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Autore: Ghiro    03/04/2013    0 recensioni
Una semplice ragazza di diciassette'anni che si ritrova a essere chiamata asociale perché sta tutto il tempo ad ascoltare il rock e il metal. Frequenta il terzo anno dell'istituto cinematografico/fotografico e come tutti i suoi coetanei ha un sogno che vorrebbe realizzare.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Spine. Dentro di me sento delle spine che spingono sulla pelle, fanno uscire un liquido rosso scuro che cola lentamente sul braccio. Osservo quello che mi circonda e non vedo niente, buio pesto, il cuore fa una capriola all’indietro per poi iniziare a battere come se fosse una batteria. Una batteria che è suonata da un ragazzo che fa rock. Mentre sento il cuore che ha un battito cardiaco troppo veloce rispetto al normale, mi accorgo che non sono sola, ci sta qualcuno che suona una chitarra elettrica…Provo a capire quale canzone sta cercando di riprodurre e dopo variati minuti si dipinge sul mio volto un sorriso. Ebete, ma sempre un sorriso. Sono i Led Zeppelin ed io amo quel gruppo! Le dita che toccano le corde di quella misteriosa chitarra stanno cercando di fare Kashmir -adoro quella canzone-. Il suono comincia sempre a farsi più forte fino a quando i miei occhi non osservano un soffitto di legno. Stavo solo sognando. Allungo la mano destra in cerca del cellulare per spegnere, con grande tristezza, Kashmir. Sbuffo come ormai faccio ogni mattina quando devo andare a scuola e con uno scatto felino mi alzo dal letto per mettermi sulle mie gambe e mi stropiccio gli occhi verdi. Con il mio pigiama nero scendo le scale a chiocciola di legno e mi dirigo verso la cucina in cerca di caffè amaro per potermi svegliare al meglio. I miei già sono usciti, per fortuna, ormai non fanno altro che litigare ed io sono divisa a metà quando li sento. Una parte di me vorrebbe tenere mamma e papà sempre vicini, l’altra vorrebbe che si separassero per il bene di entrambi! Che cosa dovrei fare? Che cosa dovrei pensare per il bene della famiglia? Possibile che devo fare tutto una ragazza di diciassette’anni? Intanto che le domande mi frullano per la testa, il mio naso comincia a sentire l’aroma calda, amara, densa, accogliente del caffè che mi ha fatto mamma prima di andare al lavoro. Mi siedo sulla poltrona e mentre inizio a mandare giù il caffè amaro al cento per cento, prendo il cellulare quadrato nero e metto a palla i Led Zeppelin. L’indice della mia mano destra è andato a cliccare su “Stairway To Heaven”. Appena la canzone finisce appoggio la tazza gialla di ceramica nel lavandino e corro in camera per vestirmi e mettere quel poco di matita nera. La scuola mi sta aspettando. Dal caldo accogliente di casa mia ne esco “volando”, come sempre sono in ritardo, metto il mio zaino, con il simbolo dei Rolling Stones, sulla spalla destra e inizio a correre verso l’edificio giallo piscio. Mi chiamo Mirtilla ho diciassette’anni e frequenta il terzo anno dell’istituto superiore di cinema e fotografia che si trova in questa piccola cittadina della Francia. La mia vita non è così emozionante, sono una semplice ragazza che sta chiusa in casa ad ascoltare il rock è il metal e per questo sono chiamata asociale! La cosa peggiore non è il fatto di essere stata nominata asociale, forse è anche vero, ma quello che mi da davvero fastidio è il fatto che pensano che io sia una satanica, una che ha fatto il patto con il diavolo! La corsa è finita e con il solito fiatone e la faccia rossa per il freddo entro a scuola sperando di uscirne intera. È il venti dicembre del duemiladue.
  
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