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Autore: Aprilia    02/04/2013    1 recensioni
Se grazie a uno 'stupido corso scolastico sulla comunicazione' una ragazza potesse aprirsi e perdere la sua timidiezza? Se il ragazzo più espansivo e aperto della scuola, che deve recuperare crediti scolastici, si iscrivesse a queste corso? Si formerà un disastro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter I

Domenica 10 febbraio 2013

Ore 20.35

Aspettavo che il computer partisse. Era quasi un rituale accendere quel portatile dopo una doccia ristoratrice. Era vecchiotto, in alcuni punti era rigato e, probabilmente, con le briciole che c’erano tra un tasto e l’altro avrei potuto fare una torta. Ma non era questo il punto; con questo piccolo notebook potevo ‘uscire dal guscio’. Riuscivo a dare carattere a una ragazzina di 17 anni che non era più timida fino all’inverosimile e insicura come non mai. Diventavo pazza, fuori dagli schemi e piena di ironia, su me stessa e gli altri.
Davanti a me il desktop in tutto il suo splendore: quella coltre bianca dove avevo passato le vacanze natalizie e avevo fatto un infinità di foto. Aveva passato quel periodo in montagna a scattare fotografie, bere cioccolata calda e scattare ancora foto, fino a consumare due rullini della mia Kanon. Mentre osservavo quasi in trance l’immagine del mio schermo notavo il numero infinito di cartelle di progetti scolastici, raccolta di tesine e di alcune foto ricordo o foto di classe.
La rete internet si era finalmente caricata e la schermata bianca di Google aveva deciso di mostrarsi a me… un salto su Youtube non mi avrebbe fatto male prima di cena. Tra le canzoni scelsi una delle mie preferite: ‘Turn me on’ - David Guetta ft. Niki Minaj. Prima ancora di farla partire cliccai il tasto di stop, giusto per farla caricare. In quell’istante bussarono alla porta bianca della mia camera, mi avvicinai e sentì mio fratello dal lato apposto, così aprì.

‘Hey sorellina… posso parlarti?’ annui osservandolo, era un po’ preoccupato. ‘Domani alle 14.15 resterai a scuola per il corso di PNL…’
Prima ancora di permettergli di finire la frase stavo per chiudere la porta con tutta la forza che avevo, ma lui mi fermò e aggiunse:
‘Ok, ok ho sbagliato. Mi dispiace, l’ho fatto per te…’ mi ribolliva il sangue e lui lo vedeva, mi conosceva troppo bene ‘…inoltre mi sono iscritto anch’io, per non lasciarti sola. Ho pensato potesse aiutarti.’ Finita la frase corse verso camera sua e si chiuse dentro, solo per evitare di litigare con me.

Mio fratello, Jake, aveva due anni più di me. Era sempre stato un po’ pazzerello ma non mi aspettavo mai un gesto come questo, da parte sua e a mia insaputa. Sapevo del PNL, più volte a scuola ci avevano chiesto/costretto/implorato di farlo, ma pochi erano stati convinti.

Stupido fratellino, cosa credevi di ottenere con questo?
Davvero non lo so, spero solo si faccia perdonare a cena. Esigo la mia pizza con formaggi e prosciutto, sempre se vuole chiedermi scusa. Abitiamo soli in una casa che i nostri genitori comprarono tempo fa, vicino a quello che è il nostro liceo. Bobby e Maura, meglio detti come mamma e papà, si sono trasferiti in una casa non troppo lontano da qui.
Gestire tutto in due è difficile, soprattutto ora che mi ha rovinato la serata. Chiudo Youtube e di conseguenza la canzone e mi precipito in cucina. Una volta arrivata sorrido come una cretina; quello là aveva previsto tutto: pizza formaggio e prosciutto sul tavolo… calda fumante.

Con Jake sono sempre molto aperta e ‘peperina’, siamo fratelli e migliori amici. Lui sa ogni cosa di me. Sa che con gli altri balbetto, che con gli sconosciuti divento rossa e ho paura, che è un incubo se un passante mi chiede che ora è oppure dove si trova questo determinato luogo. Grazie a lui non mi abbatto e poi gli voglio troppo bene per avercela con lui per più di mezz’ora. Vado in camera sua, busso e un ciuffetto biondo esce dalla porta. Mi decido a parlare.

‘Scusa se mi sono arrabbiata.’ Ecco, finisco lì e lui mi abbracciata.

Abbiamo un rapporto di poche parole, ma a lui bastano quelle che dico e anche a me.
La cena è finito dopo circa un’ora mezza dalla nostra chiacchierata e dalle mie scuse. La pizza era buona come al solito e, come al solito, la notte mi sono svegliata tre volte per colpa del corso.
Non c’è niente da fare: ho paura e domani ne avrò di più.

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