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Autore: Trick    22/10/2007    20 recensioni
"Se scoprissero che ti amo, saresti spacciato".

Hermione Granger e Draco Malfoy, raccontati in una one-shot ispirata da un pomeriggio piovoso e da una malinconica canzone blues. Con la speranza che la mia prima Draco/Hermione vi piaccia.
Nessuno spoiler.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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favola

Sai ballare, Granger?

By Trick





La luce viva del camino giocava con i contorni dell’ampio e raffinato salotto, creando forti chiaroscuri da cui le forme, invano, sembravano tentare disperatamente di riemergere. Un vecchio giradischi, abbandonato nell’oscurità di un angolo, diffondeva le malinconiche note blues di canzoni dimenticate. Immobile, seduto su quella poltrona color porpora su cui da bambino amava issarsi e fingersi suo padre, Draco Malfoy fissava taciturno il crepitio dei ciocchi di legno arsi dal camino, avvicinando di tanto in tanto alle labbra sottili il calice di vino che ondeggiava nella sua mano. Sul lucido treppiedi di quercia, uno sgualcito frammento di giornale sembrava fiammeggiare sotto l’effetto delle fiamme.




«Non voglio amarti» sibilò lei, i lineamenti del viso deformati in una smorfia di disgusto e gli occhi nocciola rilucenti nella penombra del corridoio al quarto piano di Hogwarts, «tu incarni tutto ciò che io detesto, Malfoy: sei un essere viscido...»

La bocca del giovane si piegò in un ghigno divertito; inarcò un sopracciglio e continuo a fissarla languidamente.

«...arrogante...» continuò lei con maggiore disprezzo.

Il braccio sinistro di Malfoy si allungò verso di lei, finché la mano non fu costretta a fermarsi per il contatto con l’arazzo appeso al muro, a pochi centimetri dal viso della ragazza. La vide umettarsi nervosamente il labbro inferiore, e sorrise fra sè.

«...meschino...»

Malfoy sfiorò il suo mento, costringendola ad alzare il capo.

«...schifoso...»

Si chinò su di lei, intrappolando le sue parole nelle labbra, deliziandosi del suo sapore e della consistenza ruvida e ribelle della sua chioma.

«Ma non puoi farne a meno» mormorò, scostandole un riccio dall’orecchio, «tu sei mia, Granger».




Draco Malfoy continuò a fissare i ciocchi di legno tentare di opporsi all’indomabilità del fuoco, che impietoso, continuava lentamente ad incenerirli, trasformandoli in polvere a ritmo di malinconiche e distanti note.




«Non credevo che un Malfoy ascoltasse musica Babbana».

«Sai ballare, Granger?»

Hermione Granger gli rivolse uno sguardo fra lo stupito e l’ironico. «Sei anche capace di ballare?»

«Ti stupiresti di sapere ciò che so fare, Granger» ribatté lui, tendendole elegantemente una mano.

«Intrigante, non c’è che dire» mormorò lei, afferrandola e lasciandosi guidare fra le sue braccia.




L’indice affusolato di Malfoy picchiettò involontariamente il bordo del calice, a ritmo di una strofa particolarmente allegra. Chiuse gli occhi, e ondeggiando con grazia il capo iniziò a dirigere un’orchestra immaginaria. Sorrise.




«Non puoi essere così stupida da credere che io possa accettarlo, Granger» sibilò con rabbia Malfoy, afferrando con forza il suo polso. Lei si voltò di scatto, gli occhi infuocati come quella sera nei corridoi di Hogwarts, le labbra strette fra loro e i tratto del viso illuminati solo in parte dalla schiva luce del camino.

«Non avremmo mai dovuto iniziare questa storia, Malfoy» ribadì Hermione, «è contro natura».

«Contro natura?» ripeté lui, falsamente divertito. «Contro natura? Tutto ciò che ci circonda è contro natura. Tutto ciò che hai sempre creduto di conoscere, tutto ciò che hai avuto la possibilità di vedere nella tua vita non segue nessuna legge della creazione: siamo in guerra. Non esistono regole, Granger».

Lei scosse mestamente il capo. «Faccio parte dell’Ordine. Se sapessero che io-»

«Tu, cosa, Granger?» mormorò.

«Se scoprissero che ti amo, saresti spacciato».

«Non lo scopriranno».

«Hanno già dei sospetti».

«Non sanno niente».

«Perché non vuoi capire?»

«Perché non voglio perderti».

Rimasero in silenzio qualche istante, lui fissando il profilo incandescente di lei, e lei intenta a guardare il vecchio giradischi suonare, fingendo di ascoltare con attenzione quella nostalgica cascata di note.

«È l’ultima volta che verrò qui, Malfoy» concluse laconica Hermione, distogliendo lo sguardo dal salotto ma senza guardare il viso del giovane dinanzi a sé, quasi avesse capito di non poter sopportare la vista dei suoi occhi grigi. «E se mai dovessimo incontrarci una prossima volta-»

«Ti ucciderò, Granger» la interruppe lui, avvicinandosi al volto di lei. Prese fra due dita il suo mento, accarezzandolo con dolcezza, e ancora una volta, la costrinse ad alzare il volto. Impresse il volto di lei nella sua mente, ogni singolo particolare, dai capelli indomabili, ancora più voluminosi al caldo danzare delle fiamme, agli occhi lucenti, velati da una malinconia che disperatamente tentava di nascondere, fino alle sue labbra, incapaci di far cessare il tremolio che le aveva soggiogate da minuti.

«Mi uccideresti davvero?» domandò Hermione.

«Mille volte».

«E poi?»

«Che importa?»

La liberò con distaccata alterigia dalla sua stretta, e con un gesto scocciato della mano le indicò la porta alle sue spalle.

«Vattene, allora» sibilò. «Conosci la strada».

Uscendo, Hermione Granger si fermò sulla soglia e ruotando il capo verso di lui un’ultima volta, sussurrò, prima di svanire con un fruscio del mantello: «Ti amo, Draco. Ma la prossima volta potrei ucciderti».




Draco Malfoy aprì gli occhi. Portò alle labbra il bicchiere di vino, e lo appoggiò sul tavolino di noce, accanto al pezzo stracciato di giornale. Si alzò, e spegnendo con un colpo seccato della bacchetta il vecchio giradischi, uscì dalla stanza.

Alle sue spalle, solo il tenue crepitio del fuoco continuava a rendere vivo il salotto. Le ombre delle gambe a forma di zampa di leone della scrivania, degli imponenti arazzi, dei mezzibusti della famiglia Malfoy e della grande libreria appartenuta al padre danzavano sul pavimento, incrociandosi e unendosi fra loro come tante lingue scure e biforcute.

Sul tavolino, l’inchiostro scuro del giornale sembrava incendiarsi sotto quella luce, abbagliato come da tanti riflettori su un palcoscenico.





Tragica esecuzione di dodici Auror: il Minist

lba di questa mattina, a Grey’s Road, Londra,

gli Auror sono stati giustiziati dai sostenitor

«Non ci lasceremo abbattere da questa tragedia

continueremo a lottare finché tutti i Mangiamor

non diventeranno nient’altro che dei ricor

dichiarato Hermione Jane Granger, miracolosamente

sopravvissuta all’attacco dei Mangiamorte.






«Mi uccideresti davvero?»

«Mille volte».








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