e la mia presenza era inutile per chiunque.
 
*Justin POV*
“Quella stronza. Ma che cazzo aveva in testa, non guardava dove andava? Pft.” scossi la testa e la guardai allontanarsi zoppicante.
Sembrava la solita sfigata emarginata, hm. Magari avrei potuto approfittarne, sembrava così ingenua e sembrava esserci cascata con la facciata del gentile.
Vidi Megan avvicinarsi con un sorriso malizioso, quanto era figa quella ragazza, ma non avevamo tempo per le solite cose, dovevamo entrare in classe. Ero nuovo, ma avevo già le mie conoscenze. Non volevo farmi etichettare come il figo stronzo della situazione, quello che se le fa tutte. Volevo dare un’immagine leggermente più diversa.
Per tutte le ore non feci altro che pensare a come fregare quella stronzetta, mi sarei divertito molto. Di solito non mi piaceva prendermi gioco delle ragazze, ma...aspetta, che sto dicendo? Certo che mi piaceva. Soprattutto dopo che avevo ottenuto quel che volevo e loro continuavano a piagnucolare per restare insieme. Era così divertente fare lo stronzo senza cuore.
Finite le prime ore arrivò la ricreazione, uscii dall’aula per andare in giardino prendere un po’ d’aria. Mi sedetti sulla scalinata e guardai il cielo, ma abbassai subito lo sguardo. Mi grattai la testa e mi sistemai i capelli, poi sospirai.
Quando alzai lo sguardo vidi quella Abbie o come cavolo si chiamava uscire dall’atrio per sedersi anche lei sulla scalinata. Mi fermai a guardarla e ammisi che non era poi così male. Aveva gli occhi verdi, i capelli neri ondulati e lunghi che le ricadevano morbidi sulla schiena, un naso all’insù. Poi notai la sua espressione, sembrava distrutta. Era il momento di colpire.
“Ehi” dissi avvicinandomi con un finto sorriso “Tutto okay?”.
Lei alzò lo sguardo, l’avevo colta di sorpresa e si spaventò, poi mi fissò e si girò dall’altra parte sospirando “S-sì. Tutto okay. Tu, invece?”.
Ridacchiai “Ne sei davvero sicura?” la spinsi leggermente per costringerla a girarsi.
“Sì” sbuffò “E ora scusami, ma non mi va di parlare.” si alzò e se ne andò lasciando una scia di profumo dolcissimo.
Nessuno mi aveva mai trattato così, ma che cavolo aveva di sbagliato? La rincorsi e le presi un braccio “Ma quale cazzo è il tuo problema? Prima ti ho dato una mano e ora mi tratti così? Volevo solo essere gentile.” sbottai.
“Ti ringrazio per il gesto, ma non ho nessun problema, non mi piace parlare” mi guardò sbalordita per la mia reazione “E ti ringrazierei se potessi parlarmi civilmente la prossima volta, invece di aggredirmi, grazie.” girò i tacchi e se ne andò, lasciandomi a bocca aperta per come aveva osato rispondermi. 



Ciao a tutti, ecco la mia nuova ff. Ho ripreso un po' quella di prima anche se ho cambiato la trama.
Scusatemi se non ho più aggiornato, ma non ne ho avuto molto tempo e non avevo più idee.
Quindi ne ho cominciata una nuova c:
So che il primo capitolo non è un granchè, perchè è solo quello iniziale, ma spero che andando avanti vi piaccia, anche perchè ci sono molte cose da scoprire.
Grazie a chi legge e se lasciate qualche recensione mi farebbe molto piacere.
Metterò il capitolo 2 al più presto c:

  
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