Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: lullublu    02/04/2013    2 recensioni
Aomine era geloso di Kagami, forse fin troppo.
(Ao/Kaga)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
le motivazioni di aomine Quel giorno Kagami era andato da Aomine a studiare.
Da un po' di tempo litigavano più frequentemente del solito.
Il motivo era la gelosia.
Ogni volta che Kagami dava confidenza a qualcuno, Aomine si innervosiva, litigava col rosso, e se poteva, anche con chi aveva osato parlargli.
Rinfacciava a Taiga il suo comportamento, e si vendicava in ogni modo.
Al rosso, questo suo modo di fare, dava molto fastidio, ed invece di sopportare, discuteva animatamente col compagno, oppure evitava di parlargli, facendolo ulteriormente innervosire.
Era un circolo vizioso, ormai chiunque li conoscesse, era abituato ad assistere ai loro litigi.
La verità era semplice: Aomine temeva di perdere Kagami.
Sapeva benissimo di avere un carattere tremendo: la sua pigrizia, il suo menefreghismo, il suo enorme ego, avrebbero infastidito chiunque; proprio per questo, aveva paura che un giorno Taiga se ne sarebbe andato.
Sì, ne era convinto: un bel giorno Kagami avrebbe aperto gli occhi, e si sarebbe accorto che qualunque altra persona, avrebbe potuto renderlo più felice di quanto potesse fare lui.
Ad accrescere i timori di Aomine, era la vista del compagno insieme a Kuroko.
Con lui non litigava ogni giorno, in sua compagnia la sua espressione era calma e rilassata, insieme a Tetsuya, stava decisamente meglio.
Proprio mentre si stavano recando a casa del moro, stavano litigando su questo.
Aomine diceva di essere geloso del tempo che passava insieme a Tetsu, del loro rapporto e di tutto quel che condividevano.
Kagami non ne poteva più della sua gelosia.
Cercò di fargli capire che aveva bisogno della sua libertà, altrimenti sarebbe evaso completamente, dalla gabbia psicologica in cui lo rinchiudeva Daiki.
Aomine lo sapeva, e si sentiva un egoista a trattarlo così, ma era l'unico modo che conosceva per tenerlo stretto a sè.
Aveva bisogno di Kagami, sentiva che non ce l'avrebbe fatta a tenere in piedi la propria vita senza di lui.
Doveva averlo per sè, ad ogni costo.
Ma forse non si rendeva conto che così facendo, lo stava solo allontanando.
Erano arrivati a casa di Aomine.
Il litigio giornaliero era terminato, almeno per il momento.
Troppo nervosi per perdere tempo, deposero subito i libri sul tavolo, li aprirono, ed iniziarono a fissarli in cerca di risposte, ognuno per conto proprio, troppo tesi per aiutarsi a vicenda.
Aomine ripensò alla discussione precedente.
Come poteva non essere geloso se Kagami passava tre quarti delle sue giornate con Tetsu?
Lo fissò: i ciuffi neri dei capelli gli scivolavano sugli occhi rossi chini sul libro, la sua espressione era inquieta, come al solito.
La sua mano, stava giocherellando con l'anello che portava sempre intorno al collo.
Era da un po' che si era accorto dell'importanza che Kagami gli attribuiva.
Ne aveva sempre cura, lo custodiva con attenzione e quando era agitato o sovrappensiero, ci giocherellava, come in quel momento.
Era curioso di sapere se avesse un significato preciso, se fosse legato a qualche ricordo, ma aveva troppa paura di conoscere la risposta.
Stavolta osò chiederglielo.
Kagami rispose con troppa leggerezza, forse senza calcolare i danni, o forse consapevole di doverlo fare prima o poi.
E mentre ascoltava, la rabbia del moro aumentava.
Ancora una volta, si sentiva messo da parte, c'era qualcuno più importante di lui nella vita di Kagami.
Ascoltò con attenzione, senza interrompere.
Stringeva i pugni, sentendo che da un momento all'altro avrebbe pianto o urlato.
Ma la sua reazione, fu peggiore.
Istintivamente, afferrò la catenella che reggeva l'anello, e la strinse intorno al collo di Taiga, come per affogarlo.
Venne scaraventato contro il tavolo, una fitta di dolore gli attraversò la schiena, alzò gli occhi esterrefatto e vide il segno rosso della catena attorno al collo del compagno.
Qualunque parola, pensiero  o scusa, gli morì in gola,  vedendo  Kagami allontanarsi.
Rimase immobile, quasi senza respirare, lo vide solo andarsene, e si ridestò udendo la porta sbattere.
Si lasciò cadere sulla sedia fissando la parete per alcuni minuti, aspettando di vederlo tornare.
Poi il panico crebbe dentro di lui, affiancato dalla consapevolezza che non sarebbe successo.
Stavolta il suo comportamento non sarebbe stato perdonato, adesso era solo con i suoi errori.
Abbastanza solo per poter riflettere.
Troppo solo per poter sperare.


Spazio dell''autrice:
Allegria vettene via la tristezza conforto mi dà- cit
'si sarebbe accorto che qualunque altra persona(tranne Kise)'
A parte tutto, volevo solo ringraziare chi di dovere per aver insistito..  
Alla prossima, magari con qualcosa di più allegro, si spera.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: lullublu