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Autore: LordWeavile94    03/04/2013    2 recensioni
Un giorno. Un incontro che mi ha cambiato. Il flusso di coscienza di una notte di primavera. Un ricordo di colei che da anni non mi lascia in pace. Potrà forse sembrarvi la classica storia romantica strappalacrime, ma è quello che mi è successo veramente.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4 Settembre 2010
Abruzzo. Un villaggio vacanze. Domenica.
Una vacanza noiosa, nessuno con cui parlare.
Uno spettacolo per bambini. Be’, in fondo, che mi costa? Almeno mi diverto un po’.
 
Prove fatte. Carino, penso che mi potrei divertire, anche se sono tutti bambini.
 
Sera. Si sta bene, fuori.
Dall’altra parte della struttura sento provenire la musica della Carica dei 101.
Sorrido. Quanti ricordi.
Ecco, anche gli ultimi bambini scendono dal palco. Tornano dietro le quinte, poi escono.
È il mio turno. Entro.
Sono solo?
No. Una ragazza, è l’unica con me. Tutti gli altri sono già fuori.
Mi ricordo di lei. Doveva fare una parte di ballo.
Ci guardiamo un istante. È carina, ma sono troppo timido per avvicinarmi.
Sento le battute che precedono la mia entrata. Mi metto appena dietro il sipario.
Ecco, devo entrare.
Faccio la mia scena, sono la guardia nel Gobbo di Notre Dame. Giusto due secondi.
Rientro. La ragazza non c’è più.
Sento la musica partire. Probabilmente sta ballando.
Esco fuori.
Finisce la musica, ne parte poco dopo un’altra. Giusto, l’entrata finale.
Tutti escono, ogni gruppo coperto da un telo.
Io sono con un animatore. E con lei.
Sotto il telo, vicini, ci guardiamo.
 
Saranno passati una ventina di minuti, forse mezz’ora.
Siamo sul palco, balliamo vicini.
Giochiamo con le canzoni, ci sorridiamo a vicenda.
Lei mi chiede se voglio imparare a ballare. Annuisco.
Scendiamo dal palco. Siamo mano nella mano.
Mi mostra come muovere i piedi, ma in realtà siamo concentrati l’uno sull’altra.
Il cuore sembra avvolto da una coperta calda. Lo stomaco sembra partito per la tangente.
 
 
5 Settembre 2010, 09:30
Addio.
È implicito, in quei pochi minuti in cui ci abbracciamo.
Abitiamo abbastanza vicino. Conosco il suo nome. È simile al mio.
Ma la mia dannata timidezza mi impedisce di chiederle l’informazione più importante.
Ci lasciamo. Io devo tornare a casa.
Il mio cuore sembra cadere in un baratro.
 
 
3 Aprile 2013, 00:30
Sì.
Penso ancora a te.
Forse.
Non so se è amore vero.
No
Non sei l’unica.
Altre mi sono piaciute.
Altre mi piaceranno.
Prima o poi, probabilmente, troverò una ragazza.
So solo una cosa.
Da quel momento, quasi tre anni fa, non sono più stato in pace.
Ti ho cercata. Ho usato tutti gli espedienti che mi venivano in mente.
Non ti ho mai trovata.
Ho cercato di mettermi il cuore in pace.
È durata poco. È finita. Non ci vedremo più.
 
Sai?
Mi hanno raccontato una storia, poco tempo fa, sembra che sia vera.
Due persone che si erano perse di vista da anni, senza mai contattarsi, un giorno, per caso, si sono riviste.
Mi chiedo: può succedere anche a noi?
Un giorno, magari, ci rivedremo, per puro caso. Ci riconosceremo?
 
È vero, che stupido.
Probabilmente ti sei dimenticata di me.
In fondo, è normale. Una cotta estiva, dalla quale sono passati tre anni.
Quale persona sana di mente la ricorderebbe ancora?
 
Ma, in fondo, non riesco mai ad arrendermi.
Forse, un giorno, ti rivedrò. Forse, un giorno, ti potrò ancora abbracciare.
 
Ma adesso è meglio dormire, domani è l’ultimo giorno prima del ritorno a scuola.
Ah, un’ultima cosa.
Buonanotte e sogni d’oro, Francesca.
 
 
 
Cosa mi ha spinto a scrivere questo? Non lo so. Stavo ripensando a tutto quello che mi è venuto in mente, stanotte, e mi è venuta voglia di scriverlo, di buttarlo giù.

 Pensatene quel che volete. Questa è la mia storia.
  
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