Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |      
Autore: itswinter    03/04/2013    1 recensioni
" - Vorrei che questo giorno non finisse mai..- dico appena ci allontaniamo di poco.
Credo di star per morire tra le sue braccia dalla felicità.
- Non riesco a credere di essere qui con te, adesso. - sussurro poi al suo orecchio.
- E io non riesco a credere di essermi innamorato di te in così poco tempo. - dice lui sorridendo.
- Ma che stai dicendo? - chiedo io dolcemente, incredula più che mai.
- Tu.. tu sei innamorato di me, Justin? -
Ok, adesso potevo decisamente morire."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
you can fly away with me.



"But did you know that I love you? Or were you not aware?
You're the smile on my face, and I ain't going nowhere. [...]
Well did you know you're an angel? Who forgot how to fly
Did you know that it breaks my heart everytime to see you cry."
 
 
 
Venerdì 22 Aprile 2013, ore 07.47 
 
Sto bevendo un bicchiere di latte ascoltando "Just so you know" di Jesse McCartney, battendo il ritmo con il piede e canticchiandola distrattamente.
Tra cinque minuti devo andare a scuola, sono al terzo anno di uno degli istituti d'arte più prestigiosi di Ottawa, capitale del Canada,
e se non mi sbrigo farò tardi per la prima campanella.
Salgo velocemente in camera mia e mentre mi vesto do un'occhiata a i vestiti poggiati sulla sedia azzurra per domani sera,
già pronti li sopra da circa una settimana.
Non riesco ancora a credere che tra esattamente 47 ore riuscirò a sentire la voce del mio idolo dal vivo. 
Chi è il mio idolo? Il ragazzo che seguo da quattro anni che ha iniziato la sua carriera grazie alla sua splendida madre,
che caricava i suoi video mentre cantava da piccolo: Justin Bieber.
Non che abbia scelto niente di particolare per il concerto, però ho voluto prepararli prima,  ecco.
Do una spazzolata ai miei capelli lunghi che normalmente racchiudo in una crocchia disordinata sulla nuca,
e per una volta mi faccio una lunga treccia che lascio ricadere sulla schiena.
Poi mi passo un filo di eye-liner sopra le palpebre e un po' di mascara.
Mi guardo allo specchio e, facendo una smorfia di disgusto nel vedermi, raccolgo la mia tracolla
con una miriade di album da disegno dentro e mi precipito giù per le scale.
Passo dalla cucina dove afferro una mela dalla cesta sulla tavola che userò come 
merenda e do un bacio al volo sulla guancia di mia madre che mi saluta con un - a dopo cucciola, buona fortuna!
E' straordinaria quella donna, è mia madre adottiva ma è la migliore che potessi desiderare.
Le sorrido mimando un - buon lavoro - di sfuggita ed esco di casa con un Kinder in bocca,
la tracolla in spalla e lo skate regalatomi dai miei veri genitori per il mio quattordicesimo compleanno in mano.
Lo lancio a terra, lo rincorro e ci salto sopra, iniziando a darmi delle spinte con il piede che non ci poggia sopra.
Le mie Vans adesso poggiano entrambe sullo skate, e senza darmi più nemmeno una spinta arrivo con il fiatone a scuola.
Il mio Kinder non esiste più, l'ho finito mentre andavo, e la mia tracolla risulta molto pesante ora che scendo a terra.
Raccolgo lo skate e con una spinta data dal mio gracile braccio riesco ad aprire la porta d'entrata.

Di corsa arrivo in classe, sono già tutti seduti ai propri posti, compreso il mio compagno di banco, il mio migliore amico.
- Ehi Den. - lo saluto dandogli un colpetto sulla spalla.
- 'giorno Jess. - si sporge per darmi un bacio sulla guancia.
Dennis è la dolcezza fatta persona, è il mio scudo ed è il migliore amico che io potessi volere.
Ci siamo conosciuti in prima liceo, e dopo il nostro primo incontro siamo diventati inseparabili, come sorella e fratello.
E' l'unico che riesce a capirmi, a tirarmi su il morale, ad aiutarmi in tutto e soprattutto a volermi bene.
Ho solo lui, nessun'altro. Nessun'altro a parte mamma, Justin e Ed Sheeran, i miei idoli.
Dopo cinque minuti entra il professore e inizia la lezioni di storia dell'arte.
Prendo appunti fino a metà lezione, poi per il resto dell'ora scarabocchio sul mio album da disegno un "Believe" fatto male.
E dopo la campanella che segna il cambio dell'ora lascio un bacio sulla guancia a Den e corro via per poi dirigermi nell'aula di biologia.
Che giornata stancante, per fortuna oggi non devo andare a lavoro. 
Normalmente lavoro come cameriera allo Starbucks vicino casa, così posso comprarmi i materiali per scuola
(pennelli, tempere, album e tutto il resto) con i miei soldi, invece di pesare sulle spalle di mia madre.

Al termine delle lezioni esco in giardino e trovo Den che mi aspetta con una sigaretta tra le labbra.
L'unica cosa che odio di Dennis? Il fatto che fuma. Non riesco a sopportarlo, perché ho perso mio padre adottivo
a causa di quella droga e non sopporterei di perdere anche il mio migliore amico.
Lo raggiungo con passo lento per non farmi scoprire, poi gli salto sulla schiena e
facendo finta di abbracciarlo gli sfilo la sigaretta dalla bocca e la lancio lontano.
- Brutta..- ma non gli do il tempo di finire di offendermi che gli tappo la bocca con una mano
e gli schiocco un bacio sulla guancia che lo fa sorridere e lo costringe a non ribattere.
- Zitto e andiamocene a casa. - gli dico scendendo dalla sua schiena e prendendolo per mano sorridendo.
 
- Lo sai che quelle costano, vero? - chiede dopo un centinaio di metri, riferendosi alle sigarette.
- Ma davvero? - lo sfotto. - Pensavo fossero gratis. - dico alzando gli occhi al cielo.
- Che spiritosa. Lo so che ti da noia quando fumo ma non c'era bisogno di buttarne via una ancora intera. - dice con aria imbronciata.
Una ciocca di capelli scuri gli copre il volto e non mi permette di vedere il sorrisetto che compare sul suo volto dopo poco.
Poi con uno slancio si fionda sul mio corpo e inizia a farmi il solletico ovunque, scatenando 
la mia risata.
- D-d-den, dai lasciami s-s-s-tareee! - provo a dire io tra una risata e l'altra.
- Sof-f-foco!- esclamo quando vedo che non ha intenzione di fermarsi.
Dopo circa due minuti si decide a darmi tregua e si allontana dal mio carpo lasciandomi tornare a respirare normalmente.
- Sei perfido quando fai così! A me non da noia quando fumi, io ODIO quando fumi, è diverso.
E ti sta bene, quella sigaretta non ti merita, tu sei mio
. - affermo mettendo il broncio, riprendendo a camminare e afferrando la sua mano.
- Okay, okay, non mi farò mai più trovare con una sigaretta accesa da te, va bene così?
- Molto meglio. - gli concedo un sorriso sincero.
Arriviamo a casa e pranziamo velocemente, poi saliamo nella mia stanza come facciamo praticamente ogni giorno
e ci mettiamo con la schiena al muro seduti sul mio letto ad una piazza e mezzo, e scegliamo di vedere un film sul mio PC.
La scelta ricade su la saga di Harry Potter, che entrambi amiamo, e stiamo due ore assorti a guardare il film,
senza mai fiatare se non per andare a prendere qualcosa da sgranocchiare per fare merenda verso le 5 del pomeriggio.
- Den, credi che domani vado bene vestita con quelli?
sbotto all'improvviso indicandogli i vestiti appoggiati sulla mia sedia girevole, dopo aver messo in pausa il DVD.
Lui li scruta per qualche secondo e poi annuisce pensieroso, per poi dire:
- Fammi vedere come ti stanno allora.
- Va bene, aspetta che vado a cambiarmi. - 
In due minuti sono pronta, ho indossato i jeans chiari e la camicia a quadretti azzurri.
Mi paro davanti a lui con le mani incrociate dietro la schiena in attesa di un verdetto finale, che però tarda ad arrivare.
- E ai piedi? - chiede osservando con un sorrisetto i miei calzini con disegnate tante farfalline.
- Vado così ovviamente! - pausa, in cui lui mi guarda scettico - scherzo cretino, metto le Vans, che ne dici? -
dico poi dandogli le spalle e guardandomi allo specchio lungo attaccato alla parete della mia stanza.
- Sarai perfetta. - mi dice lui scendendo dal letto e abbracciandomi da dietro.
Sorrido guardando le nostre due figure slanciate riflesse allo specchio.
Credo che molti a scuola nostra pensano che stiamo insieme, e non avrebbero tanto torto a crederlo perché effettivamente potrebbe sembrare così:
stiamo sempre insieme, quando lui manca io sono malinconica e a quanto ho sentito anche lui è malinconico quando manco io;
 alla fine di ogni lezione ci schiocchiamo un bacio sulla guancia per poi dividerci e torniamo quasi sempre a casa insieme.
Riflettendoci meglio, sarebbe improbabile che qualcuno ci consideri solo amici, ma a me non importa del giudizio degli altri,
lui è il mio migliore amico e niente di più.
Vorrei che restasse al mio fianco per sempre, è troppo importante per me e soffrirei da morire se lo dovessi perdere.
- Jess, i miei mi aspettano per cenare, ci vediamo domani alle 18 e ti accompagno alla stazione, d'accordo? -
Il concerto si terrà a Stratford, paese in cui viveva Justin prima del suo successo, ed è a sole due ore da qui, andando in treno.
- Ok Den, grazie di tutto, non so come farei senza di ..- ma lui non mi lascia finire e mi stampa un bacio sulla guancia.
- Non dirlo neanche, zitta e a domani. - mi sorride raggiante e mi lascia una carezza sul fianco prima di superarmi
e di scendere di sotto dove recupera le sue scarpe e il suo cappotto.

Poi sento la porta d'entrata aprirsi e richiudersi. E sento la malinconia invadermi. 
Come sempre del resto, quando Den se ne va.
E posso staccare dal mondo intero (e da tutte le emozioni negative che mi invadono) solo in un modo: pitturando.
E' la mia passione da quando avevo 7 anni,  da quando mia mamma mi portò a visitare il Louvre.
Rimasi abbagliata da tutti quei quadri e decisi che da grande anche io sarei riuscita a creare un capolavoro tipo quelli esposti in quel museo prestigiosissimo.
Ero una bambina veramente ambiziosa, già.
Beh, le mie idee da allora si sono leggermente modificate, devo dire.
Ma pitturare mi fa liberare la mente nel vero senso della parola, come quando suono il pianoforte o quando leggo i miei libri preferiti:
mi concentro talmente tanto che non penso a nient'altro se non a quello che sto facendo.

Quindi, tornando a me: prendo i pennelli che tengo in una tazza colorata poggiata sul davanzale dell' enorme finestra che illumina tutta la mia stanza.
Dopo averli ripuliti dalla tempera azzurra usata una settimana prima, mi sposto davanti alla parete davanti al letto, adibita ai miei sfoghi con la pittura.
Sotto grande concessione di mia madre posso utilizzare quella parete come tela, e ogni qualvolta mi sento triste,
malinconica o semplicemente ispirata, inizio a dar sfogo alle mie emozioni proprio su quella.
Questa volta non mi viene in mente niente, niente da disegnare.
Così corro verso lo stereo e clicco il tasto 'play', e parte una delle miei canzoni preferite, "Radioactive" degli 'Imagine Dragons'.
Mi lascio trasportare da quella canzone fortunatamente iniziata solo da qualche secondo
e lascio svuotare la mia mente iniziando a canticchiarla e avvicinandomi nuovamente alla mia cara parete,
per poi iniziare a tracciare linee indefinite che testimonino quello che provo: frustrazione.
E' difficile da spiegare perché mi sento così.
Ho un migliore amico che posso anche definire fratello, una mamma disponibile che mi vuole un bene dell'anima e un sogno,
quello di incontrare il mio idolo.
Non ho più niente, non ho un padre, non ho dei nonni o altre forme di  parenti, e non ho amici.
La maggior parte del tempo mi sento vuota e priva di ogni emozione.
E solo grazie a queste poche cose (Den, mamma, la musica e la pittura) che vado avanti, nient'altro. 
Ho avuto un passato orribile, i miei veri genitori sono morti in un incidente stradale e sono stata adottata da una coppia stupenda, che mi ha amato fin da subito.
Poi anche mio papà adottivo mi ha lasciato, morendo per un tumore ai polmoni causato dal fumo.
Ed io mi sono sentita per la seconda volta svuotata da tutta la felicità, tipo i personaggi di Harry Potter quando si imbattono in un dissennatore, per rendere l'idea.
Detto questo, forse potete capire quel che ho passato.
Le linee che continuo a tracciare, se prima erano spesse e scure diventano sempre più sottili e deboli.
E solo grazie alla canzone che è partita alla radio: Fall, di Justin.
E mi sento improvvisamente meglio.
Quando la canzone finisce mi allontano dalla parete per osservare il 'disegno' che ho creato, e il risultato inaspettatamente mi piace.
E ancora una volta ringrazio il mio idolo, per tutte le emozioni che mi fa provare e per la positività che mi infonde.


Mi reco in bagno per lavare i pennelli e faccio una foto con il cellulare al mio dipinto, come faccio sempre dopo aver creato qualcosa di nuovo.
Poi scendo al piano di sotto e scaldo al microonde la porzione di lasagna che mia mamma mi ha lasciato pronta in frigo questa mattina.
La ringrazio mentalmente e inizio a mangiare quella prelibatezza.
E' la migliore, non c'è che dire.
Quando ho finito, salgo in camera mia e mi preparo per andare a dormire.
Sono veramente stanca.
Dopo essermi lavata i denti e spazzolata i capelli mi faccio una lunga treccia ai miei capelli castani e la faccio ricadere sulla schiena.
I miei capelli sono una delle poche cose che mi piace di me, perché sono lunghi, castani e lucenti, e posso farmi tutte le pettinature che voglio. 
Torno a passo lento in camera mia, dove apro l'anta del mio armadio e tiro fuori un pigiama regalatomi da mio padre.
Spengo tutte le luci e mi distendo nel mio lettino caro.
Afferro uno dei miei libri preferiti, Hunger Games, e ne leggo qualche pagina estraniandomi dal mondo.
Poi la stanchezza inizia a farsi sentire prepotente e mi decido ad andare a dormire.
Appoggio il libro sul comodino color lilla a fianco del letto e spengo la luce da lettura attaccata alla testata.
Chiudo gli occhi e prima di addormentarmi solo una domanda mi balena in testa:
domani riuscirò a realizzare il mio sogno?
 
 
buoncccciorno a todos c:
ecco un'altra schifezza pubblicata da moi lol
E' la prima ff su Justin e mi è venuta questa idea 
mentre ascoltavo Justin cantare a pochi metri da me.
Voi vi chiederete: 
Tu eri li vicino a Justin e ti sei messa a pensare a una nuova fan fiction?!
Beh, le idee mi vengono nei momenti più strani e mi devo adattare (?)
che dire? 
Pensavo di pubblicare questa storia in meno di dieci capitoli, 
il secondo è già pronto 
e lo pubblico se questo piace, anche se ne dubito fortemente v.v 
ma mi sentivo ispirata e boh, ho voluto azzardare u.u
Vorrei solo sapere se non vi ha fatto schifo, ecco.
Mi lasciate un commentino-ino-ino?
Spero davvero che non vi abbia fatto schifo c:
Aspetto con ansia un giudizio, di qualsiasi tipo, da parte vostra.
Al prossimo capitolo, Jess.
*si mette seduta e inizia a sperare che a qualcuno possa piacere questa schifezza*
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: itswinter