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Autore: Helena Kanbara    04/04/2013    2 recensioni
- No, Bon. Sono io che non capisco perché tu sia così dannatamente cieca –
- Io cieca!? E tu, falsa dei miei stivali!? Fingi che non te ne importi nulla ed invece vuoi la cura e la distruzione dell’Altro Lato più di tutti noi messi insieme! – urlò la strega Bennett, facendo anche per avventarsi su Caroline. Per fortuna Matt la trattenne in tempo. – Sei una falsa, una falsa! E una codarda anche! Troppo poco coraggiosa per buttarti ed ottenere qualcosa. Falsa! Codarda! –
- BONNIE, SMETTILA! –
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Elena Gilbert, Matt Donovan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I only miss you when I’m
breathing

 
 
 





- Bonnie, stai parlando come una pazza! Tu non ucciderai dodici persone! –

Caroline urlò, protendendosi in avanti verso Bonnie, quella che un tempo aveva creduto la sua migliore amica.

Be’… non che ora non la reputasse più tale… ma insomma: che cosa le era successo? Non c’era più nemmeno un briciolo di Bonnie Bennett nella ragazza dalla pelle scura che le sedeva di fronte. Non era possibile che il professore Shane le avesse fatto un lavaggio del cervello di tali cosmiche proporzioni.

- Caroline, ascolta. Io so come riportarli in vita – cercò di spiegare Bonnie, abbassando la voce. – Dovete fidarvi di me, tutti. I tre massacri saranno ripagati: quando Silas deciderà di aiutarci tutte le persone che abbiamo ucciso ritorneranno in vita e anche tutti gli altri che sono morti finora. Tutte le persone a noi care che abbiamo perso… potremo rivederli tutti –

Matt provò a replicare ma il suo flebile: - Ma cosa stai blaterando, Bon? – venne interrotto dalla furia di Caroline Forbes, che si alzò in piedi strisciando la sedia sul pavimento in legno con furore.

Elena, unica triste e silenziosa spettatrice di quel dibattito, guardava dritto di fronte a sé con gli occhi lucidi. Care pensò che non si meritasse niente di tutto quello che stava passando. E fu guardando lei che si calmò.

Sospirò, passandosi una mano sul viso mentre sentiva delle lacrime calde riempirle gli occhi.

- Bonnie, stai parlando come un’invasata. Te ne rendi conto? Stai facendo e dicendo esattamente tutto ciò che Shane vuole tu faccia e dica. E non va bene perché un tempo eri la ragazza più forte che io conoscessi e adesso sei la più debole: ti fai comandare a bacchetta e davvero non so dove sia finita la vera Bonnie Bennett. Quella che conosco da tempo –

- Care, ascolta… voi vedete la situazione dal verso sbagliato – sussurrò Bonnie, abbassando lo sguardo, improvvisamente intimidita.

- Oh, no no. Credimi, se c’è anche una sola persona che vede tutta questa situazione dal verso giusto quella sono io. Io e solo io, Bon – affermò la vampira Forbes, puntandosi un dito contro il petto mentre parlava. – E sai perché? Sai perché riesco a mantenere la lucidità nonostante tutto ciò che stiamo passando grazie a questa stramaledettissima cura? –

Elena alzò lo sguardo lucido verso il viso di Care, mordendosi le labbra per non scoppiare a piangere. La puzza del corpo in putrefazione di Jeremy Gilbert riempiva l’appartamento e Caroline rivolse alla migliore amica un non troppo convinto sorriso di scuse.

Le dispiaceva davvero.

- Io quella cura non la voglio, Bon. Non l’ho mai voluta né mai la vorrò. Io non voglio ritornare ad essere la ragazzina petulante ed insicura che ero un tempo, no. Io voglio rimanere forte, bella per sempre e agile… proprio come sono ora – spiegò Caroline, non potendo fare a meno di ricordare ciò che le aveva detto Klaus mentre spostava nuovamente i suoi occhi su Bonnie. – È per ciò che riesco a vedere il tutto da un’ottica diversa. E sai cosa vedo? –

- No… -

- Vedo Shane, che ci inganna tutti e ci fa credere in una cosa mai accaduta da quando i vampiri esistono. Andiamo… avete mai visto un vampiro ridiventare umano? Io no – argomentò, incrociando le braccia al petto come da abitudine.

Tre paia di occhi sbalorditi si posarono sulla sua figura.

- Stai negando l’esistenza della cura, Care? – le chiese Matt, aggrottando le sopracciglia.

- La cura esiste, Caroline… ce l’ha Katherine – le spiegò Elena, spiccia. – Siamo stati semplicemente così sfortunati da perderla –

- Non abbiamo perso proprio niente! – sibilò Bonnie, alzandosi in piedi di scatto e fronteggiando Caroline. – La cura non ci serve, lo capite? Chi se ne frega! Lena… riavrai tutti i tuoi cari indietro… non ti piacerebbe poter riabbracciare Grayson, Miranda, Jeremy, Jenna, John e Alaric? –

Elena deglutì amara mentre Caroline si passava le mani tra i capelli.

- No! No, non ancora! No! – strillò, serrando gli occhi. – Ma allora non capite? Perché siete così stupidi!? La volete smettere di farvi imbambolare da tutte queste supposizioni non dimostrate? La cura non esiste, non c’è bisogno di tre massacri perché lo stesso Silas non esiste, e in più nessuno riporterà indietro nessuno dall’Altro Lato! Dovete smetterla, smetterla! –

- Caroline, non capisco perché tu parli così – mormorò Bonnie, girandosi a guardare la vampira Forbes con aria di sufficienza.

- Ragazze, calme… - disse Matt, alzandosi piano nel vedere le due migliori amiche avvicinarsi pericolosamente l’una all’altra.

- No, Bon. Sono io che non capisco perché tu sia così dannatamente cieca –

- Io cieca!? E tu, falsa dei miei stivali!? Fingi che non te ne importi nulla ed invece vuoi la cura e la distruzione dell’Altro Lato più di tutti noi messi insieme! – urlò la strega Bennett, facendo anche per avventarsi su Caroline. Per fortuna Matt la trattenne in tempo. – Sei una falsa, una falsa! E una codarda anche! Troppo poco coraggiosa per buttarti ed ottenere qualcosa. Falsa! Codarda! –

- BONNIE, SMETTILA! –

L’urlo di Elena suonò forte e deciso in tutta la casa: si insinuò fin nelle orecchie dei tre giovani lì con lei e ci rimase per un bel po’ in un profondo rimbombo che li fece ridestare tutti.

Matt allentò la presa su Bonnie, che abbassò lo sguardo colpevole. E Caroline sentì gli occhi rifarsi lucidi e l’impulso di mordersi le labbra.

Bonnie aveva più che ragione. Lei voleva la cura. E no, non perché le importasse di ridivenire come la ragazzina immatura che era stata… ma perché voleva vivere nuovamente una vita normale e trovare qualcuno con cui passare la propria vita invecchiando e facendo tanti figlioletti che le sarebbero assomigliati.

E sì, voleva che l’Altro Lato venisse distrutto perché voleva riabbracciare suo padre. Bill Forbes era morto odiandola, praticamente, e a lei mancava ad ogni respiro. Nonostante tutto. Il senso di vuoto non era a ondate… era costante. E faceva male. Dannatamente male.

Nonostante la presenza costante di Liz nella sua vita, Caroline senza suo padre si sentiva del tutto incompleta. Lo rivoleva indietro ma era troppo codarda per rischiare di uccidere altre dodici persone e rimanere poi delusa dalla realtà dei fatti, quella realtà nella quale era più che impossibile far risorgere i morti.

Lei non voleva fare la stessa fine di Elena, no. Non voleva doverci rimanere male nel venire a scoprire di non poter prendere la cura perché l’aveva rubata Katherine o perché avrebbero fatto meglio a darla a Silas per salvarsi la pelle… e perciò fingeva di non volerla. Perché credeva che avrebbe fatto meno male ripetere a se stessa: “Non l’ho mai voluta. La cura è andata ma non m’interessa perché non l’ho mai voluta”.

In realtà faceva male lo stesso e tanto… ma a Caroline andava bene così perché da quando suo padre era morto il dolore s’era insinuato giorno dopo giorno nella sua esistenza sempre di più. E non c’era niente che lei potesse fare per placarlo, nemmeno illudersi di poter riportare in vita tutti i morti. E siccome non voleva illudersi lei… non avrebbe dovuto illudersi nemmeno Elena.

- Tu stai vaneggiando, Bon – mormorò Caroline, alzando gli occhi azzurri sul viso della migliore amica strega.

Bonnie fece per replicare ma Matt la strattonò verso di sé, intimandole di fare silenzio. Elena si girò a fissarla un tantino ansiosa.

- È ora di finirla e di pensare alle cose utili. Caroline potrebbe avere ragione come potrebbe avere torto – spiegò la Gilbert, iniziando a gesticolare. La fase di rifiuto era finita… - Una cosa la Forbes però non la sbaglia. È ora di smetterla di illudersi. Alla fin fine non ci serve a niente, solo a stare più male –

- Quindi che proponi? – chiese Matt, mentre Bonnie si rifugiava silenziosa tra le sue braccia.

- Accompagna Bonnie a casa. Caroline, chiama Stefan e Damon. Io… ho bisogno di loro – argomentò Elena, passandosi un lungo ciuffo di capelli castani dietro l’orecchio. Caroline annuì mentre si avvicinava al telefono a passi lenti. – E Jeremy. Jeremy… dobbiamo pensare a Jeremy –

Matt guardò intensamente Caroline prima di uscire fuori dalla casa dei Gilbert, in un muto “Prenditi cura di Elena” che la Forbes accolse con un cenno d’assenso.

Bonnie seguì il quarterback in silenzio, più che scossa.

Elena salì al piano di sopra mugugnando tra sé e sé parole senza senso. Iniziava a sentire il dolore e Caroline la capiva così tanto…

Il cordless squillò e lei tirò su la cornetta e la rimise a posto per interrompere la chiamata. Non era quello il momento migliore per chiacchierare al telefono. Doveva chiamare Stefan e Damon.

La telefonata durò poco. Caroline compose il numero di Stefan e con poche parole gli intimò di raggiungere lei ed Elena a casa Gilbert e di portare anche Damon.

Caroline rimise a posto il cordless e sospirò mentre si voltava avvertendo dei passi alle sue spalle. Ciò che si ritrovò davanti le strinse il cuore in una morsa così dolorosa che desiderò ancora scoppiare a piangere.

Elena teneva tra le braccia il corpo morto di suo fratello mentre piangeva e le mise addosso paura e tristezza. Caroline la fissò negli occhi mentre una lacrima le scendeva giù per la guancia: tutti i ricordi della morte di suo padre le tornarono in mente e pensò: “Lena, forse sono l’unica persona al mondo che riesce a capire come tu ti senta in questo momento”.

Ma non lo disse ad alta voce, perché sapeva benissimo che non fosse vero. Non era affatto l’unica persona al mondo ad aver perso delle persone importanti… tutti a Mystic Falls, nessuno escluso, s’erano ritrovati a vivere una vita che non avevano chiesto e ad affrontare lutti atroci prima del previsto.

Certe volte ancora s’ostinava a chiedersi: “Perché proprio a me?”. Non credeva che avrebbe mai trovato una risposta. Ma in quell’esatto momento, mentre sentiva il campanello suonare certa che fossero Damon e Stefan precipitatisi a casa Gilbert per consolare la ragazza che amavano e guardava negli occhi proprio quella ragazza – troppo codarda per poter fissare il corpo morto di Jeremy – si pose un’altra domanda.

La pose a quella che era stata, era e sempre sarebbe stata la persona più importante della sua vita.

Papà, papà… cosa devo fare adesso? Ti prego, dimmelo. Cosa devo fare?

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ho appena ucciso dodici persone. Oh mio Dio. Ho ucciso dodici streghe.

 
 
 
 
 
 
 
 

E ora il triangolo è completo.
 
 
Ironia della sorte, Caroline Forbes aveva sbagliato di nuovo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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