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Era una quiete notte d’inverno e un gelido vento incombeva sulla città di Londra. Roxy camminava sola, lungo le sponde del Tamigi, coprendo il volto con la larga sciarpa nera che le avvolgeva delicatamente il collo i lunghi capelli castani le ricadevano disordinatamente sule spalle e qualche ciuffo ribelle, scosso dal vento, a momenti le ostruiva la visuale.
Camminando a testa bassa e con la mente immersa nei suoi pensieri, non si accorse che aveva urtato contro qualcuno: era un ragazzo, più o meno sulla ventina, dai capelli neri e gli occhi color cioccolato. Era discretamente alto, aveva dei lineamenti ben definiti e la sua pelle ambrata era illuminata dall’opaca luce dei lampioni.
Il ragazzo fece incontrare i suoi occhi con quelli verde smeraldo della ragazza, i quali avevano assunto un’espressione di stupore con un misto di rimprovero.
-ciao- disse il moro schiudendo le labbra rosee in un dolce sorriso.
-che cosa ci fai tu qui?- replicò la ragazza puntando l’indice contro il petto di lui.
-sono felice di vederti anche io- disse con un sorriso beffardo.
-non scherzare Zayn, sai che non puoi girare da solo qui e a quest’ora-
-perché no?-
-perché ogni volta che sei stato picchiato è avvenuto di sera e la maggior parte delle volte è successo qui-
La preoccupazione nella voce della ragazza si faceva sentire, così Zayn l’attirò a sé e la strinse in un caloroso abbraccio. Roxy chiuse gli occhi e assaporò a fondo il dolce profumo che il ragazzo emanava, affondando ancor di più tra le braccia dell’amico.
-ero venuto qui per te- disse il moro staccando di poco il suo corpo da quello della ragazza, facendo incontrare di nuovo i loro sguardi.
-che è successo?-
-devi venire con me.. ho bisogno del tuo aiuto-
Quelle parole fecero immediatamente capire a Roxy quali erano le intenzioni di Zayn, intuendo che accettando ogni tipo di proposta era inevitabile non finire nei guai, guai da cui, come ogni volta, sarebbero riusciti a fuggire.
-no Zayn, no- disse, decisa, la ragazza –adesso basta, non voglio più avere problemi e pretendo che neanche tu li abbia-
-avanti- replicò il ragazzo con voce persuasiva –è la nostra possibilità per vendicarci di tutto ciò che abbiamo subito in questi anni- continuò avvicinandosi nuovamente a Roxy,porgendole una pistola.
La ragazza lo osservò a lungo successivamente poggiò cautamente una mano sull’arma e la prese, per poi infilarla nei pantaloni.
-andiamo- disse, ottenendo così un sorriso d’approvazione da parte dell’amico.
Entrarono nell’auto di Zayn, parcheggiata poco distante da dove era avvenuto il loro colloquio, e si diressero verso la parte periferica della città. Durante il tragitto Roxy girava e rigirava la sua pistola tra le mani: si, la sua pistola, quella con cui aveva combinato i peggiori disastri, quella che in così poco tempo l’aveva trasformata in un mostro, quella con cui stava per uccidere la persona che più odiava al mondo, colui che aveva reso la sua vita e quella di Zayn un inferno a causa dei suoi continui atti di bullismo.
-eccoci- incominciò il moro subito dopo aver spento il motore –ricordi cosa devi fare?-
La ragazza rispose con un cenno del capo: entrare in casa, distrarre Josh, colpirlo alla testa, attendere che Zayn gli desse il colpo di grazia. Nonostante la ragazza fremesse per ucciderlo da sola, il moro si era offerto per non far macchiare di sangue le mani dell’amica.
Roxy entrò lentamente nel giardinetto, respirando profondamente ad ogni passo, e si diresse verso la porta d’ingresso. Bussò al campanello. Un ragazzo biondo, dagli occhi azzurri, tozzo, con indosso una canotta nera e dei jeans del medesimo colore, le si era presentato davanti.
-Roxy, che piacere vederti- disse aprendosi in un sorriso malizioso.
-Josh ti dovrei parlare.. posso?- chiese prima di ricevere il consenso ad entrare in quell’immensa casa. Il ragazzo la seguì e si mise davanti a lei poi, passandosi una mano tra i folti capelli biondi, attese cosa la ragazza aveva da dirli.
-sai Josh, tutte le cose prima o poi arrivano a una fine, che noi lo vogliamo oppure no- disse Roxy puntando al petto del biondo la pistola, la quale attirò subito la sua attenzione.
-sapevo che sarebbe successo e sapevo anche che saresti stata tu, perché sei coraggiosa, determinata e incredibilmente irritante, tutte cose di cui sono sempre stato innamorato-
Era quello il motivo? Era davvero quello il motivo per il quale lei aveva dovuto sopportare tutte le sue crudeltà? Roxy era scossa quanto disgustata che non si rese conto di aver abbassato l’arma.
Ciò che avvenne dopo fu tutto troppo veloce.
Uno sparo e Roxy si accasciò lentamente a terra. In quel momento arrivò Zayn che scagliò un proiettile contro la tempia del biondo, fiondandosi poi sull’amica,prendendola tra le braccia.
Le lacrime cadevano senza sosta dagli occhi del ragazzo che erano fissi in quelli di lei. Una mano era posata sul suo petto forato, l’altra le accarezzava le pallide guance, poi, scese lentamente andando ad incontrare la mano della ragazza e la strinse forte, come per farle capire con quel semplice gesto tutto l’amore che provava per lei.
Roxy ebbe il tempo di rivolgergli un ultimo “grazie”, accompagnato da un sorriso, per poi spegnersi tra le braccia dell’amico.

SPAZIO AUTRICE:
hey hey hey!
stasera mi sono fatta una bella dose di canne e uno degli effetti collaterali è stato pubblicarvi questa one shot.
fa cagare i cavalli, lo so, ma avevo voglia di scriverla non chiedetemi il perchè u.u
grazie a chiunque l'abbia letta arrivando alla fine, mi avete reso felice (non è e vero lol)
no okay, adesso evaporo.
Kiss kiss
-Mar