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Autore: Midori_chan    04/04/2013    0 recensioni
E' la felicità, con l'ultimo mio respiro.
E' la felicità, con la siringa ancora nel braccio.
E' la felicità, l'eroina che insozza indisturbata il mio organismo.
E' felicità, la mia droga.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Autore: Midori_chan
Titolo: La pace dei sensi, la morte del corpo
Genere: Introspettivo-Drammatico
Rating: Giallo (ma solo perchè si parla di droga)
Avvertimenti: Droga (?!)
Note autore: Per me non è questa la felicità, ma ho pensanto fosse ipocrita pensare solo a quello che per me significa. E poi il sole a primavera, un'idea. Cos'è la felicità per un tossico?

 

 
XLa pace dei sensi, la morte del corpoX

 

 
E' un attimo, un battito di ciglia e sono sveglio, non so neanche io come. E' la mancanza dolorosa che mi ha fatto aprire gli occhi con tanto impeto, è il massacrante bruciore allo stomaco e al naso che mi obbliga ad alzarmi dal letto, in piena notte.
Sono le due e per strada non c'è nessuno. Meglio così, nessuno noterà che indosso il pigiama, che mi tengo lo stomaco come se si fosse lacerato, nessun passante mi riconoscerà e mi indicherà... meglio così.
So di cosa ho bisogno, so perché sento il lamento del mio corpo; parte dal cervello, è un impulso intenso, costante, che riesco a mala pena a sopire.
La casa del mio salvatore è davanti a me, le imposte sono chiuse, le luci spente, ma per me lui c'è sempre, lo so, me lo ha detto.
Busso, suono, prendo a calci la porta, le lacrime agli occhi per il male.
Lui arriva mezzo nudo, le pantofole di Homer ai piedi, mi guarda, capisce. Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi sussurra che ora andrà tutto bene.
Ed eccola lì la mia felicità, eccola posata su un vassoio di argento macchiato, vecchio. Mi entra nelle vene, quella felicità, mi penetra nella carne e mi mangia vivo. Sento il mio respiro calmarsi, il dolore placarsi.
-Questa è la pace dei sensi, altro che Yoga e cazzate varie-
-A me basta che tu abbia i soldi- la voce è lontana, acuta ed echeggiante.
-Amico, non ce la faccio, prendili da solo- lo stomaco brucia di nuovo, più forte.
Smetto di sentire gli arti, sono come menomati, bruciano e non posso muoverli.
Ma la testa, quella si che è in pace, quella brilla, si rilassa, si distende, è in paradiso.
E' la felicità, con l'ultimo mio respiro.
E' la felicità, con la siringa ancora nel braccio.
E' la felicità, l'eroina che insozza indisturbata il mio organismo.
E' felicità, la mia droga.
 

   
 
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