Len era addormentato su una sedia nello studio di registrazione e qualcuno lo spiava, due occhi lucenti che brillavano alla luce del sole. Quel qualcuno era la sua cosiddetta fidanzata, Rin, che lo osservava intensamente col desiderio di ucciderlo. Voleva ucciderlo perché quello era un giorno speciale e il ragazzo non le aveva ancora fatto gli auguri.
San Valentino.
Sì, il tanto atteso da Rin quattordici febbraio. Per lei era una data molto importante e non poteva permettere che il suo Len se ne dimenticasse.
Prese un microfono e glielo sbatté in testa. L’oggetto emise quel rumore perforante che emettono i microfoni quando cadono o altro. E ai due ragazzi si rizzarono i capelli.
“RIN!!!!” urlò Len. La ragazza, con occhi dolci, rispose con falsa gentilezza.
“Sì, Leeennn?”
“S-Sei impazzita?! Perché mi hai colpito con un microfono?!”
“Baka! Ti sei dimenticato una cosa di vitale importanza e mi chiedi pure perché ti ho tirato il microfono?!”
“Cosa c’è di così importante?”
“Insomma!” la ragazza si mise le mani sui fianchi e indicò Len “Vedi di ricordartelo, Kagamine, se no te lo ricorderò io con le maniere forti!”.
Rin uscì dallo studio e tornò a casa.
Len, invece, si chiese per tutta la sera cosa fosse successo alla ragazza. Era posseduta? Voleva attenzione e l’attirava lanciando microfoni al primo malcapitato che si ritrovava davanti? Len non sapeva cosa pensare.
Quando, dopo aver finito allo studio, tornò a casa, trovò solo Rin che lo aspettava. Quel giorno solo lui era allo studio, quindi gli altri dovevano essere tutti in casa.
“Ciao Rin, dove sono gli altri?”
“Sono usciti a cena.”. Era completamente apatica.
“Tutti e non ci hanno invitato?”
“Son tutti a cena separatamente.”
“Cioè?”
“Miku con Kaito, Luka con Gakupo, Gumi con Kiyoteru.”
Len era stanco, ma vedendo la tristezza della ragazza decise di accontentarla.
“Rin, usciamo anche noi!”
Un brivido di stupore percorse la schiena della ragazza.
“O-ok”.
 
Tokyo di sera era bellissima. Una meraviglia. Tutte quelle luci, quel continuo movimento di persone e mezzi di trasporto la rendevano ancora più magica del normale. E quei due quattordicenni passeggiavano, uno accanto all’altra, in quella metropoli brillante. Scherzavano, ridevano, parlavano e si scambiavano sguardi d’affetto.
Len prese Rin per mano e la ragazza arrossì. Lui le sorrise e lei ricambiò.
Entrarono in un ristorante e cenarono, a spese di Len, e dopo continuarono la loro passeggiata.
Sono già le otto di sera e ancora non mi ha fatto gli auguri. Se ne ricorderà?, pensò Rin, guardando Len che intanto le comprava una bibita.
I due ragazzi arrivarono sulla riva del fiume e si sedettero su una panchina lì vicina.
“Len, ascolta: oggi è-
“Auguri, Rin.”
La ragazza ci mise un po’ a capire quello che Len le aveva appena detto, ma quando lo capì si gettò tra le sue braccia.
“Len sei fantastico! Ti amo tantissimo! Auguri anche a te!”
“Anche io ti amo, Rin.”. Si guardarono e si baciarono.

I due ragazzi, soddisfatti degli auguri dati alla propria anima gemella, passarono il resto della serata su quella panchina, a godersi quei bei momenti passati insieme, che sarebbero durati per l’eternità, come il loro amore. _________________________________________________ La mia prima fanfiction! Sono commossa... Siate bravi con le recensioni, scriverla e pubblicarla è stato un parto gemellare, non credo di aver capito del tutto 'sta storia dell'HTML... Beh, cercherò di migliorare, col tempo! >.< Baci stellari dalla vostra Ibby! *vola via*