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Autore: AliceInWonderbook    03/04/2013    5 recensioni
Oggi, mentre tornavo a casa da scuola, Valentina mi ha chiesto: “Otti, ti ricordi il nostro primo grande litigio?”
Eh si, la fan fiction parla di un litigio. Il primo presunto litigio tra Valentina e Ottilia, causato da un ragazzo, Marco, che non appare nella serie originale.
A differenza della serie V=Valentina, la mia fan fiction è scritta dal punto di vista di Ottilia, la sua migliore amica e fa parte della mia serie immaginaria O=Ottilia.
Credo che questa storia sia adatta a tutti, perché si risolve in modo non tragico e non contiene parole volgari. Non so se vi piacerà, perché sono alle prime armi, ma sarei davvero felice se poteste recensire, cosicché io possa migliorare.
Buona lettura
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oggi, mentre tornavo a casa da scuola, Valentina mi ha chiesto: “Otti, ti ricordi il nostro primo grande litigio?”
Ci ho pensato un po’, poi ho risposto: “Sì, ma è passato così tanto tempo… Litigammo per Marco, giusto?”
“Sì, Marco, il tuo ragazzo…” ridacchiò lei.
“Esatto! Tu non eri più fidanzata con Tazio perché avevate litigato… Sembrano passati cent’anni e invece ne sono passati solo quattro…”
“Hai proprio ragione… Vuoi salire?” mi domanda Vale, poiché ormai siamo sotto casa sua. Purtroppo devo rifiutare perché mamma mi aspetta per pranzo, però mi sarebbe piaciuto poter continuare a parlare con Vale.
Mentre mi avvio alla fermata dell’autobus continuo a ripensare a quello che ci siamo dette.
 Credo proprio che facessimo la prima media, quando la professoressa di lettere ci annunciò che presto avremmo avuto un nuovo compagno. Io chiesi subito se avremmo potuto fare una festa e la prof si dimostrò entusiasta dell’idea.
Ognuno dovette preparare qualcosa ed io e Vale ci offrimmo di preparare la torta. Per prepararla andammo da zia Elsa, la zia di Vale, che ci aiutò a preparare la più bella torta al cioccolato mai esistita al mondo, con glassa al cioccolato e con dei confetti colorati, a formare la scritta <>.
Io e Vale preparammo anche un vassoio con tantissime stelline dorate e azzurre su cui appoggiarla.
Quando arrivò il gran giorno, a noi ragazze fu richiesto di vestirci eleganti, allora io e Vale riunimmo tutti i nostri vestiti più eleganti, scarpe e accessori e creammo le mise perfette.
Io mi misi una maglietta lunga blu con un nastro in vita argento, dei jeans grigio chiaro, le ballerine argentate di Vale. Lei, invece, si mise una maglietta lilla, uguale alla mia, con il nastro viola, le ballerine viola. Io truccai lei e lei tentò di truccare me, ma non era molto portata, quindi mi truccai da sola. Le misi un ombretto lilla e la matita viola, rimmel chiaro per non stonare con i capelli e del lucidalabbra rosa tenue. Io, invece, usai un ombretto grigio e la matita blu, rimmel scuro e lucidalabbra rosa. Ci facemmo la manicure, io usando lo smalto blu e lei lo smalto viola scuro. Eravamo carinissime ed entrambe, per l’occasione ci eravamo lasciate i capelli sciolti e io mi ero fatta la piastra.
Quando entrammo in classe, eravamo tutti ansiosi di conoscere Marco, ma la professoressa ci annunciò che sarebbe arrivato alle 10.30 e che prima avremmo dovuto fare lezione. Mentre ci spiegava le espressioni con le frazioni, però, nessuno stava attento e ben presto la professoressa rinunciò a farci stare attenti e iniziammo a giocare al gioco dei Se…
Alle 10.00, non appena suonò la campanella, tutti iniziammo a preparare la festa. Spostammo i banchi ai lati della classe, vi posammo sopra le tovaglie che aveva portato Yuki e sistemammo vivande e bevande. Attaccammo tutti i cartelloni di benvenuto e mettemmo tutte le sedie al centro della classe, a formare un cerchio.
Alle 10.30 precise, Marco entrò in classe, lasciando noi ragazze a bocca aperta dallo stupore e facendo diventare i maschi verdi dall’invidia, per via delle nostre reazioni. Era bellissimo: alto, capelli biondi, occhi verdi cangianti e un sorriso capace di far sciogliere chiunque. La prima cosa che fece fu ringraziare tutti della festa, disse che non se lo sarebbe mai aspettato e che era un onore per lui essere in classe con dei ragazzi così gentili e disponibili.
La professoressa lo invitò a presentarsi e lui iniziò: “Sono Marco Marini, vengo da Roma e ho dovuto cambiare scuola perché mio padre ha trovato lavoro in un’azienda qui vicino. Sono felicissimo di trovarmi in una città bella come Torino e mi farebbe piacere se alcuni di voi potessero farmi da guida, per visitarla.”
La professoressa disse subito che, se non ci fosse stato di troppo disturbo, avremmo potuto accompagnare io e Vale, Marco a visitare Torino. “Sono le due alunne che conoscono meglio la città”, spiegò.
Marco ci sorrise, “Sarei felicissimo di poter avere due guide di una tale bellezza!”
Dopo quel commento, tutte le ragazze della classe iniziarono a guardarci male, gelose e invidiose come non mai.
La giornata proseguì tranquilla e, quando suonò la campanella, Marco chiese a me e a Vale se, quel pomeriggio, fossimo libere. Io e Vale rispondemmo che avremmo chiesto ai nostri genitori e che lo avremmo accompagnato al Parco Sempione, se questi fossero stati d’accordo. Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di sentirci per decidere dove incontrarci.
Quando chiesi a mia madre il permesso, non fece neanche caso a quello che le stavo dicendo e acconsentì subito. Telefonai a Vale che mi disse che sua madre era d’accordo, basta che tornassimo per cena. Dissi a Vale che avrei telefonato io a Marco e lei acconsentì, ma mi sembrò di sentire una sfumatura di delusione nella sua voce. Pensai di essermelo immaginato e telefonai a Marco per dirgli che ci saremmo potuti vedere sotto casa di Vale per andare a vedere il Parco Sempione.
Alle quattro ci trovammo tutti sotto casa di Vale e prendemmo l’autobus per arrivare alla nostra meta, perché avevamo deciso che sarebbe stato troppo faticoso fare tutta la strada a piedi. Appena scendemmo dall’autobus, però, iniziò a piovere e fummo costretti a rifugiarci in un bar lì vicino e iniziammo a chiacchierare. Dopo un po’ arrivò un cameriere che ci chiese cosa volessimo ordinare e prendemmo tre cioccolate con panna.
Vale ci scusò per un momento e andò al bagno e inaspettatamente, Marco mi strinse a sé per baciarmi. All’inizio fui tentata di ritrarmi, ma poi mi lasciai andare a quel bacio così dolce da farmi sciogliere.
Quando ci sciogliemmo dal nostro abbraccio, mi raccomandò di non dire niente a Vale. Quando lei tornò dal bagno mi domando se mi sentivo bene. “Certo che mi sento bene, perché?” “No, così per sapere… Sei tutta rossa.” A quel punto fui io a scusarmi e a correre in bagno. Mi guardai allo specchio e vidi che Vale aveva ragione. Ero tutta completamente rossa. Aprii il rubinetto e mi sciacquai con l’acqua fredda per alleviare il rossore. Quando fui nuovamente presentabile, tornai in sala e mi misi seduta vicino a Marco, di fronte a Vale. Ricominciammo a parlare, bevendo le nostre cioccolate. Quando finimmo Marco, si offrì di pagare per tutti e anche se io e Vale cercammo di impedirglielo, lo fece lo stesso.
Nel frattempo aveva smesso di piovere e ci avventurammo nel parco e il pomeriggio trascorse tranquillo. Tornammo a casa con tre autobus diversi, quindi ci salutammo alla fermata.
Una settimana dopo, all’uscita di scuola, Marco mi fermò e mi chiese se per caso non avessi avuto il tempo di andare a casa sua quel pomeriggio per aiutarlo con i compiti d’italiano. Acconsentii e gli chiesi per che ora sarei dovuta arrivare per avere il tempo di fare tutti i compiti e lui mi rispose che per le tre sarebbe andato bene.
Alle tre precise ero sotto casa sua pronta a citofonare. Devo ammettere che in quell’occasione mi feci più carina del solito. Avevo optato per dei pantaloni neri aderenti, una camicetta bianca, scalda cuore nero e ballerine argentate. E mi ero anche truccata e pettinata! Mi ero lasciata i capelli ricci naturali e mi ero messa un velo di ombretto  bianco che terminava in sfumature grigie, eye-liner nero, rimmel e lucidalabbra rosa. Raccolsi tutto il mio coraggio e facendo tintinnare i braccialetti d’argento che avevo al polso citofonai. Ero piuttosto ansiosa e iniziai a rigirarmi la collanina tra le dita. Quando Marco chiese chi fosse gli risposi che ero io e si sentì il ronzio del portone che si apriva.
Mentre iniziavo a salire le scale cercando di capire a che piano dovessi andare, sentii dei passi affrettati venirmi incontro e mi trovai davanti Marco che si scusò di non avermi detto il piano e mi invitò a seguirlo. Notai che anche lui si era fatto carino, come se non lo fosse già abbastanza di suo. Si era tirato su i capelli con il gel e si era messo una camicia scura sopra dei jeans, che faceva risaltare la sua pelle chiara. Si doveva anche essere spruzzato del profumo, perché la prima cosa che avevo notato era il buon odore che sprigionava.
Quando entrai in casa fui stupita di non trovarci nessuno e, come se  mi avesse letto nel pensiero Marco mi spiegò che non ci sarebbe stato nessuno fino alle sette, quando i suoi sarebbero tornati dal lavoro.
Ci sedemmo al tavolo della sala da pranzo e io aprii lo zaino da cui estrassi il quaderno con i compiti già fatti di italiano e dissi: “Cominciamo dal primo esercizio. A chi si riferisce il commento dell’autore <>”
Marco mi prese la mano e chiuse il libro, dicendomi: “Quella dei compiti era solo una scusa per poter passare del tempo con te. Anche io li ho già finiti.”
Rimasi a bocca aperta per lo stupore e non appena mi ripresi, lui ne approfittò per baciarmi. Un bacio ancora più intenso e dolce del precedente.
Quando ci staccammo lui mi sussurrò in un orecchio:”Sei la persona più carina e intelligente che abbia mai conosciuto. La professoressa mi ha detto che l’idea della festa è stata tua. Sei anche molto dolce. Te l’ha mai detto nessuno?”
“A parte Vale no, perché non sono mai stata fidanzata e mia madre non è il tipo da certe smancerie. Mio padre poi se n’è andato di casa l’anno scorso. No, non me l’ha detto nessuno. E mi fa piacere che tu sia stato il primo ragazzo ad averlo fatto.”
Lui sorrise, con quel suo sorriso capace di sciogliere anche un iceberg, certamente capace di sciogliere me. Passammo tutto il pomeriggio tra baci, coccole e carezze. Parlammo, mangiammo la cioccolata, dandoci poi baci cioccolatosi.
Quella sera, quando tornai a casa, chiamai Vale, non resistendo e infrangendo la promessa, per raccontarle quello che era successo, nonostante lei stessa mi avesse detto che le piaceva Marco. Pensai di dirglielo lo stesso certa che avrebbe capito.
Mi sbagliavo… ah se mi sbagliavo! Quando glielo dissi mi fece una scenata sostenendo che l’avevo tradita, perché sapevo che le piaceva. Io risposi che anche se non ci fossimo baciati, non gli sarebbe piaciuta lei perché Marco aveva detto che io gli piacevo dal primo giorno di scuola.
Mi aveva attaccato il telefono in faccia, dandomi della traditrice e della bugiarda. Ci rimasi malissimo,soprattutto perché pensavo veramente che avrebbe capito, essendo la mia migliore amica.
I giorni seguenti non mi parlò, anche se io tentai in tutti modi di riallacciare i rapporti, ma non riuscendoci, lasciai perdere molto presto. Nonostante quello che mi aveva detto Vale, io sapevo di non aver fatto niente di male, e continuavo a frequentare Marco. Insieme andavamo al parco, al cinema, a casa sua… ma ovunque andassimo, finivamo per baciarci, quindi dove ci trovassimo era indifferente.
Un giorno, quando Vale ancora non mi parlava, mi si avvicinò Tazio. In quel periodo lui e Vale non stavano più insieme perché lei sosteneva che lui l’avesse tradita con Mary, cosa assolutamente falsa. Però , in quel periodo Vale era piuttosto irritabile e testarda, cosa non da lei, ma forse era solo un po’ nervosa. Comunque sia, Tazio venne da me a chiedermi se potevo aiutarlo a tornare con Vale, io che la conoscevo così bene. Accettai, ma gli dissi che avevamo litigato e che non sapevo se mi avrebbe ascoltata. Infatti, quando provai a parlarle, mi allontanò con il commento:” Siete due traditori! Vattene! Non mi rivolgere la parola, traditrice!”
Quando lo dissi a Tazio, lui si disperò, e insieme tentammo di escogitare un metodo per farli riavvicinare. Alla fine mi venne un’idea. Dissi a Tazio: “Tu e Vale avete già fatto una vacanza insieme, solo con il maestro e sua moglie, vero?”
“Si, ma non a vedo cosa possa servire rievocare il passato”.
“È semplice, puoi chiedere ai tuoi genitori e a quelli di Vale, senza che lei lo sappia, se puoi portarla a fare un viaggio a Londra, tu e lei, con uno di quei gruppi organizzati o con uno dei tuoi genitori, tua madre forse. Sono sicura che capirà che la ami ancora come l’hai sempre amata e volendo puoi anche scriverle una lettera d’amore. Sarebbe così romantico! A Vale piacerebbe tantissimo, tanto più che tra un mese iniziano le vacanze di Natale.”
“Otti, sei un genio! Riuscirò a convincere sicuramente mamma e spero che la mamma di Vale, sia d’accordo anche lei. Spero che anche tu possa tornare a frequentare Vale come un tempo”.
“Oh… non preoccuparti per me! Anzi, mi è già venuta un’idea. Ci riuscirò, vedrai. Tu pensa a convincere i tuoi.”
“Certo, grazie ancora Ottilia!”
Mentre tornavo a casa, pensavo a come avrei agito per la sorpresa da fare a Vale. Quel giorno non mi sarei vista con Marco, perché lui aveva scherma, e avevo tutto il pomeriggio per progettare tutto nei minimi particolari.
Il venerdì pomeriggio, lasciai sul banco di Vale un bigliettino con scritto <>
Io alle 15.50 mi nascosi dietro ad un cespuglio ad aspettarla, sapendo che non avrebbe resistito alla curiosità. Alle 15.55, vedendo che Vale stava arrivando, lasciai un biglietto con una tavoletta di cioccolato alla fragola sopra e mi recai alla meta successiva, la libreria dove lasciai un altro biglietto e comprai un libro da farle trovare insieme. Sul biglietto che l’avrebbe portata lì c’era scritto <>
Quando andai alla terza meta, casa mia, lasciai un biglietto sul citofono con scritto <>
Intanto a casa, c’era Tazio che aveva iniziato a preparare la tavola con la merenda e un tavolino con tutti i regali, compreso il biglietto per il viaggio a Londra, che era riuscito ad organizzare.
Quando sentimmo il citofono suonare, aprimmo e attaccammo i palloncini alla porta e appena Vale uscì dall’ascensore, noi gridammo:”Sorpresa!” Era rimasta a bocca aperta e quando vide cosa avevamo preparato le cadde quasi la mascella.
Ci sedemmo intorno al tavolo e mangiammo la torta e poi una schifezza che facciamo sempre noi tre insieme, patatine nella cioccolata calda!
Dopo la merenda, fu la volta dei regali. Prima un libro, il seguito di quello che le avevo preso in libreria, un blocco meraviglioso e un set da 25 penne, perché quando Vale inizia a scrivere e capace di finire 10 penne. Poi un costume da bagno a due pezzi con prendisole e scarpe uguale al mio e infine una giornata alla Beauty Farm per me e lei e una BiblioCard nuova, perché la sua era scaduta.
Tazio, invece le porse una lettera che ancora oggi conserva, ma che non mi ha mai fatto leggere e una busta verde con il biglietto aereo e il programma del loro viaggio a Londra.
Quando lesse la lettera le vennero le lacrime agli occhi, e abbracciò Tazio chiedendogli scusa, per aver pensato male di lui. Poi abbracciò anche me, dicendomi che si era comportata da sciocca, che Marco non le era mai piaciuto veramente e che era triste perché le avevano raccontato che Tazio l’aveva tradita. Avrebbe dovuto credere a me e a lui, piuttosto che alle malelingue. “Sono veramente contenta che tu esca con un ragazzo carino come Marco. Qualche volta, durante le vacanze, potremmo organizzare delle uscite a quattro.”
“Certo che potremmo, ma prima apri la busta” le dissi, sorridendo al pensiero della faccia che avrebbe fatto vedendone il contenuto.
Infatti, quando lesse cosa c’era scritto sul bilgietto, spalancò gli occhi e abbracciò Tazio, stritolandolo. Lui ridacchiando le disse:”Ehi, ma neanche un bacino al tuo ragazzo?” e lei lo baciò, un bacio di quelli veri, dolci e felici, che non si davano da tempo.
Dopo un po’ Vale mi chiese se avessi potuto chiamare Marco per farlo venire a festeggiare. Le risposi che avrei potuto tentare di convincerlo, perché pensava che sarebbe stato di troppo.
Anche se tentennò un pochino, alla fine cedette e arrivò poco dopo con un mazzo di rose rosse per me e una scatola di cioccolatini per Vale.
Mi diede un bacio e le rose, su cui era appuntata una bustina, che conteneva un bigliettino con scritto: <<Rose Rosse- Ti Amo >> e sotto con la sua grafia <>. Posai i fiori sul tavolo e gli gettai le braccia al collo, lui mi diede un altro bacio e mi disse: “Sei sicura di aver visto tutto? Controlla meglio nella bustina del biglietto…”
Incuriosita, aprii nuovamente la busta e ci trovai un biglietto per Londra e il programma di viaggio, lo stesso di Vale! Ci saremmo andati tutti insieme; Tazio e Marco avevano organizzato tutto: saremmo partiti il 20 dicembre, accompagnati dalla mamma di Tazio, che poi ci avrebbe lasciati liberi tutto il giorno di girare la città e saremmo tornati il 23 sera, per poter stare in famiglia a Natale. Tre giorni di divertimento assoluto.
  
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