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Autore: Beth _    02/04/2013    4 recensioni
Dopo aver immagino la "prima volta" di Jack e Rose (Titanic) torno a postare una one-shot in cui immagino la "prima volta" di Peter e Gwen in "The amazing Spiderman". Il tutto è narrato dal punto di vista di Peter che non solo racconta la sua esperienza d'amore fisico insieme a Gwen, ma esterna anche i suoi sentimenti verso la ragazza! Ho cercato di fare del mio meglio considerando che, ripeto, non sono una cima in fatto di scrittura. Spero che possiate apprezzare comunque il mio sforzo. Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOVE AND FEELINGS


Non mi era mai capitato di provare un sentimento così forte per una ragazza. La verità è che .. l'amore neanche sapevo cosa fosse prima di incontrare Gwen.

Era l'unica con la quale, fin da subito, non ho sentito il bisogno di indossare una maschera. Non riuscivo a fingere di essere quello che non sono con lei. Se così non fosse stato, credo non avrei avuto motivo di rivelarle il mio segreto: io ero Spiderman. Ero quel "tipo ragno" che suo padre agognava di catturare perché credeva pericoloso, piuttosto che un aiuto per la città. Sapevo a cosa andavo incontro nel raccontarle tutto, ma non riuscii a tenerla all'oscuro. Non potevo nel momento in cui mi ero reso conto di amarla e che stare con lei era quello che desideravo di più al mondo. Abbracciarla, stringerla forte a me respirando il profumo dei suoi capelli, tenerla teneramente per mano.. baciarla. Si, baciarla! Mi piaceva da matti posare le mie labbra sulle sue e baciarla con dolcezza. Era davvero una gran baciatrice, ed una mattina a scuola glielo dissi pure. Con lei accanto avrei potuto far volentieri a meno dei poteri di Spiderman. Avrei potuto essere semplicemente il solito goffo, timido, impacciato Peter Parker.
I suoi occhi color nocciola brillavano ogni volta che incatenavamo i nostri sguardi. Era così bella, bella da togliere il fiato. Ed era solo mia. E pretendevo, quasi, che fosse mia in ogni cosa, sotto ogni punto di vista. Per questo, quella notte in camera sua, non resistetti al desiderio irrefrenabile di fare l'amore con lei.
Stavamo per terra ai piedi del letto, dove avevamo sistemato una coperta e dei cuscini in modo che potessi sdraiarmi. Lo scontro che avevo avuto poche ore prima con il lucertolone gigante che minacciava la città mi aveva procurato profondi tagli sul petto, e Gwen in quel momento stava tentando di intervenire sulla ferita curandomela. Ad un certo punto la guardai intensamente negli occhi, incantato, e un brivido mi pervase la schiena. Pian piano avvicinai il mio volto al suo inclinando la testa sulla destra per baciarla. Gwen rise leggermente, timida e imbarazzata, ma quando la rispettiva punta dei nostri nasi si toccò e le nostre labbra erano a pochissimi centimetri l'una dall'altra mi bloccò dicendomi: "Calma piccola pulce!". Rimasi sorpreso e divertito dalle sue parole. "Come? Come mi hai chiamato?" le risposi ridacchiando. Dopo un secondo riportai di nuovo, lentamente, il mio viso a pochi centimetri dal suo .. non potendo ignorare, però, una certa tensione da parte sua. Seria in volto, con gli occhi bassi, tremava. Era spaventata. Forse aveva capito le mie intenzioni e non essendo mai stata in una situazione di così tanta intimità con un ragazzo, si sentiva imbarazzata ed intimorita di fronte questa nuova esperienza. In fondo, come avrei potuto non capirla? Neanche io avevo avuto contatti così profondi con una donna ed anche io ero intimorito da quello che stava per succedere. E se non fossi stato capace? Non ero poi così sicuro che il detto "tutto vien da se" in questi casi fosse regola. Era un mondo tutto nuovo e da scoprire sia per me che per lei. Avremmo imparato a fare l'amore, insieme.
Poggiai la mia mano sinistra sul suo collo, sempre inclinando la testa a destra, accarezzandola leggermente. "Dai, rilassati." le sussurrai nel tentativo di rassicurarla e continuando ad avvicinarmi alle sue labbra. Rispose con un sospirato "no" che tradiva una nota di emozione. "Si." replicai io dolcemente. Gwen scostò la testa verso la mia sinistra per sfuggire al mio tocco ma non mi diedi per vinto: presi a lambirle la guancia, scendendo poi giù per il collo, di baci. "Siamo solo io e te. Non avere paura" le dissi. "Non ti farei mai del male!". Ci guardammo di nuovo scoprendo i nostri occhi innamorati pieni di desiderio e tensione. "Fa .. tutto .. con calma .. " mi pregò con voce tremante, deglutendo per l'emozione. "Se qualcosa non va fermami!".
Finalmente ci baciammo sulle labbra. Con trasporto, passione. La stringevo a me come se fosse la cosa più preziosa che avessi al mondo, e in un certo senso lo era per me! La portai delicatamente a sdraiarsi al posto mio mentre io, col petto, mi misi sopra di lei. Scrutai attentamente le sue reazioni, cercando di capire come si sentisse. Le chiesi se andasse tutto bene e se voleva mi fermassi. "No Peter .. no .. ormai voglio andare fino in fondo." mi rispose accarezzandomi una guancia e guardandomi fisso negli occhi. Era sicura, non avevo dubbi, ma leggevo nei suoi occhi anche una marea di terrore. Le sorrisi schioccandole un dolce bacio a fior di labbra. Le tolsi pian piano il cardigan che portava sopra il vestito bianco facendolo scivolare per le sue braccia. Ero caduto in una valanga di emozioni ed eccitamento mai provata prima. La riempivo di baci, di carezze, mordevo e succhiavo il suo collo come un vampiro. Altro che ragni!
I miei occhi si posarono poi sui suoi seni. Due meravigliosi boccioli che mai nessuno aveva avuto l'onore di toccare. Con una mano le circondai il destro e presi con calma a palparglielo. Gwen sussultò a quel contatto serrando gli occhi. Respirava affannosamente ed ogni tanto si faceva scappare qualche piccolo gemito non troppo rumoroso. Dovevamo contenerci, o i suoi ci avrebbero sentito. "Ti piace?" le chiesi chinandomi su di lei per accarezzare la sua guancia con le mie labbra. "Si!" mi disse subito. "Continua!". Rassicurato da quel piccolo consenso, ripresi a muovere la mia mano, sussurrandole parole dolci all'orecchio per tenerla più serena possibile. Lentamente feci scivolare l'altra mano su una coscia, portandola inevitabilmente a divaricarle un più le gambe. La accarezzavo delicatamente, come se fosse un fragile fiore, spingendomi sempre di più all'interno.. in mezzo. "Peter!" esclamò a quel tocco. Avrei dovuto prevederla una reazione simile a questo punto. "Non vuoi?" le domandai. Se mi avesse dato una risposta negativa avrei subito ritirato la mia mano in men che non si dica. "No no, scusami .. " risposte scostandosi i capelli dalla fronte. Osservai il suo volto, rosso dall'imbarazzo, e mi venne da sorridere. Era di una tenerezza impressionante, e non capivo come riusciva ad essere bellissima sempre e comunque, anche quando spaventata. " .. è che non me l'aspettavo!" concluse. "Quindi posso continuare?". Mi diede l'ok con un cenno del capo, dunque ripresi a muovermi.
Poco dopo le accarezzavo dolcemente la sua intimità, mentre la baciavo dolcemente sulle labbra ed a tratti anche sul collo. Portava degli slip semplicissimi e di colore bianco. Fortunatamente non era più così tesa: sembrava essersi lasciata andare un pò di più e questo, di conseguenza, fece tranquillizzare anche me. Pian piano, dandole la possibilità di farle capire cosa stesse succedendo, scostai il pezzo di stoffa che la ricopriva con l'intenzione di provare ad infilarle dentro un dito. Avevo letto su internet che fosse un preliminare "utile" per preparare la ragazza .. al seguito. In questo modo, avrei evitato di farle troppo male al momento della penetrazione. Sapevo bene che le ragazze al loro primo rapporto sessuale provavano dolore e l'ultima cosa che volevo era che lei soffrisse piuttosto che godersi il momento. "Ah .. " si lasciò sfuggire dalla bocca Gwen quando feci entrare il mio dito dentro di lei. "Ti ho fatto male?" chiesi preoccupato. "No non molto .." mi rassicurò ".. ma fa piano!". Annuii e presi a muovere il mio indice con lentezza. Avanti e indietro. Dentro e fuori. Sentirla così stretta al mio tocco mi fece strano, ma cercai di concentrarmi sul resto. Gwen mi abbracciò portando le sue mani a circondare il mio collo e mi attirò a se. Mi avvinghiai a lei sussurrandole all'orecchio delle altre dolcezze. Meritava di essere trattata come una principessa, come un diamante raro da proteggere. Meritava di essere amata, amata da me.
"Peter .." mi chiese ad un certo punto ".. tu sai .. come .. vanno queste cose?". Non capii immediatamente cosa volesse dirmi. "Spiegati meglio" la esortai guardandola negli occhi. "Intendevo.. quando .. " borbottò imbarazzata. A quel punto capii. "Hai paura che ti faccia male?". Distolse lo sguardo. "Gwen, guardami .. " la pregai e presi ad accarezzarle ancora una volta, come spesso facevo, la guancia " .. è questo che ti spaventa?" chiesi quando i suoi occhi furono di nuovo a tu per tu con i miei. "Un pò. Diciamo che le mie amiche mi hanno un pò terrorizzata con i loro racconti!" mi raccontò ridendo. Risi anche io insieme a lei. "Tu rilassati ok? Rilassati e chiudi gli occhi. Lasciati guidare da me! Vedrai che al massimo sentirai solo una lievissima fitta!". Lei annuii sorridendo leggermente e baciandomi a fior di labbra. "Mi fido di te, Peter!" mi confessò. Quasi mi commossi a quelle parole e la abbracciai ancora, più forte. La strinsi a me.
Pochi minuti dopo mi ritrovai nudo in mezzo alle sue gambe, pronto per unirmi a lei. Gwen mi aveva chiesto se potevo evitare di toglierle totalmente il vestito bianco e di alzare quindi solo la gonna. Non se la sentiva di stare nuda. Accettai senza neanche replicare. Volevo che si sentisse più possibile a suo agio. Ricordandole nuovamente di non tendersi, altrimenti le avrei fatto più male, cominciai a farmi spazio in lei. Gwen teneva gli occhi serrati e respirava affannosamente tenendomi stretto a se. "Fa male?" le chiesi volendo cercare di capire cosa sentisse. Scosse la testa negativamente, dunque proseguii la mia strada in lei. Sentivo che pian piano mi addentravo sempre più, e quando mi ritrovai completamente dentro di lei mi lasciai sfuggire quello che sembrava poco più che un sospiro. Lei aveva nascosto la testa nell'incavo del mio collo. Avvertivo il suo caldo respiro sulla mia pelle. "Gwen, amore .. " la chiamai posandole un bacio sui suoi capelli biondi. "Tranquillo Peter, continua, va tutto bene.. è tutto perfetto!". Risi lievemente, contento che stesse bene e iniziai una lenta, dolcissima danza dentro di lei. Ne è valsa la pena, pensai tra me e me. Essere un'unica cosa insieme a Gwen, un corpo e due anime, era la sensazione più splendida che avessi mai provato. Io e lei. Solo io e lei .. e il nostro amore. Dalla tensione iniziale che aveva, Gwen si rilassò totalmente perdendosi anche lei nei meandri del piacere. Era meravigliosa persa nel piacere. "Ti amo" le sussurrai non potendo più trattenermi. "Anche io Peter!" mi rispose con voce commossa.
Non so per quanto tempo ancora continuammo ad amarci: entrambi avevamo perso la cognizione dello spazio e del tempo. Eravamo in Paradiso, in estasi. Forse andammo avanti per tutta la notte, desiderosi che quel momento non finisse mai. Eravamo l'uno tra le braccia dell'altro: tutto il resto del mondo l'avevamo dimenticato.
Quella notte, più che mai, capii che senza Gwen niente nella mia vita avrebbe avuto più un senso. Non mi sarei mai sentito completo senza di lei. Ne come Spiderman, ne come Peter. 
  
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