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Autore: Trich    02/04/2013    7 recensioni
Prima classificata al concorso ''the other half of the sky - woman contest'' di cami_country dreamer.
Come ho spiegato questa storia a mia sorella di undici anni: «In pratica, Imbécil , ho scoperto questa specie di regola, ‘’rule 63’’, secondo la quale devi cambaire il sesso ai personaggi. Ad esempio, la mamma di Harry Potter, che si chiama Lily e ha i capelli rossi, diventa un ragazzo con i capelli rossi di nome Lysander – in pratica, pensa che i personaggi della mia storia sono al contrario, maschi o femmine, ma con le stesse caratteristiche. Infatti ci sono Sirius –te lo ricordi, Sirius?- che si chiama Silvie e Remus –il lupo mannaro- che è molto studioso qui si chiama Reyna ed è una ragazza molto studiosa. Capito?»
Spero che si capisca, insomma.
Oh, c’è anche Piton. Femmina. Già. È un po’ traumatizzante. Lo so.
Adoro al coppia James/Lily, anche se era da un secolo che non ci scrivevo, quindi sto adorando la coppia Jemma/Lysander, i loro alter ego. Non è normale fangirlare sui propri personaggi, vero?
Alyx e TheOnlyWay hanno fatto da ostetriche per il titolo (e la storia)-grazie, anche se vi odio!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Missione: ammira Lysander, partecipa alla partita

e vivi per sempre felice e contenta

 
 

Non è colpa mia se la sedia è scivolata.
E non è colpa mia se la lezione di Lumacorno era così noiosa da quasi costringermi a dondolare avanti e indietro.
E, soprattutto, non è colpa mia se il calderone della Piton era in bilico sul tavolo dietro di me, con la proprietaria proprio accanto.
Per questo, la McGranitt non può accusarmi (come, tra parentesi, sta facendo ora) di averlo fatto apposta. Ma chi pensa che io sia, una ragazzina del quinto anno che si diverte a dare noia ad una sua compagna? Sono una ragazza matura. Sono del sesto anno, prima di tutto. E ho smesso da un sacco di tempo di dare fastidio a Selene Piton, anche se i suoi capelli sono unti come al solito. E comunque, dare consigli non è prendere in giro. Non è colpa mia se vengono mal interpretati.
E quindi – no, sul serio. Cosa diamine ci trova Lysander in lei?
Probabilmente vuole solo farmi ingelosire. Certo – è sicuramente così.
«… e, se non fosse stato per le immediate cure di Madama Pots, la signorina Piton avrebbe ancora quell’orribile eruzione cutanea causata dalla pozione», blatera la McGranitt.
Alzo gli occhi al cielo. So benissimo che la McGranitt mi adora e che questa è tutta scena. Però i suoi occhi glaciali fanno un po’ paura, se devo essere sincera.
«Quindi, signorina Potter, mi vedo costretta a togliere quindici punti a Grifondoro..»
Prevedibile.
«… E ad esentarla dagli allenamenti di Quidditch per tutta la settimana».
Cosa?
«Cosa?», gemo saltando sulla sedia. Giurerei di aver visto quell’arpia della Piton sorridere sotto i baffi. «Ma, professoressa, non…»
Non termino la frase, colta da un pensiero improvviso.
Un brivido freddo mi passa dietro la schiena.
Se i miei calcoli sono giusti, e lo sono, questo sabato c’è la partita contro Corvonero. E io non posso perderla. Però la McGranitt non ha menzionato partite, solo allenamenti, quindi tecnicamente posso giocare.
La professoressa mantiene la sua aria gelida anche davanti ai miei occhi spalancati. Accidenti, speravo che la carta occhioni-grandi-equivalgono-a-sincerità data dagli occhiali (sono veramente il massimo per queste cose) desse più frutti.
«Dicevo,» continua la McTiPunisco, «lei, signorina Potter, è esentata dagli allenamenti e dalla partita di questo sabato».
Noooooooooooooo.
Mi alzo in piedi. «Non può farlo, professoressa!»
Mi accorgo di aver invaso il suo spazio vitale quando sbatte le palpebre. La McGranitt non sbatte mai le palpebre. Io e Silvie lo abbiamo osservato alla scorsa lezione di Trasfigurazione. Mi rimetto a sedere come un sacco di patate e abbasso di qualche decibel il tono di voce. «Non può farlo, professoressa! Senza di me non possiamo battere Corvonero!»
Okay, lo so che suona un po’ egocentrico e da pallone gonfiato. Ma sono seria.
Robert Gray, il sostituto Cercatore, è bravino, ma quando ci alleniamo sono io quella che prende il boccino per prima. E Tessa Lightwood, la Cercatrice dei Corvonero, non è da sottovalutare. Siamo veramente finiti, se io non gioco. Non importa quanti punti Silvie ci possa far vincere. Cioè, se i Corvonero non fanno nessun punto e Silvie e Rupert (entrambi i Cacciatori) riescono a fare quindici centri, possiamo vincere.
Sospiro.
Non vinceremo mai.
La McGranitt mi guarda con aria di sufficienza. Ah, non sapete cosa sia sentirsi piccoli come una formica se non avete mai provato l’aria di sufficienza di Minnie sulla vostra pelle. Minnie. Ecco, se la chiamo così mi sento meglio. Sembra un cagnolino tenero e non la mia Capo-Casa malefica.
«Ho capito», sospiro. Non appena Piton se ne sarà andata, mi prostrerò ai piedi della Mc. Non ho intenzione di mettermi in ridicolo davanti a Mocciosus.
Oh, no, avevo promesso di non chiamarla più così.
A pensarci, però, lei non lo saprà mai, quindi non ho fatto niente di male. Menomale.
Okay, è un pensiero piuttosto accettabile. Andrà tutto bene.
Abbasso gli occhi in segno di umiltà. «Capisco».

Le sopracciglia della McGranitt levitano. «Bene, allora qui abbiamo finito».
Faccio per alzarmi, quando lei ci blocca. «Un’ultima cosa: Potter, chieda scusa alla signorina Piton».
Non accettabile e non prevedibile.
Perché?
Okay, devo farmi vedere stile studentessa modello per poter partecipare alla partita. Lo devo fare. Ma… no, sul serio. Non posso.
Jemma, mi dico. Devi farlo.
La mia bocca ha preso una piega strana che non riesco a stirare. Qualcosa mi dice che sta per arrivare la fine del mondo. Mi alzo in piedi, come Piton (già sono più bassa di lei, se resto a sedere la differenza si noterebbe solo di più) e assottiglio lo sguardo. «Scusa», sputo fuori.
Qualche secondo dopo, la McGranitt ci caccia via senza tante cerimonie.
L’unica cosa è che adesso la mia mente è piena di Quidditch-Mocciosus-Quidditch-Partita-Sabato e poi di nuovo Quidditch-Mocciosus-Quidditch eccetera eccetera. E che quindi non sono psicologicamente pronta per la visione di Lysander Evans che, appoggiato con nonchalance (è finta, ne sono sicura) alla parete, con un paio di libri in mano e la borsa della Piton. Ehi! Perché non regge la mia borsa? Io sono più carina di Piton. E i miei capelli sono più belli. E sono anche più simpatica. Cioè, come si fa a preferire lei a me? Forse Evans è più stupido di quanto pensassi. Sento un nodo alla bocca dello stomaco. Non lo sopporto, non lo sopporto.
«Evans», saluto con una scrollata di spalle, come se non m’importasse della sua risposta. Mi accorgo di tenere la testa chinata verso il pavimento come una timida ragazzina di prima mentre mi trascino dietro la borsa più grande di me, quindi la sollevo e sistemo la borsa sulla spalla. Tiè, Evans. Non mi importa niente.
Lo sento salutare la Piton con aria divertita, e poi rivolgermi un «Potter» piuttosto neutro.
Non sospirare con aria afflitta.
Non sospirare con aria afflitta.
Non sospir- merda. Okay, dovrei essere abbastanza distante da loro per far sì che non abbiano sentito. Perché sono così cretina? Cioè, sul serio.
Salgo con rabbia le scale che portano alla Torre. Ah-ah, se non altro Mocciosus non può entrare qui. Cavoli, lei se ne starà tutto il tempo in quel buco verde.
«Ed ecco la nostra Malandrina!»
Un grido nella sala comune mi fa sollevare la testa – oh, no, questo vuol dire che l’avevo riabbassata. Non è possibile. Faccio un sorriso smagliante. Silvie è collassata sul divanetto davanti al camino, quello che abbiamo conquistato dopo secoli di lotte contro le piccole amebe del primo anno che vi si erano insediate. Lo so, lo so che non bisogna lottare contro i bambini. Ma questi erano davvero malvagi. Una volta mi hanno fatto trovare una cioccorana nel letto. Che non sarebbe stato male, se non fosse stata completamente sciolta e mi avesse imbrattato tutte le coperte. Per fortuna, un fantastico Gratta e Netta ha pulito tutto. Inutile dire che Reyna ha imprecato per tutta quella cioccolata sprecata.
Comunque, da allora, è stata battaglia aperta.
Mi getto sulla poltrona lì davanti. Reyna è (come l’ottanta per cento delle volte in cui la vedo) in ginocchio su un cuscino, protesa verso un libro posato sul tavolo basso. «Sei proprio una cattiva ragazza», continua Silvie, salutando con un cenno un ragazzo. Sposto lo sguardo verso di lui. Woah. È Mark.
Ah, giusto. Voi non sapete chi è Mark. Mark McDonald è, signore e signori, uno dei migliori amici di Lysander Potter. «Ciao Mark», sorrido passandomi la mano tra i capelli.
Lui sorride di rimando, riprende a camminare con la postura un po’ meno ingobbita e nel mani nelle tasche della giacca mentre esce. Ah-ah, Evans, facciamo una gara?
«Potter?»
«Jem?»
Piper è una visione di rosa seduta a gambe incrociate accanto al caminetto. Tutto, dalla fascia per i capelli biondicci alle scarpe della divisa, sono di un orribile fuxia caramellato. La guardo un tantino sconvolta. «Che diavolo hai fatto?»
Lei sospira. «Malfoy mi ha fatto un incantesimo alla divisa. Non andrà via fino a domani, a quanto pare».
Storco la bocca. «Hai pensato di toglierti la divisa e mettertene una pulita?»
«Potter?»
Piper continua a guardare il fuoco. «Non mi si toglie di dosso. Sempre fino a domani, secondo l’infermiera».
«Santa Madama Pots».
«Potter?»
«Che c’è?» Mi volto di scatto verso la voce insistente che, ora che ci penso, mi sta chiamando da qualche minuto. Dietro la mia poltrona morbida, in piedi con le braccia incrociate, c’è Emmett Vance. Dietro di lui, impegnato a chiacchierare con Mark che a quanto pare è rientrato, c’è Lysander. Merda. Perché deve sfoderare quei capelli così dannatamente rossi?
«Hai già lo schema per la partita di sabato?», chiede Vance con aria insistente.
 Cavoli, quanto lo odio. È il mio Sotto-Capitano (o almeno, io lo chiamo così) e credo che non gli vada giù di sottostare ad una ragazza. È quindi la persona più odiosa del pianeta e sarebbe veramente felicissimo di sapere che io sabato – oh merda. Stupido, stupido Evans. No, anzi, stupida, stupida Jemma. Mi sono scordata di prostrarmi di fronte alla McGranitt. Tutta colpa dell’apparizione di Lysander e i suoi occhioni verdi.
Ma Vance non lo sa, giusto? Ed entro stasera io avrò di nuovo il permesso di giocare. Va tutto bene.
«Certo, Vance», rispondo, parlando dello schema. «È in camera mia. Perché non fai un salto a prenderlo?»
in realtà non esiste ancora. Ma non importa. Lo farò più tardi insieme a Silvie (è coì difficile capire che i cervelli femminili lavorano meglio di quelli maschili? Quindi come mai è così difficile ammettere che dovremmo essere sempre noi a preparare gli schemi?).
Emmett ghigna. «Certo, come no.»
Ora fa tanto il duro, ma la prima volta c’è cascato. Ha provato a salire le scale del dormitorio e, pouf!, un fantastico scivolo lo ha ricacciato giù.
Che scena epica.
«Portamelo a cena», dice, e si volta dandomi le spalle. Lo sento unirsi alla conversazione di Mark e Lysander.
«L’hai fatto davvero, Jem?», mi chiede Reyna sollevando la testa dal libro. ‘Tra i concetti principali che riguardano l’Innerva è quindi essenziale…’, leggo sulla pagina. Oddio, mi sarei già addormentata.
Silvie mi lancia uno sguardo divertito. «Ovvio, Rey, come puoi dubitarne?», chiedo ammiccando.
Lei scuote la testa e riprende il suo studio.
Cavoli, certe volte è davvero troppo seria.

Qualche ora dopo sto sistemando la gonna della divisa in modo più simile a quella di Reyna. Di solito la tengo un po’ giù in modo che faccia un fruscio delizioso quando cammino, come va di moda tra le ragazze Babbane. Ma dubito che alla McGranitt interessi ciò che è di moda.
«Come sto?», chiedo alle altre (per fortuna siamo le uniche ragazze del sesto anno, quindi non dobbiamo condividere il dormitorio con nessuno).
Silvie sbuffa, facendo uscire del fumo colorato dalla punta della bacchetta. «Come al solito, Jem».
Piper annuisce con entusiasmo. «Non sei diversa dal solito», conferma.
Mi lancio un’occhiata allo specchio (un unico specchio e quattro ragazze – chi ha progettato questo dormitorio è un deficiente) e scuoto la testa. «Ma se sono completamente diversa!», squittisco. «La camicia è annodata per bene, vedete? E la gonna è più alta in vita. Ho proprio l’aria di una studentessa modello». Potrei prendermi un paio di libri da tenere sottobraccio e sarei perfetta.
Piper mugugna qualcosa. «Forse hai ragione…»
«Visto?»,esclamo vittoriosa. Saluto e mi avvio fuori dal dormitorio, con due libri presi a caso (uhm… Babbanologia oggi e Il Quidditch attraverso i secoli… be’, cercherò di non far intravedere i titoli). Missione Partecipa alla partita di sabato: attivata.
 
«Ma come no?» esclamo sgomenta. «Non può – seriamente – farci questo!» Uso la seconda persona plurale per farla sentire più partecipe. Voglio dire, a lei dovrebbe interessare come va la squadra! E so che le importa, perché l’ho scoperta a lucidare con aria soddisfatta la coppa del Quidditch dell’anno passato.

La McGranitt mi offre un biscotto alla cannella. Lo afferro e me lo metto in bocca. Le finirò tutti i suoi stupidi biscotti, se non giocherò alla partita di sabato.
Devo ammettere che però sono buoni.
«Si calmi, signorina Potter», dice sistemandosi gli occhiali sopra il naso sottile. «Lei lo capisce che, dopo aver dato una punizione, non è nell’etica professionale toglierla?»
Inghiotto l’ultimo boccone che mi ingombra la bocca. «Ne farò un'altra! Potrei… potrei pulire la Stanza dei Trofei, ecco. Non è quello che ha fatto fare a Alec Prewett quando ha riempito lo studio di Gazza con quelle bombe puzzolenti?», prendo un respiro profondo. «Oppure quello che vuole lei! Mi dica un’altra punizione, la farò. Potrei aiutare Gazza per un mes- per una settimana! Oppure un tema di Trasfigurazione?»
L’arpia scuote la testa stirando le labbra. «E la signorina Piton è testimone della mia punizione, quindi non posso davvero revocarla. Mi dispiace, Potter».
Stupida Piton. Non riesco ancora a spiegarmi la ragione della sua esistenza.
Un’idea luminosa mi salta in mente. Mi chino sulla scrivania. «Be’, potrei usare la Polisucco con un capello di Robert Gray, e nessuno lo saprebbe.» Sorrido con aria complice. Be’, in realtà potrei farlo anche senza permesso. Questa è proprio una buona idea, mi dico.
La Mc assume un’aria piuttosto irritata. «Non è permesso usare la Pozione Polisucco nelle gare ufficiali, e lei lo sa bene, signorina», dice. «E se per caso notassi un sospetto miglioramento nella prestazione del signor Gray, sappia che la colpa ricadrà su di lei».
Perché sono stata così stupida da dirlo?
Mi alzo in piedi, e così fa anche la McGranitt. «E speriamo che Black e Herondale riescano a fare molti punti», dice. Brutta megera. Faccio le spallucce. Sappiamo entrambe che non ce la faremo mai.
«Arrivederci», borbotto.
Esco dallo studio e delle urla familiari riempiono il corridoio. Facendo qualche passo avanti (è la strada che devo fare, quindi non posso essere accusata di spiare, tecnicamente) vedo due figure perfettamente riconoscibili.
«Be’, perché non vai a chiederlo ai tuoi amici?», dice una voce profonda, maschile.
La voce femminile è più acuta. «Io pensavo che noi fossimo amici».
«Mulciber e Avery, ad esempio. Perché non vai da loro?», continua lui. Con tutto lo stupore possibile, vero le figure di Lysander Evans e Selene Piton che, fronteggiandosi, si urlano contro.
«Loro sono-»
«Sono malvagi, Sel. Non capisco cosa ci trovi in loro».
«Ed io non capisco cosa tu ci trovi in Jemma Potter».
«Cosa- se non altro lei non va a giro a fare incantesimi alla gente», grida Lysander. «Quella era Arte Oscura, Sel!»
Uhm… cos’è questa storia? La parte di Jemma Potter, intendo. Oh, già, anche la parte delle Arti Oscure potrebbe essere importante, ma può decisamente aspettare.
«È una stronza, Lys! Sai bene cosa mi ha fatto!», sputa fuori Piton.
Godric, è offesa per il calderone? O forse… dai, ero solo una ragazzina stupida, gli anni scorsi. Non può seriamente odiarmi per quello. E comunque se lo meritava – una parola in più e avrebbe svelato a tutta la scuola il segreto di Reyna.
Lysander non la ascolta. «Fammi sapere quando smetterai di stare con persone così orribili».
L’Apocalisse è vicina o cosa?,  penso. Giuro, non credo di aver mai visto loro due fare così. E, lo ammetto, li ho osservati parecchio. Ehm.
Vedo un familiare ciuffo di capelli rossi e mi affretto a girare l’angolo. Uhm, però avrei potuto restare là e lasciarlo sfogare sulla mia spalla e a dirmi quanto sia stupida e inutile la Piton. Sto per fare dietro-front quando una porta si apre e sento la voce della McGranitt che invita Lysander dentro il suo studio. Megera che non si fa gli affari propri e stronca sul nascere le relazioni d’amore destinate a fare faville.
Dopo cinque minuti sono sulla porta della Sala Grande, perfettamente in orario. Be’, quasi. Cercando di non farmi notare (fa’ che Emmett Vance non mi veda, per favore), attraverso il corridoio tra il tavolo Grifondoro e quello Corvonero e mi getto furtivamente sulla panca, accanto a Piper (ancora in rosa). «Com’è andata?», mi chiede Reyna, seduta di fronte a me.
Afferro una coscia di pollo dorata dalla pila sul vassoio davanti al mio piatto. «Peggio del peggio», mugugno angosciata. Piper spalanca la bocca. «Non puoi giocare?», chiede, con un tono di voce un po’ troppo alto.
Emmett Vance ha un radar incorporato, decido. Non è possibile. Alza la testa dal piatto e si volta verso di me, gli occhi piccoli e luccicanti. «Non puoi giocare, Potter? Stai parlando del Quidditch?»
Ormai mezzo tavolo è girato in attesa della mia risposta. Godric, quanto vorrei liquidare tutto con «Non sono affari tuoi», ma il problema è che sono affari suoi. Stupida faccenda del Sotto-Capitano. «Già, Vance», affermo, cercando di mantenere un contegno. «Per questa partita il ruolo di Capitano passa a te. Puoi farlo sapere tu, a Gray?»
Fatto. Veloce e indolore.
Forse non troppo indolore, vedendo l’espressione vittoriosa di Vance (pensa che la McGranitt dopo la partita lo promuova stabilmente a ruolo di Capitano? Ah, illuso), ma comunque veloce.
Reyna solleva le sopracciglia mentre una frase un po’ troppo forte arriva alle nostre orecchie. «Se vai bene a questa partita, sorpassi Potter!»
«Ti ho sentito, idiota».
Silvie sta dando fondo ad una ciotola di patatine fritte. «Non ti starai davvero preoccupando, Jem?», chiede.
Trattengo una risata. «Figurati, la Mc mi adora», esclamo, cercando di farmi sentire dalla cricca di amebe.
«Già, la McGranitt ti adora!» Per una volta sono grata alla voce alta, squillante e acuta di Piper – voce che è stata sentita da Vance. Oops.
Finisco di mangiare la mia cena senza troppo entusiasmo.
«Potter?»
Vance è in piedi dietro di me. «Non volevo umiliarti davanti a tutta la Casa», dice con un sorrisetto. «Ma non importa che tu mi dia il tuo schema di gioco per sabato. In realtà, ne avevo preparato un pure io, per previdenza».
Previdenza, certo. La previdenza che gli avrebbe fatto sostituire il mio schema (inesistente) con il suo negli spogliatoi, per mostrarlo alla squadra e mettermi in ridicolo. Comunque, ha uno schema. Grande! Adesso la probabilità di sconfitta è circa del duecento per cento.
Annuisco con aria saccente. «Certo, sei tu il capo, questa settimana».
L’espressione nei suoi occhi è impagabile. Sembra così… soddisfatto di sé stesso. Puah.
Fa per andarsene. «Oh, Emmett?», dico con voce flebile.
«Sì?»
«Goditela, finché puoi».
Sollevando le spalle, torno a rivolgermi verso il tavolo e non più verso l’esterno. Silvie fa un sorrisetto. «Malvagia», commenta quando giudica che Vance non sia più a portata d’orecchio.
Mi stringo le spalle. «Non credo sia abbastanza intelligente per capire. Probabilmente l’ha scambiato per un complimento. È così trionfante».
I piatti scompaiono improvvisamente da sotto i miei occhi, rimpiazzati da dessert: una torta davvero gigantesca e… gnamcrème brûlée!
Adoro la crème brûlée.
«Potter?» Sento di nuovo la mano di Vance sulla mia spalla. Mi volto (di nuovo) e tolgo il suo arto da me con un gesto brusco. Ora glielo taglio. «Che vuoi adesso, Van-»
Le parole mi muoiono in bocca. Non è Vance.
È Lysander.
Oh, cavoli.
Se vuoi, puoi rimettere la mano sulla spalla, penso. Puoi metterla dove ti pa- ehm. Dicevo?
Mi schiarisco la voce che si è improvvisamente tramutata in uno squittio. «Scusa, Evans. Pensavo fossi di nuovo Vance».
Lui sorride. «Già, ho notato».
Poi mi sventola un paio di volumi sotto il naso con aria divertita. «Hai lasciato questi nello studio della McGranitt e mi ha chiesto di portarteli», dice.
Eh. Eh? Ah.
«Ah, sì, già, be’, grazie, Evans, li avevo scordati». Prendo le mie copie malandate (o meglio: la mia copia malandata de Il Quidditch attraverso i secoli e quella quasi intonsa di Babbanologia Oggi). Godric, è un tremolio delle mani, quello?, noto, sconvolta da me stessa.
Le parole di Piton mi ritornano in mente. «Ed io non capisco cosa tu ci trovi in Jemma Potter». Be’, quindi vuol dire che qualcosa ci trova, no?
«Okay, io vado», dice con un altro sorriso. Da Lysander Evans ho ricevuto più sorrisi oggi di tutti gli altri anni messi insieme. Cos’è successo? Cioè, a me sta benissimo. «Ciao, Jem».
Se ne va prima che io possa rispondere.
Mi ha chiamata Jem.
Silvia ha già la battuta pronta per quando incrocio il suo sguardo con l’aria inebetita che devo eliminare. «Immagino che tu stia già pensando al vostro matrimonio, a questo punto», dice divertita.
Nah. Sto solo pensando ai nomi per i nostri figli.
Prendo una cucchiaiata di crème brûlée e la intacco. «Che ne pensate, del nome ‘Harry’?»

 







FANGIRLIAMOOOOO (è uscito il trailer di shadowhunters!)
 
Niente da fare, ormai questo sarà il mio grido di battaglia.
In questo momento sto cercando un titolo decente per questa cosa. Cioè, ad Alyx (ti devo ringraziare anche se sei inutile, totalmente) l’ho detto un miliardo di volte, credo sia la prima volta che mi piace una mia storia.
Non trovo un titolo decente. E poi sono stata anni a cercare un colore adatto per il titolo che ancora non eiste. Poi ho dato un’occhiata ai contest, ma non c’è n’è uno per il quale posso usare questa storia. Arg. Uhh, e poi c’è un film con Josh Hutcherson alla TV, che mi distrae.
Aiutooooooo.
Facciamo un riepilogo.
Uhhh come sono carini Jpsh e la bambina sul monopattinoooo.
Allora.
James Potter-Jemma Potter.
Lily Evans-Lysander Evans.
Sirius Black-Silvie.
Remus Lupin-Reyna.
Peter Minus-Piper.
Emmeline Vance-Emmett. Mi dispiace averlo fatto così antipatico mentre Emmeline mi sta simpatica, ma avevo bisogno che fosse così. Yeeeeey.
Mary McDonald-Mark. Yeeeey.
Mi dispiace, ma la McGranitt non ce la facevo a trasformarla in un uomo. E neppure Silente, anche se non appare. Jej.
Uhhhh non so più che scrivere.

 
Sto guardando le Winx, adesso.
Yeeeeeey.
Non mi odiate.
Vabè.

Adesso sono finite le Winx e pubblico. Perché finisco sempre per scrivere cavolate, qui?
Arg.


Vabbè.
Fatemi sapere. :)
Baci,
Marti.

1° Classificata: Missione: ammira Lysander, partecipa alla partita e vivi per sempre felice e contenta di xtrich 

Grammatica 9,7/10 
La storia, in generale, è scritta molto bene, ci sono giusto un paio di imprecisioni che risultano molto rare, data la lunghezza della One Shot. La prima cosa che ho da segnalarti e che ti è costata 0,2 punti si trova nella frase “L’unica cosa è che adesso la mia mente è piena di Quidditch-Mocciosus-Quidditch-Partita-Sabato e poi di nuovo Quidditch-Mocciosus-Quidditch eccetera eccetera”, sarebbe meglio separare i due “eccetera” da una virgola. La seconda, invece, si tratta di un errore di battitura nella frase “è coì difficile capire che i cervelli femminili lavorano meglio di quelli maschili?”, in cui hai scritto male “così”, motivo per cui ti ho tolto 0,1 punto. Per il resto non ci sono problemi o sbavature, complimenti. 

Stile e Lessico 9,5/10 
Hai deciso di scrivere una storia in prima persona, quindi è come se il lettore entrasse nella storia di James Potter e vedesse i fatti dal suo punto di vista. Per forza di cose, quindi, lo stile e il lessico sono molto semplici e informali: secondo me, hai reso abbastanza bene i pensieri di una ragazzina di sedici anni, e i suoi commenti sono molto divertenti da leggere, cosa che rende divertente l’intera One Shot. Avrei da segnalarti un paio di cosine, non troppo gravi, che però non mi hanno permesso di darti il punteggio pieno. La prima si trova nella frase “Un brivido freddo mi passa dietro la schiena”, sarebbe stato meglio scrivere “lungo la schiena”, che rende meglio l’idea; per questo motivo ti ho tolto 0,2 punti. La seconda, invece, è la maiuscola mancata nella frase “Una volta mi hanno fatto trovare una cioccorana nel letto”, tutte le parole coniate dalla Rowling vanno scritte con la lettera maiuscola, quindi avresti dovuto scrivere “Cioccorana”, motivo per cui ti ho tolto 0,3 punti. 

IC 9/10 
Mi è piaciuta la caratterizzazione che hai dato a Jemma, l’ho trovata abbastanza fedele all’originale: anche se in veste femminile, ci ho ritrovato molto di quello che sappiamo di com’era James Potter ad Hogwarts (prima che mettesse la testa a posto). Quello che ti è costato un punto è stata la caratterizzazione dei personaggi di contorno: Piton mi è sembrato un po’ troppo petulante, mentre sappiamo che rispondeva per le rime agli scherzi dei Malandrini (o per lo meno ci provava); il riferimento alla passione di Lupin per la cioccolata mi è parso un po’ stereotipato, ma nel canon non si fa riferimento a questa sua passione (la “usa” come medicina contro i Dissennatori, non per questo è uno fissato con la cioccolata) e Peter è pur sempre un Malandrino, possibile che accetti passivamente lo scherzo di Malfoy? A questo proposito, avrei un appunto da fare: a voler essere pignoli, la tua storia è ambientata nel 1977, il sesto anno dei Malandrini (che stando al Lexicon frequentano Hogwarts nel periodo che va dal 1971 al 1978), mentre Malfoy, che presumo essere Lucius Malfoy, inizia Hogwarts nel 1965, quindi, in teoria, al momento in cui ambienti la tua storia ha già lasciato la scuola da un po’ di anni e non avrebbe potuto fare lo scherzo della divisa a Peter. 

Originalità 9/10 
Sicuramente hai avuto un’idea originale. Nella maggior parte delle storie con avvertimento “Gender Bender” che ho letto, solo ad un personaggio veniva cambiato di genere, mentre tu hai deciso di cambiarlo alla maggior parte dei personaggi. È stata una scelta un po’ azzardata, ma sei riuscita a portarla a termine molto bene. Ti ho tolto quel punto, però, perché togliendo l’idea del “Gender Bender”, mi è sembrata la solita storia sui Malandrini, mi ha dato la sensazione di qualcosa di già letto, ma con i generi cambiati. Questa, però, è solo la mia impressione e la storia rimane comunque molto divertente. 

Gradimento personale 4,5/5 
In generale, la tua storia mi è piaciuta molto: è frizzante e divertente, anche se forse a volte è un po’ esagerata, ma questo è un particolare forse dovuto alla scelta del narratore. Non è facile far rimanere serio un James Potter sedicenne. È anche scritta molto bene, cosa che non guasta mai, e si discosta un po’ dalle solite storie sui Malandrini. Ho anche apprezzato il fatto che tu non sia caduta nelle stereotipate caratterizzazioni di James e Lily, non rendendoli uno stalker idiota e una pazza isterica. Quello che ti è costato mezzo punto, però, è stata la caratterizzazione dei personaggi di contorno. È solo il mio parere, ovviamente, ma mi sono sembrati un po’ lontani dalle loro caratterizzazioni originarie (quelle forniteci dalla Rowling lungo la saga). 

Totale 41,7/45 
   
 
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