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Autore: Ronvin    22/10/2007    8 recensioni
Sala comune deserta. E buia. Un raggio di luna penetrava dai vetri della finestra, avvolgendo nel suo fascio alcuni libri dimenticati su un tavolo. Sul pavimento le ombre degli alberi.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ormai non poteva più fare finta di dormire.

Lui. Seduto di fronte a lei. Sguardo indecifrabile. Ancora.

Un silenzio assordante durante il quale gli sguardi non accennavano a sciogliersi l’uno dall’altro.

Lei per non mostrare troppo la sua debolezza, anzi per farlo quasi sentire in colpa, lui per capire solo tramite quello sguardo intenso i pensieri più reconditi della ragazza.

“Hermione, hai la febbre” disse improvvisamente Ron, spezzando quella calma apparente.

Hermione aveva capito che quello non poteva essere solo un malessere psicologico. Certo, la febbre, il freddo, i brividi, tutto aveva una spiegazione scientifica.

Ma era sicura che c’era dell’altro; come spiegarsi quella sensazione indescrivibile di vuoto, quello squarcio nel petto, l’impressione di cadere a pezzi se non si teneva stretta? Quel senso di disorientamento, quel sentirsi sempre un pesce fuor d’acqua, quella fragilità che si sentiva addosso?

Solo febbre? Se era così, se l’era beccata proprio forte.

No, lei era sicura che la fonte di malessere proveniva per la maggior parte da quell’ essere che le stava seduto davanti, da quel ragazzo che continuava a fissarla con gli occhi azzurri spalancati.

“Madama Chips mi ha detto che dormivi.. sai, non voleva farmi entrare.. comunque stai meglio, vero?”

Hermione non aveva nessunissima voglia di rispondere. Sapeva che Ron non era molto perspicace, ma credeva che la sua situazione fosse inequivocabile. Come si fa a domandare ad una persona se sta meglio se si vede chiaramente che questa è pallida, ha pianto per diverso tempo e per di più si stringe nel letto di un’infermeria? Avrebbe voluto urlare, ma non aveva nessunissima voglia di rispondere.

Non sapeva nemmeno che suono sarebbe uscito dalle sue labbra. Non ricordava la sua voce: quanto tempo era che non parlava?

“Allora? Ti ho fatto una domanda!” tirò un po’ la testa in avanti, e spalancò ancora di più gli occhi.

Nessuna risposta.

“Hermione che ti succede, miseriaccia!” la voce un po’ esasperata. Forse faceva solamente finta di non essersi accorto di nulla. Di non aver notato quelle occhiaie stanche, quegli occhi lucidi e smarriti.

Hermione non ce la faceva più. Di nuovo la voglia di urlare.

Ma la voce che le uscì era bassa e roca. Le parole un fiume in piena.

“Ron” il ragazzo che ormai stava per alzarsi, sconfitto da quel silenzio opprimente, si risedette “Vuoi sapere cos’ho? Vuoi saperlo davvero? Sono sicura che non ti interessa più di tanto, anzi non ti interesserà affatto quello che ho da dirti. Però te lo dico lo stesso.

Ron, sono stanca. Stanca. Stanca di essere sola. Non ce la faccio più, ti rendi conto che io non ho nessuno su cui contare? Nessuno a cui appoggiarmi quando ho un problema. Nessuno con cui confidarmi.

Poi sono confusa. Ron, sei cambiato. È vero tutti cambiamo, tutti cresciamo, tutti maturiamo; ma tu… tutto ciò che mi piaceva in te, ciò che faceva in modo che io ti reputassi una persona speciale, è proprio quello che è cambiato. Che fine ha fatto quel ragazzino umile e ingenuo, con dello sporco sul naso, che incontrai il giorno del mio primo viaggio sull’espresso per Hogwarts?

Mi chiedi cos’ho? Sei di certo troppo impegnato a sbaciucchiarti con Lavanda, per renderti conto che tutte le volte che la vedo avvicinarsi a te, mi ribolle il sangue nelle vene e mi sento nello stesso momento mancare. Non riesco a vederti fra le sue braccia quando non so cosa darei per essere al suo posto.

E se cerco di evitarti per non sottopormi a questa tortura inutile, sto ancora peggio.

E non chiedermi che cos’ho, per favore.”

Si fermò per riprendere fiato; dopotutto non stava affatto bene e parlare era stato uno sforzo sia fisico che emotivo.

Riportò gli occhi, che aveva distolto da lui per essere sicura di finire il discorso, in quelli del ragazzo.

Lui non aveva fatto una piega. Ad alcune affermazioni, ad Hermione era sembrato di scorgerlo agitarsi sulla sedia. Ma se anche l’aveva fatto, ora era fermo.

E lui disse “Hermione, hai la febbre”.

Ciaoooo!!! Che dire grazie tantissimissimo!! Mi fate arrossire… non credo di meritarmi tutti questi complimenti…

ginny 94 (non credo di lascirla così! Ho un paio di idee che mi frullano nella testa, ma non ti preoccupare, mi sono affezionata troppo a questa ff..)

Hermionina (sono contenta che ti stia piacendo! Ecco il nuovo capitolo!)

Esther (beh..bravissima? grazie! Sono soddisfatta perché se sono riuscita a trasmetterti qualcosa, ho raggiunto il mio obiettivo!)

robby (che bello! Una lettrice affezionata! Purtroppo Ron è un po’ tontolone nelle mie ff… spero che questo chap sia di tuo gradimento!)

continuate a recensire! Mi fate felice e non costa nulla (fate anche un po’ di ginnastica manuale!)

baci*

Ronvin

  
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