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Autore: PostBlue    04/04/2013    2 recensioni
C'è un posto azzurro, al di là del tempo.
Ci sono parole che rimangono sospese.
E una morte zoppicante che ti passa accanto, ti guarda e si trascina altrove.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è un posto azzurro, al di là del tempo.
Ci sono parole che rimangono sospese.
E una morte zoppicante che ti passa accanto, ti guarda e si trascina altrove.
 
La prima volta che ti ho vista eri seduta su una panchina e stavi cercando qualcosa in un'enorme borsa che sembrava essersi macchiata di chissà quale colpa, per come la maltrattavi.
Non so perché sono rimasta a fissarti.
Forse perché volevo vedere che cosa ne avresti tirato fuori, alla fine. Visto che sembrava così importante.
Diana blu. Nient'altro che un pacchetto malconcio.
Ne hai sfilata una e te la sei messa tra le labbra. Poi qualcuno deve aver riavvolto la scena e averla rimessa dall'inizio perché di colpo eri di nuovo immersa in quella borsa assurda alla ricerca di qualcos'altro.
Hai alzato lo sguardo su di me così all'improvviso che sono rimasta spiazzata.
Sapevi che ti stavo guardando.
Mi hai chiesto se avevo da accendere.
Mi sono avvicinata lanciando una rapida occhiata alla strada da dove sarebbe dovuta arrivare la persona che stavo aspettando.
Faceva caldo e indossavi una canottiera blu su dei jeans strappati. I tuoi occhi arrivavano dalla profondità insondabile di una matita nera troppo spessa per il tuo volto.
 
C'è un posto viola, dentro il tempo.
Ci sono mani che si cercano.
E una morte zoppicante che ti passa accanto, ti guarda e si trascina altrove.
 
Non riesco a smettere di ridere.
Mi tiri un calcio sotto il tavolo ma la cosa non fa che peggiorare la situazione e sento una lacrima che rotola giù per la mia guancia.
Cerchi di restare arrabbiata ma vedo le tue labbra che cominciano a storcersi in quello che finirà per essere un sorriso. 
Non c'è nessuno che riesca a ridere come noi.
Riprendiamo fiato. Tu afferri un tovagliolino e cominci a toglierti il rossetto. Hai ancora il trucco dello spettacolo e ti fa sembrare volgare e bellissima allo stesso tempo.
E' tardi e il ragazzo del bar continua a lanciare occhiate ostili dalla nostra parte perché vuole chiudere.
Tu non vuoi andare a casa.
Io non voglio andare da nessuna parte.
 
C'è un posto trasparente che non è tempo.
Ci sono corpi marchiati a fuoco.
E una morte zoppicante che ti passa accanto, ti guarda e si trascina altrove.
 
Apro gli occhi e trovo i tuoi che mi fissano.
Odio quando lo fai e lo sai bene.
Mi giro dall'altra parte e immagino di dover continuare a sentire il tuo sguardo ma la realtà è che voglio solo riaddormentarmi.
Hai domande fatte apposta per me.
Io non ho un finale.
Siamo come quegli sceneggiatori delle serie televisive di infima categoria. Abbiamo iniziato troppe trame e non sappiamo come finirle in modo sensato. Non sappiamo come farle incontrare.
Da quando sei diventata una voce nella mia testa?
Sento le tue mani sui miei fianchi e mi costringi a voltarmi.
Sono le ultime ore. Prima di strade. Treni. Distanze.
Dovremmo sbrigarci ma restiamo immobili mentre il tempo continua a passare.
E noi continuiamo a ridere.
 
   
 
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